Ci sono mille modi di vivere il BDSM, alcuni li condivido, molti non li comprendo, certi altri li trovo decisamente inaccettabili. Personalmente identifico nel raggiungimento della totale appartenenza di chi si affida a me, Ho parlato di affidarsi perché è questa condizione necessaria e irrinunciabile. D'altro canto, visto che ci si affida solo se ci si fida, è evidente che io debba, a mia volta, dare molto, sia dal punto di vista chiamiamolo “tecnico” sia, anzi soprattutto, da quello mentale, di comprensione e di empatia.
Credo che affidarsi comporti in sé una implicita dichiarazione del tipo: “Voglio che sia tu a guidarmi e a portarmi dove vuoi” Domanda: dove la si può portare se non verso uno stato di maggior benessere? Tutti noi abbiamo limiti, tabù, fobie; su alcuni è assolutamente vietato intervenire (mica siamo psicoterapeuti), su altri, invece, è possibile incidere anche profondamente, rimovendo, un po’ con le buone un po’ con le cattive, le condizioni che li hanno generati.
In ultima analisi se per educazione intendiamo il prendere per mano chi ci ha investito di questo compito per accompagnarlo in quelle zone buie della coscienza in cui da solo non ha mai osato avventurarsi, beh allora sì. Credo che , schematizzando, il mio ruolo sia quello di educare.
Piccola postilla: lo è perché mi piace e mi ci diverto un casino, non certo perché io mi senta un salvatore della patria, ma questo attiene al problema delle vere scelte complementari che ci porterebbe molto lontano…l’essenza del BDSM e trovo gratificanti e legittimi i comportamenti che vanno in tale direzione, molto meno tutti gli altri.
Inviato da: winnysilly
il 13/04/2019 alle 21:18
Inviato da: chiarapertini82
il 05/02/2016 alle 19:28
Inviato da: scampipercena77
il 01/02/2016 alle 12:00
Inviato da: sagredo58
il 11/11/2013 alle 18:32
Inviato da: logan10
il 07/01/2013 alle 16:42