Creato da FlamineFurrinale il 12/01/2015

Così in terra

Cose di questo e dell'altro mondo

 

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La nostra società in due parole: "Gli altri"

Post n°8 pubblicato il 25 Marzo 2015 da FlamineFurrinale

 



Cosa sta a significare il titolo?
Che siamo messi male, molto male...
Indubbiamente non ne siamo sufficientemente coscienti.
E, senza dubbio, per tutto questo qualcuno gongola: vogliamo scommettere?




(Il presente video è un sunto, del video originale indicato più sotto, da me realizzato
e liberamente commentato con sovraimpressioni
).






Il video originale a questo link -
https://www.youtube.com/watch?v=kk6DaYt_e1M


Serve una conferma all'affermazione che siamo messi male? Eccola.
In fila, come soldatini, le generazioni che dovrebbero costituire il futuro della nostra società, protesterebbero e forse spaccherebbero qualche vetrina se si trattasse di aspettare fuori di un ufficio postale, mentre là, i più "bravi", si sono appostati davanti al negozio, col sacco a pelo, due giorni e due notti prima: i meritati onori della folla sono tutti per loro che un giorno potranno dire (con tanto di testimonianza video) "io c'ero e sono stato il primo!".

http://www.lastampa.it/2012/10/14/multimedia/cronaca/torino-code-per-l-apple-store-piu-grande-d-italia-XaGuGIsvZIvucXqQjbGpXL/pagina.html

 

 

 


