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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 15/01/2019

Inizio del ministero pastorale di S.E. Rev.ma mons. Franco Moscone IMMAGINE IN ALLEGATO AL TESTO

Post n°23059 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da forddisseche

 

Inizio del ministero pastorale di S.E. Rev.ma mons. Franco Moscone

 

 

Di:

Alcune informazioni sullo svolgimento della Giornata di Inizio del ministero pastorale di S. E. Rev.ma mons. Franco MOSCONE crs, arcivescovo, prevista a Manfredonia per sabato 26 gennaio 2019.

Programma con la specificazione dell’itinerario che l’Arcivescovo compirà dal momento della sua entrata in diocesi:

– Presso l’antica basilica di s. Maria di Siponto il nuovo Arcivescovo sarà accolto dal Capitolo della Cattedrale di Manfredonia, da quello della Concattedrale di Vieste e dal Sindaco di Manfredonia. Seguirà un momento riservato di preghiera dinanzi all’immagine della Vergine di Siponto. – Intorno alle 15,30, l’Arcivescovo giungerà a Manfredonia in piazza Marconi e quindi percorrerà a piedi corso Manfredi fino alla piazzetta antistante la chiesa parrocchiale del Carmine ove riceverà il saluto dei giovani dell’Arcidiocesi. Poi, raggiungerà il Palazzo di Città ove riceverà il saluto delle Autorità Civili e Militari del Territorio. – Alle 16,45 dalla chiesa di s. Domenico si snoderà la processione di vescovi, clero, autorità e popolo, verso la chiesa Cattedrale. – Alle 17,00 in Cattedrale, alla presenza del clero e delle autorità si svolgerà il rito di presa di possesso della cattedra episcopale dell’Arcidiocesi con la lettura della Bolla Pontificia di nomina di p. Franco MOSCONE crs ad Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-S.Giovanni Rotondo. – Seguirà la Concelebrazione eucaristica in piazza papa Giovanni XXIII.

Nei giorni successivi sono state programmate anche le seguenti Prime Visite alle seguenti Comunità del nostro Gargano:

Domenica 27 gennaio 2019 alla comunità di VIESTE

– Alle 16,30 l’Arcivescovo sarà accolto in piazza s. Maria delle Grazie dal Capitolo della Concattedrale, dal Clero e dalle Autorità e riceverà il saluto del Delegato “ad omnia” per il Vicariato di Vieste e del Sindaco di Vieste. Quindi si snoderà un corteo che accompagnerà l’Arcivescovo in Concattedrale, ove alle 17,00 circa, ci sarà la concelebrazione eucaristica.

Sabato 2 febbraio 2019 alla comunità di S. GIOVANNI ROTONDO

– A partire dalle ore 10,00 l’Arcivescovo visiterà l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza ove riceverà i saluti del Direttore generale dell’Opera di s. Pio, del Segretario generale dei Gruppi di Preghiera e dei dipendenti dell’Opera. – Alle 16,45, l’Arcivescovo sarà accolto in piazza P. Pio da clero, autorità, consacrati e riceverà i saluti del Delegato per la Vicaria Foranea e del Sindaco di S. Giovanni Rotondo. – Alle 17,15, l’Arcivescovo sosterà in preghiera nella chiesa matrice s. Leonardo abate, dinanzi alla statua del s. patrono, s. Giovanni Battista. – Alle 18,00, nel santuario s. Maria delle Grazie ci sarà la Concelebrazione eucaristica.

Domenica 3 febbraio 2019: Basilica-Santuario “s. Michele Arcangelo” – Comunità di MONTE SANT’ANGELO

– Alle 10,30, l’Arcivescovo presiederà la concelebrazione eucaristica nella basilica santuario di s. Michele arcangelo.

dr Alberto Cavallini Direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali

Manfredonia, 15 gennaio 2019

 
 
 

Nella ricorrenza del suo 67° compleanno. Un ricordo di Mons. Michele Castoro MONSIGNOR CASTORO (PH SS89.IT)

Post n°23058 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da forddisseche

Nella ricorrenza del suo 67° compleanno. Un ricordo di Mons. Michele Castoro 

 

Di:

 

 

Nel maggio scorso ci lasciava Mons. Michele Castoro, nostro amato e compianto arcivescovo. Oggi avrebbe compiuto 67 anni. Dopo questi mesi, nel mentre aspettiamo il nuovo vescovo  Mons F. Moscone, rimane ancora vivo il suo ricordo in tutto il popolo sipontino. Dopo un anno di malattia testimoniata con fede e con speranza, se è vero che ci ha lasciati fisicamente per fare ritorno alla casa del Padre, è ancora più vero che ci ha lasciato in eredità l’impegno a vivere i valori del vangelo sia nella società civile che nella comunità cristiana.

