Caos ed Essere
Un viaggio, sette emozioni: l'essere e i suoi frammenti.
AREA PERSONALE
Non si scappa da se stessi...
L’abilità della labilità
La giostra, il manicomio, muri bianchi e poi imbrattati, tinte stinte di un funerale ilare in cui il cadavere in rigoroso livor mortis pronuncia la blasfemia del suo trapasso...full immersion nei pensieri viandanti arrendevoli ma battaglieri, apnea costante di un istante in cui il verbo cambia sembiante...riemergere dal flutto, rielaborare il lutto, essere messia e sinestesia col virtuosismo monco di chi arranca a respirare...
CERCA IN QUESTO BLOG
MENU
ULTIMI COMMENTI
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
« Sotto assedio di me | Il possesso, la lentezza... » |
Autopsia di un niente
Post n°4 pubblicato il 10 Giugno 2011 da Frammenti_dellEssere
Ho sempre provato una sorta repulsione e attrazione per la vita, una fame indistinta al confine tra il bulimico e l’anoressico che mi portava a divorare me stesso chiuso nel rumore ovattato di una gabbia a misura di pensiero della quale essere scomodo e compiacente concubino..ho sempre spiato quei fotogrammi a sbarre al di la del mio sguardo, oltre l’incapacità delle mie autopsie, per regalarmi il sordido piacere di non essere nel contrasto con le immagini di un altrove indistinto di cui annusare l’urina madida di emozioni, mentre io, immobile col mio catetere, non mi accorgevo neanche di pisciare..l’agonia, il capogiro, l’autolesionismo di una frustrazione atavica nella quale disperdere lacrime come fossero domande senza perchè urlate al dio del vuoto solo per accorgermi dal ritorno sbiadito della loro eco che anche io esisto..probabilmente il respiro è solamente il più dolce e subdolo degli inganni, e nella vibrazione del suo impeto sputato nell’occhio del silenzio mi cullo come se questo nulla accondiscendente potesse donarmi l’esatta dimensione del mio essere niente. Niente, sono io, niente, sono me, niente, è un termine di cui si fa un tale abuso senza riuscire mai penetrare realmente la violenza della sua destrutturazione.. niente, un coltello che rivolta la sua lama nell’adulterio infimo che l’animo consuma col suo riflesso, amplesso sul confine delle ipotesi in frantumi, decesso per asfissia tra le ragnatele del proprio es.. niente, fagocita l’azione rendendo inerzia il tutto, e inerziale è il mio abbandono al marasma convulso che si avviluppa al midollo, leccando la leucemia astenica della mia stasi…gratto un pensiero che scivola via veloce, l’oscurità ingioiella questo istante rendendolo figlio illegittimo di una visione surreale, spengo gli occhi, perché mentre tutto intorno tace posso giocare ancora ad essere anch’io qualcosa… |
Ingoio la notte
Nella sua prospettiva dissonante
Placo la sete
Sotto le palpebre
Socchiuse
In quell’istmo inconsistente
Che tremula il desiderio
Di respirare luce..
Il fiato divarica le cosce
Sul bivio dell’insinuazione
Gocciola malinconia
Sull’altare profanato della luna
La purezza apre le cosce agli insulti della frustrazione, scabrosa la copula con i limiti dell’insoddisfazione in cui ritrovarsi immacolata e puttana, col ventre gravido di speranze consumate.
Barcollo
Estraneo ai miei stessi passi
Instabili
Come pensieri
In equilibrio
Sulla traccia del tuo abbandono
Annuso
La pelle dell’assenza
Tenera
Come la placenta
Di una patologia in travaglio
Che geme il respiro
Del suo incostante ritorno
Sbalordito
Il nonsenso
Naufraga ancora
Tra le vertigini delicate
Della memoria
Sull'incanto delle sue grazie scivola il piacere di un'euforia languida che taglia il silenzio col suono della sua pelle...dolce è la caduta nell'immagine di un profilo che diventa lare e venerazione...
Inviato da: Santa.E.Peccatrice
il 20/07/2011 alle 16:07
Inviato da: only4words
il 14/06/2011 alle 21:51
Inviato da: trixty
il 14/06/2011 alle 21:08
Inviato da: ame_noir
il 14/06/2011 alle 13:05
Inviato da: Frammenti_dellEssere
il 10/06/2011 alle 22:18