Creato da Pinturicchio94 il 16/07/2012

FOOTBALL SCOUT

UNA LENTE D'INGRANDIMENTO SU GIOCATORI POCO CONOSCIUTI E CAMPIONI DI IERI, OGGI E SOPRATTUTTO DOMANI, MA ANCHE UN FOCUS SU TUTTE LE NOVITA' DEL MONDO DEL CALCIO; PER FINIRE ANCHE UNA FINESTRA SULLE NOSTRE ESPERIENZE CALCISTICHE

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MATTIA DESTRO - PRESENTE O FUTURO?

Post n°15 pubblicato il 10 Settembre 2012 da Pinturicchio94
 

Se il buongiorno si vede sempre dal mattino, allora quando Massimo Moratti, in uno dei suoi tanti affari Preziosi, nell'estate 2010 per il doppio colpo Milito-Thiago Motta dal Genoa tra i tanti giovani della Primavera che inserì nella trattativa mise anche all'epoca l'attuale bomber della Primavera nerazzurra Mattia Destro, doveva essere stata per lui davvero una mattinata piovosa e scusa. Perchè in realtà, per Mattia Destro (Ascoli Piceno, 20 Marzo 1991) il mattino della sua carriera era stato davvero splendente e soleggiato: a 18 anni era il capocannoniere del campionato Primavera, ben 18 gol con la maglia dell'Inter, e pilastro di quella squadra che tra i tanti talenti vedeva anche Joel Obi, Davide Santon, Luca Caldrlola. Ma, ironia della sorte, il primo dei tanti paradossi che ha vissuto la sua giovane carriera, fu l'unico tra questi a non aver mai esordito in prima squadra. Dava l'idea, Mattia Destro, di uno di quei tanti calciatori che giocano da fenomeni nei campionati giovanili per strapotere fisico rispetto agli altri pari età, ma che poi subiscono un rallentamento nella loro crescita tecnico-tattica e tardano ad affermarsi nel calcio che conta. O meglio, era questa l'impressione che Moratti, Branca e Ausilio avevano del giocatore, e trasmettevano ai media. Mentre Santon esordiva e brillava in prima squadra, Destro era dimenticato tra le riserve del Genoa. Ma, secondo paradosso, ben presto l'Inter si accorse di aver sbagliato. Il Genoa (che aveva una metà del giocatore e diritto di riscatto dell'altra ancora appartenente all'Inter), è una squadra dove tutto passa molto velocemente, e in cui ogni stagione è un'autentica rivoluzione, e quindi ogni partita un test per tutti quei giocatori per cui si è speso molto di dimostrare di valere tutti quei soldi e meritarsi il rebus della riconferma. Per questo, per un ragazzo acquisito quasi gratis come Destro, furono riservate davvero poche chances, 2 per l'esattezza: 15 minuti in un Chievo-Genoa, con risultato 3-1 per il Genoa, e 90 minuti in una partita di Coppa Italia. Il risultato fu di 2 gol in altrettante partite, ma Genoa eliminato in coppa e quindi per lui occasioni terminate. Ma Preziosi, più perspicace rispetto a Moratti, lo riscatta del tutto nell'affare Ranocchia, e lo manda in comproprietà al Siena per dargli la possibilità di giocarsi le sue carte in una squadra di A con meno concorrenza e frettolosità del Genoa. Il tutto mentre Santon è passato dalla gloria al dimenticatoio, e ora è una riserva qualunque del Newcastle. E al Siena, guarda un po', Mattia segna 12 gol, mette in mostra la sua forza fisica, la sua tecnica, la sua rapidità, il suo colpo di testa, il suo dribbling, il suo senso del gol, il suo tiro, la sua capacità di sapersi muovere su tutto il fronte d'attacco, saper ricoprire tutti i ruoli d'attacco, e di essere spietato sia in area che in contropiede, e gioca un ruolo primario nell'ennesima salvezza del Siena. Ed è qui che sorge ancora un altro paradosso. L'estate appena conclusa Destro diventa l'oggetto del desiderio praticamente di tutte le squadre più forti della nostra serie A, dalla Juve alla ricerca del top player che mai è arrivato, al Milan, senza Ibra, al Napoli, senza Lavezzi. Perfino l'Inter, conscio dell'ennesimo errore di mercato, e alla