Creato da giovannipuglisi2 il 04/01/2009

Riflessioni

ed altro

 

 

IL SUCCESSO

Post n°4 pubblicato il 01 Maggio 2009 da giovannipuglisi2

Sino a non molti anni fa anche la conoscenza casuale di avventurieri, ricattatori, scalatori sociali ad ogni costo, ci avrebbe messo in imbarazzo. Avremmo cercato di far finta di non vedere per strada tali personaggi e mentendo, avremmo anche negato di averli mai conosciuti. Oggi se hai ricattato, truffato, imbrogliato il prossimo ( naturalmente parlo di grandi ricatti, di grandi truffe, perché per i piccoli mascalzoni non c’è spazio tranne qualche breve nota nella cronaca giudiziaria dei giornali)

hai diritto ad essere indicato come uomo di successo, pur con qualche piccolo incidente di percorso o vittima di malintesi, si capisce. Ti spettano pagine delle riviste che curano il gossip, qualche articolo sui più importanti quotidiani, molte pose fotografiche, illazioni o verità sui successi o fallimenti professionali, sugli amori passati presenti ed anche futuri. Vieni corteggiato, intervistato, invitato a trasmissioni televisive. Chissà, prima o poi ti danno un incarico di ministro: importante è fare audience e aumentare il consenso. 

  Livia Turco incontrando qualche giorno fa in uno studio televisivo un personaggio dei nostri tempi che pieno di sè non ha risparmiato qualche insolenza, si è alzata e se n’è andata. Qualcuno ancora non si adegua e non si arrende. Grazie Livia ! 

 
 
 

8 Settembre 1943: Radio Palermo libera

Post n°3 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da giovannipuglisi2
Foto di giovannipuglisi2

Radio Palermo l’avamposto della libertà

  

 

  Morti i genitori, sarà capitato a tutti coloro che si sono trovati in tale triste circostanza, si “smonta” la loro casa. Vengono fuori  i ricordi: vecchie fotografie, le nostre pagelle, le foto scolastiche, i libri di lettura e il sussidiario della scuola elementare, i libri  del liceo e tanti altri oggetti ( dischi, spartiti musicali, giocattoli e  attrezzi sportivi) caduti nell’oblio ma che i genitori solitamente conservano con religiosa cura. Anche Giuseppina Salerno, docente di Bari nata a Palermo, nel fare la suddetta operazione ritrova con emozione in un ripostiglio oggetti del passato tra cui copie di un libro scritto dal padre Filippo Salerno nel 1965  dal titolo: “Radio Palermo l’avamposto della libertà”. Le copie del libro non sono ben conservate, ma Giuseppina Salerno sfogliandone una comprende subito che non possono andare al macero: costituiscono una testimonianza importante di fatti avvenuti in coincidenza con l’armistizio dell’8 settembre 1943. Proprio quel giorno, in un’Italia allo sbando che doveva vivere ancora quasi altri due terribili e drammatici anni di guerra, il giovane avvocato, nella Palermo già liberata dagli Anglo-Americani, iniziò  col nome di battaglia di  “il Bersagliere” una trasmissione radiofonica con la quale , scrive nella presentazione l’editore ( di cui purtroppo non sappiamo il nome) “informava,incitava, sosteneva gli animi, commentava i fatti della guerra, polemizzava, stigmatizzava, convinceva,combatteva”. Gli interventi radiofonici di Filippo Salerno erano quelli di un giovane italiano, prima fascista deluso e  poi antifascista convinto, che sperava in un’Italia innanzitutto libera dallo straniero e libera dal fascismo e dal nazismo. I suoi interventi alla radio raccolti nel libro, descrivono, vissuti da un osservatore ormai esterno, ma sentimentalmente ed emotivamente partecipe, circa sette mesi di agonia dello Stato Italiano, di lutti e tragedie di un popolo che ha saputo però riscattarsi con l’impegno di reparti militari affiancatisi agli alleati e con la guerra partigiana. Fa venire i brividi il comunicato che informa della strage delle Fosse Ardeatine ( in quel momento si credette erroneamente che il barbaro massacro fosse stato consumato all’interno del Colosseo). Salerno ne trae però spunto per incoraggiare i combattenti: “ …il loro martirio illuminerà di nuovo fascino l’idea della riscossa e la sete di libertà sarà più ardente… e il risveglio di tutta l’Italia sarà deciso e più vicino”.   Nell’ultimo intervento, che coincide con la Pasqua del 1944,  esulta nel comunicare che reparti italiani insieme a truppe alleate, hanno conquistato posizioni sulle montagne vicino a Cassino strappandole ai Tedeschi.

Un grazie alla memoria a Filippo Salerno e un grazie a Giuseppina Salerno per avere dato l’opportunità ai giovani dei licei palermitani, in un periodo in cui da più parti si tenta di stravolgere la verità storica, di leggere le pagine di questo libro.  


 
 
 

Contro la mafia due esempi da seguire

Post n°2 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da giovannipuglisi2

 

L’Istituto superiore di Petralia Soprana, in provincia di Palermo, chiederà d’ ora in poi a tutte le ditte  che forniscono beni o prestazioni d’opera la  dichiarazione di non essersi assoggettati al pagamento del “pizzo” alla mafia: conditio sine qua non per poter lavorare con la scuola.

