Creato da FlamineFurrinale il 12/01/2015

Così in terra

Cose di questo e dell'altro mondo

 

« I Conti... non tornanoUna ricostruzione: contr... »

Rispetto al Vangelo

Post n°5 pubblicato il 08 Febbraio 2015 da FlamineFurrinale

 

Un po' di anni or sono, quando decisi di iniziare ad approfondire la conoscenza di quel decisamente grande personaggio, conosciuto da tutti, dal nome di Gesù Cristo, capii molto presto che si sarebbe trattato di un'impresa non proprio facile.
Leggere di qualsiasi autore una sua opera equivale, praticamente, ad ascoltarlo dal vivo: riguardo a Cristo, l'opera più autorevole, almeno secondo la Chiesa Cattolica, è il Vangelo che però si presenta come una serie di racconti realizzati da uomini, suoi fedeli, animati dall'intento di farci conoscere il Maestro non secondo descrizioni storiche, cronologiche, di fatti accaduti, ma sulla base di rappresentazioni più o meno dettate dalla fantasia dei singoli, con riferimenti probabilmente sostanziali al significato di fatti realmente accaduti.

Tutto ciò, non casualmente, si riconduce al significato del termine “parabola”, il che, però, costringe ad un inevitabile lavoro d'interpretazione di pensieri provenienti, inoltre, da uomini che non conobbero (probabilmente neppure Giovanni) di persona Gesù.

Personalmente, mi ritengo fortunato per stare a vivere un periodo della storia del Cattolicesimo che mi ha permesso di cogliere una graduale, importante trasformazione, ancora in divenire, nel modo, per esempio, di raccontare la figura di Dio da parte degli attuali suoi ministri: un Dio che da adolescente avevo rifiutato perché lo immaginavo, lo sentivo diverso da come mi era stato presentato; più tardi l'ho ritrovato nella Chiesa proprio secondo la mia primordiale immagine.



Mc 1,29-39
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.


Nel brano del Vangelo ascoltato in questa domenica, ma come sempre, Gesù Cristo appare come un uomo deciso, risoluto, portato a difendere “a spada tratta”, i diritti dei più deboli, di coloro di cui non era conveniente interessarsi, la cui difesa non avrebbe portato alcun profitto, anzi.
Guarda caso, Marco, l'evangelista, parla di una donna, la suocera di Simone: le donne a quel tempo contavano meno di niente, inoltre la malattia era considerata un castigo divino, una lezione derivante da qualche mancanza, insomma, la prova schiacciante che quella persona era, a prescindere, in colpa, quindi anche da evitare. C'è da aggiungere che questo fatto consegue all'uscita di Gesù dalla sinagoga (vedi il precedente brano evangelico, nel quale si precisa che si svolge nella giornata di sabato), il giorno in cui si vietavano una miriade di attività, compreso visitare gli ammalati.
Il Maestro, nell'apprendere la notizia sulle condizioni della donna, si reca da lei senza un attimo di esitazione. Con quest'Uomo, la scala dei valori morali del tempo cambia radicalmente e, come fondamento imprescindibile, il valore di ogni singolo essere umano passa al primo posto, al di là di ogni distinzione di sesso, come di ceto sociale, di razza... e al di sopra di ogni regola.



Il messaggio è:
ciò che conta sono le regole degli uomini (pure sotto forma di regole divine), oppure il bene di ogni singolo essere umano?
Oggigiorno si avverte un grande bisogno di persone attaccate con fermezza alla vita ed al suo valore: dove sono coloro che esigono di anteporre ad ogni cosa il bene del proprio simile?
Quando una parola, una sola, non corrisponde a conseguenti fatti concreti dobbiamo subito iniziare a dubitare di colui che l'ha pronunciata.
Guardiamoci intorno, ascoltiamo, “separiamo i capri dalle pecore”, per il nostro bene e, ancor prima, per quello delle generazioni che ci succederanno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/furrinale/trackback.php?msg=13109230

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> Turismo Musicale su BLOGGO NOTES
Ricevuto in data 11/02/15 @ 10:38
Approfittando del fatto che ero a Udine per lavoro, ieri sera sono andato a Sesto al Reghena (PN)...

 
Commenti al Post:
bisou_fatal
bisou_fatal il 09/02/15 alle 17:10 via WEB
Non entro nel merito del tuo scritto...confessandomi perfettamente ignorante...ricordo solo che la mia professoressa di filosofia definì l'Immanuel come il primo comunista della storia...
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 09/02/15 alle 18:48 via WEB
Considerando la pura ideologia marxista, ritengo che si possa riscontrare una coerente attinenza.
Miracoli a parte. :))
Grazie Lu.
 