ricerca del vice Milito, fa di tutto per riaverlo, consapevole del fatto che spesso i treni nella vita passano una sola volta. Come se non bastasse, il Siena (che della seconda metà di Destro aveva solo il prestito) capisce che quello poteva essere il giro giusto in cui inserirsi, e riscatta la metà del giocatore. Per acquistarlo, quindi, bisognava instaurare due trattative, una vera e propria bagarre, in cui ognuno badava solo al primo vigneto. Destro è praticamente diventato il vero oggetto del desiderio di tutte le squadre più forti di A (e non solo) e il vero colpo di mercato per chi l'avesse acquistato. Ma anche qua, alla base di tutto, c'è un malinteso: Destro è sì il desiderio di ogni team, ma in un primo momento lo doveva essere non per quello che è ora, ma per quello che sarebbe dovuto essere, e non perchè il più forte, ma perchè, cercando tutte un attaccante, le squadre italiane vedevano in lui il giocatore più conveniente in base al rapporto qualità-prezzo-età. Alla fine è finito alla Roma di Zeman che (guarda un po') era la squadra che ne necessutava di meno, in quanto aveva già un Destro in casa, Pablo Osvaldo. E così Destro è diventato, per Juve, Milan e Inter, che volevano lui ma sognavano Van Persie, Kaka e Lucas, da seconda scelta a grande rimpianto estivo, in quanto alla fine è arrivato Bendtner, e Cassano e Pazzini si sono solo scambiati il rosso col blu. Per la Roma, in virtù dei 12 mln del suo cartellino (pochi ma tanti), è diventato dal giocatore col miglior rapporto qualità-prezzo-età il giocatore più pagato. E da scommessa del nuovo corso di Prandelli, si è trasformato in stella della nazionale. Tutti questi cambiamenti in un'estate che Destro ha passato non sul campo, ma (giustamente) in meritata vacanza. Così, ora che ha deluso alla prima con la Roma, è stato in panchina in nazionale entrando solo gli ultimi minuti e combinando poco, e gli è stata rubata la scena da Osvaldo con entrambe le maglie, per molti Destro sta diventando un po' la delusione di questo inizio di stagione, perchè tutti credono che possa da solo essere l'arma in grado di cambiare la faccia della Roma e della Nazionale. Non per meriti-demeriti suoi, Destro è vittima di un altro, ennesimo paradosso della sua carriera, ancora giovanissima. E' stato trasformato dai media da ottimo giovane a campione, il tutto nel corso di un'estate in cui non ha mai giocato, e ora rischia (come Santon) di vedere non ripagate da lui le speranze di tutti e trasformarsi di nuovo in giovane inespresso, come lo era per Moratti 3 anni fa. Morale della favola: spesso a decretare il valore di un giocatore, e a fargli fare il salto di qualità non è il campo, ma la tv, i media, e le tante pressioni che inevitabilmente cadono su un giocatore e rischiano di farlo bruciare. Mattia Destro è uno straordinario attaccante, ha un futuro davvero roseo davanti a sè, ma solo se gli si toglie tutta la pressione che sta avendo in questo momento. Destro per molti è il top player, è il grande colpo estivo, è il presente; Destro invece è anche il presente, ma è soprattutto un attaccante che ha alle spalle finora una sola stagione di A, con 12 gol, tanti, per essere la prima, ma neanche 30. La cosa più importante per il calcio italiano è che Mattia Destro debba essere il futuro, e questo non può accadere con tutta la pressione che lui ha addosso. Nella speranza che domani, con la nazionale, segni il suo primo gol in azzurro, e che il giorno dopo non tutti lo riacclamino come il nuovo Van Basten, per poi rimanere delusi se la partita successiva di campionato non fa neanche un gol. Parlare meno dei giovani, e farli giocare, questa è l'arma vincente.

 
 
 
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