Giornalista per caso

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Creato da stefano.carina il 01/05/2009

 

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JUVENTUS CONTRO I GIUDICI

Post n°1034 pubblicato il 02 Agosto 2012 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA – «La Commissione Disciplinare non ritiene congruo il patteggiamento deciso per Conte, così come quelli per Alessio, D'Urbano, Passoni, Poloni, Savorani e per la società Siena». Sono le poche parole con le quali il presidente Artico gela i legali del tecnico della Juventus presenti in aula. E se nel pomeriggio cinque dei sette respinti trovano una nuova intesa riformulando il patteggiamento, Conte e il suo vice Alessio preferiscono restare in una posizione di attesa, rifiutando (per ora) un nuovo accordo.
Non è escluso che questo possa essere comunicato oggi in extremis: c’è tempo sino a quando la Commissione Disciplinare, dopo il dibattimento, non si riunirà in camera di consiglio per emettere le sentenze.
Di certo la giornata di ieri sarà ricordata a lungo. Sono da poco passate le ore 14. Mentre all’esterno brucia la collina di Monte Mario - funestata da ripetuti incendi – in aula vanno in fumo le certezze del tecnico bianconero. Dopo il respingimento delle istanze, Palazzi si affretta a chiedere il motivo, ricevendo come risposta dal presidente Artico che «si tratta semplicemente di un giudizio: le pene non vengono ritenute congrue. Anche in passato si è potuta rinnovare una nuova istanza di patteggiamento. Nulla è precluso...». Per tutte le parti in causa, occorrerebbe trovare un nuovo accordo con la Procura da sottoporre ancora una volta alla Commissione. Ma i legali di Conte, furibondi, provano a forzare la mano: «Nel 1992 la Corte costituzionale ha spiegato con estrema chiarezza come un giudice che ha già respinto la richiesta di pena concordata tra accusa e difesa non può giudicare nuovamente – attacca l’avvocato Chiappero - Chiedo dunque alla Disciplinare lo stralcio della posizione perché un'altra commissione possa giudicare quello che già è stato giudicato». Il legale, al quale si unisce il collega Briamonte, è un fiume in piena: «Invieremo l'istanza di ricusazione presso la Commissione di Garanzia della Figc per violazione del dovere di terzietà».
Palazzi è tra due fuochi ma tende una mano ai giudici: «Non sussiste alcuna incompatibilità. Una sentenza del 2005 decreta che il patteggiamento non entra nel merito della valutazione di responsabilità, ma è un giudizio in astratto. Non crea per questo, alcun motivo di incompatibilità in capo al giudicante. In più una ordinanza della Corte Costituzionale del 1999 esplicita come l'incompatibilità sia sostenibile solo su fasi procedimentali diverse». Senza contare poi, che la richiesta poteva essere avanzata nel caso di processo accusatorio e non come in questo caso, inquisitorio. Versioni confermate - dopo due ore di camera di consiglio - dallo stesso Artico che respinge le istanze dei legali dell’allenatore.
Palazzi riprende la parola. Riformula le nuove richieste di patteggiamento (per il Siena, ad esempio, si sale da -5 punti e 40mila euro a -6 e 100mila euro) ma all’appello mancano clamorosamente sia Conte che il suo vice Alessio. Si attende un rilancio dei due a chiudere una giornata a dir poco movimentata ma questo non avviene. E ora? Come già detto, oggi il tecnico e il suo vice (ai quali poi il procuratore aggiungerà Garlini) avranno tempo per presentare un nuovo patteggiamento sino a quando la Disciplinare non si riunirà in camera di consiglio. Diverse le versioni trapelate ieri riguardo ad una possibile accettazione della nuova proposta. Inizialmente si è mormorato che per rendere la pena «congrua», sarebbero bastati 4 mesi di squalifica e 100mila euro, saliti poi in serata addirittura a sei mesi, visto che i giudici non vorrebbero privilegiare una «giustizia che premia i ricchi».
Ieri Conte, una volta avvisato del respingimento dell’istanza, avrebbe chiesto di andare a processo, frenato dalla Juventus che invece prediligerebbe il ricorso al patteggiamento anche perché, in caso contrario, la pena richiesta da Palazzi oscillerebbe tra i 9 mesi e l’anno. Club che ha già fatto sentire la propria voce: «Quanto accaduto è un atto gravissimo nei confronti dell'onorabilità di tutti i soggetti coinvolti: professionisti, manager, tesserati e società». Nella notte, summit a Torino tra gli avvocati (che hanno posizioni contrastanti), l'allenatore (rientrato da Ginevra) e il presidente Agnelli. Questa mattina il verdetto. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 02-08-12

 
 
 
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