Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

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SINTESI GENERALE DEL SECONDO GRANDE ANNO - PARTE 1

Post n°29 pubblicato il 26 Febbraio 2013 da MICHELEALESSANDRO
 

In precedenza avevamo segnalato, tra gli altri elementi generali, l’importante nota di Filone di Alessandria, il quale definiva come “maschio” il regno del tutto privo di differenziazione sessuale (Nous, Logos, Dio stesso) e come “femmina” il regno materiale; questa, però, secondo Filone, reca in sé – a sua volta – la polarità maschio-femmina, mettendo quindi in luce una certa duplicità di aspetto insita nel “femminile”.

Partendo da questo accenno, possiamo allora iniziare a sviluppare la nostra traccia generale proprio considerando il Nous come il “maschio” in una prospettiva che non lo vede “correlarsi”, su un piano più o meno orizzontale, alla “femmina”: corrisponde quindi all’Adamo ancora androgino e letteralmente polare. Sappiamo comunque che, in questa fase, tale “femmina” appare ancora come “contenuta” nel maschio in qualità di sua potenzialità, di possibile “corpo” sostanziale e più basso che da lui dipende, in quanto suo principio immediato. In questo caso, la femmina è analoga all’insieme potenziale della manifestazione formale nel suo complesso, a lui subordinata ma non ancora interamente dispiegata (infatti la sua corporeità, in questa fase, è limitata all’Etere, “principio” degli altri elementi).

Interviene quindi la polarizzazione tra maschio e femmina, che, in ambito indù, è stata messa in analogia all’enuclearsi, a partire dalla primordiale supercasta Hamsa, delle due caste successive Brahmana / Kshatriya; riteniamo sia a questo livello che l’evento possa essere avvicinato all’analoga polarizzazione dei gunas Sattwa / Rajas (ma, come vedremo, questa interpretazione può essere integrata anche da un’altra, su scala più ridotta). In ambito biblico, d’altro canto, vi è il significativo passaggio del “sonno di Adamo”, che appare quasi come una prima “caduta” che accompagna la perdita dell’androginia iniziale.

Come abbiamo ricordato, per Filone alessandrino la separazione maschio-femmina sembra comunque implicare un evento articolato, in quanto l’ “uscita” della femmina rispetto all’Adamo-Androgino reca con sé una ulteriore polarizzazione di questa in un maschio ed una femmina, per così dire, “relativi”. Questa caratteristica insita nell’entità femmile, che si estrinseca rispetto all’Adamo-Androgino, non intacca tuttavia la sua unitarietà di fondo, cosa che ad esempio pare ben sintetizzata dalla figura singola di Pandora; ma contemporaneamente, come riportato da alcuni dati tradizionali, il femminile si presenta secondo una doppia modalità di azione, che riteniamo possa essere posta in rapporto alla duplice figura di Eva e di Lilith (entrambe compagne di Adamo). Il dispiegamento femminile implica quindi la piena attualizzazione della manifestazione formale, sia a livello sottile (che in questo contesto potrebbe corrispondere ad Eva, intesa come sinonimo dell’Adamo psichico) che a quello grossolano (che in questo contesto potrebbe corrispondere a Lilith, intesa come sinonimo dell’Adamo corporeo), soprattutto, come accennavamo sopra, sotto la preponderante azione del Raja guna, essendo stata la componente “tamasica” già separata e lasciata indietro con la precedente caduta del Demiurgo. Ed inoltre è la stessa doppia possibilità demiurgica, già incontrata in precedenza, che trova un parallelo nell’analoga duplice modalità di dispiegamento della femmina, ovvero come “formazione” nel suo aspetto più alto e come “espansione” nel suo aspetto di caduta, concetto, questo, avvicinabile al già ricordato momento del biblico “sonno di Adamo”: sul piano materiale vi è quindi la produzione dell’elemento Aria (vista la predominante azione di Rajas), che rappresenta la prima emanazione, unitaria, a partire dall’Etere iniziale ancora indifferenziato e con il quale può essere messa in analogia su un livello più basso. “Ruach” / Aria si attiva quindi nella manifestazione formale, agendo in particolare nel mondo fisico, e costituisce la matrice di base dalla quale sorgeranno i successivi elementi Fuoco/Acqua/Terra; in termini antropogenetici, ad essa corrisponde la nascita della prima compagine umana unitaria e corporeizzata, che secondo noi dovrebbe corrispondere, come vedremo più avanti, alla Razza Rossa.       

Nell’ambito della manifestazione formale (“femmina” in senso ampio), questa compagine umana rappresenta quindi la femmina “relativa”: in una visuale che per comodità definiamo “verticale/principiale” appare particolarmente evidente il rapporto che, ora a questo livello più basso, intercorre tra le prime due caste della tradizione indù. Il “maschio relativo” di questo piano può infatti corrispondere alla casta brahmana ed all’ambito sottile, ed anche alla funzione formatrice che esso stesso esercita, trovandosi in posizione sovrastante alla “femmina relativa” che corrisponde alla casta kshatriya; in quest’ottica, la femmina assume di conseguenza la veste della sola parte materiale della manifestazione formale e rappresenta un mero “corpo” che, esternamente, riveste l’entità adamica globale. In tale ottica l’elemento Aria viene spesso collegato in modo più specifico e diretto con il simbolismo guerriero, come ad esempio l’orso.

Riteniamo comunque che, in linea teorica, nulla vieti che il concetto della “duplice dinamica” del femminile possa, a sua volta, essere applicabile alla “donna” intesa, ora, in quest’ambito più ristretto, ad esempio implicando come riflesso, sull’iniziale compagine umana, un primo abbozzo di separazione, a sua volta, in un ramo geneticamente più stabile (un macro gruppo più boreale ?) ed uno meno (un macro gruppo più australe ?), secondo una logica prevalentemente di carattere Nord/Sud.

 

 

 
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