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Pelts - D. Argento - 2007

Post n°37 pubblicato il 17 Giugno 2007 da wellburnthesky

Jake Feldman, pellicciaio attratto morbosamente dalla spogliarellista Shana, entra in possesso di svariate pelli di procione di ottima qualità. La pelliccia che ne deriva è magnifica ma maledetta, infatti, gli animali sono stati uccisi in una zona custodita da una donna misteriosa, che spiegherà a Jake la loro natura magica. Intanto, le persone a contatto con la pellicciaimpazziscono, togliendosi la vita o trasformandosi in spietati assassini. Lo stesso Jake finirà per ferirsi brutalmente e rincorrere Shana in un finale con sangue a fiumi.

Il film è uno splatter a tutti gli effetti, con produzione e durata (un'ora, come gli altri episodi di Masters of horror) che dovrebbero favorire il genere in questione, lasciando Argento libero di condensare in poco tempo scene di violenza ultragore senza censure. Peccato però che il film sia anche piuttosto noioso, girato con mestiere ma recitato malamente, incapace di andare oltre i pur ottimi trucchi (Sarah Graham) ed effetti speciali (curati da Attila Vaski).
Quello che Argento sembra dimenticare è che il pubblico (specie nell'horror o nel thriller) deve in qualche modo affezionarsi, se non identificarsi, con un personaggio, lezione riscontrabile nel cinema di genere che il regista ha contribuito a creare. Argento in altri film e' riuscito a creare personaggi a cui è impossibile restare indifferenti: suscitano emozioni (simpatia o antipatia, rabbia, divertimento) che portano lo spettatore a legare con gli attori
e i protagonisti del film, a sentirseli accanto come fossero seduti qualche fila più avanti nel buio della sala. E una volta che questo accade l'eventuale scena brutale e violenta a interrompere lo stato di quiete rimarrà sicuramente nella mente dello spettatore. Molti thriller italiani funzionavano in questo modo, e anche quando agli inizi degli anni ottanta il gore puro prendeva il sopravvento (dimenticando nella maggior parte dei casi questa lezione) i risultati godevano di una qualità visiva
e tecnica che ormai Argento sembra avere perso definitivamente.

Pelts invece non emoziona mai, limite grandissimo per un film d'orrore. Gli effetti sono certamente di buona qualità, il ragazzo che infila la testa nella tagliola strappandosi la faccia, l'uomo che si sventra estraendo le proprie budella o l'operaia che si cuce il viso fino a uccidersi sono trucchi di ottima fattura, ma trattandosi di una produzione americana di buon budget questo non stupisce più
di tanto. Le location sono molto meno curate, mentre le musiche di Claudio Simonetti da dimenticare (il commento sonoro che ammalia i poveri personaggi a contatto con la pelliccia è persino irritante).
Tra le pochissime note positive la scena in cui Meat Loaf si reca dalla donna che abita dove sono stati catturati gli animali, e decine di procioni accorrono a spiare attraverso i vetri delle finestre. È una sequenza affascinante, quasi da fiaba, gli animali uno fianco all'altro, fermi, a spiare e ascoltare la custode del loro segreto. Anche i primi minuti del film (con i flash delle macchine fotografiche a illuminare il "lago" di sangue che poi concluderà il film) sono riusciti, ma è veramente troppo poco per un film noioso che vive di sole scene splatter legate tra loro da dialoghi senza senso e personaggi approssimativi. Film consigliato solo agli appassionati del genere... non aggiunge niente di nuovo... ma c'e' anche molto di peggio.

Voto: 6

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Commenti al Post:
soloparolesparse
soloparolesparse il 18/06/07 alle 15:31 via WEB
Ho visto Pelts alla presentazione italiana al TOrino Film Festival. Credo che il formato dei Masters permetta agli autori di liberare le proprie emozioni senza dare troppe spiegazioni. Le regole dell'horror di cui parli (e che effettivamente cadono in pelts) non sono fondamentali in una pellicola di un ora. Questi episodi sono dei giochini in cui gli autori si sono sicuramente divertitti un mondo... ed il pubblico in sala anche. A Torino 4 applausi a scena aperta ad interrompere la proiezione (certo in sala c'era Dario con l'amico Joe Dante)
(Rispondi)
wellburnthesky
wellburnthesky il 23/06/07 alle 14:21 via WEB
Sicuramente un miglior risultato e' stato raggiunto da Joe Dante con Homecoming... secondo me c'era tutto un altro spessore... e non parlo solo della sceneggiatura o del significato intrinseco al film... ma era veramente fatto bene, ed a tratti emozionante. Tutto cio' non l'ho ritrovato in Pelts, tantomeno in Jenifer.
(Rispondi)
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