Creato da forddisseche il 03/01/2008
Un sorriso , un po di musica per pensare un pò.
 

Benvenuti :)

.

 

MUSICA ITALIANA

 

Contatta l'autore

Nickname: forddisseche
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 65
Prov: FG
 

Peschici 24/lug/2007 per non dimendicare

 

 

Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

Archivio messaggi

 
 << Gennaio 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
LA LEGGE
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'.

Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

Le immagini usate sono prese dalla rete
Per qualsiasi esigenza di copyright contattatemi privatamente.
 

OndaRadio - Redazione San Nicandro Frequenza FM

OndaRadio - Redazione San Nicandro
Frequenza FM 100.9

Ascolta la radio in diretta streaming
Servizio in fase di test, per le segnalazioni info@sannicandro.org

 

Oroscopo

 


                 width="200" height="250" scrolling=no marginwidth=0 marginheight=0 frameborder=0 border=0 style="border:0;margin:0;padding:0;">
    

 

 

Vieste / Petizione per : Smantelliamo il Ripetit

Vieste / Petizione per :

Smantelliamo il Ripetitore 5G che Disturba il Nostro Paese .
Il link per firmare e questo :  https://chng.it/xvFYh5RSk2

Grazie .

 

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Premio

 

Premio brillante Weblog

(perché valorizza la sua terra, il Gargano).

premiato da,

http://digiland.libero.it//profilo.phtml?nick=ferrarazzo

 

 

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 

Tarantella del Gargano - Stupenda versione

 

 

Meteo Gargano

 

ondaradio la radio del Gargano

http://ondaradio.info/

Ondaradio la radio del Gargano.

 

Programmi tv

 

tv.zam.it

 

 

Ultime visite al Blog

forddissechelaboratoriotvQuartoProvvisorioLeccezioneMadamenazario1960Violentina8380sin69m12ps12milano2009stufissimoassaidaniele.devita1996france20010francotrottakaren_71
 

Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

Area personale

 

https://www.garganofm.com/wp-content/uploads/202

https://www.garganofm.com/wp-content/uploads/2020/07/RADIO-GARDEN-300x176.png

 


Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

 

San Giorgio protettore di Vieste.

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 13
 

Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

Archivio messaggi

 
 << Gennaio 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 04/01/2019

Fidarsi di Dio, fidarsi della scienza immagine in allegato

Post n°22995 pubblicato il 04 Gennaio 2019 da forddisseche

Fidarsi di Dio, fidarsi della scienza

Di:

Di personaggi storici dal nome Dionigi, la storia ne conta almeno sette: Dionigi l’Areopagita (I° sec dC) giudice al tribunale ateniese, Dionigi di Corinto vescovo a Corinto (166-174) i cui frammenti recuperati ci narrano del martirio di Pietro e Paolo a Roma, Dionigi d’Alessandria (190-264) autore dell’opera “Giustificazione e Apologia”, Dionigi il Certosino (1402-1471) il cui “Speculum conversionis peccatorum” è considerato il primo libro stampato in Belgio, Dionigi l’Agricoltore (1261-1325) re del Portogallo e fondatore dell’Università di Lisbona e, infine, Dionigi l’Esiguo ma tramandato come “il Piccolo”.

Fu quest’ultimo, com’è noto, Dionigi il Piccolo, monaco dell’antica Scizia – questa un’area geografica che s’estendeva in parte o del tutto, nelle regioni tra il Danubio e il Mar Nero – vissuto nel VI sec dC, a stabilire storicamente nella sua “Tavola dei cicli pasquali”, la cronologia dell’era cristiana, fissando il Natale nel 753, anno di Roma contato dalla sua fondazione, Ab Urbe condita.

L’anno 1, allora, lo fece partire dalla settimana successiva al 25 dicembre di quell’anno, senza considerare l’anno zero poiché tale entità matematica non era ancora conosciuta.

In verità, Gesù dovrebbe essere nato tra l’8 e il 4 aC, quando è certo che sia morto Erode.

