IGNOTA VERITAS

MISTERI - ENIGMI - RIVELAZIONI

 
 

TAG

 

UN VANGELO SPIRITUALE

Gesù disse: "Colui che cerca, non smetta di cercare finchè non trova e quando troverà sarà commosso e quando sarà commosso contemplerà  e  regnerà  su  tutto"    Vangelo di Tommaso

  

 

LA PORTA ALCHEMICA

La Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, è un monumento edificato tra il 1655 e il 1680 da Massimiliano Palombara marchese di Pietraforte (1614-1680) nella sua residenza, villa Palombara, sita nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino. La villa che ora non esiste più, si trovava vicino piazza Vittorio, dove oggi è stata collocata la strana porta. La Porta Alchemica è l'unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara, sull'arco della porta perduta sul lato opposto vi era un iscrizione che permette di datarla al 1680, inoltre vi erano altre quattro iscrizioni perdute sui muri della palazzina all'interno della villa.

 

AFFRESCO CON CAVALIERI CROCIATI A CLERMONT

 

PASTORI IN ARCADIA DI N. POUSSIN.

 

L'ULTIMA CENA,DI LEONARDO DA VINCI

 
 

CHI E'?

 

MARIA MADDALENA, ATTRIBUITO A LEONARDO DA VINCI

 

SAN MICHELE ARCANGELO

 

MADONNA DEL PILERIO, COSENZA

 

LA DEA ISIDE CHE ALLATTA HORUS

 
Questo blog non è a scopo di lucro, le immagini e il contenuto degli articoli presenti, sono dei rispettivi proprietari.
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

I MIEI BLOG AMICI

Citazioni nei Blog Amici: 21
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

 

 Il mistero di Santiago.

