dashuroj

Post N° 104

Tappa n. 4: viaggio per BORACAY

Da Cebù prendiamo l' aereo direzione Kalibo. Tanto per cambiare, oltre a pagare le solite tasse di imbarco,  l' aereo ritarda di quasi due ore la partenza, ma gli stessi filippini dicono di non prendercela più di tanto, per loro è una cosa normalissima.
Per i voli interni ci siamo sempre serviti della compagnia aerea "Cebù Pacific", la più importante dopo quella di bandiera Air Filippines. Devo dire che gli aerei erano nuovi e confortevoli anche se ti volevano appioppare cianfrusaglie varie da comperare durante i voli: il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Arriviamo a destinazione dopo 45 minuti di volo e dovevamo trovare un mezzo per arrivare a Caticlan per poi imbarcarci. Ero preoccupato anche se mi avevano detto che problemi di spostamenti non li avrei trovati. Mi informo e dopo i primi prezzi astronomici che mi avevano sparato e che ho rifiutato, eravamo rassegnati a prendere il pullman; in pratica i pullman di linea sarebbero veicoli che in Italia circolavano 50 anni fa senza finestrini e senza aria condizionata, dove stipavano la gente e bagagli anche sopra al portabagagli. Fortunatamente tratto con un proprietario di van che con un prezzo nettamente inferiore ci dà il passaggio. Aspettiamo una decina di minuti affinchè l' autista rimedia qualche altro passeggero per riempire il pulmino e, casualmente, entra il primo italiano che abbiamo incontrato nelle FIlippine. Si chiamava Antonio, era di Milano e sposato con una donna filippina; uno dei tanti italiani che vengono a svernare per due tre mesi in Asia. Con lui parliamo del più e del meno e ci dà dei consigli di vita in quanto nelle Filippine ci torna ogni anno insieme alla moglie. Ci dà anche la notizia che il giorno prima era caduto il governo, ma onestamente, stavamo dall' altra parte del mondo, fuori da tutte le solite catastrofiche notizie che siamo abituati ad ascoltare dai nostri telegiornali e non ce ne poteva fregare più di tanto di quello che accadeva in Italia.
Quasi due ore di viaggio, la strada abbastanza buona anche se tutta curve dove si incontrano mezzi che trasportano di tutto in situazioni tali che in Italia li avrebbero sequestrati e carcerati tutti. Logicamente ad ogni macchina, ad ogni motorino, ad ogni persona che si incrociava, non mancava la doppia suonata di clacson, usanza di tutti gli autisti che dicono serva per avvisare il pericolo che stanno arrivando. Sarà!! però devo ammettere che nonostante la guida sconclusionata e senza regole, non ho mai visto un incidente per la strada.
Arriviamo al porto di Caticlan, ed anche qui, per i turisti, ci sono da accollarsi una serie di tasse da pagare per l' imbarcarco; il nostro amico Antonio, pur essendo straniero, ma marito di una filippina, ha pagato solamente il biglietto della nave che sarebbe una spesa irrisoria. Comunque tiriamo avanti, prendiamo un battello che non porta più di 25 persone e sbarchiamo fiinalmente all'  isola di Boracay.

segue.......