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Post n°5 pubblicato il 06 Novembre 2005 da ilsilenziodeimusei
VAI A CAPO QUANDO VUOI
Neanche mia sei, vai a capo solo quando vuoi, resti e mi parli, ma ascolto piano, poi, come se non fosse necessario mai, tra noi, avvertire e dire, spiegarsi o sognare, te ne vai, mi lasci quasi vuota e barcollante, lo so che ci sei e so di te, tutto, il momento in se però diventa magico, mi abbandoni quasi solo per darmi la certezza che non sei neanche mia. E vai a capo quando vuoi, senza dire mai il perché, se non si vede già, ci vai e due interlinee o tre, oppure nessuna, due per la firma, una per l’a capo semplice. E tante e tante per dare immagine precisa al maiuscolo, so che ogni svolta ti preme forte sulle tempie arse, vive, nuovo colore e immagini tue, di te, in quel momento io non esisto, se non come contenitore, tuo, se non come piccolo gesto appeso, immerso nel tuo solo errare. Lo so che sei mia, so che non ti si prende tra le dita, non c’è cattura, non sogno in cui tu sia immobile, statica statua fredda, al silenzio e al fresco non esisti, ma quando te ne vai, anche se è un solo istante, anche se è un solo a capo, mi sconcerti ancora e mi tagli il respiro. Io di te, colma, e di te viva, mi prendo poco sul serio e tu, ridi, dello sfarfallio del video immacolato del tempo, muovendosi va verso altre sponde di mari aperti. E allora so, lo so, con te anima sono in buone mani.
Patrizia P.
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