"Quando si abbassavano le acque dell'Orinoco, le piroghe portavano i caribes con le loro asce da guerra.
Nessuno poteva nulla contro i figli del giaguaro. Radevano al suolo i villaggi e facevano flauti con le ossa delle loro vittime.
Non temevano nessuno. Li spaventava solo un fantasma che era scaturito dai loro stessi cuori.
Li aspettava nascosto dietro ai tronchi. Rompeva ponti e collocava sul loro passaggio liane aggrovigliate che li facevano inciampare. Viaggiava di notte e, per sviarli, calpestava la terra alla rovescia. Era sul picco da cui si staccava il masso, nella melma che affondava sotto i piedi, nella foglia della pianta velenosa, nello strofinio del ragno. Soffiando li atterrava, dall'orecchio intrduceva la febbre nel loro corpo e ne rubaava l'ombra.
Non era dolore ma doleva. Non era la morte, ma uccideva. Si chiamava kanaima (coscienza) ed era nato tra i vincitori per vendicare i vinti."
Eduardo Galeano
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il 06/10/2009 alle 11:08
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