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Commenti al Post:
fraeduardo
fraeduardo il 27/03/15 alle 12:48 via WEB
La locomotiva della modernità è impazzita. Nessuno sa dove va ma tutti sappiamo che il carburante siamo noi stessi. Il video descrive in modo sintetico, efficace e convincente le caratteristiche della postmodernità. La frantumazioni di tutte le relazioni e la perdita continua dei parametri che costituivano il tessuto coagulante della società. Siamo rotolati dal centro verso una X sconosciuta - come diceva saggiamente Nietzsche. Oggi, sotto il primato della ragione calcolante e dunque quantitativa a detrimento della ragione pensante e qualitativa, il mondo, e noi in esso, non è altro che una miniera a depredare; sotto il primato di una libertà sempre più assiogenica a detrimento della responsabilità, l’io si pone come sacro e tutto il resto, incluso gli altri, è un’appendice. Sotto il primato dei diritti a detrimenti degli obblighi (in Italia tutti hanno diritto, l’unico che ha obblighi è il tizio che lavora dietro lo sportello) l’io si costituisce come autoreferenziale e tutto ciò che questiona il suo primato è subito squalificato in mille modi o considerato come assurdo, irrilevante. Rispetto al denaro Marx è stato un profeta. La nonna era convinta che il denaro era un mezzo per comprare il pane, il latte e così via. Ma quando il denaro, universalmente si trasforma nell’unico mezzo per acquistare altre cose, ecco che non è più un mezzo ma il fine ultimo al quale, senza pietà alcuna, si sacrificano tutte le altre cose, incluso la propria famiglia, gli altri, paesi, continenti…L’argomento della felicità è un tema che richiederebbe una lunga riflessione. Una cosa è vera: l’avere – di cui non si può mai prescindere (nemmeno san Francesco poteva prescindere dalle cose) – non si identifica con l’essere, come buona parte della modernità ha insegnato e i mass media mettono a fuoco con “i consigli per gli acquisti”. Oggi sembra che nemmeno l’avere conta, bensì l’apparire. Il sociologo polacco ha dedicato molto tempo a riflettere sulla felicità In una modernità sempre più liquida pure questo concetto è finito per sbiadirsi totalmente. Ma non mi voglio dilungare troppo, altrimenti il commento si fa pesante e pure noioso. Sottolineo soltanto che, in una società come la nostra, multiculturale, multietnica, multireligiosa e moralmente policentrica, l’incontro con l’altro in quanto tale, la capacità di articolarsi con le differenze, sono oggi essenziali. Non so se i rapporti ci faranno felici (su quest'argomento nemmeno il Padre eterno può dirci nulla) ma sembra che è l’unica via per non perdere il “volto umano”. Il video e i commenti che lo accompagnano sono veramente illuminanti. Complimenti! Pace e bene
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 29/03/15 alle 20:56 via WEB
Quando mi trovo a ragionare su questioni complesse come questa mi pongo sempre il problema di identificare l'eventuale presenza di “attori” che svolgono il loro ruolo, la loro parte, senza comparire sulla scena, diciamo, del “film” in questione; nei post precedenti di frequente faccio riferimento a cosiddette forze occulte che agiscono indirettamente sull'ambito sociale e politico del nostro paese e in quelli come il nostro, e un po' in tutto il pianeta.
Non considerare queste forze sarebbe come pensare di occuparci esclusivamente della quantità e qualità dell'acqua che possiamo versare all'interno di un secchio mentre qualcuno si prodiga nel creare sempre nuovi buchi sul fondo: in questa ipotesi risulta evidente e di primaria importanza spostare tutte le energie umane a disposizione non solo per tappare i buchi ma ancor prima per fermare la mano di chi li crea, pena la progressiva disintegrazione dell'attendibilità, della fiducia riponibile su qualsivoglia soluzione prospettata, per alimentare il secchio, che si rivelerebbe inevitabilmente inefficace.
Il denaro, come sottintende giustamente anche lei, funge da specchio per le allodole in quanto soluzione ad ogni problema almeno materiale, che però, nella misura in cui ci viene proposta, costituisce un inevitabile generatore di discriminazioni che accontenta alcuni a sfavore di moltissimi altri: la misura di questo squilibrio ce lo indica la seguente, risaputa, disequazione: 80% di ricchezza economica del pianeta in mano al 20% delle persone che lo abitano. Ulteriore e più grande paradosso contenuto in tale già paradossale diseguaglianza sta nel fatto che alcuni dei più ricchi, fra coloro che rientrano in quel 20%, sarebbero deputati a trovare e a fare applicare concretamente le condizioni per avviare un processo sociale in grado di diminuire drasticamente se non eliminare tali disparità che vedono – è utile sempre sottolinearlo – centinaia di milioni di persone costrette a vivere con un euro o due al giorno.
Uso un'espressione paradossale, diciamo pure un ossimoro che virgoletto: se la situazione esposta non “nasconde un'evidente” truffa credo ci sia poco da fare, né da ragionare.
Grazie, fra Eduardo, per le sue sempre interessanti riflessioni.
 
   
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 01/04/15 alle 08:34 via WEB
Non ho visto il video per cui mi limito a replicare su questo tuo commento sulla lamentata distribuzione della ricchezza, che io trovo invece assolutamente "naturale", anche se ritenuta ingiusta (forse perché dolorosa).
Supponiamo, per assurdo, che ciascun abitante del pianeta possa avere, diciamo, 1000 euro al mese, a prescindere dall'età, dal sesso dal ruolo e dall'attività più o meno svolta. Cioè, ipotizziamo un'appiattimento totale, ma matematicamente esatto, sulla ripartizione della ricchezza.
In tal caso, chi volesse prendere l'iniziativa di costruire, per esempio, un ponte su un grande fiume, cosa dovrebbe fare per racimolare i soldi necessari? Una colletta?
Se osservi il creato, anche il Sole racchiude (ingiustamente) in sé quasi tutta l'energia disponibile, mentre ai pianeti che gli ruotano intorno non resta che poca luce riflessa. Pensa che bello, invece, se tutti gli astri del nostro sistema solare diventassero stelle più piccole del sole, ma tutte di uguale intensità...
 
