Oceano Mare
Rischiamo scendendo a profondità tali da non essere colpiti dalle bombeBianche e lucenti le divise correvano veloci sui cavalli che sfidavano le nevi pesanti deposte nella foresta dei tempi nuovi.
Quel che restava dell'esercito imperiale ritrovava le sue insegne lucenti e l'orgoglio del suo popolo attraversando i luoghi devastati dalle maledette orde traditrici.
Corre veloce il pensiero ad Adrianopoli...
Traditori, traditori, traditori di chi si fida.
Maledetti noi che ci fidammo della stirpe longobarda.
A tradimento si volsero contro di noi, nel silenzio tessero la loro insidia, per molto tempo. E poi colpirono, senza avvertimenti. Eri fratello ieri, ora sei nemico.
Vidi le nostre gloriose insegne finire nella polvere, vidi fuggire i miei uomini in preda al terrore, li vidi morire colpiti subdolamente.
Mai tanto sangue fu versato su campo di battaglia, mai sì grave sconfitta pesò sul nostro nome antico e carico di onore, di civiltà e di rispetto.
Ma non finimmo. Fummo gettati nella polvere dai traditori. Ci rialzammo con quel poco di vivo che c'era in noi. Vinsero i nostri corpi ma la loro barbarie sanguinaria non vinse i nostri animi.
Noi li avevamo innalzati,
Noi li avevamo accolti tra noi,
Noi avevamo donato loro il sole,
Essi scelsero loro stessi,
Le loro leggi di sangue e vendetta,
La loro inciviltà interiore.
Si risveglia l'antico cuore dell'Etruria, si desta dal suo lungo sonno la lupa antica eterna custode del nostro onore, del nostro sangue più autentico.
Eravamo pochi, ma c'era qualcosa di lucente in noi.
C'era l'orgoglio dei giusti, di coloro che non avevano gettato nel fango il loro onore.
Si, siamo noi quelli che hanno creduto in quell'ideale, senza dubitare.
Siamo stati traditi e molti di noi riposano nella terra fonda.
Ma la gloria tornerà.
Correvano le nostre truppe tra i villaggi desolati e profanati dal tradimento dell'incurante nemico.
Ovunque le braccia dei sopravvissuti si alzavano al loro passaggio.
Loro la speranza, loro il domani dell'Impero.
Tirammo fuori la nostra anima tradita, lucidammo le nostre spade e indossammo divise.
Non passerai oltre, incivile nemico.
Troveremo la forza e sarai ricacciato donde sei venuto.
Nulla eri, nulla sarai.
Cade la neve pesante sui basoli. Sfumano lontane le miglia tra le contorte braccia della foresta d'Inverno.
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Sei qualcosa che si avvicina al male assoluto per me. Il tuo potere di seduzione non passa. Posso provare a cambiare mille divise, andare in qualunque luogo...tu resti dentro di me perchè io sono stato profondamente te.
C'è qualcosa di profondamente "male" in tutto ciò e in questo risiede il suo potere sconfinato sulla mia mente, sui miei sogni, sulla mia vita di oggi, sulle persone che mi trov di fronte. Come uno che si traveste, come uno che cerca in tutti i modi di cambiare identità, bandiera...ANIMA.
Seguirti è stato fanatismo, pazzia pura, amore folle. Tu sei l'ambivalenza, il doppio.
Tu sei stata il male per me.
Eppure come fare a meno di te?
Nascondo la bandiera e la divisa che sei stata nel posto più dimenticato e profondo che ho.
Nemmeno lì riesco a non vederlo, sei follia, la tua, e poi la mia, che mi hai dato.
Un'idea pericolosa ti fa perdere la ragione.
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Guidavo tornando a casa, stanotte. Il mio viaggio era iniziato sotto casa di Vicki, a Monte Mario. Mi era rimasta fortemente impressa la paura che mi aveva trasmesso. Paura di amare, di vivere. I suoi muti silenzi che chiedevano che stessi fuori, fuori dai suoi angoli più profondi. Perchè? Perchè aveva paura.
