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Un blog creato da Kaos_101 il 23/10/2006

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« Visto da lei...Visto da me... »

Visto da lei...

Post n°53 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da Kaos_101
 

Doverosa premessa:  il tag una storia esemplare, è la cronaca di un amore, o di quello che io credevo tale, e che si è rivelato.... mah ancora non ho capito cosa sia stato.
I racconti a titolo "visto da lei" sono stati scritti dalla donna che mi aveva detto di voler condividere con me un pezzo di vita, poi...
Poi è successo qualcosa che l'ha fatta cambiare idea, ma cosa?
Di certo c'è che lei non è più con me, ma quello di cui ancora non riesco a capacitarmi  è il modo in cui ha deciso di chiudere

Buona lettura...

A casa sua   

I giorni passano lenti, questa settimana sta durando una vita! Alla fine ho detto di si: passerò due giorni a casa sua. Sono felice e preoccupata. Abbiamo gia fatto l’amore eppure... Questo rapporto mi coinvolge troppo, non riesco a raccapezzarmi con quest’uomo! Dolce, dolcissimo e io mi fido di lui. Non mi farebbe mai del male, ne sono certa. Ma sono preoccupata lo stesso. Sarò all’altezza delle sue aspettative? E se poi mi ordinasse di fare qualcosa che non desidero? Se gli dicessi di no, lo deluderei? Mi alzo di buon'ora: il momento tanto atteso è arrivato. Afferro un paio d vestiti e li butto nello zainetto. Ho preso tutto? Sembra di si. Esco di casa verso le 8, il sole è già alto: indosso degli occhiali scuri per non innervosirmi ulteriormente. Il treno è puntuale per fortuna. Salgo e mi metto comoda in uno scompartimento semideserto. Ho comprato delle riviste per allietare il viaggio, ma le sfoglio svogliata mentre penso a lui. Non riesco a concentrarmi su nient’altro. Mi sento una ragazzina: che stupida! Arrivo a destinazione con più di un’ora di ritardo (benedette ferrovie dello stato!) ed eccolo, è li ad aspettarmi! Ci abbracciamo. L’ora di pranzo è passata da un pezzo ,ma nessuno dei due ha toccato cibo. “Mangiamo da me? Ti cucino qualcosa..” “Certo” Devo rilassarmi,che può succedere che non sia gia accaduto?Dormirò con lui questa notte ed è una cosa bellissima: perché non riesco a stare calma? Sono seduta al tavolo della sua cucina, lo guardo ai fornelli, sorrido. Non mi pare possibile. Mangiamo chiacchierando, mi mostra la casa e mi offre un liquore fatto da lui. Lo sorseggio sul divano, poco alla volta, cercando di ambientarmi. Mi bacia. Questo mi fa stare decisamente meglio. Il telefono squilla, si alza per andare a rispondere. Lo aspetto gironzolando per la casa, la porta della camera da letto è socchiusa. L’inquietudine ritorna. Quante donne avrà portato in questa stanza? Quante avrà legato a quella spalliera che tanto si presta a questa pratica? Quante gli avranno dato più di quello che io riuscirò a dargli? Mi cinge da dietro in un caldo abbraccio. Voltandomi nascondo i pensieri dietro ad un sorriso e lo bacio. Sento la sua mano sotto la maglietta e per un attimo sono presa dal panico, mi scosto. “Aspetta…devo fare una telefonata, prima... ”invento sul momento. Mi libera dall’abbraccio. Telefono a mia madre parlando di futilità, cercando di calmarmi. Devo riattaccare: sono a corto di argomenti. Torno da lui, che sembra comprendere il mio stato d’animo. Mi rassicura. “Tranquilla, no ho fretta, lo sai... ”sorride. Ci sdraiamo sul letto, mi abbraccia, mi bacia con tenerezza, a lungo. La luce del pomeriggio entra