 

Il suo magistero, infatti, è stato ricco di spunti e pieno di provocanti proposte per cambiare il nostro modo di essere cristiani nella nostra società.

 

Uno dei temi centrali del suo magistero è stato quello del ruolo dei laici da rivalutare e scoprire non tanto come funzione o prestazione, ma come vocazione e dedizione. Infatti già nella sua prima Lettera pastorale consegnata alla diocesi del novembre 2010, dal titolo “Andate anche voi a Lavorare nella mia vigna” (Mt 20, 7), il nostro presule affermava che i laici sono chiamati a seguire il vangelo sia nella chiesa che nella società civile sforzandosi di vivere tre forme di appartenenza: 1. L’appartenenza  a Cristo tramite la riscoperta della vocazione battesimale;  2. L’appartenenza alla Chiesa in quanto membra di questo grande corpo e pietre vive impiegate in questo edificio spirituale, ma anche inviati come missionari e operai in questa vigna per portare frutti di giustizia e di pace; 3. L’appartenenza al mondo, animando le realtà secolari, come la famiglia, la scuola, il mondo del lavoro, il mondo dei giovani, la cultura, la società civile e la politica. E fare tutto questo con spirito di servizio e con profezia, con gratuità, con responsabilità e corresponsabilità.

 

Nel settembre 2011 consegnava le sue prime Linee pastorali per l’anno 2011/2012, dal titolo emblematico “Sacerdoti dell’uomo, sacerdoti della strada”. In profonda sintonia con il Concilio Vat. II, in questo importante documento il vescovo di Manfredonia sosteneva che i laici devono vivere il loro sacerdozio regale non tanto nel tempio ma per strada. Infatti, amava definire i laici “sacerdoti della strada e sacerdoti dell’uomo”, chiamati a costruire un nuovo umanesimo sociale alla luce dei valori del vangelo, come la fraternità e la capacità di donare tutto se stessi agli altri.

 

In continuità con questa sua attenzione ai laici pubblica nel settembre 2012, il nuovo testo di Linee pastorali per l’anno 2012/13 dal titolo “Pietre vive per la costruzione del tempio”. In questo documento sottolinea l’importanza per i credenti di saper fare anzitutto comunione nella chiesa per poter in seguito proporsi come modello di comunità a quelle comunità che nel mondo sono disorientate e in cerca di una meta.  Castoro invita tutti ad essere pietre non di inciampo o lanciate l’una contro l’altra, ma pietre costruttive che sanno edificare e non solo demolire. Edificarsi a vicenda per crescere insieme senza lasciare nessuno solo con se stesso. Pietre unite chiamate a fondare sull’unica pietra che è Cristo, definita da Paolo “pietra angolare”.

 

A partire dal 2013 Mons. Castoro fa suo il magistero di Papa Francesco con il testo delle Linee pastorali consegnate per l’anno 213/214, dal titolo “Prendete il largo e gettate le reti (Lc 5,4). Comincia a dire anch’egli che bisogna uscire dal tempio e andare verso le periferie del mondo. Castoro, come pastore attento ai cambiamenti della nostra società garganica, vuole un chiesa in uscita, che, seppur esposta ai rischi di sporcarsi le mani, sa andare incontro alla gente per accoglierla e orientarla, affiancarla e sostenerla. Per questo ha insistito che tutta la  chiesa diocesana a “prendere il largo”, a non avere paura di navigare in acque tempestose, ma a fidarsi del suo Maestro per andare a cercare i lontani e gli esclusi, quelli che hanno fatto naufragio.  Gli ovili delle parrocchie, diceva, non devono avere steccati e recinti, ma alla sera devono contare non tanto le persone che ci sono, ma quelle anche ancora mancano.

