Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

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POPOLAZIONI ATTUALI E POPOLAZIONE ANCESTRALE / PALEOEUROPOIDI

Proseguiamo sulla linea del post precedente, in particolare sul significato antropologico sia dei reperti antichi che dei gruppi viventi e di quanto tutto ciò può chiarirci in merito all’aspetto della popolazione umana primordiale.

Per rimanere in Africa, segnaliamo che ritrovamenti come quelli di Boskop o di Oldoway sono stati considerati protoetiopici, ma anche più specificamente avvicinati allo stesso tipo di Cro-Magnon (quello di Boskop in particolare da Giuffrida Ruggeri, che peraltro nega decisamente, in termini generali, la presenza di qualsivoglia elemento negroide in Cro-Magnon); diversi sono stati gli  antropologi che hanno ipotizzato per l’Africa del sud e del sud-est un popolamento cromagnoide, o comunque di vecchie forme paleoeuropidi, risalente anche a 20-30.000 anni fa e quindi antecedente a quello dei boscimanoidi stessi. Tale ipotesi, peraltro, sembrerebbe recentemente confermata dall’analisi del cranio di Hofmeyr (Sud Africa) che lo daterebbero a circa 36.000 anni fa e ne evidenzierebbero un aspetto molto più simile ai reperti risalenti al Paleolitico superiore europeo, piuttosto che a quelli recenti sudafricani ed europei. Per restare nell’area dell’Africa australe, ricordiamo che per Vittorio Marcozzi elementi europoidi possono, quanto meno, essere entrati come componenti di popolazioni a suo parere dalla probabile origine mista, come i cafridi dell’Africa sud-orientale o i malgassidi del Madagascar.

Ma in generale, per l’Africa tutta, Bernatzik conclude che, data la mancanza di crani negridi fino a dopo il mesolitico (argomento già trattato in uno dei post precedenti), in tempi più antichi il continente nero tenderebbe sempre più a rivelarsi come un territorio di europoidi.

Se usciamo dall’antropologa africana e guardiamo verso altri continenti, Steve Olson ammette, in merito alla generale presenza in Asia, Australia ed America di frequenti tratti apparentemente europoidi tra popolazioni non “bianche”, che il fenomeno può essere spiegato con il mantenimento delle caratteristiche originarie delle genti uscite dall’africa nord-orientale (l’autore si pone comunque nell’ambito della teoria “Out of Africa”) che avrebbero poi generato  tutte le popolazioni del resto del mondo dopo la traversata della zona medio-orientale. E’ comunque notevole sottolineare come tali caratteristiche iniziali sarebbero, quindi, proto-europoidi anche in chi si muove comunque in un’ottica afrocentrica. In altri casi, a tali elementi se ne sarebbero invece sovrapposti ulteriori di carattere più marcatamente mongoloide che però, notiamo noi, sono necessariamente meno arcaiche; va infatti ricordato che le specificità delle popolazioni “gialle” sono, quasi unanimemente, riconosciute avere un’origine nettamente più recente (ad esempio, il cranio cinese di Ciu Cu Tien risalente a cira 15-20.000 anni fa non mostra alcuna somiglianza con gli attuali orientali).

Via via che ci allontaniamo dall’Africa, per il subcontinente indiano è significativo che diversi autori (Bernatzik, Pullè, Eickstedt, Weinert) concordino sul fatto che i gruppi umani più arcaici ivi stanziati, come i veddoidi, siano fondamentalmente dei paleoeuropoidi. Probabilmente allo stesso raggruppamento dovrebbe fare riferimento anche Biasutti che segnala analoga origine per i paleoindidi (ricordiamo che molto spesso in ambito antropologico la classificazione tassonomica viene effettuata secondo denominazioni che possono sensibilmente variare da autore ad autore). Per Vittorio Marcozzi elementi europoidi entrano nella composizione di popolazioni dalla probabile origine mista quali gli gli indo-melanidi del deccan.

La presenza di vecchie forme europoidi viene rilevata anche in Indocina e nel sud-est asiatico; se per Vallois la razza indonesiana o protomalese è una razza gialla a caratteri estremamente attenuati, è tuttavia significativo il fatto che egli stesso ne rilevi l’affinità con le popolazioni europee, tant’è che ricorda come taluni l’abbiano addirittura inclusa nel ramo della razza mediterranea. Ma forme paleoeuropoidi vengono anche individuate in Melanesia ed in Polinesia, e diversi antropologi hanno ritenuto di poter classificare i polinesiani in toto tra gli europoidi.

Più a sud, gli stessi Australoidi vengono incasellati da Weinert come paleoeuropoidi essi stessi e, da diversi antropologi, considerati quanto meno appartenenti alla stessa linea centrale degli europoidi, rispetto a quelle più “laterali” e specializzate rappresentate da negroidi e mongoloidi.

