Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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Post n°227 pubblicato il 09 Luglio 2009 da claudiomoraldi
L’arberi ce ‘nsegnano
L’arberi crescheno piano ner vento pe pià la forma che l’artri vedranno. li rami se sviluppano avviluppandose come a di: “Hao ma proprio a me sto perenne dolore d’ avecce l’aria 'n faccia e sulle reni” ma ‘ntanto crescheno e la pianta piangendo, diventa forte e se sviluppa in un mischio de colori che la renne più bella. Ma ormai storta tra li rami 'er busto quasia a volè di: so viva!.... ho vissuto, so vecchia ma nun moro, pe adesso armeno poi…pazienza! io er tempo mio l’ho fatto! nun rimpiango gnente e me dispiace solo, da nun vede la gente, che se ferma 'n po qua sotto! me dispiace solo, da vive 'n un paese che e rattrappito, storto, sofferente. Come 'n arbero, assai più vecchio der quale sono io, ormai senza foje, che se secca alle radici, lentamente.
Claudio MORALDI |