E non è neppure certo che Gesù sia venuto a questo mondo il 25 dicembre, così come ha sancito S. Giovanni Crisostomo, dal momento che la data sarebbe stata decisa per soppiantare la ricorrenza pagana del dio Mitra, sosia di Gesù; in precedenza, il mondo cristiano solennizzava l’evento al 6 gennaio, oggi l’Epifania.
C’è da aggiungere, in ogni caso, che tutte le grandi feste cristiane hanno sostituito strategicamente ogni ricorrenza pagana.

La successiva riforma calendariale, infatti, attuata da Gregorio XIII nel 1582, dovette persistere nell’errore primitivo e l’unico aggiustamento di rilievo che operò fu di far slittare il 4 ottobre al 15 dello stesso mese.

Allo scopo di evitare future accomodature, s’inventò che degli anni secolari dal 1700 fossero considerati bisestili solo quelle divisibili per quattro.

Il vecchio calendario giuliano, quello cioè riformato da Giulio Cesare, con la consulenza dell’astronomo alessandrino Sosigene, aveva accumulato gravi errori nel tempo, anche se ogni quattro anni si passava da 365 giorni ai 366 per anno.

Quando il calendario giuliano entrò in vigore (46 aC), quell’anno fu stabilito di quindici mesi e i problemi furono così tanti che è ricordato come l’anno della confusione; pensiamo allo strascico delle nascite e delle documentazioni da quel trimestre caduco.

L’errore compito da Dionigi è oramai irreversibile ed è impensabile oggi riassettare cronologicamente la nostra era.

Ci avviciniamo, virtualmente o meno, alla definizione certificata del primo ventennio di questo secolo, il quale si apre al terzo millennio convenzionalmente enumerato dalla data della nascita di Gesù stabilita da Dionigi il Piccolo. L’umanità, nel corso di questo millennio, continuerà a fidarsi di Dio e degli indirizzi delle religioni o della scienza genuinamente umana?

Per un fedele di qualsiasi credo, la risposta è univoca per entrambi gli enunciati.

Colui che ha fiducia in Dio, in quell’Essere che governa tutte le cose e ne traccia i percorsi, non può che affidarsi simultaneamente alla scienza, nel convincimento che questa si concilia con le Sue volontà, con le Sue leggi.

L’opzione di fidarsi del destino toglierebbe poco o nulla al valore trascendentale della risposta, qualora si intenda per esso una pagina già scritta e fatalmente realizzabile, malgrado razionali interventi umani; si presume infatti la manifestazione di un mistero cosmico equiparato alla divinità, una sorta di latrìa dello Scrivente.
La credenza di assoluto agnosticismo, invece, che destino sia uguale a casualità porrebbe, comunque sia, il “casualista” in discussione innanzi al proprio stesso pensiero.
Affidarsi al caso, infatti, è pur sempre obbedire a qualcosa che ci governa, pur se indecifrabile, di là di una visione storica della divinità o dello scrivente; è da credere insomma a una sorta di intervento giammai convincibile alle invocazioni, all’intercessione, ai sacrifici, pertanto una percezione dell’umanità in mera balia di una forza cosmica.
La scienza o Dio, tuttavia, avrebbero, nel pensiero dei posteri, il potere di deviare il destino o la casualità?

A cura di Ferruccio Gemmellaro,
04 gennaio 2019

 
 
 

Manfredonia/ Si sblocca il fermo biologico 2017, finalmente i finanziamenti

Post n°22994 pubblicato il 04 Gennaio 2019 da forddisseche

Manfredonia/ Si sblocca il fermo biologico 2017, finalmente i finanziamenti 

 
Manfredonia/ Si sblocca il fermo biologico 2017, finalmente i finanziamenti
 
 