Post n°10 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 

Appena sceso dall'aereo mi sono ritrovato nel piccolo aereoporto di Santiago e ho avuto subito la sensazione di ordine e  pulizia. Vedendo il centro urbano mi ha sorpreso come questo luogo semplice, sia in realtà tanto vitale e dinamico. Successivamente mi sono accorto che la vera sorpresa, era la serenità d'animo degli abitanti di Santiago. Dopo un breve peregrinare per le vie della città, sono giunto finalmente alla Cattedrale, che imponente si staglia sulla piazza dell'Obradoiro, il nome di questa piazza ricorda gli obradoiros, (tagliapietre) che lavorarono alla costruzione della Cattedrale. La Cattedrale e senz'altro il più bel monumento costruito in Spagna durante il Medioevo, con le sue grandiose guglie puntate verso l'alto, sembra raggiungere il cielo. Entrando nella cattedrale si ha subito la sensazione di grande spiritualità e misticismo, i fedeli sono raccolti in preghiera, i pellegrini avanzano affaticati, con i loro caratteristici bastoni. Sono rimasto assorto dentro la Cattedrale per qualche ora,   mi sono perso tra quel  barocco esasperato  e l' austera cripta, poi uscendo fuori  un pò di luce infastidisce gli occhi.   La terra della Galizia è verde, rigogliosa, ricca di colori e di profumi inebrianti. La cucina galega è semplice ed il sapore dei cibi è particolare,assolutamente da provare  l'ottimo polipo alla galega. Camminando per le vie del centro si intrecciano gli odori provenienti dai numerosi ristoranti con l'inconfondibile profumo delle castagne arrosto dei venditori ambulanti. L'aria e fredda e la pioggia, caratteristica di questa zona,  ha fatto la sua comparsa solo la sera del terzo giorno. Di sera, i vicoli di Santiago, acquistano un fascino unico e che solo agli occhi di un viaggiatore, possono evocare ricordi di luoghi e di popoli già conosciuti in precedenza. Il calore della gente è rassicurante. Sono rientrato in albergo, "A tafona do peregrino", situato in Virxe de Cerca, nel centro storico di Santiago a pochi passi dalla Cattedrale, ho alcune curiosità da mostrare che per ora sono nella memoria della mia fotocamera, ma presto le metterò in rete. La tomba di Giacomo il Maggiore, l'Apostolo, è qui. Così Santiago è divenuto nel tempo, una delle più importanti mete dei pellegrinaggi cristiani. Il cammino primitivo è senzaltro precedente al ritrovamento della tomba dell'Apostolo, i dolmen che sono stati ritrovati e i numerosi petroglifi del periodo neolitico ne sono la prova. Questi reperti raffigurano strani simboli, come la spirale. (comune in tutte le regioni sulla costa Atlantica) o altri simboli attribuiti al popolo Celtico e restano a testimonianza dell'antichità di questa terra e del passaggio umano fin dagli albori. Una gran parte di reperti archeologici che risalgono al periodo tra il 4.500 e il 2.500 a.C., sono incisioni e simboli ermetici che ancora oggi non hanno trovato significato. Le usanze popolari e le caratteristiche somatiche del popolo Galego sono simili a quelle degli altri popoli nord europei Scozzesi, Irlandesi, Francesi e fanno pensare ad un origine comune. Certamente la soluzione c'è, ma è lontana nel tempo. Il popolo originario della Galizia, qui lo chiamano Celtico. Forse è davvero esistito un popolo Celtico, probabilmente i primi abitanti hanno avuto a che fare con la costa Atlantica, è quindi possibile che siano giunti in Galizia proprio dal mare. Gli antichi "Celti" sono forse affini ai popoli nord europei,  la realtà soprendente è che il ceppo genetico è uno soltanto e questo particolare patrimonio genetico lo possiamo riscontrare in tutto il popolo Basco. La storia del popolo Basco è caratterizzata dai molti ritrovamenti di dolmen con incisioni raffiguranti "simboli celti". I Celti erano una popolazione differentedai Baschi ma che ha avuto la capacità di integrarsi con loro. La storia basca e costellata di antiche leggende, che impongono di investigare sulle origini antiche e tuttora oscure di questo popolo. Molti studiosi e ricercatori si sono occupati di loro. Chi sono i Baschi? Da dove vengono? Torniamo adesso a Santiago. La leggenda racconta che nell'anno 813 l'eremita di nome "Pelayo" o "Pelagio"o "Paio", vide strane luci a forma di stella, provenire dal cielo e che puntavano verso terra. Furono quelle luci, ad indicargli la tomba di Giacomo l'Apostolo, da qui il nome Santiago de Compostela, (San Giacomo di campo stella). Se quelle luci, avvistate dall'eremita, invece che dal cielo, provenissero dal mare? Nei secoli che passarono ci furono proibizioni nel visitare il luogo e le successive persecuzioni fecero sì che le tracce del ritrovamento della tomba dell'apostolo si perdessero, forse per sempre. La fede ci chiede di credere, ma la ricerca ci impone di investigare, e di recarci sul posto, per verificare quanto sia possibile. Facciamo un pò di storia. La semplice costruzione del primo tempio si ha sotto il regno di Alfonso II e poi ampliato sotto Alfonso III, la consacrazione del tempio avvenne invece nel 893. In questo periodo si ebbero i primi insediamenti di monaci benedettini e cominciarono i primi pellegrinaggi giacobei. Santiago de Compostela fu distrutta dall'esercito musulmano di Almanzor nel 997, il vescovo Pedro de Mezonzo riucì a salvare le reliquie dell'Apostolo e successivamente Bermudo II, ricostruì Santiago. La trasformazione di Santiago a luogo di culto cristiano e meta di pellegrinaggio religioso si deve al vescovo Diego Xelmirez che terminò la Cattedrale, lo stesso contribuì ad arricchirla con importanti reliquie cristiane. Purtroppo del passato sono rimaste soltanto lievi tracce, ma almeno si può dare uno sguardo su come è adesso Santiago. La spiritualita' che questa bellissima citta' emana e qualcosa di incredibile ed estremamente rilassante, vedere certi luoghi fà bene al cuore e appaga lo spirito. Nell'iconografia e nella tradizione popolare ispanica San Giacomo è rappresentato come un forte cavaliere su un cavallo bianco (Santiago Matamoros), che con potenza trascina i cristiani a ribellarsi contro il dominio islamico. La Cattedrale di Santiago de Compostela ne è l'espressione più carica di questo sentimento cristiano, crescente. La crescente devozione popolare e la spinta del monachesimo cluniacense, contribuirono alla realizzazione di una "ideologia" iacobea, ben documentata nel Codex calixtinus, che costruita ad arte, faceva di Santiago il baluardo ed il simbolo della riconquista cristiana dell'Europa meridionale, anticipando di fatto le crociate.

