Creato da GodHatesUS il 23/03/2011

Delirare

Blog.

 

 

M'è tornato in mente, poco fa

Post n°5 pubblicato il 29 Marzo 2011 da GodHatesUS
 

"Meglio aver amato e perso, che non aver amato mai"

"Provaci"

 
 
 

Bah.

Post n°4 pubblicato il 27 Marzo 2011 da GodHatesUS
 

Odio il modo in cui la gente si prostituisce sul web.

Foto di tette.

Foto di culi.

Ma l'amor proprio? Bah.

 
 
 

L'uomo ideale

Post n°3 pubblicato il 25 Marzo 2011 da GodHatesUS
 

Una domanda che si fa sempre ad una donna (sebbene io non convidida il quesito in questione): come deve essere il tuo uomo ideale?

Capelli neri, biondi, verdi, gialli; occhi neri, castani, azzurri, a pois; alto, magro, basso, robusto; peloso, senza un pelo, pelato, capellone.. [..] ..gentile, socievole, deve farmi ridere (che grande cazzata, poi, questa qua. Proferita dalla maggior parte delle esponenti di sesso femminile; conoscono tanti uomini che fanno ridere, ma magari son bruttini: tutti single.. Non c'è necessità di commentare oltre).

Ebbene, la mia risposta? Che sappia l'italiano, che mi scriva sms con frasi di senso compiuto (qualunque contenuto abbiano), che non parli solo dialetto. Può anche non essere acculturato, perchè la cultura può anche venir dopo ed io stessa non ne ho da vendere, devo migliorare come tutti. Anche solo tre concetti mi bastano, se esposti in maniera chiara. Chiedo troppo? A volte, mi sembra proprio di sì.

 
 
 

Com'era

Post n°2 pubblicato il 24 Marzo 2011 da GodHatesUS
 

Com'era

(cliccare per sentire, eventualmente, la canzone)

Com'era lontano, l'amore dormiva, nel letto da solo, e tu che partivi, tenuto da un filo, lo guarderò, forte e immenso, sembra, lotta al vento, persa, cuori a terra, com'ero lontana, nel sonno restavo, l'amore da solo, ti cercherà, c'e quasi l'alba ormai, il mondo non lo sa, sembra notte qui, sparo al sole guardami, sparo e poi cadrà, sparo al mondo che non sa Quanto e none qui, sparo ai sogni, sparo in bocca, al sole che cadrà, sparo al buio, sparo agli occhi, del cuore che non sa, vedrai, saprai, cos'e rimasto in me, cadrò, così Dentro al sonno, com'era lontano, l'amore dormiva, tenuto da un filo, lo guarderò, com'eri lontano, l'amore dormiva, tenuto da un filo, ti guarderò.

Adoro questa canzone. La sto ascoltando a più riprese, tutto il giorno, tutti i giorni. Complici questo mercoledì e giovedì che ho potuto passare a casa, senza impeghi. Gianna Nannini. La conosco da quando ero bambina. Mio padre, suo grande fan. A due anni, zompettavo sulle note di "Bello e impossibile". Ricordo ancora, tanto per citare il post precedente, una musicassetta con il suo faccione in 'copertina'. Poi l'ho dimenticata. Sapevo che esisteva, certo. Mi imbattevo in sue canzoni, certo. Mi faceva pensare a mio padre, però; e con mio padre, per qualche tempo, non ho avuto un rapporto.. diciamo facile. L'ho riscoperta, poi. Grazie ad un'amica. Grazie alla stessa amica, ho scoperto Isabella Santacroce. Personaggio particolare, che scrive libri particolare, con stile particolare. Isabella Santacroce, ha scritto questa canzone. Mi fa pensare, semplicemente e sinceramente parlando, ad un rapporto sessuale. La canzone, non la Santacroce. La "delicatezza" dell'inizio -i preliminari-, l'esplosione poi -il momento degli affondi più passionali, più selvaggi-, poi di nuovo la calma -la pace di due corpi spossati, che profumano dei succhi reciproci, del sudore sulla pelle-.

Ho tanto da leggere questo week end, per piacere e per dovere; ma ho solo voglia di scrivere, ho solo voglia di ascoltare, ho solo voglia di guardare. Lo sapete, che qualche notte fa, c'è stata la Luna più grande che si possa ammirare? Era più grande del 14%, se non erro. Il punto più vicino alla terra; succede solo ogni 20 anni.. o era 30? Beh, in ogni caso.. Io l'ho vista, e voi?

 
 
 

Mi dispiace di morire, ma son contento.