Chi era lei? Non lo so.
Non sono più certo di niente, di nessun affetto, nulla. Vedevo Lisa nella mia mente, vedevo la mia vita di prima. Il presente non ha un grande senso. Sto con una persona che fa l'amore con me considerandomi poco più di un estraneo; una persona che tiene ben chiusa la parte più vera di sè.
Ma chi sei?
Cosa ti fa pensare che io debba star qui a cercare di capire chi sei, cosa ti fa pensare che io debba convivere con la tua paura?
Ho visto andar via la persona che mi faceva, nonostante tutto, sentire vivo.
Non ho più niente da perdere, nemmeno te che ami tenere ben stretta i tuoi segreti.
Tienteli stretti, così avrai di certo una buona parte da figurante nella mia vita.
Ognuno libero delle proprie scelte.
Scorrevano le lacrime insieme ai kilometri sotto di me. Scorreva la tangenziale, senza fretta. Seguiva la 206 il suo percorso, lenta e regolare, come da un pilota automatico.
Tutto questo non ha senso.
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Un mese da quel pomeriggio. Molto di più il tempo dell'incertezza e del dolore. Dal 16, nella mia mente, è forse passato un solo minuto. Lisa assente, lontana, drammaticamente necessaria. Assenza soffocante la sua, che sa di pesantezza. Non c'è più nulla di leggero e vivibile in tutto ciò.
Il mio risveglio da zombie è iniziato alle 6.15. Sempre un incubo, sempre lei. Tutto il resto lontano, inutile.
Salivo in ascensore, stasera. Un bambino mi chiede il piano. Gli dico alto, settimo. Lui risponde "voglio salire più in alto, infinito".
Mi ha lasciato sorridere, a bocca aperta.
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La stessa sensazione, identica...
http://blog.libero.it/nebbiagialla/commenti.php?msgid=2151993&id=51568#comments
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Ed ecco tornare la dura realtà, dentro e sopra di me. La fatina, la bambina, che poi si chiama Vicki, ha il suo orco. Un padre siciliano che, a 25 anni, non le permette di dormire fuori casa.
Cosa significa? Fine di una vita di coppia normale che avevo sognato, immaginato con lei. Fine della possibilità di uscire facilmente dall'incubo: Lisa. Ragazzi sapete...non riesco nemmeno più a piangere...sento solo un male dentro, sordo.
Ancora mia madre perde capelli, l'ennesima chemio per tenerla con me, in vita.
Ragazzi è dura, trema il sottomarino per i tanti siluri che ci scoppiano tanto, troppo vicino.
Non voglio fare male a nessuno. Voglio solo riuscire a sopravvivere oltre tutto questo dolore.
I miei giorni senza Lisa sono vuoti e tristi...ogni dolore mi colpisce molto più profondamente, è difficilissimo ogni attimo di più.
Non vorrei coinvolgere Vicki in tutto questo ma mi serve un modo per sopravvivere, oltre lo Xanax e le mie paure. Le voglio già bene, lo sento. E' più difficile per questo. Perchè va in contrasto col soffocante amore per Lisa che non vuole morire dentro di me...semmai vuole morire con me.
La tua assenza mi uccide, fa malissimo.
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Il piccolo bacio della fata, senza nobiltà nè antica storia, da un luogo inatteso, cadde nella terra arsa dalla guerra e dall'odio.
Il bacio della fata prese i primi frantumi dell'uomo di domani e li mise assieme.
Il nemico coi suoi fendenti ti tagliò nel sangue con la sua inimica disistima e sfiducia.
Una bambina nel cuore ti diede un attimo di pace e amnesia.
Non avrete pace Greci empi, gli dei vi disprezzano, il male che avete fatto ricade sui vostri destini.