L’impegno annunciato lo scorso ottobre dal ministro del­le Politiche Agricole Gian Mar­co Centinaio continua a dare i suoi frutti. Con l’istituzio­ne della task force, infatti, si è provveduto ad accelerare le procedure di liquidazione delle pratiche del fermo pesca temporaneo obbligatorio. La task force, costituita dalla Direzio­ne generale della pesca marit­tima e dell’acquacoltura, in col­laborazione con il Reparto Pe­sca Marittima del Corpo delle Capitanerie di Porto, dopo aver esaurito le pratiche relative al 2016, ha iniziato l’esame e la liquidazione dei pagamen­ti dell’arresto temporaneo del 2017. Giungono così in Puglia altri 653.630 euro suddivisi tra i compartimenti marittimi di Manfredonia, Barletta e Bari. La fetta più grande del finan­ziamento del Mipaaft appro­da nel sipontino dove sono in­teressate ben 145 imbarcazio­ni per un totale di 368.401 euro (con una media di 2.540 euro); segue il capoluogo pugliese con 252.879 euro per 81 imbarca­zioni (3.122 euro per ognuna) e, infine, Barletta con 18 im­barcazioni e 32.350 euro (1.797 euro ad imbarcazione). “L’inversione di rotta del Governo Conte rispetto agli Esecutivi precedenti sul comparto pesca è indiscutibi­le - commenta il deputato pu­gliese Giuseppe L’Abbate, espo­nente M5S della Commissione Agricoltura alla Camera - Ogni annuncio per il settore prima­rio è seguito da fatti concre­ti con una collaborazione pro­ficua tra Parlamento e Consi­glio dei Ministri che ha già portato al successo del fermo pe­sca non obbligatorio con uno stanziamento di ben 16 milioni di euro: una misura mai attua­ta in passato, quando si sono addirittura persi occasioni e fondi. Al contempo - prosegue L’Abbate (M5S) - la task for­ce messa in piedi dal ministro Centinaio ha fatto sì che si sia presto esaurita la graduato­ria relativa al fermo biologico 2016 con cui sono giunti in Puglia complessivamente 1,3 mi­lioni di euro. Ora altri 650mila euro circa di acconto sul 2017, dando un cambio di rotta de­terminante con l’andazzo degli scorsi anni.

 
 
 

Gargano 2019, a piccoli passi senza guardare l’orizzonte.

Post n°22993 pubblicato il 04 Gennaio 2019 da forddisseche

Gargano 2019, a piccoli passi senza guardare l’orizzonte.

Il 2019 del Gargano è partito piuttosto freddamente, riscaldato solo da una certa politica, vecchia, nuova, metà e metà, fate voi, giudicate voi. L’annuncio più importante, che ha riscaldato i cuori di Capitanata, è stato senza alcun dubbio quello fatto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la sua recentissima visita in provincia di Foggia:” Un miliardo per finanziare il Contratto di Sviluppo di Capitanata.” Annuncio solenne, impegnativo, un regalo di fine d’anno che ha fatto ringalluzzire il ristretto partenariato invitato al tavolo. Questo miliardo deve, o dovrebbe, finanziare, a quel poco che si sa, circa una ottantina di progetti arrivati sul tavolo di Conte. Progetti di cui si ignora il contenuto, il beneficiario, l’utilità, la destinazione e, soprattutto, quali e quanti benefici tangibili e immediati ricadranno sul territorio di Capitanata. Spero che il principio della trasparenza e del cambiamento ci dia qualche risposta. Ma, il mio rovello è un altro:” Fra gli ottanta circa progetti piovuti sul tavolo del presidente Conte, ce ne qualcuno proveniente dal Gargano, qualcuno progettato sul Gargano, qualcuno che parla del Gargano, qualcuno che contiene una istanza del Gargano e dei suoi bisogni? La “ classe politica “ del Gargano è stata coinvolta tra i circa 80 progetti del Contratto di Sviluppo di Capitanata? E quale modello di sviluppo è stato pensato, immaginato, forse proposto, tentato, per il Gargano. Cosa sanno gli “ amministratori “ locali del Contratto Conte e cosa sanno, per esempio, i Sindaci del Gargano, quelli invitati e quelli ignorati, sulle tante vie che il miliardo di euro promesso da Giuseppe Conte percorrerà? Qualcuno ha visto, forse, il completamento della superstrada, la salvaguardia dei Centri Storici, il recupero dei Beni Culturali e Monumentali, il miglioramento della viabilità esistente e quella ferroviaria, il futuro del Parco Nazionale del Gargano? Si prevede qualche posto di lavoro in più?