Post n°1 pubblicato il 23 Marzo 2011 da GodHatesUS
 

Il titolo, fondamentelmante, non c'entra niente con il post. E' colpa di mio padre. Televisione alta. Sordità senile. Promo di.. il senso della vita? Sì, quello. Credo. Canzoncina, note e parole, che hanno superato il corridoio, infilandosi nello spiffero lasciato aperto della porta. Sento anche mia madre, che gira. Gira e pulisce qualcosa. Non so cosa sia. Accendo la radio, sul web. Faccio tutto sul web ormai. Ho la tv in camera, ma la guardo al pc. Tempo fa, un articolo di giornale: la generazione di adesso, è quella che non ha mai vissuto senza internet. Tristezza. Sono triste per loro. Apprezzo tutto questo, apprezzo di avere un notebook per essere sempre connessa col mondo. Se lo voglio. Ma è triste. Non baratterei i miei ricordi di gioventù senza internet, senza cellulari in mano a chiunque. No. Sono felice della mia generazione, quella alla soglia dei trent'anni. Sono felice di non essere nata oggi. Non sono felice in generale, sono felice di questo. Le musicassette, i vinili che non sembravano così vintage, il computer in bianco e nero solo col dos, l'antenna della tv vecchio stile e tre ore per cercare l'angolazione giusta in cui posizionarla. Ho trovato un pacchetto di sigarette, qualche giorno fa, alla stazione. Camel, azzurro. Il fumo uccide scritto nero su bianco. Non ricordo cosa ci sia scritto sul retro. Un pacchetto abbandonato, da chi? Sicuramente da uno degli esponenti di questa nuova generazione. Non si fermano. Non apprezzano. Non tutti. L'ho preso. Lo ammetto: la speranza era fosse pieno, perso per caso. L'ho preso, l'ho guardato da più vicino. L'ho tenuto con me. Perchè era bello. Su entrambi i lati, vi è "disegnata" una musicassetta. Una musicassetta con tanto di etichetta fittizia. Adoravo quelle etichette. Non riuscivo mai a farci entrare tutto quello che volevo. Qualcuno si ricorda di una musicassetta preparata per la propria dolce metà? Io sì. Non fu una delle prime storielle che andò a buon fine. Per niente. Ma ricordo ancora tutto, di quella musicassetta. Era nera, l'etichetta era bianca, posizionata sul lato opposto ai nastri. C'era scritto "Per te, per ascoltare le stesse canzoni". La parola canzoni, era un po' ciancicata. Partiva bene, si stringeva e rimpiccioliva strada facendo. I Just called to say i love you, di Stevie Wonder. Born in the USA, Springsteen. What is love, *non ricordo di chi*. Dio, What is love?! Quante volte l'abbiamo ballata noi "vecchietti"? Alle feste di compleanno, scolastiche, etc? E quel film? Quel film con Raoul Bova che la porto, quasi, in auge? Credo fosse famosa già da prima, ma io l'associo al film. Come si chiamava quel film. [Ho preso qualche minuto di riflessione, per ricordarlo]. Piccolo grande amore? Non me lo ricordo. Una cosa del genere. Non andrò a cercarlo su Google. Voglio scrivere quello che ricordo, non quello che google mi dice che dovrei ricordare. Cosa vuoi google? Inizio ad avere un'età, non posso ricordare tutto. Tu sì, tu sei ancora giovane. Ricorderai anche quando non lo sarai. Sempre che tu non venga sostituito da un altro motore di ricerca. Può succedere. E poi ancora, che altra canzone c'era su quella cassetta? Una degli 883, immancabile. Non ne ricordo il titolo. Le parole sì, quelle sì: non so che cosa fare, il sonno se n'è andato e non tornerà, un vetro da cui guardare, il silenzio fermo della città, e ti vorrei chiamare, sì però a quest'ora ti arrabbierai, e poi per cosa dire, a metà io so che mi bloccherei, perchè non è facile, forse nemmeno utile, certe cose chiare dentro poi non escono, restano, restano, vorrei dirti vorrei, ti sento vivere [che poi, ora, mi sto ricordando essere il titolo della canzone], in tutto quello che faccio e non faccio ci sei, mi sembra che tu sia qui, sempre, vorrei dirti vorrei, ti sento vivere, dovunque guardo ci sei tu, ogni discorso sempre tu, ogni momento io, ti sento sempre più. Dio, era tredici anni fa. Se non sbaglio. Alla radio, stanno passando "Where are we runnin' di Lenny Kravitz", anche questa vecchiotta, 2004. Già, dove stiamo correndo? Dove siam corsi tutto questo tempo? Dove sono io, adesso, rispetto a 13 anni fa? Ricordo ancora quella cassetta, quel compagno di scuola per cui m'ero presa una cotta, ricordo persino la nostra classe, il mio posto, i nostri compagni, qualche professoressa, i saggi musicali, il giorno in cui mio nonno morì e vennero a darmi le condoglianze. No, questo non c'entra con le musicassette, il ricordo è solo venuto fuori da solo, pensando alla mia classe, pensando a quell'ambiente. Non mi ci soffermerò. Ho ancora un vecchio contenitore pieno di musicassette, l'ho guardato per curiosità, mentre guardavo quel pacchetto di sigarette portato a casa con me, nella borsa. Qualche cassetta, mi ha fatto ridere. Paragonato alla musica che ascolto ora, è roba terribile. Backstreet boys, oh dio. Vasco Rossi, lui ancora sì. Marco Masini, cazzo no. Caterina Caselli, quella è di mia madre e sarà finita lì per sbaglio. E altre. Quanto tempo è passato. Guardo il mio ipod, che un quindicenne di oggi già catalogherebbe come vecchissimo e passato di moda, e provo nostalgia per il mio vecchio mangianastri. L'ho nell'armadio. Credo lo spolvererò, nel week end.

A questo punto, vi lascio il video della canzone degli 883. L'ho riascoltata. Ancora attuali, le parole.

 
 
 

AREA PERSONALE

 

Questo blog, nasce da una mente tormentata da un male comune: vivere. C'è sempre necessità di sfogarsi, parlare, discutere sui piccoli dettagli; quelli in cui ci si imbatte quando si esce di casa, quando si prende l'autobus, quando si sta nella propria vasca da bagno, quando si guarda la televisione. Sempre.

Non lo aggiornerò regolarmente, questo è certo. Non ci scriverò cazzate solo per farmi commentare, questo è certo. Continuerò a scriverlo anche se nessuno mi commenterà, questo è certo.

A volte sarò scurrile, altre non lo sarò affatto.

Questo è il mio spazio, ci scriverò quello che voglio. Fortunatamente, il web è un ampio spazio; se non vi starà bene ciò che scrivo, basterà cliccare sulla famigerata X in alto a destra. Amici come prima.

 

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