gaza64
gaza64 il 10/02/15 alle 19:14 via WEB
Gesù ha agito d'istinto senza tener conto del giorno o dell'identità di chi si è trovato a soccorrere attraverso la sua intercessione ma, più ancora, ha dato, attraverso il suo agire, un esempio.
E l'esempio è sempre manifestazione di coerenza tra il pensare e l'agire, tra il sentire e il dimostrare, tra l'esserci solo per se stessi e il non esserci per gli altri.
Le regole che gli uomini hanno stabilito hanno la caratteristica fondamentale di poter essere modificate: nulla è per sempre, nemmeno la presunzione della perfezione: sempre perfezionabile:)
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 10/02/15 alle 21:06 via WEB
Nella sinagoga veniva predicato un dio tiranno, esigente di sacrifici, col dito costantemente puntato, irascibile, padrone; un dio da rispettare esclusivamente per il timore delle sue ritorsioni, per il terrore delle sue condanne. Insomma, un despota nei cieli così come sulla terra, tutto in funzione di un tornaconto.
Sottoscrivo il tuo pensiero, cara Gabri.
Aggiungo ritenendo che la scelta di mettere la propria vita al servizio del prossimo, nei termini indicati da Cristo, appaia talmente nobile da risultare praticamente inossidabile rispetto a ogni altra regolamentazione, nei secoli dei secoli. :)
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 10/02/15 alle 21:03 via WEB
Il sentimento di solidarietà che accomuna le persone si accende maggiormente per far fronte al bisogno o per tener testa ad un nemico comune.
Chi vive di religione si attiva proprio in questi frangenti per racimolare un po' di credibilità... e qualche spicciolo.
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 10/02/15 alle 21:42 via WEB
Ti ringrazio, Alfredo, perché questa tua interpretazione mi dà modo di sottolineare che quel dio raccontato nelle sinagoghe e "scomunicato" da Cristo ha continuato a sopravvivere, sotto mentite spoglie, anche nelle chiese cristiane e fra moltissimi loro "adepti", fino a giungere ai giorni nostri.
Nonostante ciò, la Chiesa, nella sua storia, ha potuto conoscere ed essere rappresentata da autorevoli personalità che hanno saputo mantenere alta, e pregna di significato, la fiducia nell'uomo e nella sua capacità di sapere distinguere il male dal bene, i mercanti di morte dai dispensatori di vita.
 
   
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 11/02/15 alle 23:19 via WEB
Il fatto è che non sapremo mai cosa sia effettivamente la morte finché non ne faremo direttamente l'esperienza.
Cioè, ammettiamo che questa vita sia una specie di galera da cui si esce solo morendo, condanneresti ancora i mercanti di morte?
Del resto anche l'atto di nascere è altrettanto doloroso e traumatico, già fin dal concepimento per un solo spermatozoo che ce la fa, ne vengono sacrificati miliardi, di miliardi, di miliardi...
E poi alla nascita, il feto che viene catapultato fuori non si sente di morire?
E quando gli tagliano il cordone ombelicale, non si sente forse soffocare?
Non pensi che il feto, nel momento in cui si sente "spinto fuori" a forza, possa nutrire un sentimento di condanna verso sua madre?
 
     
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 13/02/15 alle 18:19 via WEB
Parlando specificamente di morte fisica, certamente mi trovi d'accordo, ma io non mi riferivo esclusivamente a quel concetto.
Il fatto è che io non riesco a considerare questa vita una sorta di galera, tanto che la mia non la vivo da questa prospettiva, non mi sento un galeotto, piuttosto, semmai, un esploratore.
Il dolore è una componente della vita che si alterna, per fortuna, anche alla gioia, mentre il parto probabilmente rappresenta la prima grande prova della nostra esistenza originata nel grembo materno; poi, se per uno spermatozoo sopravvissuto ne soccombono milioni di altri, pazienza, non mi sento di considerare un gamete un essere vivente, piuttosto una semplice cellula come tante altre che il nostro corpo ricambia periodicamente.
La nascita di un essere umano la ritengo il risultato di un evento che ha ancora oggi del miracoloso, tanto che la scienza è ancora ben lungi dall'essere in grado di spiegarci come possano due mezze cellule che s'incontrano dare vita ad un nuovo individuo.
Non riesco ad essere d'accordo sul valore e sull'interpretazione che dai all'atto della nascita: non saprei dire quanta sofferenza questo possa procurare al nascituro - dato che non conservo alcun ricordo di quella mia esperienza - ma potrebbe essere anche relativamente poca considerando il fatto che, dopo qualche vagito utile a fare partire la nuova respirazione, il neonato si calma subito appena riposto sul seno della madre, ragione per cui, credo, a torto condannerebbe sua madre che, in fondo, sottostà pure lei alle comuni leggi naturali.
Le tue “provocazioni” sono sempre particolarmente intriganti.
Grazie. :)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 5
 

ULTIME VISITE AL BLOG

FlamineFurrinalegaza64cassetta2surfinia60ormaliberaalf.cosmosRavvedutiIn2acquasalata111amore_nelcuore1sols.kjaerandrew_mehrtensDivina_azionePRONTALFREDOlucaclaudiaa
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963