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Barbari della Colchide
I vapori s'alzano nell'ombra
Il cavallo di Troia è ciucco
Come il mio ciuffo
Il cavallo di Troia è ciucco
Come il mio ciuffo
Fai scialo diletto mio delle tue cosce
Fai scialo amante mia delle tue braccia
Il vino scorra a sangue nei crateri
Noi gusteremo il giorno un giorno ancora
Brucia Troia Brucia Troia Troia brucia Troia brucia Brucia Troia Brucia Troia Troia brucia Troia brucia
Come io brucio per te...
Per gli anni tuoi abbracciati nell'assedio
Per i giardini tuoi favi di miele
I denti mordano la terra nera
Noi gusteremo il giorno
Un giorno ancora
Brucia Troia Brucia Troia Troia brucia Troia brucia Brucia Troia Brucia Troia Troia brucia
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"Ho dormito tra sterpi, ho avuto visioni, sono stato abbandonato e mi sono abbandonato e ho trovato parole più grandi di me, che risuonano nell'antichità. Parole che mi hanno fatto sentire polvere nel cammino della pietra...non tornerò più a casa."
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Domeniche infinite.
Epifania, oggi...un tempo dilatato, sempre uguale a se stesso. Stessa sensazione, noi qui ad attendere nel sottomarino. Consueto risveglio, dopo un sonno di 5 ore scarse. Ancora lei, ancora Lisa in ogni angolo del mio inconscio, della mia mente.
Perderla: tra le cose più orribili della mia vita. La vita civile ha collassato su se stessa, tutto è diventato guerra, inquietudine, lontananza, soffocamento. Submarine, si.
Cielo grigio piombo su di me, su Roma. Tutto chiuso, silenzio.
Volti di ragazze scorrono nella mia mente, quelle conosciute finora, tentativi di fuga da lei. Ora non c'è niente, solo me e il deserto.
Profonda solitudine dentro, senso di sconfitta, ancora.
Voglia di non stare in compagnia di me, voglia di distrarsi, fuggire, avere ARIA. Vedo solo paratie di sottomarino, grigio scuro metallo.
Era la mia aria, la mia luce, non lo sapevo io, non lo sapeva lei. Se n'è andata forse per egoismo, forse per incapacità di spendersi, non importa.
Infinitamente mi manca, infinita assenza.
Cerco te negli altri volti, negli altri cuori. Cerco qualcosa che ci faccia uscire tutti vivi da qui, da questo posto in fondo al mare. Non importa cosa, spero che arrivi e che arrivi presto. Siamo con poca aria, poca acqua e poco cibo. Ci serve un porto qualsiasi, dove non ci sparino.
Questa COSA sarà tra le più brutte della mia vita, tra le più dolorose, insieme e a fianco il cancro di mia madre.
Lisa mi ha distrutto la vita, ora e non so se la dimenticherò mai. Illusione di avere il suo amore, per davvero e per sempre.
Mayday SOS
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Scorre un altro giorno. Scorrono immagini di nuove donne che incontro sul mio cammino. Inconsistenza ed evanescenza. Lisa non è più qui, ho il dovere di scendere, sempre più giù, dove il mare è scuro, come fa un sottomarino in pericolo. Oltre le possibilità del mezzo, oltre il rischio, la pressione dell'oceano, per fare qualcosa per cui non ero stato pensato. Pensarti nemica, lontana. Eri magnifica per me, ora sei un passato che mi insegue e mi vuole affondare. L'incredibile è accaduto.
Trasmettiamo da indicibile profondità, speriamo che l'aria non manchi e la pressione non ci schiacci. Il sogno è emergere, tornare a vedere il sole dalla torretta di questo sottomarino e navigare sotto un cielo amico.
Hai tentato di silurarmi, contava solo la tua serenità, il tuo equilibrio egoistico.
Non importa, è il destino. Per noi ora, oceano mare.
