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Un blog creato da Kaos_101 il 23/10/2006

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Messaggi del 05/08/2007

B.B.

Post n°161 pubblicato il 05 Agosto 2007 da Kaos_101
 

Avvertenza: i racconti contrassegnati dal tag "vita vissuta" sono reali, ma atemporali. 
PER PIACERE non fatemi le congratulazioni per storie finite da tempo...:) Grazie

Un’ora di ritardo, cazzo! Come ho fatto a capire che arrivava alle 11 invece che alle 10,00?
Cominciamo proprio bene!

E pensare che sono sempre puntuale!
Vabbè pazienza, ormai il danno è fatto.

Arrivo al parcheggio della fiera, per fortuna non è pieno, sistemo la macchina in una posizione comoda per raggiungere l’ingresso e mi affretto.

La vedo subito, seduta su una panchina, la pelliccia di visone aperta, ha rispettato la consegna: le gambe non sono accavallate, sta sfogliando svogliatamente una rivista.
Non punto direttamente su di lei, faccio un giro largo per prenderla alle spalle. Mentre mi avvicino, sembra percepire il mio sguardo, solleva gli occhi dal giornale e mi guarda: il sorriso è un po’ tirato, forse non sono esattamente come mi aspettava.
Si alza in piedi, le prendo le mani, e la bacio leggermente: è bella, decisamente bella, forse un poco più alta di quanto me l’aspettassi ma nel complesso è davvero al di sopra delle aspettative. Del resto, di lei avevo visto solo una foto presa da lontano in un locale, tutta incartata nella stagnola dorata.
Indossa un abito leggero marrone con una piccola fantasia, calze velate, scarpe col tacco, una borsetta di marca: una vera signora!
Beviamo un caffè e ci incamminiamo verso l’ingresso della mostra. Una volta entrati, si toglie con nonchalance la pelliccia e, con la naturalezza di chi è abituata a farsi servire, me la porge perché la consegni al guardaroba. Non posso fare a meno di sorridere. La situazione è surreale: sono qui in fila, con una pelliccia di visone in mano mentre una bella ed elegante signora della buona società mi aspetta per capire se vuole diventare la mia schiava.
La storia è stata da subito atipica: una conoscenza casuale per contiguità di blog, nessuna propensione per il BDSM, nessuna apparente convergenza. Eppure… eppure continuiamo a parlarci. Prima con dei brevi messaggi, poi in MSN poi finalmente al telefono. Non sono nemmeno sicuro che il suo modo di fare mi piaccia, così diverso dalla cautela un po’ sostenuta che spesso ho incontrato nel mio peregrinare per le chat.
A volte sembra una bambina capricciosa, altre una donna molto compresa della sua posizione, altre ancora traspare un bisogno di attenzione e di tenerezza che i suoi racconti già mi hanno fatto presagire. E’ strano, ma, nonostante il largo seguito che si è conquistata, sembra che nessuno riesca nemmeno lontanamente a percepire il vero senso di ciò che scrive.
Poco alla volta si apre, mi racconta di lei, mi parla delle sue delusioni, delle ferite che l’hanno portata a vivere storie impossibili, per coprire con un dolore passeggero altri dolori più sordi e profondi.
Parliamo delle nostre esperienze, comincia ad incuriosirsi, prima, ad interessarsi poi, del mio mondo e del modo in cui lo vivo io.
Mi viene un sospetto e glielo dico:
Non so se tra me e te nascerà mai qualcosa, ma non ho alcuna intenzione di essere uno dei tuoi tanti modi per farti male. Qualora tu diventassi ti avverto che ti farò male, ma non ti farò “del male” per cui se pensi di usarmi in questo modo desisti fin
d’ora.
Non so se capisce davvero cosa intendo, ma non smette di parlarmi e di cercarmi.
Il suo “eccomi” appena entra in MSN è oramai diventato una piacevole e irrinunciabile abitudine, il suo tono, sempre misurato, si impreziosisce di espressioni più intense: comincia a desiderare quell’appartenenza che per ora le ho fatto solo balenare come una conquista che richiede impegno e serietà.
Sembra felice di eseguire i piccoli ordini che le impartisco; sempre in bilico, nella mia percezione, tra il gioco di una bimba curiosa e la serietà di chi cerca di afferrare una consapevolezza che non è così evidente.
C’è una cosa che mi piace di lei, oltre all’”eccomi” col quale mi saluta, ed è l’evidente voglia di conoscermi che traspare dai suoi discorsi e dai suoi comportamenti.
Difatti è proprio lei che alla fine trova il modo di incontrarmi, sorprendendomi anche un poco, dato che non mi aspettavo una decisione così repentina.
Vorrei andare a Arte Fiera a Bologna, potremmo vederci lì.
Non ci sono problemi, per me arrivare a Bologna è questione di un’ora al massimo.
Allora va bene, se vengo di venerdì non c’è pericolo che lui mi voglia accompagnare e così possiamo passare la giornata assieme.
Consegno la pelliccia al guardaroba e torno da lei.
Mi aspetta nella hall, la prendo per mano e ci incamminiamo per gli stand della mostra.
Ogni tanto si sofferma a guardare un’opera e io mi diverto ad osservarla cercando di immaginare come si evolverà la situazione.
Bella è bella, di una bellezza non esplosiva ma sicuramente reale. Mentre la guardo mi vengono in mente le parole di una canzone di Guccini :
...Bella d'una sua bellezza acerba
bionda senza averne l'aria
quasi triste come i fiori e l'erba

di scarpata ferroviaria..."