soffice dalla porta, chiudo gli occhi concentrandomi sul calore delle sue labbra. Ho voglia di lui, moltissima! Il respiro si fa più veloce. Mi toglie la maglia, lo lascio fare, ma sentirlo addosso è una sensazione talmente inebriante da non poter essere nascosta. Le sue mani percorrono il mio corpo, ansiose, i baci si fanno più arditi. Sa come eccitarmi e non mi risparmia niente. Mi spoglia, mi osserva. Sono leggermente imbarazzata. Non mi aveva mai vista nuda così chiaramente, non posso nascondergli nulla. In quel momento vorrei solo essere bella ai suoi occhi, bella come il sentimento che ha risvegliato in me: non bella per vanità ma per renderlo felice e orgoglioso!E’sdraiato dietro di me adesso: sento una mano tra le gambe, le dischiudo distendendomi sulla schiena ed offrendomi completamente. Fa scivolare un dito nel mio sesso, rubandomi un lamento di assenso. Vorrei riuscire a contenermi, ma non posso e non è certo quello che vuole lui. Porto le mani dietro di me, allungando le braccia e stringo le sbarre della spalliera. Riesco a sentire la passione nel suo tocco, la sua voglia di me, sempre più forte. Mi fa godere ma non si ferma portandomi ad un nuovo orgasmo quasi immediato. L’interno delle cosce è bagnato della mia stessa eccitazione e sono felice che anche lui possa sentirlo. So che gli piace. Quanto tempo è trascorso? Quanti orgasmi ho avuto? Che importa? Sono qui per lui e con lui, il tempo non ha importanza. Osservo la sua eccitazione e la voglia di sentirlo entrare in me diventa incontenibile. Lo bacio carezzandolo, toccando leggera il sesso teso. Il cuore accelera improvviso: non ne ho solo voglia, ne ho bisogno! Mi volto poggiando la schiena al suo petto. Prende il seno tra le mani, stringendolo con forza, attirandomi a se e penetrandomi con decisione. “Si…”non riesco a pensare quando lo sento entrare in me, non ho più controllo su mente e corpo. Sono in balia delle sue voglie:l a sua bambola, il suo gioco, la sua puttana. E quello che vuole ed è quello che desidero io, sentirmi così!Libera, sincera, senza paura di mostrare la mia essenza, il mio istinto, ciò che riesce a far sprigionare da ogni fibra del mio essere. Facciamo l’amore a lungo, mi lascia senza fiato. Non avevo mai provato per nessun uomo quello che sento quando sto con lui. Mi ritrovo ad osservarlo, sdraiata al suo fianco, nuda, sudata, la mia mano nella sua. Ha gli occhi chiusi, forse sta riposando, ne approfitto per alzarmi ed andare a darmi una rinfrescata. Faccio scivolare la mano da sotto la sua, lentamente, non voglio che si svegli, mentre con gli occhi cerco tra i vestiti sparsi sul letto e sul pavimento, qualcosa da indossare. Trovo l’intimo e lo metto senza far rumore, ma non appena i piedi toccano terra la sua voce mi richiama: Dove stai andando? In bagno, posso? Si, puoi, ma torna qui subito. Sorrido. Va bene. Davanti allo specchio del bagno osservo il volto di una donna finalmente felice. Lo sguardo si posa sul seno: ho dei lividi evidenti. Perché non smetto di sorridere? Li accarezzo con le dita delicatamente: non riesco a trovare un motivo per dispiacermi. E’stata la sua mano a provocarli, la sua passione a stringere con forza: sono felice che sia andata in questo modo. Quando tornerò a casa avrò il ricordo di tutto questo,tangibile e visibile solo ai miei e ai suoi occhi.Mi spoglierò e saprò che è accaduto davvero, che non è stato solo un sogno. Torno da lui. Che ci fai così ”vestita”? Domanda mentre mi slaccia nuovamente il reggiseno e mi sfila gli slip. Lascio che mi spogli. Ho voglia di fumare una sigaretta e glielo comunico. Me lo concede, ma non vuole che indossi nulla in giro per casa. “Magari potresti prestarmi una tua maglietta? ”chiedo un po’imbarazzata. Me ne porge una: la indosso. Non sarà molto ma copre l’indispensabile.
