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« L'angelo guardianoI due angeli »

L'angelo del faro

Post n°20 pubblicato il 20 Dicembre 2009 da gesabel1

C'erano tre isole allineate sul mare e attorno, per miglia e miglia, solo acqua. Una era ricoperta di boschi, l'altra era scura di lava, la terza era bianca di schiuma. Dall' alto, la prima sembrava una foglia caduta sull' acqua, la seconda un pesce squamoso; la terza non si vedeva, perché era appena uno scoglio. Nell'isola verde c'erano campi e case, nell'isola scura un villaggio di pescatori; nella terza c'era solo un faro. S'accendeva alle luci del tramonto, ed era la prima stella della notte, oppure quando il mare si copriva di nuvole o di nebbia, ed era l'occhio luminoso che scrutava il pericolo. I marinai che passavano allargo lo vedevano e se ne sentivano consolati. Tutti sapevano del faro e del vecchio guardiano che lo custodiva.

Era lì da tanti anni, che ne aveva perso il conto: era arrivato giovane e ora i suoi capelli erano del colore della schiuma, gli occhi erano fessure grigie e la pelle sembrava un campo secco, solcato dalle rughe. Nessuno conosceva il mare meglio di lui. All' alba calava la rete e parlava con i gabbiani; al tramonto saliva sulla torre e accendeva il faro. Così da sempre, con il sole e con la pioggia, nei giorni di calma e in mezzo alla tempesta. Aveva visto passare tante barche, alcune sparire tra le onde, altre lottare con il mare infuriato che se le voleva ingoiare; e la luce del faro le aveva salvate. Ma ormai il vecchio guardiano era stanco, voleva solo riposare: sognava un prato verde, degli alberi e una poltrona a dondolo; aspettava l'arrivo dell' angelo, ma l'angelo tardava. E finalmente l'angelo arrivò. - Sono venuto a prenderti, - gli disse. - Ce ne hai messo di tempo! L'angelo sorrise. - Nessuno ha tanta fretta! Ma ora preparati, la strada che dobbiamo fare è lunga. Lui mise le sue cose, il berretto, la pipa e una scorta di tabacco, in una piccola borsa, mentre l'angelo, in silenzio, lo guardava. Per la verità non sembrava un angelo, piuttosto un viaggiatore un poco stanco.

Aveva le scarpe impolverate e una valigia in mano. - E le ali? - chiese il vecchio. - Le ho nella valigia, ora non servono, dobbiamo camminare. - Mi piacerebbe un posto con del verde, - disse il vecchio. - Un prato con degli alberi da frutto, ho visto troppa acqua. L'angelo si guardò attorno. - Hai ragione, credo che sarai accontentato -. Era simpatico. Quando il vecchio fu pronto, si misero in cammino: una strada lunga, che saliva in alto. Una fatica. Però la vista era bella. Si vedevano l'isola verde e l'isola di lava e uno sbuffo di schiuma dov' era il faro. In quel momento lui si ricordò che non l'aveva acceso: per la fretta di partire se n'era dimenticato. - Il mare è liscio come l'olio, - disse tra sé e sé. - Speriamo che si mantenga -. Perché aveva visto all'orizzonte una nuvola strana. - Ormai non ti riguarda, - rispose l'angelo. Salirono ancora e il mare intanto cambiava di colore. Dal verde al grigio piombo, come le nuvole che gli correvano sopra. Il vecchio guardò in basso e vide una barchetta. - Si prepara burrasca e il faro è spento, - rifletté a voce alta. - Ormai non ti riguarda, - rispose ancora l'angelo. La barca sussultava fra le onde. - Finiranno tutti sugli scogli, - disse il vecchio. - Fammi tornare indietro ad accendere il faro! L'angelo scosse la testa. - Non puoi tornare indietro, ormai sei morto. Il vecchio guardò in basso di nuovo, verso l'isola rocciosa, e vide il villaggio dei pescatori e un gruppo di donne e di bambini, sulla costa, che scrutava il mare. Si sentì angosciato. - Prestami le tue ali! Un momento solo, per arrivare al faro! L'angelo sorrise: - Non è cosa per te, solo gli angeli volano. - Allora vacci tu! - supplicò il vecchio. - Non sono qui per accendere i fari, ma per accompagnarti, - disse l'angelo, un poco risentito. Il mare ora era tutto nero e la barca si perdeva tra le onde.- Gli scogli sono vicini, - mormorò il vecchio con disperazione. - Se non li aiuti tu, sono perduti. L'angelo guardò in basso e sospirò: - Tutte le volte è cosi, dimenticano sempre qualcosa! Tolse dalla valigia due grandi ali bianche, le indossò, le dispiegò come due vele: - Tu continua a salire, - disse al vecchio e si lanciò.

Il vecchio vide una scia di luce che cadeva sul mare e, pieno di sollievo, riprese la salita. Senza l'angelo accanto si sentiva sfinito, ma seguitò il cammino. E finalmente trovò un prato verde, degli alberi e una poltrona a dondolo, che sembrava aspettarlo. Capì allora di essere arrivato. Con un sospiro si sedette e guardò giù: il faro brillava, sul mare scuro, e la barca navigava lontana dagli scogli, ormai salva. Il vecchio accese la pipa e tirò una gran boccata: proprio un bel posto quello! Prese il berretto, se lo calcò in testa e ricominciò, da lassù, a fare quello che aveva sempre fatto, il guardiano del faro. E l'angelo? Quando lo vide sistemato, ripiegò le ali, le ripose in valigia e si rimise in cammino.

 
 
 
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