Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

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CONCETTI PRELIMINARI – PARTE 2

 

Continuiamo dal post precedente:

 

Un terzo punto che ci è sembrato rappresentare una costante significativa, alla luce della quale poter interpretare aspetti importanti delle vicende che vedremo, è stato quello relativo alla doppia modalità di estrinsecazione del femminile. Sotto questo aspetto, Julius Evola infatti ci ricorda che la forza mercuriale, femminile, sottostante alle leggi del mondo sublunare dei cambiamenti e del divenire è un principio di identificazione ed immedesimazione che, disgiunta dal centro ed abbandonata a se stessa, sarebbe un’impulso cieco a cadere verso il basso; segnala inoltre come la prima fase della manifestazione si caratterizzi dal liberarsi incontrollato della potenza femminile ridestata – fase discendente o promanativa – momento che procederà fino ad un limite contrassegnato da un punto di equilibrio. Di conseguenza, posto che l’elemento mercuriale ricordato da Evola è relazionabile al concetto di espansione ed in generale al Raja Guna (avevamo già accennato in precedenza alla teoria indù dei tre gunas), la nostra interpretazione è che la fase promanativa possa corrispondere, sulla base di alcuni elementi che più in là avremo modo di esporre, alla figura di Lilith; di contro, la fase in cui la femmina appare invece più stabile ed “ancorata” al principio maschile, potrebbe essere accostata ad Eva. A nostro avviso tale “doppiezza” femminile potrebbe presentare una certa, parziale, relazione anche con l’accenno di Filone di Alessandria, che definì come maschile il regno del tutto privo di differenziazione sessuale (Nous, Logos, Dio stesso), mentre come “femmina” il sottostante regno materiale il quale però, a sua volta, reca in sé la polarità maschio-femmina; concetti, questi ultimi, che andrebbero quindi relativizzati, come già segnalato nel punto precedente. Ma la duplicità femminile trova forse un'analogia ancora più stretta con quella messa in campo dalla figura demiurgica, già ricordata precedentemente e, come vedremo, inquadrabile a più livelli. Lo stesso Jakob Bohme tocca l’argomento, rimarcando significativamente l’ambivalenza del serpente, che può essere visto sia come vergine celeste ma anche come simbolo di femminilità maligna; serpente che peraltro Guenon ricorda essere uno dei simboli dell’Anima Mundi, i cui due aspetti, contemporaneamente essenziali e sostanziali a seconda del punto di osservazione, vengono  opportunamente messi in luce dal metafisico francese. E pure il mito iranico forse reca un'analoga traccia, se vi si narra che l’uomo primordiale Gayomart ebbe come spose due regine, una bianca ed una nera. In definitiva, riteniamo che in teoria tale doppia dinamica possa essere applicata al femminile su ogni piano ed in ogni situazione essa venga considerata, peraltro tenendo presente come gli aspetti schematicamente definibili – in termini generali – come “Eva” o come “Lilith” di una data femmina, non necessariamente debbano coincidere con quelli di un'altra, relativa ad un piano diverso.

 

Un quarto ed ultimo punto di complessità riguarda infine il rapporto che si instaura tra maschile e femminile, nel senso che questo ci è sembrato essere declinato secondo due modalità non perfettamente coincidenti. Una prospettiva è quella che per comodità definiremo “verticale/principiale”, nella quale il maschio si situa chiaramente su un piano soprastante a quello della femmina, mentre l'altra, che chiamiamo “orizzontale/correlativa”, è quella nella quale il maschio sembra invece porsi sullo stesso piano della femmina, “rappresentando” così, sul livello più basso, il principio soprastante. La visione principiale è quella che, ad esempio, pare emergere quando si evidenzia che la donna è stata fatta ad immagine dell’uomo, esattamente come l’uomo è stato fatto ad immagine di Dio; d'altro lato, invece, sembra proporsi un'ottica di tipo più correlativo quando ad esempio al maschile ed al femminile sembrano farsi cosmologicamente corrispondere il Sole e la Luna, rappresentati in una modalità che sembrerebbe quasi “orizzontale”. Paradossalmente, un'unica immagine potrà forse illustrare ulteriormente entrambe le prospettive, ovvero quella del triangolo iniziatico, ricordata da Guenon, con le diverse funzioni collegate alle sue varie componenti: il Brahatma, che ne rappresenta il vertice, il Mahanga la sua base ed il Mahatma lo spazio intermedio, quale vitalità cosmica ed “Anima Mundi” degli ermetici. Al Brahatma appartiene la pienezza dei due poteri sacerdotale e regale allo stato indifferenziato, che poi si distinguono in Mahatma (corrispondente al potere sacerdotale ed alla casta dei Brahmani) ed in Mahanga (corrispondente al potere regale ed alla casta degli Kshatriya). Se ci soffermiamo sul Mahatma (casta Brahmana), nella visuale verticale sappiamo che l'ambito psichico è in qualche modo “principiale” rispetto al sottostante livello corporeo (Mahanga / casta Kshatriya); ma d’altro canto, non possiamo dimenticare che l’Anima Mundi, in termini ermetico/alchemici, viene sempre accostata al principio mercuriale, il quale notoriamente può acquisire una doppia caratterizzazione, ovvero acqueo-femminea se in movimento e sotto il segno della Luna, oppure ignificata e maschile se fissata e sotto il segno del Sole, elementi che quindi sembrano geometricamente porsi entrambi sullo stesso piano, quello intermedio appunto. Ricordiamo che anche Evola segnala il “doppio segno” del mercurio, inteso come ruach o soffio, ed inoltre come spesso questo venga raffigurato anche sotto forma di albero, il quale, in varie saghe europee, spesso si sdoppia – sembrerebbe quindi “orizzontalmente” – in un albero del Sole, orientale e maschile, ed in un albero della Luna, occidentale e femminile.

 

Per concludere, abbiamo visto come i quattro aspetti esposti in questo e nel post precedente possano apparire piuttosto controversi ed arrivare ad introdurre anche elementi per certi versi contraddittori; riteniamo però che i punti di contrasto siano solo apparenti e non del tutto insanabili, ma che vadano invece elaborati secondo un approccio che ne tenti l’integrazione in un unico disegno globale. Con i prossimi due post, quindi, proveremo a fornire una prima sintesi generale di quella che, a nostro parere, potrebbe essere la concatenazione logica dei vari passaggi – tenendo sempre presenti gli aspetti sopra riassunti – per passare in quelli successivi ad un'analisi più approfondita di ciascuno di essi.

 

 

 

 
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