 
 
 

Le crociate, perchè?

Post n°9 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 

Clermont, Francia meridionale, concilio provinciale, 27 novembre 1095. Papa Urbano II, quel giorno  aprì una nuova via di salvezza e di redenzione per i cavalieri e per tutti gli uomini, che con coraggio, avessero abbracciato la causa della liberazione di  Gerusalemme dai turchi infedeli, ma nello stesso tempo diede inizio ad una guerra feroce e sanguinaria tra l'occidente cristiano e l'oriente islamico. Il papa, Urbano II, che non a caso apparteneva all’ordine cluniacense, affidò la guida della guerra santa al vescovo di Le Puy, Ademaro di Monteil. L’appello di Clermont superò ogni aspettativa, non sappiamo quali parole usò il papa, ma la moltitudine di gente che assisteva al suo proclama, fu pervasa da un fanatismo religioso e da un entusiasmo tale da far vibrare gli animi anche agli uomini  più refrattari alla guerra.  Quella massa di cristiani pronti a partire per l’Oriente era costituita da un concentrato di uomini violenti, da criminali e da povera gente. La folla era unita e innalzando al cielo spade, lance, zappe e bastoni, all’unisono e con forza scandiva il suo grido di battaglia, “Dio lo vuole”. Migliaia di uomini di ogni sorta ed estrazione sociale si misero in marcia per raggiungere Gerusalemme, formando carovane di cavalieri improvvisati e pellegrini, di santi uomini e criminali, tutti insieme per la stessa causa. La reazione della gente, principalmente dei ceti più bassi fu quella di mettersi in marcia sull’onda dell’entusiasmo, verso Gerusalemme senza mezzi e senza organizzazione. Lo scopo di molti era di sfuggire alla prepotenza dei feudatari e rifarsi una nuova vita in Oriente .

 
 
 

Galgano, Santo e cavaliere.

Post n°7 pubblicato il 02 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 
Foto di AlessioFerrazzoli

Nel piccolo paese di Chiusdino, vicino Siena, si svolse la vicenda umana, o meglio, la leggenda di Galgano, infatti la sua vita non ha una base storica documentata, ma soltanto indizi e testimonianze postume, oltre a quegli edifici costruiti in sua memoria che ne esaltano e ne rafforzano il mito. Galgano nacque nel 1148, unico figlio di una famiglia agiata, scelse una vita di stenti che condusse con forza e coerenza. La sua vita di asceta, eremita, esperto erborista e artefice di  singolari guarigioni, gli  regalò fama e notorietà, tanto che anche la Chiesa se ne dovette occupare. Galgano per sua scelta , abbandonò la vita dissoluta da giovane ricco e  la sua condizione di cavaliere, per vivere in solitudine e in totale comunione con la natura. La sua vita improvvisamente prese una nuova direzione, scelse Dio come sua unica guida. Galgano affrontò una profonda crisi di coscienza ma il suo spirito era forte, rifiutò la violenza e le armi e scelse una vita di meditazione e preghiera. Il magnifico gesto  che fece Galgano, fu quello di conficcare con forza la lama della sua spada in una fessura di una roccia, come a formare una croce con l’elsa della spada stessa. Non fu più possibile estrarre quella spada da quel fodero di pietra. Quel gesto  portò Galgano alla gloria e fu il suo unico miracolo, ma  fu anche il suo messaggio di pace, che ancora oggi può farci riflettere. La spada nella roccia divenne presto un luogo di venerazione. Galgano costruì intorno ad essa una capanna di legno dove pregava e dove riceveva i pellegrini a lui devoti. Grandi folle giungevano da ogni dove per incontrare Galgano e per venerarlo. Ben presto dodici discepoli si unirono a lui e la sua fama venne legata a misteriosi enigmi che presero corpo dopo la sua morte.  Oggi, sul luogo dove si trova la spada, si può vedere la costruzione di una splendida cappella circolare "la Rotonda di Montesiepi",  forse in passato fu un luogo di  riunione di valorosi cavalieri. Galgano morì giovane a 33 anni  e venne eletto Santo appena tre anni dopo la sua morte.  La popolarità di Galgano doveva essere in qualche modo servita a sviluppare il monachesimo cistercense in quella regione e quindi, giustificò la costruzione della grandiosa Abbazia. La sua storia purtroppo rimase nel dimenticatoio per moltissimi anni, quando un bel  giorno la Chiesa s’impadronì del mito del Santo eremita e guaritore, morto di stenti nelle campagne Senesi, per affermare la fede cristiana . Ancora oggi l'Abbazia di San Galgano resta un luogo meraviglioso che emana pace e intensa spiritualità. L'Abbazia  si presenta ai nostri occhi senza più il tetto, questo aspetto gli conferisce un fascino del tutto particolare e una grande ammirazione da parte dei visitatori. Da questa fantastica storia, probabilmente nacque la leggenda di re Artù, dei  cavalieri della tavola rotonda e della leggendaria spada nella roccia.