 
 
 

B.B.

Post n°160 pubblicato il 05 Agosto 2007 da Kaos_101
 

Ogni tanto mi guarda e sorride, un sorriso leggero che non so bene interpretare, in bilico com’è tra richiesta di avvicinarmi e tentativo di sfuggire.
Spesso cerca la mia mano e io la sua, ma c’è qualcosa che non torna: il feeling che ci ha portato fin qui sembra essersi offuscato.
Mi chiede il permesso di fumare, glielo accordo e usciamo in una sorta di piccolo giardino zen interno dove si accende una sigaretta, tremando un poco per il freddo pungente, La guardo, mi sembra così fragile e indifesa…
Rientriamo e continuiamo la visita. Dopo un po’ ci sediamo a riposarci.
Sempre quel sorriso che non so decifrare.
Beh,
le dico
allora, come trovi l’Orko?
Eh,
fa lei
si sei tu, sei come ti avevo immaginato, ma…
ma?
ma sei ciccio! Non credevo fossi così robusto…
Ecco spiegata quella strana incertezza: non è altro che un timido modo per dirmi

Scusa sai,  ma no non ci siamo,  non sei il mio tipo.
Non è che la cosa mi riempia di gioia, l’avevo abbondantemente prevista: in fondo lei è una bella donna e io, evidentemente, tanto bello non sono...
Curiosamente, però, non si stacca da me, continua a starmi vicina, non smette di cercare la mia mano.
Pranziamo, ci raccontiamo un sacco di cose, sono più rilassato, una volta sfumata la possibilità di una relazione, posso preoccuparmi molto meno delle sue reazioni e godermi comunque la sua compagnia.
La cingo col braccio, la mano scivola sui fianchi e non trova alcuna traccia di elastico.
sei senza mutande eh troietta
Penso tra me e me
Lei non pare accorgersi della cosa, sempre molto presa dall’osservazione delle opere esposte.

Ormai si è fatto pomeriggio inoltrato, le fanno male i piedi mi chiede di fermarci un attimo. Troviamo una specie di cubo su cui sederci io dietro con le gambe aperte lei appoggiata contro di me. Più che appoggiarsi mi si spalma addosso con un movimento sinuoso e sensuale tanto che, per un attimo, ritrovo la stessa intimità e complicità delle nostre chiacchierate in chat.
Le metto le mani sul ventre e lei, lungi dal sembrare infastidita del mio gesto, me le copre con una sorta di catalogo che tiene in mano.
Per un attimo cullo l’idea di approfittare di quella protezione per infilarle una mano tra le cosce e vedere che succede, ma la sento stanca e un po’ insofferente, così preferisco evitare una sua possibile reazione negativa.
Usciamo dalla mostra e ci avviamo verso il parcheggio dove ho lasciato la macchina.
Ad un tratto, in modo del tutto inaspettato, si gira verso di me e mi bacia.
Non è un bacio da educanda,  la sua lingua si infila decisa nella mia bocca e ci resta per un tempo ragionevolmente lungo.
La guardo un po’ perplesso.
Scusa

Mi dice
Ma dovevo provare
Non posso credere che tutto quello che ci siamo detti, tutte le emozioni che mi hai fatto provare, rimangano solo una fantasia.
Saliamo in auto e la accompagno alla stazione, dove, fregandomene dei divieti,  riesco a parcheggiare praticamente davanti all’ingresso principale.
Manca ancora qualche minuto alla partenza. Questa volta sono io che le afferro i capelli, la tiro verso di me e la bacio. La bacio con violenza, come per farle capire che l’Orko oltre all’abituale tenerezza, ha altri modi esprimersi e che in quel bacio la stessa determinazione che userei se dovessi possedera.
Non si oppone, anzi ricambia anche se un po’ stupita.
È ora di accompagnarla al treno.
Prima di arrivare al binario mi sibila
Per piacere non fare gesti strani, potrebbe esserci qualcuno che mi conosce.
Ha ripreso il suo atteggiamento da vera signora, il collo della pelliccia stretto attorno al viso per proteggersi dal gelo.
Il tono è molto formale, ma l’argomento non è affatto neutro
Lasciami un po’ di tempo per capire
Mi dice
Sono confusa. Da una parte sono attratta da te e da ciò che rappresenti, dall’altra voglio dedicarmi con maggior impegno e continuità alla pittura e non so se riuscirò a conciliare le due cose.
Non ti preoccupare
Le rispondo
Sai che non sono un tipo che ha fretta e, soprattutto, non mi interessa iniziare un rapporto con te se non ne sei più che sicura.
Il treno arriva, lei sale …
Ci sentiamo stasera in MSN
Mi dice,
Le porte automatiche del treno si chiudono sul suo sorriso.
Esco dalla stazione, mi accerto che nessun vigile abbi provveduto a rovinarmi la giornata: no, tutto a posto!
Riparto sereno per Padova, chi vivrà vedrà…

 
 
 
 

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