Virando verso nord e superando l’area orientale densamente popolata – ma in tempi relativamente recenti – dalle popolazioni gialle, troviamo nel settentrione dell’Asia tutta una serie di gruppi che evidenziano caratteristiche, quali il colore degli occhi e della pelle, riscontrabili quasi unicamente presso gli europoidi settentrionali. Di particolare interesse è il ramo paleosiberiano, che per Vallois è annoverabile tra le razze gialle, ma con caratteri mongoloidi estremamente attenuati ed una certa affinità con i bianchi; a suo avviso sarebbe il risultato di un antico meticciamento tra bianchi e gialli primitivi (questi, forse giunti da sud), ma non possiamo non rilevare come invece per alcuni antropologi i paleosiberiani rappresentino piuttosto una vecchia forma intermedia ed indifferenziata tra mongoloidi ed europoidi, riproponendo anche in questo caso la doppia opzione, analogamente a quanto visto in ambito africano per gli Etiopi, tra la summenzionata ipotesi di meticciamento primitivo, ed una di origine diretta da un tronco ancestrale paleoeuropoide che, in Asia, stava appena iniziando a differenziarsi verso i mongolidi propriamente detti.

Ed in tale contesto è notevole anche il caso degli Ainu del Giappone settentrionale e delle isole Curili, per i quali l’ipotesi dell’ibridazione sembrerebbe ancor meno probabile, a vantaggio piuttosto della precoce separazione da un tronco principale paleoeuropeo. E’ stato rilevato che alcuni caratteri degli Ainu li farebbe, a parere di qualche studioso (soprattutto da Sternberg e Werth), avvicinare ai tipi australiani, ma altre caratteristiche più simili a quelle nord-europee inclinerebbero maggiormente per una classificazione più chiaramente paleoeuropoide; il giapponese Matsumoto parla infatti di “ainu-caucasici pre-mongolici”, mentre per Biasutti gli Ainu rappresentano un residuo di quelli che definisce “Pre-Europidi”, che segnala in tempi preistorici enormemente più diffusi di quanto gli Europidi non lo fossero all’inizio dell’evo moderno. Anche Vallois concorda sugli Ainu come gli ultimi rappresentanti di quelle arcaiche popolazioni bianche che anticamente occupavano il nord della Siberia, senza soluzione di continuità con la stessa Europa.

Infine, per il continente americano, sul cui popolamento dedicheremo in futuro una trattazione più specifica, per ora segnaliamo che Deniker designa come razza Paleo-americana quella degli amerindiani considerati più arcaici e privi di caratteristiche mongoloidi, presupponendo anzi antichi rapporti con forme australoidi ed europoidi. Biasutti, nella sua classificazione, preferisce piuttosto parlare direttamente di Pre-Europidi (ai quali avvicina il ritrovamento europeo di Combe-Capelle), mentre riteniamo opportuno ricordare come gli amerindiani più meridionali, i Fuegini, che probabilmente sono annoverabili – proprio per la loro posizione geografica – tra le popolazioni più antiche arrivate in America, presentino anch’essi caratteristiche che li accostano chiaramente al tipo europoide.

In effetti, più che al Cro-Magnon, sembrerebbe proprio il già citato ritrovamento europeo di Combe-Capelle il tipo fisico al quale non è azzardato avvicinare un gran numero di popolazioni mondiali tra quelle che abbiamo rapidamente passato in rassegna; l’antropologo Giuffrida-Ruggeri considera l’ “Homo aurignacensis” (appunto, il Combe-Capelle) quale rappresentante di un ramo umano più meridionale, nel quale far rientrare ad esempio popolazioni come Ainu, Protoetiopici, Vedda, Australoidi, Dravidi ecc.., mentre individua in Cro-Magnon un ceppo più occidentale .

In definitiva, quale sintesi si può trarre da tutti questi elementi ?

Certamente non che la popolazione ancestrale avesse lo stesso aspetto degli europoidi attuali (europei, nordafricani, asiatici occidentali); però, a nostro avviso, vi sono chiari indizi che un aspetto “simil-europoide” sembra essere presente sul pianeta fin dai tempi più antichi, sebbene in forma ancora sfumata ed arcaica rispetto a come si presenta oggi, apparendo quasi come una base di partenza per tutte quelle popolazioni non ancora chiaramente indirizzate verso la direzione negroide o mongoloide (realtà più specializzate che emergeranno solo successivamente). Tale aspetto, oltretutto, emerge un po’ ovunque nel mondo, anche – e questo ci sembra particolarmente significativo – in sedi lontanissime da quelle storiche occupate dalla cosiddetta “razza bianca”. Ed infine, possiamo concludere che oggi tale definizione, quello di “razza bianca”, nel senso più ampio la si voglia intendere, identifica un raggruppamento che appare alquanto eterogeneo ed esteso, nel quale probabilmente risiedono componenti, oltre che della massima arcaicità, anche piuttosto diversificate e sulle quali dovremo tornare in seguito.

 
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