Esco sul terrazzo. Il sole è appena tramontato, mi accendo la sigaretta osservando distratta le macchine sulla strada di quella città e la gente che entra ed esce da negozio proprio sotto di me. Mi raggiunge abbracciandomi subito e portandosi al mio fianco. Parla del traffico ma la mano mi percorre la schiena fino ad arrivare alla cosce dove, senza smettere di parlare, s’insinua. Tento di essere naturale, di partecipare al discorso e, per un brevissimo lasso di tempo riesco, non senza sforzo, nell’intento. Un dito si fa strada nella mia intimità, troncandomi la frase sul nascere… Dischiudo le gambe un po’ di più. La gente continua a passare, ignara di quel che sta accadendo appena sopra le loro teste. Temo qualcuno possa capire cosa sta facendo, ma è un pensiero fugace: non m’importa, che sappiano! Chiudo gli occhi mentre la voglia aumenta. Ora capisco perché non voleva che indossassi nulla e direi che approvo! Butto la sigaretta fumata solo a metà e torniamo in casa, sedendoci sul divano. La luce rossastra del tramonto rende tutto terribilmente sensuale o forse…è lui a farmi questo effetto, costantemente. Ho le gambe poggiate sopra alle sue, mi dice di allargarle ed io eseguo. Gli piace stuzzicarmi e sono lieta lo faccia ogni qualvolta lo desideri. Gioca ancora con le dita, regalandomi sensazioni meravigliose ed un altro orgasmo, poi mi attira a se, facendomi chinare per accoglierlo in bocca. Non me lo faccio ripetere: lo circondo con le labbra assaporandone delicatamente il sapore. Posa un palmo sul mio capo, spingendomi sul suo membro nuovamente in erezione. Prendilo tutto, fino in fondo! La sua voce mi fa trasalire: tento di accoglierlo tutto, carezzandolo con la lingua. Sentire la mano che mi guida, assecondarne i movimenti, obbedire a quell’ invito è per me una gioia immensa .Lascia la presa. “Scendi adesso,lecca i piedi al tuo Padrone”. Senza neppure rendermene conto mi ritrovo per terra, inginocchiata, i gomiti a lato dei suoi piedi, quasi a volerli abbracciare, la lingua si muove senza alcun disagio sulle sue dita e ne percorre la pelle liscia. Proprio non pensavo che ci sarei riuscita…e invece eccomi qua. Non ho pensato neppure per un istante di non farlo. Me l’ha ordinato ed io ho eseguito. E’questo dunque essere sottomessi? Essere ”schiavi”? Adorare ogni centimetro di pelle del proprio uomo? Desiderare immensamente di poter realizzareogni suo capriccio? Allora si, lo sono davvero. Si alza improvvisamente posizionandosi alle mie spalle e, senza lasciarmi il tempo di capire quali siano le sue intenzioni, mi prende i polsi e li incrocia dietro alla schiena stringendoli. Entra in me con forza, costringendomi a poggiare il busto al divano. Gemo, non riesco a contenere quello stato d’animo. Ansante, le labbra dischiuse in respiri brevi e incontrollati,gli occhi fissi su un punto indistinto che non guardo. Ogni fibra del mio essere è concentrata su quel che sto provando e non vi è posto per null’altro. Lo sento parlare, senza smettere di possedermi, rispondo appena, ritrovando a stento abbastanza fiato per farlo. Mi colpisce sui glutei. Non sento dolore, solo piacere: l’ennesimo stimolo che porta il mio corpo a godere ancora