 

 
 
 

Giovanna D'Arco, strega o Santa?

Post n°6 pubblicato il 29 Novembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 
Foto di AlessioFerrazzoli

La figura di Giovanna, ormai leggendaria, divenne improvvisamente ingombrante per l'aristocrazia che cominciò a temere di vedere offuscato il proprio prestigio da una pastorella lorenese. Infatti, il successo attira invidia, e le casse del nuovo re non permettevano di continuare la guerra; inoltre il nuovo re temeva soprattutto di perdere la corona. Ma Giovanna era una donna estremamente decisa e determinata, e aveva dalla sua un esercito carico di entusiasmo, attirato dalla sua fama, con il quale attaccò Parigi l'8 settembre 1429. Forse Carlo VII, spaventato dall’esercito guidato da Giovanna, decise di togliere di mezzo la scomoda pulzella.  Carlo VII, infatti non inviò i rinforzi promessi a Giovanna, la quale vide il suo esercito capitolare e quindi fallire  l'assedio di Parigi. L'eroina non voleva abbandonare quella che considerava una missione divina e continuò con pochi fedelissimi, la guerra contro gli Inglesi. La scarsità numerica  del suo nuovo esercito e l'ostilità che la circondava, tuttavia, la misero subito in una situazione difficile. Ad esserle fatale fu, nel 1430 la battaglia di Compiègne, vicino a Parigi, dove venne ferita e poi catturata dalle forze borgognone, fu venduta agli alleati inglesi per la somma di 10.000 scudi d'oro, e da questi sottoposta al processo con  l’accusa di stregoneria. Giovanna, venne sottoposta a processo per eresia senza che nessuno la difendesse, si trovò sola davanti al tribunale ecclesiastico di Rouen, senza che Carlo VII facesse nulla in suo soccorso. Quel tribunale era fortemente influenzato dal potere inglese e presieduto da Pierre Cauchon, vescovo di Beauvais. Dopo quattordici mesi di umilianti interrogatori la pulzella d'Orleans fu accusata di eresia, per aver creduto di poter comunicare con Dio direttamente e senza la mediazione della Chiesa cattolica, e di atti illeciti, per aver indossato abiti maschili. Venne perciò condannata a morte e giustiziata sul rogo il 30 maggio del 1431, aveva solo diciannove anni. Definendosi apertamente la "Pulzella", Giovanna accreditava l'idea di essere un'inviata da Dio e non una strega: la sua verginità simboleggiava chiaramente la purezza tanto da un punto di vista fisico quanto da quello delle intenzioni religiose e politiche. Di conseguenza, verificare la sua verginità di Giovanna era diventata una questione di fondamentale importanza; per ben due volte venne constatata dalle matrone, a Poitiers nel marzo 1429 ed a Rouen il 13 gennaio 1431, su ordine dello stesso Cauchon. L'abitudine che aveva Giovanna di portare abiti maschili aveva probabilmente il fine di impedire ai malintenzionati di violentarla. Quando ormai le truppe inglesi avevano perso la propria influenza nel 1456, la Chiesa riaprì l'inchiesta: il tribunale fu riconosciuto come illegittimo e Giovanna fu riabilitata e riconosciuta innocente. Il clero, dopo averla condotta al rogo decise Giovanna doveva tornare in seno alla Chiesa. Fu proclamata Santa da papa Benedetto XV, nel 1920,  quasi quattro secoli dopo il suo martirio.  Ancora oggi, Giovanna D'Arco è tra i Santi più amati in Francia.