Vico/ 2019 a piccoli passi.                    

Sostituzione del manto in erba sintetica campi da tennis comunali. 60.000 euro.

Rimozione rifiuti, spiagge e litorali. 15.500 euro.

Spiagge accessibili ai disabili- 20.000 euro

Recupero Torri di avvistamento a fini turistico-culturali. 25.000 euro.

Finanziaria 2019 strade, edifici, scuole 70.000 euro.

Siamo fiduciosi; qualcuno risponderà. Nell’attesa:” …buon 2019 Gargano “.

 

Michele Angelicchio

 
 
 

Capitanata/ Tanto freddo ma, finora, poca neve

Post n°22992 pubblicato il 04 Gennaio 2019 da forddisseche

Capitanata/ Tanto freddo ma, finora, poca neve 

 
Capitanata/ Tanto freddo ma, finora, poca neve
 
 

Temperature gelide, in al­cuni casi sottozero, sprazzi di sole e poca neve: l’ondata di maltempo non ha, finora, cre­ato disagi in provincia di Fog­gia, anche se un peggioramen­to delle condizioni meteorolo­giche è previsto dalle prossime ore. Al momento, deboli preci­pitazioni hanno interessato le zone più alte dei Monti Dauni e del Gargano. La neve è scesa nei centri abitati a partire dai 650 metri, in particolare Faeto, Monteleone di Puglia e Monte Sant’An­gelo, ossia i Comuni con l’altitudine maggiore in Capitana­ta e in Puglia. In questi casi, la notte scorsa, le temperatu­re sono scese fino a 4 gradi sot­to zero. Il manto bianco non ha, comunque, superato i cin­que centimetri. Subito in azio­ne i mezzi spazzaneve e spargisale. Brevi spruzzate di neve anche lungo la costa garganica. Gran freddo anche nel cor­so della mattinata di ieri, nono­stante il sole abbia fatto ripetutamente capolino. Non si sono re­gistrati particolari disagi alla circolazione stradale. Il problema principale è il ghiaccio, specie lungo la preca­ria rete viaria in molte zone dei Monti Dauni. A scopo precauzionale, la prefettura ha interdetto fino alla mezzanotte di oggi - con la possibilità di prorogare il prov­vedimento, in caso di necessi­tà - il transito ai mezzi pesanti, superiori alle sette tonnellate e mezza, su tutte le strade della provincia di Foggia, autostrade comprese. Molti sindaci hanno attiva­to i COC, ossia i Centri Operativi Comunali, per monitorare l’evoluzione dell’ondata di mal­tempo. Al momento, fortunata­mente, non si registrano criti­cità.

 
 
 

Così il Gargano si racconta attraverso la sua cucina. Ricette di ieri e di oggi nel volume di Grazia Galante

Post n°22991 pubblicato il 04 Gennaio 2019 da forddisseche

Così il Gargano si racconta attraverso la sua cucina. Ricette di ieri e di oggi nel volume di Grazia Galante

