Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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L’arberi ce ‘nsegnano
L’arberi crescheno piano
ner vento pe pià la forma
che l’artri vedranno.
li rami se sviluppano
avviluppandose come a di:
“Hao ma proprio a me sto perenne
dolore d’ avecce l’aria 'n faccia e sulle reni”
ma ‘ntanto crescheno e la pianta piangendo,
diventa forte e se sviluppa in
un mischio de colori
che la renne più bella.
Ma ormai storta tra li rami 'er busto
quasia a volè di: so viva!....
ho vissuto, so vecchia
ma nun moro, pe adesso armeno
poi…pazienza!
io er tempo mio l’ho fatto!
nun rimpiango gnente
e me dispiace solo, da nun vede
la gente, che se ferma 'n po qua sotto!
me dispiace solo, da vive 'n un paese
che e rattrappito, storto, sofferente.
Come 'n arbero, assai più vecchio
der quale sono io,
ormai senza foje, che se secca alle radici,
lentamente.
Claudio MORALDI