 
 
 

Giovanna D'Arco, strega o Santa?

Post n°5 pubblicato il 29 Novembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 
Foto di AlessioFerrazzoli

  Le notizie storiche, che sono riuscito a reperire riguardo Giovanna d’Arco, danno di lei un’immagine di  forza e purezza. La sua spiritualità e il suo grande coraggio costituirono le doti che gli regalarono la fama e l’adorazione da parte dei francesi. Giovanna, forte sia del nel corpo che nell’ animo, fu per i soldati che combatterono al suo fianco, una figura altamente carismatica.  Giovanna si presentò come un’inviata di Dio e sosteneva di aver ricevuto l'incarico celeste di salvare la Francia; la sua buona fede fu confermata da un gruppo di teologi che l'interrogarono a lungo. Si racconta, tuttavia, che Carlo inizialmente non  aveva alcuna fiducia in lei.  Si racconta che una volta Carlo si presentò mescolato tra gli altri presenti. Giovanna, pur non avendolo mai visto, lo riconobbe ugualmente. Carlo, allora, si convinse, e si affidò alla sua guida per riscattare le sorti della Francia. I soldati, trascinati dal carisma della giovane, si esaltarono e  con un’impeto nuovo  si prepararono alla riscossa. Iniziò pertanto la riforma dell'esercito trascinando con il suo esempio le truppe francesi e imponendo stili di vita rigorosi e quasi monastici. Questo nuovo stile predicato da Giovanna, ricorda molto, quello che adottarono i templari  un secolo prima.  Sebbene non le fosse stata affidata formalmente nessuna carica militare, Giovanna divenne ben presto una figura centrale nelle armate francesi: vestita da soldato, impugnando brando e bandiera bianca con raffigurato Dio nell'atto di benedire il fiordaliso francese. La pulzella d'Orléans raccolse un gran numero di volontari da tutto il regno e guidò le truppe infervorate in battaglia contro gli Inglesi. Gli Inglesi, erano arrivarono sino ad Orléans, e assediarono la città, punto strategico della valle della Loira, nella Francia centrale. Se Orléans fosse caduta, l'intera Loira meridionale sarebbe stata presa; la stessa Chinon, corte del futuro Carlo VII, non era molto lontana da Orléans. La città era accerchiata dagli inglesi, che avevano quattro grandi fortezze per controllare la città e stringerla d'assedio. Giovanna attaccò quelle maggiormente fortificate a sud del fiume, riuscendo a rompere l'accerchiamento dopo aver portato rifornimenti alla popolazione affamata. L'accerchiamento fu rotto l'8 maggio 1429, ed è qui che il popolo, in festa, le diede il nomignolo di "la pulzella d'Orléans". Il successo di Giovanna D'Arco fu fondamentale per le sorti della guerra, poiché esso impedì che gli Anglo-borgognoni potessero occupare l'intera parte settentrionale del paese e marciare verso il Sud fedele a Carlo e, inoltre, diede inizio a un'avanzata nella valle della Loira culminata nella battaglia di Patay. Dopo la liberazione di Orléans, “la pulzella” Giovanna, continuò le proprie campagne contro gli Inglesi, accompagnata da La Hire e da Jean Poton de Xaintrailles,  sconfisse gli Inglesi a Jargeu e a Patay il 18 giugno 1429. Il 17 luglio 1429 portò Carlo VII a Reims, nella cui cattedrale, per il sovrano fu incoronato. Da questo momento incominciò la riconquista che nel 1437 l'avrebbe portato fino a Parigi.

                                                                                                                                             

 

 

 
 
 

 SATOR, un messaggio inquietante.