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Un'altra mattina.
Mi risveglio alle 8, scarse...
Dormivo dalle 2.30 circa.
Il risveglio ha sempre lo stesso nome, Lisa.
Non potevo parlarle al telefono, nel sogno. Qualcuno, una voce maschile, mi diceva che non era il caso, non era possibile. Il suo cellulare: muto.
Inevitabilmente si sono aperti i miei occhi. Paura, voglia di scappare da quell'idea.
Mi risveglio in una realtà che sperimenta la sua assenza dal 16 dicembre dell'anno appena trascorso, il 2006.
Da prima, dal momento della sua confusione, primo dicembre 2006, io sperimento il viaggio nella sua assenza ogni volta che chiudo occhio.
Farmaci inutili.
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Pioggia nel vento,
scuro fendente di aria nera, volando, retto dai miei eterei fili lanciati a catturare un ignoto verticale reggentemi su tre punte o qualcosa di meno...
Solitudine aerea sopra la città illuminata senza eroi,
impressa eterna nelle terre cuociute intostate dagli uomini,
scopro la maledetta assenza, nonostante il ventilante notturno che impera, nonostante il mondo passante veloce tra le mie dita.
Andare oltre, ancora.
E baci di sogni lanciati oltre le vite reali degli uomini, dove dietro i sette innumerabili colli torneranno a volare, oltre ogni dove, fino a dove il pensiero saprà andare.
Verticale sogno di te, assenza di gravità,
pinnacolo di mondo inverso, vai oltre ogni spaziotempo
lasciando questi limiti incatenanti di distanze, di non detto, di sovrainteso.
Unoduetrequattropiùveloce...ancora...piùveloceforzanonmollare_no
nonmollerai_forza_ora_dai_ora_nopaura...oltreterrasù_sù_sù_in velocità_capovolto su te stesso e tetti della città_l'ordinariofiniscequi.
Il passo dell'eroe -spaventevole- solca deciso le zolle della notte.
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"C'erano momenti, mentre camminavamo nei campi, mentre lavoravamo cogli accessori dei magnetometri, che la osservavo. La sua gioia interiore traspariva. L'avranno vista anche gli altri? O era una qualsiasi per loro?
Il suo ragazzo, quello che la conosce da tanto tempo...
Lo sa?
Lo sa quanto è bello camminare sotto la pioggia con lei, torri antiche, Toscana spettatrice di gioia inattesa...
Lo sa quanto sa sorridere, se ne sei capace...
Migliaia di destini passati di lì, tante storie quotidiane.
Pioggia di gioia, ancora oggi, nella mente".
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"Giorno dopo giorno imparai a desiderare il suo sguardo, diverso da tutto il resto. Non ci crederai ma aveva l'anima. Osservava gli oggetti in modo nuovo e inusueto. Forse inizi a vederla anche tu. Il sorriso era spontaneo, esplosivo, effusivo. Il compagno non si rendeva conto del prodigio. Forse era immune, forse non era il suo posto. Scoprii i suoi silenzi improvvisi, surreali. Portava con sè dei misteri. Ma ognuno ha il suo presidio da tenere, la sua divisa, le sue bandiere.Le avevo io, le aveva lei. L'inesprimibile ben presto ebbe la meglio e il nostro dire non potè più seguire l'essere".
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'Dopo quel fatto salii sulla mia macchina, lei e il mio compagno avanti, li seguivo. Un senso di disillusione si faceva strada, non so da dove e per dove. Era scuro, già faceva freddo, i miei fari luminavano la carregiabile. Il compagno spingeva, era di casa lì. Giungemmo a una casa di campagna, un'isola scura nella notte. Il posto era non troppo ospitale, come una casa di campagna che necessitasse di uomini che la abitassero. Lei avrebbe dormito nella mia stanza. Si, proprio così'.
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Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 16:33
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 14:50
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 14:50
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 14:28
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 14:11