VERSO LE REGIONALI/ È SFIDA TRA CIVICI NEL FOGGIANO ALL’OMBRA DI EMILIANO E DECARO. GRANDI MANOVRE PER ACQUISIRE CONSENSO
Da un lato il gruppo Con, dall’altro l’attuale presidente della Provincia, Giuseppe Nobiletti. Tutti gli intrecci in vista delle prossime competizioni elettorali.
Sarà la fiaccola delle Olimpiadi invernali a prorogare di altri 6 mesi Luca Zaia e con lui i governatori eletti nel 2020 o il ritorno delle Province con gli eletti a suffragio universale a rendere necessario un grande election day? Ogni previsione che si può fare oggi è solo fantapolitica.
Con la Circolare n. 83/2024, il Dipartimento Affari Interni e Territoriali – Direzione per i servizi elettorali del Ministero dell’Interno, ha fornito chiarimenti in merito al rinnovo delle amministrazioni comunali che sono andate al voto negli anni 2020 e 2021.
La Circolare, nel richiamare la legge n. 182/1991 quale normativa di riferimento per la materia elettorale di settore, rileva che, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 del 2020 e 2021, i termini elettorali ordinari (una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno) erano stati differiti, per entrambe le annualità, al periodo autunnale.
Pertanto, in deroga alla normativa vigente, le elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali previste per il turno annuale ordinario si sono svolte, rispettivamente, nel mese di settembre per il 2020 e nel mese di ottobre per il 2021. Questo è stato vero come si ricorderà anche per le Regioni.
Entro marzo 2025, secondo i cronoprogrammi governativi, il Governo Meloni potrebbe approvare la legge per i consigli provinciali, con il ritorno in grande spolvero delle vecchie Province e delle loro deleghe originarie. A gennaio, invece, il Consiglio dei Ministri potrebbe emanare un decreto per chiedere alle Regioni di votare a maggio 2026 insieme a Comuni e Province per i rinnovi delle rispettive assisi. Per i Comuni la circolare è già chiara: si vota nella primavera del 2026.
Ebbene, se così sarà, le ambizioni di molto ceto politico pugliese potrebbero subire delle variazioni, anche con conseguenti ed importanti ridimensionamenti. Chi oggi pensa di candidarsi alle Regionali potrebbe virare per delle più accessibili elezioni provinciali. C’è dunque un’altissima probabilità che si voti solo tra un anno e mezzo, rinviando di tanto equilibri e postazioni. Gli schemi e gli scacchieri si incroceranno, a favore di una partita, quelle delle Provinciali molto agguerrita perché ad elezione diretta.
Tra i grossi Comuni nel 2026 si voterà anche a Lucera e non è escluso che Antonio Tutolo possa ritornare nella sua città anziché correre per Via Gentile a Bari. C’è grosso fermento nei civici emilianisti e non solo tra di loro. Quelli di CON hanno da poco cambiato il loro coordinatore regionale, nominato Alessandro Delli Noci.
Se alle Provinciali non è impossibile strutturare una lista con 30 candidati divisi nei diversi collegi, alle Regionali costruire una lista di 50 candidati e superare il 4%, pari a circa 90mila elettori è cosa più ardua. Vale anche per i politici di Azione e dell’area centrista, a Foggia rappresentata da Sergio Clemente e tornata in Giunta con Fabiano Amati, che si apprestano a trovare un nuovo leader nazionale nell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
Il grande election day darà la possibilità ad ogni big, maggiorente e partito di spalmare le forze e moltiplicarle. Cosa faranno politici e sindaci come Nicola Gatta o Giuseppe Nobiletti, oggi presidente della Provincia? Il primo ormai entrato nei Fratelli d’Italia potrebbe svolgere una doppia partita. La prima: ambire ad essere designato quale candidato presidente della Provincia del centrodestra (e in questo caso dovrebbe dimettersi da sindaco di Candela solo dopo essere stato eletto presidente a Palazzo Dogana, mentre potrebbe restare in sella nel suo Comune da semplice consigliere provinciale o assessore provinciale). La seconda: se non riuscisse ad essere indicato al tavolo, dove gli viene preferito magari Giannicola De Leonardis, Gatta virerebbe per le elezioni regionali, dove è necessario però che si dimetta prima e subito da sindaco.
Quanto al primo cittadino di Vieste, Nobiletti, quest’ultimo starebbe giocando da tempo la sua partita per un consenso più ampio in funzione anti Raffaele Piemontese, suo primo mentore. Lo dimostrano le tante iniziative finanziate nel cortile dell’ente Provincia o il recentissimo convegno antivaccinista che si è meritato la menzione del professor Burioni o peggio ancora l’altisonante appuntamento sull’inverno demografico con tanto di banner e redazionali assortiti, proposto dalla Viral Comunication srl, società commerciale del quotidiano l’Attacco, per il quale la Provincia ha impegnato la spesa di ben 15mila euro più Iva, motivandola così: “Questo Ente ha valutato la proposta operativa nel complesso come confacente alle specifiche esigenze e vantaggiosa, da un punto di vista tecnico ed economico”. Una somma che forse non avrebbero chiesto neppure i grandi giornali a tiratura nazionale. Due articoli e una settimana di banner su un sito non si sa quanto cliccato, con dati di diffusione sconosciuti e con la versione cartacea assente da giorni dalle edicole, che dovrebbe tornare solo dopo l’Epifania.
Ma come si legge nella determina si trattava della “realizzazione di un evento istituzionale di alto profilo culturale, nell’ambito di un piano di informazione e comunicazione su attività di promozione territoriale, finalizzato all’informazione e all’approfondimento del tema del contenimento della fuga dei cervelli dal nostro territorio, da diffondere a livello provinciale, regionale e nazionale attraverso redazione di informazioni periodiche sulle più recenti problematiche economiche territoriali”.
Nobiletti potrebbe riprovarci anche alla Provincia se non trovasse spazio nelle liste del candidato presidente. Si attende ancora il via libera e la disponibilità di Antonio Decaro. Vi è in atto una forte contesa con i civici di CON e con Rosario Cusmai, entrambi sono a caccia di potenziali candidati trasversali da strappare a questa o a quell’area politica. Al momento i nomi potenziali per la presidenza sono tanti. Da Rosa Barone, per la quale è caduto il vincolo dei due mandati, a Lia Azzarone, presidente del Pd pugliese e già in corsa per un posto in Regione o qualche altra personalità illustre come l’ex onorevole Michele Bordo o l’ex presidente del TPP Peppino D’Urso.
immediato
Inviato da: GiuliettaScaglietti
il 13/06/2024 alle 16:24
Inviato da: cassetta2
il 12/10/2023 alle 19:22
Inviato da: Dott.Ficcaglia
il 28/06/2023 alle 13:50
Inviato da: cassetta2
il 22/08/2022 alle 16:08
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il 30/06/2022 alle 17:12