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E continuo a dimenticare il cellulare. Giorni fa ero in ufficio e l'avevo lasciato a casa, L'altroieri causa del maltempo da queste parti la linea del mio gestore era in tilt. Ieri sono tornata a casa lasciandolo in ufficio. Oggi in ufficio ce l'ho......spento perchè ovviamente si è scaricato nottetempo e non ho assolutamente pensato di portare il caricabatteria. Preoccupata? Per niente, anzi. Mi sembra quasi sintomatico! In questo periodo sono così, particolarmente orseggiante.
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“Noi vaghiamo in un vasto mare, sospinti da un estremo all’altro, sempre incerti e fluttuanti. Ogni termine a cui pensiamo di ormeggiarci e di fissarci, vacilla e ci lascia; e, se lo seguiamo, ci elude, scivola via e fugge in un’eterna fuga. Nulla si ferma per noi. È questo lo stato che ci è naturale, e che tuttavia è il più contrario alle nostre inclinazioni. Noi bruciamo dal desiderio di trovare alcunché di stabile, e un’ultima base costante per edificarci una torre che s’innalzi all’infinito; ma ogni nostro fondamento vien meno, e la terra si apre sino agli abissi” (Pascal).
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Anno nuovo post nuovo, sì, ci sta. Nonostante questo letargo al quale rassegnata mi abbandono pigramente. Anche se oggi una vibrazione mi scuote e mi ridesta. Sprofondo in questa sensazione per la quale non trovo parole, già, come si può spiegare una cosa così impalpabile e fugace, così intimamente propria. Solo me la tengo viva dentro me, mi riscalda, mi porta lontano dentro sogni impossibili....
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Mi piace la nebbia, quando è bella spessa, quando dura pochi giorni, quando il mondo finisce pochi passi più in là. Per una volta rinunci a voler vedere oltre, ti fai bastare le poche cose che hai intorno che risaltano di più sullo sfondo confuso. Più oltre l'ignoto, misterioso e per questo un po' magico, dietro a quella cortina ci può essere di tutto, come in una notte accesa e luminosa nella quale tuffarsi e vagare senza meta.
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Quindici anni e continuo ad osservarti come ho fatto fin dal primo giorno per non farmi sfuggire ogni tuo naturale mutamento. Ti stupisci a volte del fatto che capisco di te cose che credi di non manifestare esternamente e ti risulta misterioso questo mio "sentire", ma più in là capirai ne sono certa. Quanta paura quel giorno e quante battaglie in questi anni cercando di darti il meglio di me, ma nonostante i tuoi modi un po' burberi so che in fondo tu sei fiera di me come io lo sono di te. Buon compleanno polpettina!
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Una giornata cupa la riconosci appena sveglio, anzi a volte già alla sera quando vai a dormire la senti arrivare mentre accompagna quel bisogno di spegnerti annullando i pensieri nel buio sonno. Poi al mattino già quando prendi conoscenza, prima ancora di aprire gli occhi, la senti e sai già che il cielo sarà grigio di nubi, l'aria fredda e umida, la tua faccia risulterà imbronciata anche quando sorridi, ma quel che è peggio ti accorgi che non trovi più il senso delle cose e per alcune ti chiedi se ne abbiano mai avuto uno.
Giornate cupe, come arrivano prima o poi se ne vanno....
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novenovembreduemilanove...una data che sembra uno scioglilingua, il suono che produce mi fa ricordare il rumore dei treni di una volta, o forse è la mia voglia di andare che lo evoca. Andare in treno è uno dei modi di viaggiare che mi piace di più, il più rilassante, ti siedi e ti fai portare, non hai il problema di sbagliare strada, non hai i tir da sorpassare, ti avvicini lentamente alla meta vedendo ciò che c'è in mezzo tra la partenza e l'arrivo, hai la solidità della terra sotto i piedi....starei ore incantata a guardare fuori del finestrino il mondo che corre via veloce, campi, strade, case, fiumi, mentre la mente va....
....qui ci sta una capatina fino a Roma!
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Le castagna, non quella che si mangia, quella da città, arriva ottobre e la trovi lì, sui marciapiedi, appena uscita dal sul guscio, marrone, lucida, tondolosa, fresca, leggera. Dicono che tenerne una nella tasca tenga lontani i rafreddori. Non ci credo, però ogni anno ne adotto una, anche più d'una, la raccolgo e mi piace tenerla in mano, stretta nel mio pugno, è come se riempisse un vuoto. Quando ero piccola a volte andavo con mia nonna a passeggiare in un viale di ippocastani e le riempivo la borsetta di castagne, poi le portavamo a casa e ci giocavo, mi piaceva farle girare come trottole.
Le castagne sono pillole di energia.
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