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« Di un piccolo mondo che ...Ancora imparando. »

Questo è il momento.

Post n°140 pubblicato il 27 Maggio 2010 da gizzoragno
Foto di gizzoragno

La dedico a me stesso, con calma. Un mese tutto d'un fiato, un paio di Becks, e siamo alla svolta incipiente, con i pensieri che corrono, le solite preoccupazioni che mi prometto di modulare, a rate, come buona parte dei grossi pagamenti che ho addosso.

Ci abbiamo cavato le gambe, anche stavolta, e parlo al plurale, finalmente.

Ritrovo un rock che mi era mancato, non a squarciagola e proprio per questo forse ancor più vicino al mio sentire. Un suono nuovo, più internazionale, o forse solo più adulto, una voce sempre decisa, ma meno sprecata, a vibrare. Fuori di casa nel mondo dei grandi, esposto ma presente, e con spalle larghe. Senza un po' di incoscienza dovuta alla necessità forse non sarei uscito a quest'ora, ma mi sarei deciso con più calma.

Ma è andata così, sto seguendo le mie manovre dalla sala di regia, tutto in diretta, e se sbaglio qualcosa neppure il trucco di mandare in pubblicità.

Me la gioco come viene.

La verità è una scelta, forse è proprio così che è andata. L'ho capito lungo la strada, per non uscire pazzo. Mi sono mosso con il mio tempo, anche quando ho voluto sbagliare, anche quando sapevo che per pagare tutti i danni avrei dovuto chiedere prestiti, in denaro, in affetto, in dignità.

Non sapevo nulla allora, ho dovuto cominciare da me per scoprire la lunghezza delle mie gambe, la forza delle mie mani, la paura nella mia anima.

So che un giorno dopo l'altro resto dentro me stesso, aggrappato con le unghie, e tiro fuori tutto.

Porto a casa vittorie, piccole, quotidiane, le porto anche a te, quando mi resta un po' di energia anche fuori dal lavoro per noi. La nostra squadra, le notti insonni, tanta pioggia, chilometri srotolati insieme, e siamo al primo sole davvero insieme, stringendo gli occhi al vento, sul mare.

Finalmente non lontani chilometri.

Non si scherza mica.

E concedersi aria, e partite di calcio, e bicchieri fuori. Sbrogliare insieme tentativi di sabotaggio, decidere insieme, e poi correre fuori, a ridere, a togliere il guinzaglio dei problemi dalle nostre vite, e ricordare che sarà tutta così, e che bisogna sapere uscire di casa anche con il letto sfatto e i piatti ancora da lavare, prima di rimanere fregati.

Scelgo te, lo faccio ogni mattina.

Scelgo di tenere in tasca il passepartout di tutte le mie stanze, anche di quelle più buie e chiuse perchè voglio la libertà di entrare ovunque senza paura. Perchè la roba negli armadi è tutta mia, e se è li è perchè l'ho indossata un tempo. E butto luce dove voglio in quelle stanze, sempre: unica operazione questa che non mi provoca paura tra tutte quelle che sono in grado di compiere nella mia vita. Spero che anche tu la viva di conseguenza, niente ombre davanti a te.

Scelgo di ridere di gusto, subito, nel presente, senza aspettare capodanno.

Scelgo di tenere pulito il mio sottobosco, perché mi costa poca fatica oggi, così che il giardino intorno casa sia esteso e curato come mi piace. Un albero dopo l'altro, tutto progettato, sistemato, piantato, curato da me, con fatica.

Scelgo di scartare i miei regali, tutti quelli che la vita mi fa, e di sorriderle, con gratitudine.

Scelgo di respirare, rabbia e angoscia mi consumano molto meno.

Scelgo di saltare, ancora, da un vagone all'altro in corsa anche se gli anni passano e la paura di farmi male è sempre più grande.

Ma guardo i numeri, tutti, e faccio i conti semplici perché quando li ho messi giù più complicati inserendo un sacco di variabili poi non sono mai stato in grado di tirare le somme.

Irriducibilmente onesto nell'ascoltare i battiti del mio cuore.

Allora via andare, ogni mattina, contro gambe stanche, contro sole, via dai tuoi occhi ancora, per un sacco di ore al giorno. L'unica musica che so suonare per ora è questa.

Sembra sia la nostra.

Ce la balliamo?

 
 
 
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