e ancora. E’ come avere l’impressione che non sia mai esistito nulla prima di quel momento, come se non dovesse esserci nulla dopo. “Le petite morte” ..ecco perchè i francesi definiscono l’orgasmo in questo modo; non lo avevo mai compreso realmente. Una piccola, dolce morte: senti i muscoli tesi che d’un tratto si sciolgono, sembra che il cuore smetta di battere, ti manca il respiro... e ti abbandoni, spossata, senza poter reagire in alcun modo alla volontà del corpo... e sono di nuovo tra le sue braccia. Lo guardo incredula chiedendomi come riesca a darmi tanto. Avevo davvero fatto l’amore con qualcuno prima che entrasse nella mia vita? Mai, mai così! Usciamo a cena. Mi porta in un ristorantino delizioso e, dopo aver scelto cosa ordinare, chiede alla cameriera di dividere in duele porzioni in modo da poter assaporare le stesse pietanze. Non lascia mai vuoto il mio bicchiere, domanda quanto mi piaccia questo o quello, mi tiene la mano, mi guarda negli occhi. E’una serata meravigliosa. Usciamo dal locale e passeggiamo per la città.Mi tiene stretta. Credo di non aver mai smesso di sorridere. Beviamo una cosa in un pub in periferia e verso le due rincasiamo. Finalmente potrò addormentarmi tra le sue braccia: sono mesi che lo sogno. La giornata è stata lunga,sono stanca ma, sentendo le sue mani addosso, il torpore svanisce all’istante.“Così ti voglio: sempre eccitata, sempre bagnata, pronta per essere usata! ”E’ vero,neppure me ne ero resa conto, eppure sono già pronta ad accoglierlo tra le gambe. Per tutto il giorno sono stata pronta, in ogni momento, turbata dalla sola idea di averlo accanto. “Lecca il tuo Padrone piccola troia” Mi inginocchio sul letto, chinandomi sul sesso.“…tutto! Voglio sentire la tua lingua ovunque. ”aggiunge. Prende una gamba facendola passare al di sopra del suo ventre per poi posizionarla in modo che rimangano entrambe sui suoi fianchi,completamente esposta. Mi sporgo in avanti e inizio a leccarlo partendo dai piedi, risalendo lentamente, mentre lo sento giocare con la mia voglia. Carezza, stringe, penetra, colpisce, ma qualunque cosa faccia la mia lingua ha ancora voglia di sentire il suo sapore. Mi volto, mi prende nuovamente. Sono io questa volta a muovermi sopra di lui eppure non sento alcun potere nei miei gesti, ne lo vorrei. Ne assecondo i movimenti, le spinte profonde, godo degli attimi sublimi che mi concede. Mi ritrovo sul letto, stremata, tremante di piacere, con accanto il mio uomo che mi abbraccia con infinita tenerezza. Non mi lascia allontanare ed io, prigioniera volontaria, mi addormento insieme a lui. Mi muovo nel sonno, mi stringe di più: sorrido riaddormentandomi serena. La mattinata la trascorriamo interamente a letto, così come metà del pomeriggio, tra amore e parole. Devo ritornare a casa purtroppo, anche se è l’ultima cosa che vorrei fare. Mi accompagna in stazione: un ultimo bacio e salgo sul treno. Ascolto un po’ di musica per distrarmi, ma chiudendo gli occhi ritrovo il calore intenso, il profumo che ho ancora addosso. Stringo le gambe al ricordo troppo vivo di quei giorni e istintivamente inarco la schiena dischiudendo le labbra sospirando silenziosa. Riapro gli occhi scorgendo un uomo che mi osserva seduto ad un paio di metri da me. Trattengo a stento una risata. Sistemo meglio le cuffie dell’mp3 nelle orecchie e mi volto ad osservare il paesaggio ormai buio. Spero di addormentarmi adesso, forse lo ritroverò in sogno.

 
 
 
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