Giornalista per caso

Articoli e pensieri sparsi di una mente libera...magari poco efficiente...ma libera...ho aperto questo blog per creare un contatto con chi mi legge su Il Messaggero e Tuttosport...qui trovate i miei articoli...scrivo di calcio...e sport in generale...non prendiamoci quindi troppo sul serio... P.S. Mi trovate anche su Twitter: https://twitter.com/stecar74

Creato da stefano.carina il 01/05/2009

 

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PALAZZI CHIEDE 15 MESI DI SQUALIFICA PER CONTE. L'IRA DELLA JUVE: "UNA DITTATURA"

Post n°1035 pubblicato il 03 Agosto 2012 da stefano.carina
 
Foto di stefano.carina

ROMA - Conte alla rovescia. E non è solamente un titolo ad effetto. E' la cronaca di una partita infinita, incanalata sino ad un paio di giorni fa verso un esito scontato e che invece è stato ribaltato a più riprese. Tutta colpa di un accordo che due parti (avvocati del tecnico e Procura Federale) avevano considerato fatto, senza però prendere in considerazione chi (Commissione Disciplinare) doveva considerare tale intesa «congrua». E così ieri, dopo il primo respingimento da parte del presidente Sergio Artico del patteggiamento proposto nella giornata di mercoledì, anziché procedere a quello che si riteneva probabile – una nuova formulazione dell’intesa da sottoporre ancora una volta al vaglio della Disciplinare - Antonio Conte (e la Juventus) ha deciso di andare a processo. Per carità, una decisione che va assolutamente rispettata, frutto di una determinazione che rispecchia lo stato d’animo di un uomo che si ritiene innocente. Una scelta, però, che contrasta con il tentativo di trovare in precedenza un accordo, sfumato per un paio di mesi in più e centomila euro in meno. Senza contare che meno pubblicità all’intesa - fatta passare come un atto esclusivamente da ratificare – avrebbe certamente agevolato la fumata bianca. E invece, con la decisione di rinunciare al patteggiamento, Conte ha accettato di essere processato.
La mano pesante di Stefano Palazzi non si è fatta attendere. Al termine di un'arringa brevissima – nella quale ha spiegato di non credere all’acredine tra il tecnico e il suo grande accusatore, Filippo Carobbio, e nemmeno alle testimonianze dello spogliatoio del Siena perché «l'eventuale conferma da parte di qualunque dei soggetti, avrebbe inevitabilmente comportato un'ammissione di responsabilità personale» - il procuratore ha chiesto 15 mesi di squalifica per l'allenatore (e per il suo vice, Angelo Alessio). Richiesta che dopo i 3 mesi e 200mila euro pattuiti qualche giorno fa (per la doppia omessa denuncia nelle gare contro Novara e AlbinoLeffe) è stata considerata un affronto non solo al tecnico ma all’intero mondo Juventus. Non si sono fatte attendere, dunque, la replica dei legali, presenti in aula, e del club.
Se le parole del presidente Andrea Agnelli (che costeranno presumibilmente il deferimento) sono state durissime, non da meno è stata la difesa dell’avvocato Antonio De Renzis. Difficilmente in un processo di giustizia sportiva si era assistito ad un discorso così accorato, arricchito da momenti di pathos, toni a volte troppo forti e j’accuse così diretti nei confronti della Procura Federale (con tanto di dito indice puntato verso Palazzi): «Signor procuratore, la scivolata del patteggiamento, alla fine, l'ho apprezzata poco perché avevamo raggiunto un accordo con lei e lei sa che non era un'ammissione di colpa. Se lei pensa che questi onorevoli signori possano motivare le nostre colpe attraverso i patteggiamenti degli altri, siamo proprio fuori strada. Le ripeto che non me l'aspettavo». In precedenza l’avvocato era stato un fiume in piena: «Non abbiamo riscontri, c'è la parola di una sola persona, non c'è un'intercettazione, un de relato, un passaggio di soldi, non c'è niente. Quando vi raccontiamo di acredini personali non ci prestate attenzione. Ma voi veramente credete a Carobbio che dice di essere contento di non assistere alla nascita della figlia, perché così capisce che Conte ha considerazione di lui? Mi spiegate poi perché questa rivelazione che il tecnico avrebbe fatto allo spogliatoio, il 19 gennaio Carobbio non se la ricorda ma inizia a riportarla solamente il 29 febbraio davanti alla Procura Federale? E le 29 telefonate con Ilievski effettuate con una scheda egiziana in ritiro, quando diceva di aver interrotto i rapporti, perché non gli avete chiesto nulla? Perché?».
Più pacato ma non per questo meno incisivo, il legale Luigi Chiappero: «La Procura afferma che Carobbio non è portatore di un interesse: 20 mesi, più i 4 ricevuti ieri, sono la dimostrazione che si sbaglia. Voi avete raccolto testimonianze di tutti i giocatori che hanno riferito cosa è avvenuto in quella famosa riunione. Vale la parola di uno e non di 20? Gervasoni e Carobbio danno versioni contrastanti ma entrambi sono ritenuti credibili. Vi consiglio di prendere spunto dalla Cassazione che dice che l'assoluzione non presuppone la certezza dell'innocenza ma la mera incertezza della colpevolezza. Su Novara-Siena, un allenatore che a 20 minuti dalla fine sul 2-2 cambia due punte con altri due attaccanti, è uno che vuole pareggiare? Questo è il comportamento di uno che vuole vincere, non patteggiare, salvo la volontà di un avvocato che se ha la testa sulle spalle lo consiglia sempre. Ma 3 mesi sì, non 4, non 5, perché io Conte, ho una faccia».
E oggi, concluso il filone di Cremona (ieri ultimate le difese dei soggetti rinviati a giudizio: tra questi Ruben Garlini ha patteggiato 9 mesi) tocca a Leonardo Bonucci e Simone Pepe. Dopo quanto accaduto ieri, sembra da escludere ogni possibilità di patteggiamento. Ma come la vicenda-Conte ha insegnato, i ribaltoni sono sempre dietro l’angolo. STE CAR

ARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 03-08-12

 
 
 
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