Creato da poverotroviero il 07/10/2006

Il gioco

delle schegge di vetro

 

 

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Oriana Fallaci

Post n°148 pubblicato il 01 Aprile 2009 da poverotroviero
 
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INSCIALLAH

Come resisterle malgrado il desiderio che gli suscitava? Come spiegarle che lui non voleva avventure sentimentali, che anche un'avventura sentimentale è un amore, comunque un impegno amoroso, un temporaneo legame in contrasto con la tua libertà? Come chiarirle che a lui non serviva né un amore né un impegno amoroso perché della libertà lui aveva bisogno per capire chi era, che cosa cercava e in che cosa consiste la vita? Mancando una lingua in comune (lui non sapeva l'arabo e si esprimeva in francese, lei non sapeva l'italiano e si esprimeva in inglese) poteva difendersi solo con je-ne-comprends-pas, I-don't-understand, mish-fahem, non capisco: la tattica usata in quei due mesi. Ieri però, inseieme a un altro pacchetto di dolci, gli eveva portato un fagottino avvolto in carta da farmacia. Nel fagottino, un anticoncezionale. E quando ti offrono un anticoncezionale, puoi forse continuare a difenderti coi non-capisco? Al massimo, e a costo di far brutte figure, puoi restituirlo. Glielo aveva restituito, ma restituendolo aveva incontrato le inquietanti pupille viola che bruciavano tutte le voglie del mondo e vi era caduto dentro. "Ok Ninette. Demain, tomorrow, domani". Domani era oggi e... Certo che era lei a innervosirlo, a dargli l'insonnia! Oppure no? era la crisi che lo smarriva dacché stava nella città dei cani randagi e dei galli impazziti: nell'assurdo luogo che le mappe militari indicavano con la sigla 36S-YC-316492-Q15. Era il disagio che lo disorientava dacché aveva scoperto di ignorare chi fosse, che cosa volesse, in che cosa consistesse la Vita. Era lo scontento che lo divorava e che riaffiorava a qualsiasi pretesto, incluso quello di non voler cedere al desiderio della splendida donna che gli si offriva...

 
 
 
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L'Altoparlante

Si dice che dell'impianto hi-fi, tardi anni '70, ereditato da suo cugino, ormai più di vent'anni fa, Andrea abbia conservato un solo  altoparlante: stromento idoneo alla diffusione d'intrattenenti alchimie sonore.

Sembra, però, che tale dispositivo, smarrita presto la propria attrattività, sia a lungo rimasto inoperoso, adagiato su una mensola, seducente polveri dalla stanza.

Si dice, inoltre, che due cavi elettrici pendenti dagli elettrodi dell'altoparlante, animati da una misteriosa tensione magnetica, abbiano trovato agio, di volta in volta, di collegarsi all'antenna della radio, alla presa del telefono - insolenti, capaci per sino di raggiungere il web.

Sembra che sì furbescamente intercettate voci maligne e ingiuriose, chiacchiere e commenti maliziosi, il diffusore acustico, frustrato dal lungo oblio, scuotendo l'annosa polvere dalla propria membrana, abbia cominciato a parlare; riferendogli chiacchiere e pettegolezzi, raccolti via telefono, radio e internet.

Si dice che Andrea, ascoltata la gracchiante voce del vecchio apparecchio, abbia deciso di restituire alla erratica lettura dei blogger la sintesi di tali mormorazioni.

Sembra che in Trastevere, in luogo abitato da voci poetiche, egli stesso le abbia bisbigliate, leggendole per non doverle ricordare.

 

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Suggestione Campaniana

Morta parte da me

la mia voce,

per approdare alla deriva

dei sensi scolpiti

nelle candide rocce;

ove il tuo viso m'apparve,

ombra d'un sorriso sterile,

solido velario

d'una scena tragica.

 

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Quando l'orizzonte di riferimento non è più in ordine a ciò che è "permesso", ma in ordine a ciò che è "possibile", la domanda che si pone alle soglie del vissuto depressivo non è più: "Ho il diritto di compiere quest'azione?", ma "Sono in grado di compiere quest'azione?"

Umberto Galimberti.

 
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