Creato da Pinturicchio94 il 16/07/2012

FOOTBALL SCOUT

UNA LENTE D'INGRANDIMENTO SU GIOCATORI POCO CONOSCIUTI E CAMPIONI DI IERI, OGGI E SOPRATTUTTO DOMANI, MA ANCHE UN FOCUS SU TUTTE LE NOVITA' DEL MONDO DEL CALCIO; PER FINIRE ANCHE UNA FINESTRA SULLE NOSTRE ESPERIENZE CALCISTICHE

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IL MIO CODICE D'ONORE

Post n°21 pubblicato il 01 Aprile 2013 da Pinturicchio94

(Paolo Montero)

 

1)IL MIO CODICE D'ONORE  Però io ho il mio codice d’onore personale e per me conta solo e sempre il verdetto del campo. Per questo ho sempre rispettato le decisioni arbitrali. Durante la partita tutto è lecito pur di vincere»  
2)FINGERE MAI"A volte mi dico: Paolo, hai esagerato. Ma poi mi do la mano: Paolo, non hai mai finto"
3)CALCIO, VERA PASSIONE "Da piccolo ero un bambino innamorato di calcio, sempre con il pallone tra i piedi"
4)IL CALCIO SEMPRE«Da quando ho smesso, sono diventato procuratore. Il calcio grazie a Dio quindi non mi manca molto perché sono ancora dentro l’ambiente.

5)GENITORI FANNO TUTTO PER TE, TU FAI TUTTO PER LORO
"quando andai a bergamo mio padre fece il venditore ambulante in un baracchino nelle strade di milano...Tutto vero! Con un amico, nel piazzale del palazzetto, vendeva birre e panini da un furgone. Si divertiva, spesso andavo a trovarlo».Nel mio destino c’era scritto che avrei ripercorso il cammino di papà; questione di cromosomi, di fatalità e di sangue.

6)DI TUTTO PER CORONARE UN SOGNO<<giocare con la maglia della squadra per cui hai fatto il tifo sin da bambino è una soddisfazione particolare. Menotti mi disse che sarei diventato il nuovo Passarella, toccai il cielo con un dito"
7)ANCHE GLI ALTRI POSSONO CORONARE I LORO SOGNI "facendo il procuratore do la possibilita agli altri di percorrere la strada che ho percorso io, e di coronare il loro sogno"
8)IL SEGRETO DEL DIFENSORE O passa la palla, o passa la gamba. Entrambe no!
9) IL SEGRETO DELLA VITA“Non m’importa esser un esempio di lealtà in campo: voglio esserlo nella vita. Quando gioco, m’interessa solo vincere. In ogni modo: il calcio è dei furbi.” 

10) FAIR PLAY SOLO FUORI DAL CAMPO Il fatto è che gioco sempre per vincere; negli spogliatoi stringo la mano agli avversari, certo, ma in campo nessuna concessione»
11)DARE TUTTO IN CAMPO «Io giocavo sempre al limite e se giochi cosi è normale essere ritenuto un giocatore falloso e subire molte ammonizioni od espulsioni. Questo non mi dava nessuna preoccupazione: Facevo quello che mi chiedeva il Mister, Ero un difensore e dovevo difendere. Mi interessava solo far vincere la mia squadra. Giocavo sempre al massimo; davo tutto. 
12)CALCIO, GIOCO PER DURI.Se ti butti con gran foga su ogni pallone lo scontro fisico con l’avversario è assolutamente inevitabile: II calcio è comunque uno sport fisico ed è normale che vi siano falli. lo comunque non ho mai fatto male a nessuno, anche se la cattiveria agonistica faceva parte del mio repertorio. Credo che si nasca con quell’indole. Non è certo una cosa che ti possono insegnare nelle scuole di calcio». 

13)PENTIRSI MAI«Io, d' altra parte, mi pento solo di ciò che non faccio. Per esempio: mentre giochi, dovresti sempre riuscire a pensare. È un mio difetto, questo. Ma non l' unico»

14)IL CALCIO È LOTTA «L'attaccante piu duro? Casiraghi, che non aveva paura di niente. Stava zitto e pum, si faceva rispettare. E io, zitto, pum, rispondevo. Duelli intensi ma bellissimi, perché di grande lealtà

15)IL CALCIO È COME IL POKERi simulatori non mi hanno mai infastidito. Il calcio è un gioco, come il poker, ed è lecito bleffare. L’importante è essere leali nella vita».