 

Nel settembre 2014, consegnava Le Linee pastorali per l’anno 2014/20154, dal titolo, molto toccante,  “Non ci ardeva forse il cuore?”, facendo esplicito riferimento ai discepoli di Emmaus. Qui opera una rilettura in chiave diocesana dell’Esortazione di Papa Francesco “Evangelium gaudium”. Il testo, che ruota attorno a tre parole chiave che sono passione per il vangelo, corresponsabilità e ministerialità, aveva l’obiettivo di superare le tentazioni del grigio pragmatismo della pastorale e quello della mondanità spirituale che rende poco credibile la presenza di alcuni cristiani diventati tiepidi nella società di oggi. Per Castoro, è la passione per il vangelo e non brame di potere che deve ispirare la scelta di vita da parte dl cristiano. E la passione per il vangelo rianima anche le passini genuinamente umane. Essa, mentre infatti nasce dalla vocazione, a sua volta genera la cura e la logica del servizio.

 

Castoro in questi scritti rivolge la propria attenzione a quattro priorità: la famiglia, i giovani, i poveri e i laici. Sono i quattro campi dove per il presule scomparso si gioca la nuova evangelizzazione e i nuovi modelli di pastorale fondati più sull’accompagnamento delle persone che sulla burocrazia, più sulle grandi alleanze  educative da fare con le altre agenzie educative presenti sul territorio, piuttosto che su progetti solitari e proselitismi fondati su modelli trasmissivi ormai obsoleti e inefficaci.

 

Nel settembre 2015 Mons. Castoro scrive la sua seconda Lettera pastorale dal titolo «Va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8, 11), per celebrare l’anno giubilare voluto da Papa Francesco e dedicato al tema della misericordia. L’icona biblica di riferimento è l’adultera perdonata, la quale viene redenta come persona, come donna e come soggetto che è stata ingannata da un amore sbagliato. Qui il vescovo ha parole di tenerezza per tutte le fragilità umane di fronte alle quali Dio non vuole il giudizio ma solo il discernimento e il perdono che rigenera.

 

Nel settembre 2016 consegna Le Linee pastorali dal titolo “Il sogno condiviso: cristiani sulla soglia”, dove parla di una chiesa che deve saper stare sulla soglia che viene descritta come una porta semiaperta, dove molti si giocano la vita senza mai capire bene da che parte andare. Con questo testo Mons. Castoro comincia a utilizzare i cinque verbi del Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze svoltosi nel 2015. Il primo verbo è “Uscire”, verbo molto caro anche a papa Francesco. Egli, infatti,  era convinto che l’uscire rispondesse a quattro esigenze: teologica (perché il nostro è un Dio in uscita); cristologica, perché Cristo è il Figlio che esce dal Padre per venire verso la nostra umanità ferita; ecclesiologica, perché la Chiesa da dogana deve trasformarsi in una “locanda” che sa farsi carico delle ferite umane; e infine antropologica, perché i cristiani devono essere come diceva il Concilio “esperta di umanità”, e anche perché l’uomo, che è oggi è arroccato nel proprio io, deve uscire, cioè deve sapersi decentrare per  aprirsi e così fare esperienza dell’alterità in tutte le sue forme.

 

Nel 2017, quando ormai sapeva di essere malato, il nostro amato vescovo trova la forza per scrivere le Linee pastorali per l’anno 2017/18 dal tiolo “Il Vangelo a tutti”, avente come tema il secondo verbo di Firenze “Annunciare”.

 

Ma questo è un testo sofferto, partorito già quando il suo corpo era segnato dalla sofferenza a causa della sua malattia, ma anche aperto alla speranza propria di un pastore che sa che deve andare avanti per primo anche sulla via del dolore oltre che su quella dell’amore. Scrive a riguardo Mons. Castoro con parole toccanti: “A causa della malattia ero quasi sul punto di rinunciare a scriverle, ma con trepidazione e per tenere fede al mio ministero ho maturato l’idea che proprio questo momento di prova potesse diventare per me un’occasione ancora più opportuna per poter testimoniare la bellezza del Vangelo e la potenza del Mistero pasquale. È inutile dir vi che questi mesi di sofferenza mi hanno insegnato molte cose. Ho imparato a fare i conti con la mia debolezza e la miafragilità, la quale – se nella logica umana rappresenta un ostacolo – nel cammino di fede costituisce invece un canale privilegiato per vivere in modo più aderente alla croce di Cristo (cf. Col 1,24). Grazie alla Parola di Dio, che in questi mesi mi sta accompagnando più che mai, e alla preghiera ho capito che tutto è grazia.” Citando S Simone Weil, filosofa a lui tanto cara, Castoro dichiara di aver «imparato che “la sofferenza della sventura non è altro se non un contatto doloroso con l’amore di Dio, come la gioia è un contatto pieno di dolcezza con il medesimo amore”».

