Creato da fulvia.vaccari il 24/01/2008

Vi presento Fulvia

..così sono se vi pare...

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Ci sono solo

due giorni all'anno
in cui non puoi fare niente.
Uno si chiama ieri,
l'altro si chiama domani.
Perciò oggi è il giorno
giusto per

amare,

credere,

fare

e principalmente,

vivere.

 

Dalai Lama

 
 

Paura dei tuoi occhi,

di quel vertice puro

entro cui batte il pensiero,

paura del tuo sguardo

nascosto velluto d'algebra

col quale mi percorri,

paura delle tue mani

calamite leggere

che chiedono linfa,

paura dei tuoi ginocchi

che premono il mio grembo

e poi ancora paura

sempre sempre paura,

finché il mare sommerge

questa mia debole carne

e io giaccio sfinita

su te che diventi spiaggia

e io che divento onda

che tu percuoti e percuoti

con il tuo remo d'Amore.

 

Alda Merini

 

 

« L'ATTIMOdelirio di mezza estate »

In fuga....

Post n°164 pubblicato il 03 Luglio 2009 da fulvia.vaccari
 

 

…nella speranza,ma direi nella quasi certezza ,di vedere valorizzati e premiati  i propri sforzi …la fuga dei nostri “cervelli eccellenti”e il nostro ostinarci a tener ben saldi al loro posto, molti che il cervello lo hanno in un perenne stato di riposo,molti che non hanno ne titolo ne tanto meno meriti per starci.Da luglio, Rita, lavorerà come ricercatrice in un importante centro medico di Boston. La notizia della lettera da lei scritta al Presidente Napolitano ha rubato pochi minuti al TG e qualche pagina di giornale…in sordina,forse perché ormai il problema da lei evidenziato, non fa più notizia….rientra nella triste normalità del nostro Paese….ne ripropongo il testo.   

”Caro presidente Napolitano, chi le scrive è una non più giovane ricercatrice precaria che ha deciso di andarsene dal suo Paese portando con sé tre figli nella speranza che un’altra nazione possa garantire loro una vita migliore di quanto lo Stato italiano abbia garantito al la loro madre. Vado via con rabbia, con la sensazione che la mia abnegazione e la mia dedizione non siano servite a nulla. Vado via con l’intento di chiedere la cittadinanza dello Stato che vorrà ospitarmi, rinunciando ad essere italiana.
Signor presidente, la ricerca in questo Paese è ammalata. La cronaca parla chiaro, ma oltre alla cronaca ci sono tantissime realtà che non vengono denunciate per paura di ritorsione perché, spesso, chi fa ricerca da precario, se denuncia è automaticamente espulso dal «sistema » indipendentemente dai risultati ottenuti. Chi fa ricerca da precario non può «solo» contare sui risultati che ottiene, poiché in Italia la benevolenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità del lavoro. Chi fa ricerca da precario deve fare i conti con il rinnovo della borsa o del contratto che gli consentirà di mantenersi senza pesare sulla propria famiglia. Non può permettersi ricorsi costosi e che molto spesso finiscono nel nulla. E poi, perché dovrebbe adire le vie legali se docenti dichiarati colpevoli sino all’ultimo grado di giudizio per aver condotto concorsi universitari violando le norme non sono mai stati rimossi e hanno continuato a essere eletti (dai loro colleghi!) commissari in nuovi concorsi?
Io, laureata nel 1990 in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia, con due specialità, in Pediatria e in Genetica medica, conseguite nella medesima Università, nel 2004 ho avuto l’onore di pubblicare con primo nome un articolo sul New England Journal of Medicine i risultati della mia scoperta e cioè che alcune forme di linfoma maligno possono avere un’origine genetica e che è dunque possibile ereditare dai genitori la predisposizione a sviluppare questa forma tumorale. Tale scoperta è stata fatta oggetto di brevetto poi lasciato decadere non essendo stato ritenuto abbastanza interessante dalle istituzioni presso cui lavoravo. Di contro, illustri gruppi di ricerca stranieri hanno confermato la mia tesi che è diventata ora parte integrante dei loro progetti: ma, si sa, nemo profeta in Patria.
Ottenere questi risultati mi è costato impegno e sacrifici: mettevo i bambini a dormire e di notte tornavo in laboratorio, non c’erano sabati o domeniche...
Lavoravo, come tutti i precari, senza versamenti pensionistici, ferie, malattia. Ho avuto contratti di tutti i tipi: borse di studio, co-co-co, contratti di consulenza... Come ultimo un contratto a progetto presso l’Istituto di Genetica medica dell’Università di Pavia, finanziato dal Policlinico San Matteo di Pavia.
Sia chiaro: nessuno mi imponeva questi orari. Ero spinta dal mio senso del dovere e dalla forte motivazione di aiutare chi era ammalato. Nel febbraio 2005 mi sono vista costretta a interrompere la ricerca: mi era stato detto che non avrei avuto un futuro. Ho interrotto una ricerca che molti hanno giudicato promettente, e che avrebbe potuto aggiungere una tessera al puzzle che in tutto il mondo si sta cercando di completare e che potrebbe aiutarci a sconfiggere il cancro.
Desidero evidenziare proprio questo: il sistema antimeritocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa Nazione. Una «buona ricerca» può solo aiutare a crescere; per questo motivo numerosi Stati europei ed extraeuropei, pur in periodo di profonda crisi economica, hanno ritenuto di aumentare i fi­nanziamenti per la ricerca.
È sufficiente, anche in Italia, incrementare gli stanziamenti? Purtroppo no. Se il malcostume non verrà interrotto, se chi è colpevole non sarà rimosso, se non si faranno emergere i migliori, gli onesti, dare più soldi avrebbe come unica con­seguenza quella di potenziare le lobby che usano le Università e gli enti di ricerca come feudo privato e che così facendo distruggono la ricerca.
Con molta amarezza, signor presidente, la saluto.”
Rita Clementi
29 giugno 2009