16)MAI ALIBI "Se perdo e sbaglio è solo colpa mia, io sto in campo e mi prendo tutte le responsabilita"

17)SOLO I RIGORI sono una roulette russa

18)IL CALCIO È UNA GUERRA"Al termine degli incontri con qualche squadra, cercavamo sempre la rissa negli spogliatoi, cose così...".

19)NON TOCCATEMI LA MIA SQUADRADovunque si andasse, erano tutti tifosi della Fiorentina. Si figuri. Io della Juve, loro della Fiorentina. La prima volta scappava un vaffa, la seconda una spinta, la terza un cazzotto".

20)NON MI VA BENE? CI PENSO IO«Non mi dà fastidio, altrimenti avrei fatto in modo che smettesse».  

21)UMILIARMI NON LO PERMETTO «subivo un tunnel? Massimo rispetto se la partita era sullo 0-0. Sul 4-0 per gli altri, invece, era una presa per il culo e mi faceva arrabbiare...»

22) È GIUSTO COSI "Il fallo su Totti? Perdavamo 4-0, si stava divertendo un po' troppo, in quel momento ho pensato fosse giusto così"

23)DIGNITA' DA VERI  DURI «Ho il record di espulsioni (17) ma anche una dignità: non andavo poi a piangere dai giornalisti come oggi fa qualcuno...»

24)VITA PRIVATA, DA NON TOCCARE  «La mia vita privata non deve interessare a nessuno. Gli amici non me li scelgono neppure i miei genitori, figurarsi se consento ad altri di farlo»

25)DURI DENTRO, MICA FUORI «Sono un tipo riservato, da calciatore non mi piaceva parlare dei fatti miei e cercavo di passare inosservato. Non come quelli che fanno i duri e poi vanno a piangere in tv per diventare simpatici ai giornalisti e strappare mezzo punto in più nelle pagelle... ». 

26)TU PROVACI Tanto che una notte, in discoteca...  Arriva un giornalista e trova cinque atalantini, musica, donne, qualche mojito di troppo. Quattro di loro si nascondono in bagno, dietro il bancone e fanno finta di non vedere, mentre io mi faccio avanti, saluto calorosamente e sussurro al giornalista: “Tanto, se esce qualcosa, so che sei stato tu...”. 

27)CONTANO I FATTI, NON LE PAROLE «Non mi piacevano le interviste»
28)LA SQUADRA PRIMA DI TUTTO «Non mi sarei mai potuto tirare indietro in una gara di simile importanza. Giocare terzino sinistro non mi è mai piaciuto e quella sera, finché non si fece male Tudor, giocai un vero schifo sulla sinistra, ma dovevo dare tutto per provare a vincere quella Coppa. Non me lo sarei mai perdonato altrimenti. Pensa, per farti capire meglio, da bambino preferivo giocare in porta piuttosto che terzino sinistro. 
29)DI TUTTO PUR DI VINCERE Penso tanto a quel rigore. In gare ufficiali non ne avevo mai tirati prima in vita mia. Ma a fine gara Mister Lippi viene da me e mi dice “Paolo te la senti?” Cosa avrei potuto rispondergli? Avrei fatto di tutto pur di vincere quella sera. Di tutto».
30)LA SQUADRA UNA FAMIGLIA «Quando sono arrivato qui, nel 1996, ero fiducioso che questo legame sarebbe durato a lungo. Quando firmi per una squadra importante come la Juventus, è ovvio che speri di rimanere fino alla scadenza del contratto ed io ho anche avuto la fortuna di rinnovarlo. Per questo non posso che essere contento per la fiducia che tutti mi hanno sempre dato»
31)LO SPOGLIATOIO È SACRO Quello che m manca é il gruppo, la vita dello spogliatoio. Era la cosa che più amavo del mio lavoro e quella che adesso rimpiango di piu».
32)I COMPAGNI, DEI FRATELLI Una mattina alle quattro, all’aeroporto di Caselle. Tornavamo da Atene, avevamo appena fatto una figuraccia in Champions League contro il Panathinaikos ed abbiamo trovato ad aspettarci un gruppetto di ragazzi che non ci volevano esattamente rendere omaggio. Al passaggio di Zidane l’hanno spintonato ed è stata la loro condanna. Non a morte, ma quasi. Montero ha visto la scena da lontano, si è tolto gli occhiali con un’eleganza che pensavo non gli appartenesse e li ha messi in una custodia. Bel gesto, ma pessimo segnale, perché nel giro di pochi secondi si è messo a correre verso quei disgraziati e li ha riempiti di botte. (Ancelotti)