Post n°4 pubblicato il 27 Novembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 

Nella foto il SATOR di "San Pietro ad Oratorium", Capestrano (AQ)  
Il quadrato del SATOR è  uno dei misteri più affascinanti e complessi della storia.   
SATOR    AREPO   TENET  OPERA  ROTAS  
ROTAS    OPERA   TENET  AREPO  SATOR
Il quadrato è composto da una frase palindroma di oscuro significato. Palindroma, è essenzialmente una frase  o parola, che può essere letta liberamente da sinistra a destra o da destra a sinistra, senza che cambi significato. Il SATOR potrebbe avere origne nelle più antiche comunità gnostiche. Lo gnosticismo é un movimento filosofico-religioso, molto complesso, la cui massima diffusione si ebbe nel II e III secolo del periodo cristiano. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (γνwσις), «conoscenza». Una definizione piuttosto parziale del movimento basata sull'etimologia della parola può essere: "dottrina della salvezza tramite la conoscenza". Mentre il giudaismo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza attraverso l'osservanza delle 613 mitzvòt e il cristianesimo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza attraverso la fede, le opere e la Grazia, per lo gnosticismo la salvezza dell'anima può derivare soltanto dal possesso di una conoscenza quasi intuitiva dei misteri dell'universo e dal possesso di formule magiche indicative di quella conoscenza. Gli gnostici erano "persone che sapevano" e la loro conoscenza li poneva in una classe di esseri superiori, il cui status presente e futuro era sostanzialmente diverso da quello di coloro che, per qualsiasi ragione, non sapevano. Una definizione più completa di gnosticismo potrebbe essere: "nome collettivo indicante un gran numero di sette panteistico - idealistiche fortemente diverse tra loro che sorsero da poco prima dell'Era cristiana al V secolo e che, prendendo in prestito la fraseologia ed alcuni dei dogmi delle principali religioni contemporanee, specialmente del cristianesimo, sostenevano che la materia fosse un deterioramento dello spirito e l'intero universo una depravazione della Divinità, ed insegnavano che il fine ultimo di ogni essere era il superamento della bassezza della materia ed il ritorno allo spirito Genitore, tale ritorno, sostenevano, era stato facilitato dall'apparizione di alcuni Salvatori inviati da Dio." Per quanto insoddisfacente possa sembrare questa definizione, l'oscurità, la molteplicità, e la confusione dei sistemi gnostici permette difficilmente di formularne un'altra. Adesso vediamo i luoghi in Europa dove è stato ritrovato il SATOR. In Germania, furono rinvenuti numerosi quadrati palindromi, precisamente nelle località di: Hamersleben. Halberstadt, Rosenheim, Oberraudorf. In Francia il SATOR fu trovato nel castello di Chinon, Bergfried, una casa a Puy, il castello di Jarnac, la dimora di Agnes Sorel (concubina di Carlo VII), a Beaulieu-les-Loches. A Santiago di Compostela, in Spagna. Il castello di Chinon, in Francia è un luogo di grande interesse storico-archeologico. E' importantissimo ricordare che proprio nel castello di Chinon furono imprigionati molti cavalieri templari ed il loro Gran Maestro Jacques De Molay.  I cavalieri templari, durante la prigionia, incisero sulle pietre  delle celle,  inquietanti graffiti,  i quali sono ancora ogetto di studio da parte di storici ed esoteristi.   In Italia sono stati ritrovati numerosi palindromi del SATOR per lo più luoghi templari. Nel   medioevo, il SATOR, potrebbe essere stato interpretato  così:  IL SEMINATORE (DIO) IMPRIME L’ORDINE INIZIALE (CREA), L’UOMO, CON LE OPERE, GOVERNA LE RUOTE DEL DESTINO
Questo nuovo significato, è  veramente rivoluzionario, soprattutto  nel  medioevo. Infatti in quel periodo la gente temeva Dio, o forse temeva soltanto il papato e quindi l'uomo non era certo considerato importante e la vita aveva ben poco valore.  Il messaggio del SATOR in effetti,  potrebbe non discostarsi molto dalla mia interpretazione.  La vera rivoluzione del SATOR , era affermare il principio, che l’uomo è l'arterfice del suo destino. In Italia il SATOR  è stato ritrovato in molti luoghi che  riporto di seguito:
Vercelli: in un manoscritto della Biblioteca capitolare
Verona 
Palazzo Benciolini (palazzo privato)
Pieve Terzagni Chiesa di San Giovanni Decollato (CREMONA)
Arce: su un frammento litico si può osservare il palindromo in forma incompleta.
Bolzano, Castel Mareccio
Siena, Duomo di S. Maria Assunta
Pistoia: i Templari, qui avevano una chiesa, San Giovanni del Tempio
Campiglia Marittima (LI) Pieve di S. Giovanni
Urbino (PU). Canovaccio Chiesa di S. Andrea in Primicilio
Fabriano (AN) Marischio Chiesa di S. Maria in Plebis Flexiae
Paggese di Acquasanta Terme (AP)  Chiesa di S. Lorenzo
Capestrano (AQ) Chiesa di San Pietro ad Oratorium
Monterubbiano (AP) Chiesa di S. Agostino
Collepardo (FR) Trisulti, Cartosa di Trisulti.
Campotosto (AQ): cripta della chiesa della Madonna Apparente
San Felice del Molise(CB) Chiesa di Santa Maria Ester di Costantinopoli
Magliano de Marsi (AQ) Chiesa di Santa Lucia, detta Chiesa Matrice.
Acquaviva Collecroce (MOLISE)
Pompei (NA) Pompei scavi, Casa di P. Paquio Proculo
Aosta: qui c'è un Sator Circolare. Si trova nella collegiata di Sant'Orso
Se avete altre segnalazioni scrivetemi.

