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SPONDILITE ANCHILOSANTE

Post n°217 pubblicato il 23 Febbraio 2016 da allofme00

Si tratta di una forma progressiva di artrite caratterizzata dall'infiammazione   e dalla eventuale anchilosi( incapacità parziale o totale di movimento di un'articolazione di norma mobile ) di numerose articolazioni, principalmente riguardanti la colonna vertebrale e le strutture paraspinali; ovvero le strutture muscolari distribuiti lungo la colonna, e che sono deputate a favorire l'estensione; ad esempio, il  retto posteriore della testa, il muscolo lunghissimo dorsale, lo splenio.

La malattia esordisce nei pazienti fra i 10 e i 30 anni e difficilmente dopo tale età. Si manifesta soprattutto nei maschi per un buon  95% di pazienti con spondilite anchilosante, e in persone istocompatibili per l'antigene HLA-B27; in queste utime si sviluppa tale malattia 300 volte di più rispetto a coloro che non presentano tale antigene.

La malattia ha un inzio insidioso con episodi dolorosi soprattutto nella sede sacro-iliaco( in figura mobile segnato in rosso ): osso sacro e osso delle anche, nonchè in sede lombare.

 

Hip bone animation2.gif Il dolore può irradiarsi lungo il nervo sciatico. Spesso c'è una rigidità lombare ben definita nell'alzarsi al mattino. I sintomi peggiorano progressivamente espandendosi dalla regione inferiore  della schiena verso l'alto fino ad arrivare, talvolta al collo. Nelle fasi successve  possono venire interessate le articolazioni periferiche, in modo particolare le grandi articolazioni, quali quelle delle anche e delle spalle, e meno frequente  delle ginocchia. In casi particolarmente gravi possono verificarsi astenia, perdita di peso, lieve anemia e rigidità muscolare. Vi sono forme con decorso lento che presentano iridociclite nel 25% dei casi; ovvero un processo infiammatorio che colpisce l'Iride; nonchè un interessamento cardiaco nel 10% dei casi, con aritmie e insufficienza aortica. L'interessamento dell'articolazione sacro-iliaco viene generalmente individuato al primo esame radiologico. Talvolta l'unico sintomo accusato dal paziente è il dolore alla palpazione delle articolazioni interessate o alla percussione del rachide lombo-sacrale. La lordosi  fisiologica (curva)  lombare  può risultare appiattita a causa degli spasmi muscolari paravertebrali e dell'interessamento delle articolazioni adiacenti alla colonna. Il paziente, invitato  alla flessione ed estensione e inclinazione laterale del tronco manifesta ridotta mobilità.. Il motivo di questa limitazione è da attribuirsi inizialmente allo spasmo costole-vertebre che riducono l'espansione del torace e la capacità vitale. I movimenti del collo risultano lievemente o gravemente ridotti. Nelle fasi avanzate della malattia è possibile svilupparsi anchilosi dell'intera colonna vertebrale( incapacità a muovere l'articolazione ), dando una schiena rigida come un manico di scopa o come una tavola, oppure una cifosi dorsale ( gibbo ) per flessione in avanti del rachide toracico.
Le indagini di laboratorio fanno emergere poche cose rilevanti. La VES è elevata nel 40% dei casi e vi può essere una leggera anemia ipocromica ( globuli rossi  con contenuto di emoglobina inferiore alla norma ).

Nonostante nel 90% dei casi è presente HALA-B27, non necessariamente  questi soggetti sviluppano una spondilite.

PROGNOSI &TERAPIA

Non appena la diagnosi viene confermata, vanno immediatamente iniziati gli esercizi di mantenimento posturle per evitare atteggiamenti viziati. Gli esercizi dovrebbero favorire i movimenti del tratto lombare, raddrizzando il rachide toracico e comprendere  ampi movimenti di flessione per ottenere se possibile una mobilità completa della colonna in tutte le direzioni. Per evitare la flessione del collo e della parte superiore della schiena, il paziente dovrebbe dormire supino su un materasso duro utilizzando un cuscino basso o meglio eliminandolo del tutto. I muscoli pettorali devono essere sottoposti ad esercizi di allungamento ed il tratto superiore del rachide toracico va mantenuto eretto invitando il paziente a tenere le mani unite dietro il collo e a spingere indietro i gomiti quanto più possibile. Resta utile  l'uso di bagni caldi ed impacchi caldi prim di iniziare  la chinesiterapia in quanto facilita l'esecuzione degli esercizi. Importante è, che il paziente non si affatichi, ma che prenda delle pause durante il giorno. Questa malattia può essere seriamente invalidante, ma usualmente la sopravvivenza è più che buona; la prognosi molto variabile e assai difficile da porre per il singolo caso, ed è molto influenzata dal trattamento fisiochinesiterapico e dalla interruzione dell'abitudine del fumo ancor più che di farmaci antinfimmatori. Tra qusti, è indicata la Indometacina. Di recente si sono rivelati terapeuticamente utili la Salazopirina e la Colchicina.

Un analgesico, può contribuire a ridurre il dolore, in modo che il paziente possa riposare meglio la notte. Si sconsigla l'uso di narcotici e cortisone per via sistemica.

 

 
 
 
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