33)CAMPIONI VERI, UOMINI VERI  " I ricordi più belli sono comunque legati al gruppo, fantastico. Non mi interessa parlare dei fuoriclasse, parlo degli uomini. Sono stati in assoluto i nove anni più belli della mia carriera. La Juventus per me era diventata una vera e propria famiglia»
34)LA FORZA DEL GRUPPO «Era proprio il segreto di quella Juventus: Se andiamo a vedere le altre squadre dell’epoca,ti accorgi di quanti giocatori forti avevano e compravano ogni estate. Ad inizio stagione partivano tutte come favorite, alle volte anche più di noi: il Milan, l’Inter, la Lazio, la Roma, la Fiorentina, il Parma. Ma alla fine vincevamo noi. Perché avevamo il gruppo più forte. Ancora oggi, tutte le volte che torno in Italia non perdo occasione per rivedere molti miei ex compagni e ricordiamo assieme tante cose, dalle stupende partite che ci hanno portato a vincere tanto agli episodi legati al nastro gruppo». 
35)LA CONVINZIONE DI FARCELA «Allora si vinceva già negli spogliatoi. si vinceva prima ancora di scendere in campo, perché c’era una convinzione nel gruppo che era incredibile. Ci credevamo sempre e comunque: i giocatori, il tecnico, i dirigenti, i massaggiatori. Tutti erano convinti di poter vincere; determinati a farlo e questo gli avversari lo percepivano già nel tunnel. Entravamo in campo con la convinzione che se subivamo due goals non era un problema. Si rimontava e si vinceva. Questa convinzione non puoi averla se dietro non c’è una grande gruppo. E non mi stuferò mai di dirlo: il nostro era straordinario».
36)FUORI DAL CAMPO, i VALORI VERI Montero era, anzi è, prima di tutto un uomo vero, sensibile, attaccato all’amicizia e alla sensibilità delle persone, basti pensare a cosa ha fatto per Pessotto nei tragici giorni del Giugno 2006, quando partì dall’Uruguay appena saputo del gravissimo fatto, recandosi immediatamente dall’amico che lottava tra la vita e la morte. Questa immagine descrive al meglio il vero Montero, un uomo grande. (David Pratelli)
37)DI TUTTO PER AIUTARE UN COMPAGNO Il pugno al fotografo? Ho visto un compagno in difficolta' e sono intervenuto: mi e' sembrato normale farlo. So che adesso mi daranno del cattivo con vigore ancora maggiore rispetto al passato, ma non ho paura di passare per tale: i miei genitori e i miei fratelli sanno se sono cattivo o meno, non gli altri"
Accadde una sera, tornando in albergo, mi si avvicina Paolo Montero. Un difensore straordinario. Non eravamo particolarmente amici, il nostro era un semplice rapporto tra colleghi, non ci scambiavamo confidenze, non andavamo a cena insieme. Mi disse "Ale ma che cazzo stai combinando? Non ti voglio piu vedere col muso. Cos'hai?" Mi aveva preso alla sprovvista, come quando un avversario ti anticipa per rubarti il pallone. E continuó:"Qualunque cosa tu abbia, vedi di fartela passare, non capisci con che occhi ti guardano i ragazzini che si allenano con noi? Che immagine si devono fare di un campione triste?" (Alex Del Piero)
38)POCHE VOLTE È MEGLIO PERDERE Con Mark Iuliano, invece, è un discorso a parte. Lui è un grandissimo difensore, ma il rapporto che c’è con lui va oltre tutto questo. Quando parlo di lui, non lo faccio mai come calciatore, ma come uomo; io Mark lo considero come un membro della mia famiglia. E poi quelle volte che andavamo a ballare insieme, lui era un vero conquistatore, io gli facevo da spalla, una volta ci vennero addosso 15 tifosi della fiorentina, mark voleva sfidarli, ci avrebbero ucciso, io gli dissi "Mark, scappiamo, questa volta è meglio perdere"
39)IL MISTER, UN PADRE  II primo anno con Lippi è-stato straordinario. Lo ringrazierò sempre per quello che mi ha insegnato e perché mi ha voluto alla Juventus. Grazie a lui che ho vestito il bianconero» Lippi «Una di quelle rarissime persone con le quali discuti, anche animatamente, e ti incazzi. Poi vai a casa, capisci che ha ragione lui e ti passa».
«"Ancelotti per me è stato come un padre"
40)IN CAMPO PER I TIFOSI Cattivo lo hanno dipinto in molti, ma per i tifosi era solo colui che buttava il cuore al di là dell’ostacolo, si immolava per la causa e dava tutto sé stesso. Quante volte avremmo voluto essere in campo e magari anche noi dare un calcetto a quel giocatore che faceva troppo il furbo. Bene Paolo era lì per noi. E quel “Vamos vamos” urlato a squarciagola sotto il tunnel prima di entrare in campo, che paura suscitava negli avversari e che grinta dava ai suoi.
 il pugno a Di Biagio...
«Cose di calcio».
41)SOLO IL MIO RUOLO Stagione 1992/93, arriva Lippi e mi chiede di fare il terzino sinistro. Rifiuto: o faccio il centrale, oppure niente. Lui capisce e disputo un grande campionato».
42)UMILTA Come dice mio padre: “Che dicano bene o male, l’importante è che dicano qualcosa di te”». 