Penso non serva aggiungere altro….solo una personale considerazione.

Ritengo che il prestigio, un Paese ,non lo raggiunga a suon di effetti speciali ma piuttosto nella costante ricerca di una qualità di vita e nell’impegno posto nel migliorarla. Investire nella ricerca in tutti i campi…medico,energetico,ambientale,ecc…e fare in modo che coloro che dedicano le proprie energie  e il proprio tempo per migliorare la vita di TUTTI noi…sia l’unica strada da percorrere.Bisogna tenerceli stretti questi ricercatori assicurando loro una stabilità lavorativa , adeguati finanziamenti per continuare nella loro missione e riconoscere pubblicamente i loro meriti.

La strada per raggiungere questo prestigio non penso passi ,per esempio,su un qualsiasi grandioso ponte progettato più che per una reale e impellente necessità…unicamente per soddisfare le ambizioni di onnipotenza dei soliti quattro gatti di turno.Tutti quei posti di lavoro tanto sbandierati possono essere ugualmente assegnati per dare almeno un senso alla sua futura costruzione….necessitiamo di un ampliamento,un adeguamento,una messa in sicurezza e in molti casi del rifacimento e costruzione della rete ferroviaria e stradale dell'intero territorio,isole comprese…utilizzando fonti di energia alternativa e con il minor impatto ambientale.

Ce ne sarebbe tanto di lavoro da fare,se solo lo si volesse!

In campo medico che dire? Penso non siano necessarie molte parole….la ricerca in questo campo e i risultati auspicabili sono un patrimonio di tutti.

Buon lavoro a tutti coloro che nonostante le avversità che incontrano nel loro percorso lavorativo,continuano con grande senso di responsabilità in un Paese che non li merita.

Buon lavoro a Rita e a tutti coloro che sono costretti ad andarsene.

 

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Commenti al Post:
pumaneroroma
pumaneroroma il 05/07/09 alle 11:31 via WEB
Salvce. Post incisivo che esprime anche il mio personale sdegno. Già...l'Italia! Popolo di navigatori costretti a cercare lavoro ( e non gloria ) da ben altre parti. Macchisenefrega...abbiamo Platinette, gli opinionisti di turno, il Grande Fratello, la Fattoria e soldi, soldi da sperperare per comprare giocatori di calcio e altri sport vari...Macchisenefrega dei tagli alla sanità, alla scuola, alla ricerca e a quant'altro possa concretamente elevare una Nazione...Non gliene frega niente a nessuno!!!Un cordiale saluto, Sal
 
ty610
ty610 il 06/07/09 alle 09:55 via WEB
Buon lavoro a quei "pochi" dipendenti pubblici che nonostante brunetta fanno bene il loro lavoro, a quei "pochi" insegnanti che nonostante la gelmini fanno bene il proprio lavoro. Il problema è togliersi dai piedi i "TANTI" che rovinano il nostro paese. Bel post...come sempre. Ciao terry
 