 
 
 

Celestino V, un papa scomodo.

Post n°2 pubblicato il 26 Novembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 
Foto di AlessioFerrazzoli

Pietro Angeleri, l'eremita del monte Morrone, venne eletto papa nel conclave di Perugia del 1294, dopo due anni di contese tra i cardinali legati alle potenti famiglie romane. Nello stesso anno, dopo appena cinque mesi di pontificato, Pietro Angeleri, risultò indisponente e indisponibile verso ogni forma di corruzione, (troppo presente in Vaticano), lasciò quindi il Pontificato per tornare alla vita eremitica sul monte Morrone. Fu una scelta dettata dall'incompatibilità tra Celestino V e il Vaticano, la riprova di questo stà anche nello spostamento della sede papale dal Vaticano in Roma, a L'Aquila, nella Basilica di Collemaggio (foto a destra), fatta costruire da papa Celestino V, l'opera probabilmente fu finanziata dall'Ordine dei cavalieri templari. La vera missione, di cui si sentiva investito Celestino V, era fornire ai fedeli, il supporto della fede, in Dio e nell'uomo, per ridare loro la speranza di una vita migliore senza violenze e ingiustizie. Pietro Angeleri credeva nell'amore verso il prossimo e verso il creato, per questo mise in pratica il messaggio di povertà e di rinuncia predicato da Gesù Cristo. Celestino V, visse realmente la vita di Cristo, perseguiva la stessa rivoluzione spirituale, bramava la stessa voglia di giustizia sociale, rincorreva le stesse utopie, per una vita più spirituale e meno materiale, quindi si aspettava il suo stesso martirio. In quel periodo, il divario tra la ricca nobiltà e il popolo di poveri era sempre più ampio e i contrasti ed il malcontento nascevano e morivano nel silenzio delle campagne o tra le montagne. Quelle montagne da cui l’eremita Pietro dal Morrone trasse la forza ed il coraggio per contrastare il Vaticano. Celestino V adoperò l’arma migliore, il “perdono”. Nel suo breve ma intenso pontificato Celestino V fece l’atto più giusto e più amorevole che un papa potesse produrre in quegli anni cosi duri e difficili, la “Bolla Celestiniana”. La bolla consentiva il perdono di tutti i peccati, rendendo il perdono accessibile a tutti, ricchi o poveri senza condizioni, tranne quella della confessione. Tutto questo, papa Celestino V, lo concesse sette secoli fa. In quell'epoca il perdono dei peccati non era gratuito, il Vaticano lo concedeva in cambio di certi servizi, come le crociate in Terra Santa e la crociata contro i Catari, altre volte l'indulgenza veniva data per denaro, che poi il Vaticano utilizzava per costruire le chiese o finanziare le molte esigenze del Clero. La grande preoccupazione di Bonifacio VIII, era che Celestino V, veniva considerato dal popolo un uomo Santo, e che avrebbe ridato alla Chiesa una veste spirituale. Celestino V, contrapponendosi al Vaticano, avrebbe potuto produrre uno scisma, con serie ripercussioni sul sistema Vaticano-potere assoluto. L'epilogo della vita di Celestino V, si consumò in una piccola cella, della Rocca di Fumone, dove era tenuto prigioniero da papa Bonifacio VIII, morì nella fede in Dio e nell'uomo.