Il luogo dove viviamo ci ha offerto delle risorse, ci ha nutrito di cli­mi e di paesaggi, ci ha insegnato a resistere. Ecco allora che il cibo rinnova questo antico racconto e que­sto antico patto. Ci alimentiamo della terra che calpestiamo e mangiamo la sua saggezza. Mangiare bene significa oggi vivere meglio, apprezzare l’ener­gia che la natu­ra circostante ci consegna nel­la sua gratuità e nella sua forza. All’apparen­za sembrerebbe un ricettario, con la sua rile­gatura impec­cabile, i due se-gnalibri che fis­sano la memo­ria. Ci si avve­devi, che le ol­tre quattrocen­to pagine di questo II Gar­gano a tavola. Le ricette della cucina di ieri e di oggi (pref. di Guido Pensato, Levante, pp. 431, euro 35) di Grazia Ga­lante viaggia con intenti diversi, am­bisce ad offrire in filigrana il profilo di una storia e il destino particolare di una civiltà. Impossibile intitolarlo ad un singolo paese (San Marco in Lamis o Vieste o Rignano) giacché il Gargano è almeno da mille anni un’isola robusta di ponti interni e di relazioni esterne ed è stata segnata in tutte le sue contrade dal crisma di una religiosità che ha unito il passato (Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo) e il presente (Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo) ritrovato sulla stessa via che si chiamò Francigena e che oggi veicola decine di migliaia di turisti. In principio, si potrebbe dire evan­gelicamente, fu il Pane, metafora del Cristo e alimento base di un popolo povero. Nel libro della Galante (autrice di molti altri libri sulla cultura delle genti garganiche) ritroviamo con le ri­cette ad esso relative, il rinvio a quel processo vivificatore che è la panifi­cazione. Ne vediamo le fasi salienti in un forno moderno, gustiamo le imma­gini delle sue fattrici in due foto degli Anni ‘30 che ritraggono le fornaie e «li panettère» di San Marco in Lamis. Sco­priamo, così, che se attorno al pane ruotava la vita di una volta, erano le donne a sfamare letteralmente le fa­miglie numerose che affollavano le umili case del paese ancestrale. I volti di quelle donne sono rugosi ma fieri, quasi sentissero la responsabilità di questo compito cruciale per la comu­nità. Per una certa generazione ancora bambina negli Anni ‘60, gli occhi ri­vedono i fotogrammi di queste matriarche che portano aderente al cercine un lungo vassoio di legno con tre o più pani pronti per il fuoco. Per quanto tempo, poi, la virtù del risparmio fece del pancotto il più de­lizioso dei cibi? Nel libro ce n’è un vero tripudio di ricette (almeno 25), da quello con cicerchie e zucca rossa a quello con le cime di rapa e a quello più calorico con le melanzane ripiene, fino al più spartano con la verdura spontanea. E se il pancotto fu cantato con lode da Pa­squale Soccio nel suo poetico racconto Gargano segreto (Adda, 1965), un’altra gloriosa ricetta garganica fu immor­talata nell’esplicito titolo di Nino Casiglio Acqua e sale (Rusconi, 1977). Alla via romana del pane e della pasta si aggiunse e si sovrappose col tempo la via germanica della carne. Era destino che con i pellegrinaggi religiosi, di cui si fecero battistrada gli «immigrati» longobardi, e poi aprendosi in tempi immemorabili la via della transuman­za tra Puglia e Abruzzo, la carne as­sumesse un ruolo non secondario e ali­mentasse, ricambiando con le sue no­bili proteine, selezionati allevamenti di bovini e ovini che s’ingrassarono nei secoli con le molteplici vitali essenze vegetali offerte da boschi e pianure. In realtà, ed è il senso della lunga pastosa prefazione al libro di Guido Pensato, la cucina garganica invece di vedere il promontorio chiuso nei suoi recinti rocciosi, ha significato e testi­monia oggi in modo eccellente la qua­lità e la ricchezza degli scambi che que­sto alto lembo di Puglia ha intrattenuto con altre popolazioni e altre culture. Ed ecco perché molte delle ricette che la Galante ha ricostruito amorosamente, interpellando decine di testimoni spar­si sul territorio con 18 comuni e una popolazione di 140 mila abitanti, pre­sentano delle varianti, che a somiglian­za di quanto avviene nei testi letterari, esprimono un’altra mano creativa. Ora che il Gargano si è inventato una veste turistica e offre meraviglie di interni e di coste ineguagliabili, i nuovi chef e i raffinati gourmet sono gli eredi di una tradizione consolidata negli scambi e uscita dall’antica casa del contadino e dell’artigiano. La lingua golosa resta tramortita tra tante garganiche sirene, dalla «ciambotte» (zuppa di pesce) di Manfredonia così come dalle orecchiet­te alla salsa di noci di Vico, e può sce­gliere alla fine del pasto la marmellata di limoni «Femminello» di Rodi o i clas­sici «crùstele» (cartellate) intrisi di suc­coso miele di fichi e ingentiliti di friz­zanti confettini multicolori.

SERGIO D'AMARO

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963