 

Grazie Mons. Castoro, pastore buono, mite e dai modi di fare semplici e affabili, sempre disponibile, prudente e attento alle fragilità delle persone che ti hanno avvicinato, uomo di popolo e testimone di un Dio che si fa vicino a ogni uomo in cerca di senso. Guida di una Chiesa sempre proiettata nel proprio presente, incarnata nelle situazioni dell’oggi, aperta, per farsi compagna di viaggio su ogni strada del mondo.

 

Che le braccia di quel Dio di infinita tenerezza e di inesauribile misericordia possano ora stringerti in una abbraccio eterno.

 

A cura di Michele Illiceto

 
 
 

Vieste/ Fazzini-Giuliani, aperte le iscrizioni. FORMAE MENTIS…tanti modi per imparare tanti modi per essere

Post n°23057 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da forddisseche

Vieste/ Fazzini-Giuliani, aperte le iscrizioni. FORMAE MENTIS…tanti modi per imparare tanti modi per essere

Vieste/ Fazzini-Giuliani, aperte le iscrizioni. FORMAE MENTIS…tanti modi per imparare tanti modi per essere

 
 
 

Possibile chiusura dei laboratori di analisi garganici, Concedo (FdI): “Emiliano garantisca il diritto alla salute

Post n°23056 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da forddisseche

Possibile chiusura dei laboratori di analisi garganici, Concedo (FdI): “Emiliano garantisca il diritto alla salute

Nota di Erio Congedo, consiglie­re e coordinatore regionale Fratelli d’Italia Puglia.

“Ho interrogato l’assessore alla Sanità nonché presidente della re­gione Puglia Michele Emiliano circa i provvedimenti che intende adotta­re al fine di evitare che la riconver­sione del Laboratorio analisi Terri­toriale di Vieste e Vico del Garga­no in centri di prelievo territoria­li possa comportare una compres­sione della qualità di assistenza sa­nitaria in un territorio con specifi­ci caratteri geografici ed orografi­ci. Nello specifico, con la riconver­sione i centri di prelievo territoriali sono operativi solo due volte a setti­mana e, pertanto, i prelievi emato­logici e microbiologici verranno tra­sferiti in un altro laboratorio per il successivo trattamento, causan­do disagi ai cittadini -che vedranno così dilazionati i tempi dei risultati- e al PPI (Punto di Primo Intervento) -che verrà privato di uno strumen­to diagnostico. Senza contare la di­spersione di risorse professionali e patrimoniali costruite nel tempo. La preoccupazione è diffusa quin­di a più livelli: la riconversione del Laboratorio territoriale può provo­care un notevole ridimensionamen­to dei livelli assistenziali sul territo­rio perché sprovvista di una visione d’insieme che porti ad una raziona­lizzazione del sistema e di un efficace ed efficiente equilibrio tra sanità ospedaliera e territorio”.

 
 
 

ZITO: “Centri di analisi chiusi a Vieste e nel Gargano. Foggia non è una periferia a traino barese”.

Post n°23055 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da forddisseche

ZITO: “Centri di analisi chiusi a Vieste e nel Gargano. Foggia non è una periferia a traino barese”. 

 
ZITO: “Centri di analisi chiusi a Vieste e nel Gargano. Foggia non è una periferia a traino barese”.
 