Manfredi_Alter
Manfredi_Alter il 06/07/09 alle 15:54 via WEB
Avevo sentito la notizia, ma non conoscevo la lettera di questo ennesimo "cervello in fuga". E' angosciante.
Purtroppo, pero', credo che a parole, sui principi, siamo tutti d'accordo, ma venendo ai fatti, quando si tratta di essere davvero EQUI e MERITOCRATICI, senza stare a guardare interessi privati, amici e parenti, la musica cambia. L'egoismo, in ogni sua forma, anche quella piu' subdola, impera senza ostacoli morali e ci fa credere che un comportamento virtuoso sia da "fessi"...
 
goldikin
goldikin il 06/07/09 alle 16:51 via WEB
la "banda bassotti" ci governa...il paperino di turno che ci potrebbe salvare non si trova..coloro che usano bene il contenuto della loro scatola cranica, giustamente se ne vanno visto l' andazzo... ciao Fulvia un caro saluto..:-)))))))
 
 
to_revive
to_revive il 07/07/09 alle 12:21 via WEB
non sono d'accordo, era così anche prima della Banda Bassotti come lei asserisce! Qui non si tratta di rosso o nero, si tratta di vergogna allo stato puro! A Rita Clementi auguro un futuro sereno; faccia domanda nel mio Paese e sarà accolta, così come tantissimi altri lo sono già stati, a braccia aperte perchè è la ricerca con le sue scoperte che fanno grande uno stato. Good job Rita!
 
sergiobasilico
sergiobasilico il 10/07/09 alle 01:34 via WEB
'Notte, la risposta sta', secondo me, nel votare dei tecnici affermati nel proprio settore, inutile dire i motivi che mi hanno portato a non votare piu'...ma è mai possibile che nessuno si sia accordo del disastro economico/sociale che in questi anni hanno perpetrato la classe politica??...una vergogna...una felice notte,,Paolo
 
IsAbeAu13
IsAbeAu13 il 15/07/09 alle 23:18 via WEB
Io da studentessa di laurea specialistica in scienze filosofiche a Milano, non posso che essere d'accordo.. lo vedo fin troppo chi va avanti schiacciando gli altri, uno di questi è stato anche, malauguratamente il mio Relatore di Tesi, ed è incapace e indegno per il ruolo che gli è stato assegnato.. per mantenere lui, manderanno via un'altra assistente/ricercatrice della sua stessa età molto più competente, ma che ha la colpa di avere meno "agganci" e di essere più onesta.. Non ho parole..
 
 
AngeloQuaranta
AngeloQuaranta il 21/07/09 alle 05:59 via WEB
Alla faccia della meritocrazia, siamo quasi stanchi ... e comunque la colpa maggiore è " nel silenzio degli onesti "
 
makavelika
makavelika il 16/07/09 alle 09:20 via WEB
E' veramente un peccato leggere l'amarezza di questa stimabile ricercatrice. Tuttavia io mi sono sempre chiesta come possa convivere la necessita di incrementare i fondi destinati alla ricerca, premiando i progetti meritevoli senza pemettere che gli interessi delle aziende private (come accade negli Stati Uniti) monopolizzino le risorse quasi esclusivamente sulle ricerche con risvolti economici promettenti. E' vera libertà quella?
 
makavelika
makavelika il 16/07/09 alle 09:26 via WEB
Avevo scritto un commento ma essendo troppo lungo il refresh me l'ha cassato. In sintesi mi chiedevo se è meglio una ricerca mal sovvenzionata dallo Stato e condizionata da lobby di potere o quella apparentemente libera e abbondantemente finanziata da aziende che perseguono meramente fini economici.
 
AngeloQuaranta
AngeloQuaranta il 21/07/09 alle 06:03 via WEB
complimenti un bel tema, grazie per gli spunti e le riflessioni, saluti angelo
 
grandaniele
grandaniele il 25/07/09 alle 21:36 via WEB
Ciao Fulvia Visto che è un tema a me caro e inerente le tematiche che tratto nel mio blog ho riportato questo tuo utile intervento nel mio blog, ovviamente citando la fonte. Un saluto, Daniele
 
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