43)GRANDI E UMILI. Sa cosa ho sperimentato di persona? Più i calciatori sono fenomeni, più sono umili.Penso a gente come Zizou, Maldini, Edgar, Alex».

44)NON SONO UN FENOMENO "Come me ne nascono uno ogni anno"

45)SE MI CI CHIAMANO È MERITO DEI COMPAGNI "Essere tra le 50 stelle juventine accanto a campioni come zidane, davids, platini, del piero, boniperti, nedved per me vale piu di un pallone d'oro"
46)UN PALLINO fare il tunnel al suo avversario. Adrenalina pura, il massimo. I portieri Ferron e Pinato, all’Atalanta, mi volevano sempre ammazzare. Poi, alla Juve, ho capito che era meglio smettere».

47)STILE JUVE  «Alla Juventus devo essere più pratico, evitare giocare inutili e cercare di ribaltare l’azione il più velocemente possibile. Alla Juventus il risultato arriva prima di ogni altra cosa; l’obiettivo è quello di vincere, sempre!»
48)UNA CORAZZA“Sono diventato juventino il primo giorno che sono arrivato a Torino, quando mi sono reso conto quanto la Juventus fosse odiata dal resto delle tifoserie d’Italia. Il loro odio io l’ho trasformato in amore per la Juventus. Contro tutto e tutti. Quella maglia era una corazza...”
49)IL BELLO DEL CALCIO «Organizzazione fantastica. Tutto preciso, persone che ti risolvono ogni problema, sei mila tifosi che pagano per vedere l’allenamento. In-cre-dibi-le».
50)ESSERE SBADATI...CI STA «Torno per la prima volta da solo dall’allenamento, sbaglio strada e mi ritrovo in un senso unico contromano. Mi fermano i vigili e provo a spiegare che sono un giocatore in prova all’Atalanta. Non ci credono. Disperato, faccio vedere i documenti e finalmente, a fatica, li convinco.
Risultato: mi scortano prima in sede e poi all’hotel».
Agnelli Mi chiamava la mattina alle 6».Tipico, lo faceva con molti giocatori. Ma la prima volta l’ho mandato affanculo».«Lei che avrebbe fatto se, all’alba, un tizio le avesse detto “Pvonto, sono l’Avvocato Agnelli”? Io ho messo giù» poi «Ha richiamato. “Montevo, che fa? Guavdi che sono davvevo Agnelli”. E io senza parole...».

