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Un blog creato da Kaos_101 il 23/10/2006

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« NON SE NE PUO' PIU' »

Tra virtualità e realtà

Post n°20 pubblicato il 13 Gennaio 2007 da Kaos_101
 

Ho elaborato una legge che credo serva a definire i processi cognitivi in ambito virtuale...:) La chiameremo: Legge di Luca.

E N U N C I A T O

tutte le esperienze maturate in ambiente virtuale sono acquisizioni provvisorie e l’impiego delle informazioni così acquisite per la creazione della nostra percezione dell’individuo è destituita da qualsiasi fondamento. Solo dopo una attenta verifica “di realtà” e solo alla luce della medesima tali dati potranno essere impiegati nella costruzione di un’immagine dell’altro.

D I M O S T R A Z I O N E

Mi spiego meglio: nella vita "reale" il processo che sottende alla creazione di un qualsiasi rapporto interpersonale parte da un impatto visivo, dall'elaborazione del medesimo e dall'integrazione dello stesso con le informazioni verbali e non che l'altro ci trasmette.
Non sempre le persone ci piacciono di primo acchito, a volte anzi ci risultano sgradevoli.
Tale incompatibilità iniziale spesso ci porta a rinunciare da subito a qualsiasi approfondimento della conoscenza di quel dato individuo che torna ad essere solo rumore di fondo della nostra vita.
Capita, a volte, che per le più diverse ragioni non ci è possibile allontanare completamente da noi tale sgradevole compagnia e, talvolta, cominciando a conoscerla, ci si rende conto di una ricchezza interiore o di una comunanza di sentire che ci fa superare il rifiuto epidermico che ci ha inizialmente condizionato, anche perché, per fortuna, siamo provvisti di una certa capacità di adattamento.
Insomma un brutto che però sia affascinante, dopo un poco non ci sembra poi così brutto, e magari ce ne innamoriamo pure. Il medesimo processo si ribalta sulla bellezza, una bella stupida alla lunga non ci appare sicuramente così bella come a primo acchito l’avevamo vista.
In internet invece accade esattamente il contrario: tu entri rapidamente, e spesso in profondità nell’animo della persone, e in qualche modo operi una sospensione del giudizio sulla sua fisicità. A poco servono descrizioni e fotografie, la realtà di una persona non può essere certo resa da immagini statiche su cui noi possiamo facilmente ricamare. Si crede che la ricchezza interiore dell’altro siano sufficienti a farci superare qualsiasi eventuale inadeguatezza dal lato estetico e invece tanto più ci facciamo prendere da una persona tanto più la carichiamo naturalmente di aspettative che poi l’impatto visivo molto spesso frantumata.
Si aggiunga a questo che, innegabilmente, la percezione dell’altro è fortemente condizionata dal nostro background culturale; io sono solito dire che noi riempiamo i silenzi dell’altro con le nostre personali conoscenze ed esperienze e spesso gli attribuiamo assonanze che nascono dalla nostra convinzione che certe frasi sospese debbano essere necessariamente completate da noi nel modo che A NOI pare ovvio, ma che magari è del tutto alieno all’altro. Non dimentichiamoci che la comunicazione in internet è frammentaria, fredda, non arricchita cioè da tutta quella gamma di accorgimenti non verbali che danno pienezza alla parola.
Ci si domanda come mai spesso un incontro a lungo atteso si possa rivelare poi deludente per uno o per entrambi. A me pare evidente: la ragione principale è che si arriva all’incontro con un’altissima tensione emotiva che, in buona parte, è data dalla voglia di “vedere” l’altro. Più si è caricato questo incontro di aspettative più sarà facile che la delusione abbia il sopravvento.
A me è spesso capitato di scoprire che persone assolutamente seducenti, lette al computer, si siano rivelate poi dolorosamente inadeguate dal vivo.
Non parlo solo di donne ovviamente, ma anche di uomini che per svariate ragioni ho incontrato.
E’ naturale che se le aspettative sono disattese la tensione venga meno e allora anche una buona relazione epistolare, non più sostenuta da questa mistificazione di fondo che è l’aspettativa di incontrare chi NOI abbiamo immaginato sia l’altro, ci portano naturalmente a cancellare la prova vivente del nostro errore.

Primo corollario alla legge di Luca: la possibilità di mistificazione dell’altro e la conseguente delusione che l’incontro produce sono direttamente proporzionali al tempo che intercorre tra l’inizio della conoscenza virtuale e il concretizzarsi nella realtà della medesima.

Secondo corollario alla legge di Luca: il contatto telefonico è spesso ancora più fuorviante della comunicazione scritta.

Tutto ciò non significa che si debba incontrate sempre e subito chiunque. Dico solo che più a lungo si comunica su internet, più si amplia la forbice tra la nostra percezione dell’altro e la sua reale essenza.

 
 
 
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