  Già qualche anno fa l’I.T.I.S. “Alessandro Volta” di Palermo aveva posto tale condizione ai suoi fornitori.

  Ai Dirigenti scolastici, rispettivamente Pietro Attinasi  e a Roberto Tripodi, che hanno dimostrato coraggio per l’iniziativa e che mandano un importante messaggio educativo ai loro studenti ed all’intera collettività, esprimiamo  compiacimento e   solidarietà.

  Speriamo che altri istituti facciano lo stesso.

 
 
 

Far crescere la cultura del coraggio e del rifiuto del ricatto.

Post n°1 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da giovannipuglisi2

(Da Scuola e cultura antimafia - Dic 2008)

Da Confindustria arriva un forte e ammirevole segnale di sensibilità etica e di responsabilità d'Impresa, una lezione di stile per un politica che si limita da anni a proclamare ciò che non ha voglia di fare. Il conferimento al cavaliere Antonello Montante di una delega ad hoc per il coordinamento con le istituzioni e le Associazioni territoriali nella lotta alla criminalità e per la collaborazione con le Prefetture nella sottoscrizione  di "Protocolli di Legalità" conferma come l'unico sviluppo economico possibile passi per la cultura e il rispetto comune delle regole

Esemplare è stato il caso di Vincenzo Conticello, titolare della famosa e storica “Focacceria San Francesco”, che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi estortori che sono stati processati e nel 2007 condannati a diversi anni di carcere. “Per sconfiggere il racket occorre denunciare gli estortori, più si denuncia, più si vince questa battaglia contro il crimine»: questo è il chiaro messaggio di Conticello.  Certamente c’è il precedente dei commercianti di Capo d’Orlando che organizzati da Tano Grasso, sono riusciti a sconfiggere l’attività criminosa della mafia locale: sinora si era però trattato di un caso isolato seppure relativo ad un intero paese. Di recente e non solo in Sicilia altri imprenditori hanno denunciato i loro estortori mafiosi  dando alla magistratura ulteriori elementi per assestare colpi all’organizzazione. L’importanza di questi avvenimenti consiste  nel fatto che la mafia rischia di vedersi tolto l’ossigeno che le consente di prosperare, cioè quelle somme di denaro che poi utilizza per affari più lucrosi come  quelli relativi all’acquisto ed allo spaccio degli stupefacenti o che investe in  affari tra cui l’apertura di grandi centri commerciali alcuni dei quali di recente sotto l’attenzione degli inquirenti.

   E’ nell’ambito delle trasformazioni e rivoluzioni economiche che si sono capovolti rapporti sociali che vedevano da una parte sfruttati e dall’altra gli sfruttatori: Che cos’è la mafia che nel tempo ha tiranneggiato i contadini ed i braccianti ed ora i commercianti e gli imprenditori se non quella parte della società che svolge in certe circostanze storiche il ruolo parassitario di sfruttatrice come una volta coloro che facevano pagare i pedaggi o che pretendevano la decima? La mafia è probabilmente ancora oggi presente in  quasi tutti i comuni della regione, anche nei piccoli centri dove non vi sono i grandissimi  affari ma dove si condizionano le scelte degli organi di governo locale, si influenzano gli appalti e si controllano le imprese , si impone il pizzo al piccolo commerciante. Ecco perché diffondere su tutto il territorio la cultura del coraggio e il rifiuto di sottostare ai ricatti è importante non solo per tutelare le attività commerciali ed imprenditoriali, è importante perché significa togliere il brodo di coltura all’organizzazione mafiosa che ha soffocato con la sua attività criminosa lo sviluppo di una sana e diffusa attività imprenditoriale in Sicilia. E’ da riprovare quindi il comportamento di quegli imprenditori non isolani che a detta di alcuni magistrati, prima di iniziare la loro attività in Sicilia, cercano di contattare esponenti della mafia per mettersi “ a posto”: pagare subito cioè per non avere successivamente rapporti conflittuali con l’organizzazione criminale. Tale comportamento non solo da riconoscimento alla mafia, ma probabilmente rientra nel novero dei reati.     

   I comportamenti  degli imprenditori e dei commercianti ostili alla mafia vanno pertanto incoraggiati e sostenuti sia  con il potenziamento degli interventi previsti dalla legge, che indennizza le vittime delle estorsioni, sia attraverso il sostegno della società civile: coloro che si oppongono all’estorsione mafiosa non devono essere lasciati soli né devono sentirsi soli. Devono percepire che il loro atto di coraggio trova l’approvazione ed il consenso della parte sana della società.

   Alla scuola il compito di  portare a conoscenza dei giovani gli esempi di ribellione alla mafia per far crescer una coscienza libera e per fare uscire dalla rassegnazione.   Imprenditori e commercianti ( circa trecento già aderiscono ad “Addio pizzo”), hanno dimostrato che alla mafia, che si arricchisce sulle spalle della gente che lavora, si può dire di NO !  Giovan B. Puglisi

 

 
 
 

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