«Di Ciro ho sempre ammirato la capacità di concentrarsi e di sdrammatizzare: nei momenti più
difficili sapeva togliere tensione con una battutina» Anche in campo. Ma io non ridevo mai e ora posso confessare il perché: parlava in napoletano e non capivo niente!».

Zinedine Zidane. Favoloso. Fine allenamento, tutti a fare la doccia e Zizou, ogni giorno, si ferma un paio d’ore a giocare con Davids».«Io In disparte a guardare i due fenomeni: mai palleggiato con loro per vergogna». «Una sfida continua. “Edgar, ho inventato un giochetto nuovo,ammira!”. E Davids: “Zizou, vediamo se sai fare questo tocco che ho ideato stanotte”. Finché un giorno Zidane mi coinvolge. “Paolo, prendi il pallone e calcialo più in alto possibile”». «Io, invidioso, puuuuum, lo tiro fortissimo per vedere cosa succede. E...».«Prima che il pallone tocchi terra, Zizou lo colpisce al volo di tacco facendo la bicicletta e lo rialza alle spalle buttando in avanti».
«Mai visto niente del genere. Credendola una giocata un po’ fortunosa, dico: “Bravo
Zizou, ma sai rifarlo?”. Beh, l’ha ripetuto tre volte di fila...».

«Davids Come Zidane, un giocoliere: così bravi che non li ho mai visti andare in mezzo nel torello. Di Edgar, poi, non si può dimenticare quella volta in partitella...Ha presente il giochetto che fa nella pubblicità? Il dribbling dell’elastico, quello con l’interno-esterno del piede stile Ronaldinho. Beh, stiamo giocando, aspetta l’uscita del portiere e fa gol proprio così, ma al volo a mezza altezza! Tutti a bocca aperta, Lippi fischia: “Ragazzi, dopo una rete così si va a fare la doccia”. E finisce l’allenamento tra gli applausi». «Se non gli andavi a genio ti ignorava, altrimenti era un amicone. Simpatico, grintoso ma sbadato. «Partita di campionato contro il Piacenza, entriamo al Delle Alpi per fare il riscaldamento,
stadio pieno, cori e striscioni. Edgar mi chiama sottovoce guardandosi alle spalle come per evitare che qualcuno lo sentisse. “Pssst, psssst, Paolo vieni qui”. Mi preoccupo. “Che c’è?”. “Sssst, non urlare. Per caso, sai mica contro chi giochiamo oggi?”. Giuro, è la verità». poi «Migliore in campo!”».

Pavel Nedved Il più grande professionista mai conosciuto. Un giorno sento una sua intervista in cui racconta che la mattina, a casa, va sempre a correre prima di venire all'allenamento. Non ci credo e il giorno dopo lo prendo in disparte: "Pavel, mica sarà vero quello che hai detto"... Resto senza parole: è proprio così. Si svegliava, correva da solo e poi nel pomeriggio si allenava. E arrivava sempre davanti a tutti noi!!

51)SIMPATICO «Quando vedevo arrivare i tipi dell’antidoping urlavo al medico: “Butta via la droga, butta via la droga!”. E tutti a ridere, anche quelli là».

52)VITA SGREGOLATA «Avevo problemi di Fegato, ma anche stomaco: ho sempre sentito troppo la partita, dopo una gara dormivo poco per l’adrenalina». «Mi hanno dipinto come un ubriacone, ma bevevo come tutti i ragazzi della mia età: qualche bicchiere se si faceva serata».
«Guardi, a me è sempre piaciuto divertirmi e l’ho sempre fatto. Nottate, discoteche, ragazze. Mai negato niente. 

53)SEMPRE AVERE MODELLI «Hugo De Leon, pilastro dell'Uruguay ai Mondiali del '90: ho imparato da lui a uscire dall’area palla al piede. In Italia, Baresi e Maldini».
54)EREDE  "Chiellini. Giorgio è un tipo tosto, più portato al gol di quanto non lo fossi io"
55)NUMERO 4.  Caceres "ho scelto la numero 4 di Montero, è un onore, ma anche una responsabilita, per cui voglio onorare questa maglia al meglio"

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