 

Si apprende dopo il summit fra sindaci garganici e il vertice provinciale per la Sanità Vito Piazzolla della disponibilità della Asl a modificare la delibera regionale prevedendo, almeno per Vico e per Vieste, la possibilità di svolgere prelievi nei giorni feriali, in particolare dotando il PPIT di un Minilab. L’europarlamentare Gentile, che venne nel 2017 a dibattersi in occasione della riconversione del Punto di Primo Intervento a Vieste invocando il Decreto n. 70/2015 per ottenere un Ospedale di Comunità, tanto più adesso avrebbe dovuto spendere una parola per la perdita di un servizio primario funzionale all’area della prevenzione, ma non si è sentito nulla. Invece si sono sentiti tanti discorsi dai toni enfatici mentre s’invocava la Legge Regionale n. 32/2009 sull’immigrazione, per contrastare i porti chiusi voluti dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, si è venuti a conoscenza dei molti fondi (150 000 euro) per i vari Carnevali storici della Regione, come dei numerosi altri, sulle cui modalità gli organi preposti stanno facendo chiarezza, utilizzati per la nuova sede regionale barese dalle ‘plafoniere d’oro’. Non ci sono invece fondi o interesse a tenere aperti i laboratori analisi del Gargano Nord ed in particolare di Vieste. Posto che la questione ha riguardato e riguarda l’intera Provincia di Foggia, ci teniamo a ribadire ancora una volta che la nostra provincia non è una periferia a traino barese. Non potrà ancora esserlo per lo smaltimento dei rifiuti, per le sovrastrutture, per la difficoltà ad aprire e completare strade o arterie necessarie per i collegamenti con località di fortissima attrazione turistica, per i permessi edilizi negati spesso in maniera aprioristica e neanche per la sanità. Questo avverrà presto, a partire dai risultati delle competizioni amministrative sparse in tutto il territorio foggiano, alle Europee egualmente alle porte e poi alle Regionali. Non esistono sorelle e sorellastre, figli e figliastri. Esiste invece un’autonomia regionale, in futuro sempre più spinta verso un alto regime, che debba tener conto di tutte le realtà territoriali in egual misura. E questo, finora, non è accaduto se non per merito di questo governo, i cui risultati, almeno nei settori più urgenti come Immigrazione e Sicurezza, ha dato frutti tangibili anche sul Gargano e in Capitanata. Insistere nel chiedere pertanto attraverso i nostri referenti consiliari del capoluogo, provinciali e regionali equità di trattamento, interesse per le problematiche locali che esulino da mere parate occasionali o di spettacolo e una giusta distribuzione delle risorse continuerà ad essere una nostra priorità.

 

Maria Lucia Zito

 

Dirigente Provinciale Lega Salvini Premier - Vieste

 
 
 

Basket Serie C Gold/ La Bisanum Viaggi Vieste si affida al mercato. Maurizio Vorzillo è un giocatore della Sunshine

Post n°23054 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da forddisseche

Basket Serie C Gold/ La Bisanum Viaggi Vieste si affida al mercato. Maurizio Vorzillo è un giocatore della Sunshine 

 
Basket Serie C Gold/ La Bisanum Viaggi Vieste si affida al mercato. Maurizio Vorzillo è un giocatore della Sunshine
 
 

È Maurizio Vorzillo il primo colpo di mercato della società per correre ai ripari dopo la rovinosa prima parte di stagione. Il giovane ragazzo classe 92 e alto 203 cm é chiamato a rinforzare il reparto lunghi orfano di Ljubisa Markovic. Nella sua carriera ha vestito le maglie di Brindisi in Lega 2 e poi Barletta, Ostuni, Manfredonia e in questa stagione il girone di andata lo ha disputato nella C Gold lombarda. La società si augura che l'innesto di Vorzillo possa aiutare la squadra a risalire la classifica ed aiutare il nuovo coach con una rotazione in più ad esprimere le proprie idee di gioco.

 
 
 

Signori ecco a voi il GIUBBINO PESCHICI !

Post n°23053 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da forddisseche

Signori ecco a voi il GIUBBINO PESCHICI ! 

 
Signori ecco a voi il GIUBBINO PESCHICI !
 
 

Il giubbino "Peschici" è stato presentato a Pitti Moda Uomo autunno/inverno 2019-2020 di Firenze da parte di Hevõ. Notizia in evidenza anche sul quotidiano Repubblica di giovedì scorso. La soddisfazione del sindaco Tavaglione: “le grandi firme si affidano per il lancio di un capo di abbigliamento ad un territorio, Peschici, di alta qualità. Sono felice ed orgoglioso di essere Sindaco e cittadino di Peschici e figlio del Gargano”.

 
 
 
 
 

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