     
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 02/04/15 alle 18:14 via WEB
Carissimo Alfredo, per rispondere direttamente alla tua osservazione, io immagino un mondo in cui tutti i suoi abitanti possano accedere a tutti i beni di prima necessità al punto di potere vivere una vita dignitosa, senza troppe discriminazioni e senza tanti sprechi.
Alla costruzione delle infrastrutture pubbliche ci penserebbe lo Stato che all'occorrenza avrebbe a disposizione tutto il denaro che potrebbe servire, comportandosi esattamente come fanno la Bce, la Fed che, quando lo decidono, riempiono i mercati finanziari e le banche private con fiumi di denaro che non si sa da dove provenga: su questo giochino dovremmo tutti riflettere molto di più perché proprio in questa operazione di "prestidigitazione" - come dice il mago Silvan - ci sta la risposta a queste domande.
Quindi, per venire al Sole ed ai pianeti, sono le giuste distanze ed il rispetto dei singoli ruoli che permettono la vita all'interno di un sistema solare, altrimenti sterile e sterilizzante.
Galilei disse:"Eppur si muove". Non sarà proprio solo questione di prospettive?
 
     
RavvedutiIn2
RavvedutiIn2 il 10/05/15 alle 15:33 via WEB
Classica esposizione seguendo la classica tiritera di destra , ma per dire meglio , classista . Se tutti fossero uguali , ecc ecc ... L'iniziativa individuale ecc ecc ... insomma con certe menti , con tutto il rispetto verso chi una mente ce l'ha , non c'è nulla da fare ... o da dire . Sentire , leggere , che la disparità è giusta e naturale , richiama alla mente le antiche ma mai trascorse teorie razziali , che fanno il verso alle teorie razziste , secondo cui è normale che ci sia chi schiatta , chi serve ... e chi viene servito . Incredibile la quantità di fesserie all'interno di un commento come quello sopra . Ma su Libero ( e non solo ) se ne sentono anche di peggio . Sorridiamo :-)
 
gaza64
gaza64 il 28/03/15 alle 10:47 via WEB
Ho ascoltato con estremo interesse il video che hai proposto e letto le tue didascaliche considerazioni avendo, ancora una volta, la conferma di una sensazione nota.
La domanda che più frequentemente mi pongo, pensando al grado di felicità umana, è quella che riguarda coloro che, tanto sistematicamente, hanno prodotto e perpetrano tutto questo: "Possono affermare, loro, di essere felici?".
Non credo, e mi rifiuto categoricamente di credere che il sistema disumano nel quale tutti ci troviamo a vivere, possa almeno soddisfare coloro che lo hanno determinato.
E non comprendo come tutto questo possa continuare senza che si ravvisi il desiderio di apportare un minimo cambiamento: un cambio di rotta e l'avvio di una nuova era, un ravvedimento che, seppur lento, possa far risalire la china di un benessere non certo materiale, ma soprattutto etico e spirituale.
Buona giornata, Flamine...
 
 
FlamineFurrinale
FlamineFurrinale il 29/03/15 alle 21:45 via WEB
Mi sento di dire, cara Gabriella, in virtù del tempo che lega la nostra amicizia e reciproca conoscenza, di non sorprendermi nel trovarti preoccupata di comprendere lo stato d'animo di coloro, in quanto esseri umani, che si contraddistinguono per azioni contro l'umanità, secondo la sensibilità che so appartenerti: personalmente, mi sorge d'istinto saltare a piè pari questa preoccupazione pure non considerandolo necessariamente un atto di particolare intelligenza.
Nel mio intimo ritengo che il desiderio del cambiamento cui tu alludi sia presente da tempo nell'intimo di moltissime persone che, presto o tardi – spero non troppo tardi – troverà, nel coagularsi, la massa critica sufficiente per sfociare, penso, in una deflagrazione della coscienza collettiva che a quel punto non potrà più essere contenuta e controllata, capace, in quel momento, di dare il via ad una nuova era proprio sotto il profilo etico e spirituale.
Sempre grazie per la tua sentita partecipazione... :)
 
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