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Io mi domando e dico...

Post n°3 pubblicato il 13 Ottobre 2005 da ilsilenziodeimusei

...ma come fa una persona, ad avere sette blog, sette, e andare a scrivere su quelli altrui?

Qui si esagera alla grande!

E stai a casa tua, silenziodei musei!

Il nick è il titolo di un racconto breve di Lucarelli (Carlo), inserito nel più noto libro "Il lato sinistro del cuore" (un racconto, questo, di una delicatezza che mi si muove l'inchiostro al contrario a leggerlo), l'ho preso proprio per via del racconto.

E' un thriller che nasce nel contesto di un museo, nella notte, in cui avviene, o dovrebbe avvenire, un  furto.

La voce narrante sono i quadri, genio inimitabile di Lucarelli.

E' dolce, è delicato, è sapientemente scritto, è un'opera, piccola, d'arte letteraria.

Invece, l'altro (il lato sinistro del cuore) è il racconto che parla di un investigatore privato. Lui parla di una persona, particolare, che si rivolge a lui per capire chi tenta di distruggere la sua vita, commettendo omicidi sui suoi clienti. Si tratta di un uomo, ma è in realtà un transessuale. Proprio della sua dolcezza, infinitamente femminile, dei suoi movimenti, del suo modo, delicato, di porsi, si innamora l'incuato protagonista. Deciso a risolvere la vita della persona che ama, ci riuscirà, stupendoci, facendoci gridare, istruendoci l'anima di dolcezza.

Invece il  mio primo amore, per quanto riguarda i libri di Lucarelli (non ti rovinare che hai fatto bellissime cose!), fu Almost blue. Il titolo in inglese significa: solo blu o solo triste.

I doppi significati già mi incatenano da loro. Poi in almost ci sono personaggi molto belli. Abbiamo un serial killer da chat, anche, che è schiavo del suo desiderio di approppiarsi delle anime degli altri (e quindi ne ruba le sembianze uccidendoli e indossandoli). Un gruppo di poliziotti umanissimi e probabili. Un capo inflessibile quanto indelicato. Una donna. Il ritratto della investigatrice della polizia è un sogno pittorico!

Piccola, semplice, capelli e occhi neri, oberrata dal suo lato femminile, in parte, completamente presa dal lavoro. Scaltra, umana, martellante immagine che non ti abbandona mai, nel racconto, e che ti prende per mano accompagnandoti anche negli incubi, nelle immagini, nel deserto dei pensieri.

La piccola piuma che sconvolge i piani del killer. La sua definitiva sconfitta, questo è Grazia (spero di non sbagliare il nome perchè per queste cose ho pessima memoria), e una continua carezza che Lucarelli ci fa, senza darci tregua. Grazia sa rapirti per non lasciarti mai, e prende anche l'amore del giovane cieco, un ottimo personaggio, disegnato con attenzione.

Lucarelli nel suo breve romanzo, ci fa vedere i problemi di chi è cieco (ma possiamo pensare problemi anche di altre persone), la sua solitudine, il suo dolore per ciò che non avrà e, tuttavia, ill come superare anche questi ostacoli: la divesità. Ci offre direttamente dalle sue mani l'immagine femminile, la sua sofferenza e il suo pregio. Quello che a Grazia pesa è l'esser tacciata di esser donna! Ma è, e sa essere, il suo punto di forza. Il coraggio, sfrontato, con cui non teme il killer. La proposizione, certa e forte, che lo prenderà. Il dolore di chi di ogni morte, come di ogni dolore, sa soffrire, ma sa anche come venirne fuori.

Grazia diviene immagine altamente positiva, si contrappone al killer, lo distrugge anche come immagine, lo chiude nel silenzio di se stesso, pur lasciandolo parlare. Grazia usa anche la psicologia, anche verso i colleghi e vince, vince l'anima e Grazia insieme.

L'immagine della madre del cieco, pure, è realistica, e ci porta anche i limiti di noi, madri, quando pretendiamo di sapere cosa è meglio, anche erroneamente, spesso, per i nostri figli.

Il finale è anche un monito, che il dopo, il poi, può essere alienante quanto la morte e se sarà morte o vita sta a noi deciderlo.

Bravo, Lucarelli, bravo. Un sublime e pittorico disegno della realtà, anche ironico, anche triste, o "solo triste".

Patrizia P.

 
 
 
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