 
 
 

La conoscenza alla base dell'esistenza

Post n°1 pubblicato il 25 Novembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 
Foto di AlessioFerrazzoli

Per questa mia riflessione, ho preso spunto da una storia Sufi, devo premettere che il sufismo è una filosofia di vita avvolta da profondo misticismo, nata in medio oriente e inserita nell' islamismo, il suo intento è quello di non far perdere all'uomo, il senso del Divino.I Sufi inoltre sono divisi in confraternite, il loro sistema d'insegnamento alla pratica Sufi, presuppone un Maestro attorno al quale si radunano i discepoli. I Sufi essendo molto riservati sono poco evidenti ad un occhio laico, ma resta un fenomeno trasversale e diffusissimo in tutto il mondo islamico. Tornando alla storia Sufi, ora inizio a raccontare..... Un giorno il discepolo di un maestro Sufi si vantava con tutti delle proprie cognizioni, esaltando se stesso della conoscenza appresa. Una volta durante una discussione fu trovato impreparato, e non seppe affrontare la questione. Il discepolo allora, corse dal maestro per chiedere aiuto. Il maestro che era estremamente saggio capì subito cosa era successo e disse "chi è causa del suo male pianga se stesso!" "Cosa vuol dire?" replicò il discepolo. Il maestro rispose "Come credi che io possa essere diventato così saggio? Visto che tu non puoi saperlo, allora te lo dirò io. Non ho fatto altro, che chiedere sempre spiegazioni sulle cose di cui ero ignorante." "Tu invece, inganni te stesso, affermando di sapere le cose di cui invece sei ignorante, facendo così come pensi di riuscire, a possedere la conoscenza che ancora ti manca?" "Da oggi in poi, ciò che non sai, ammetti di non saperlo. Solo così otterrai la vera conoscenza." Cosa si può dedurre? Il messaggio sembra di facile comprensione e risulta essere la base della conoscenza umana, quella conoscenza, che ci ha permesso di evolverci sia culturalmente che spiritualmente. C'è un ma, che ora cercherò di esplicitare partendo da una domanda, chi può affermare di conoscere veramente qualcosa? La risposta è interna al pensiero umano, il libero pensiero, che consente all'uomo di creare, manipolare, trovare soluzioni.... e quindi, renderlo artefice del proprio destino. La volontà dimostrata, da alcuni uomini, di mettersi al servizio della comunità, (a volte rischiando e perdendo anche la vita), ne è la prova incontrovertibile di quel pensiero di cui parlavo in precedenza. Divagando nei meandri della conoscenza umana, facilmente un pensiero va all'antica civiltà egiziana, che fece, di quel pensiero creativo, la sua bandiera. Come erroneamente si pensa, le grandi costruzioni egizie non furono costruite da schiavi, ma da operai ben pagati e debitamente formati nel loro lavoro. L'intento dei Faraoni e del popolo egiziano era quello di innalzare le capacità umane, avvicinando così l'uomo al Divino. Se adesso ponessimo l'attenzione su come oggi l'uomo tende al Divino, questo pensiero potrebbe farci sorridere. In che condizione è oggi, la percezione del Divino? Con l'affermazione, tendere al "Divino" non intendo la fede dimostrata dalla devozione popolare o il fanatismo religioso o tanto peggio, la fede senza conoscenza, ma la volontà dell'uomo di evolvere se stesso evolvendo l'intera umanità. Non a caso le prime università sono state create dai Sufi, prima ancora di quelle europee. I Sufi hanno sempre rifiutato e espresso condanne verso le "guerre sante" e verso l'integralismo. Il Sufismo predica da sempre il rispetto reciproco, l'amore per la conoscenza, intesa anche come cultura e arte. Molti tra i migliori filosofi, scienziati e artisti islamici erano Sufi. Oggi molto spesso si parla di pace, di evitare scontri ideologici e guerre, ma si fa sempre il possibile per evitare queste forme di regressione e di autodistruzione? La risposta, a questa domanda per me è NO, non si fa il possibile per evitare di regredire. Perché l'uomo tenta di autodistruggersi? La risposta risulta difficile e la domanda insensata. Forse è arrivato il momento di riaprire un'antico dibattito, basato su domande ancora prive di risposte. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Certamente adesso è ancora presto per ottenere delle risposte e sono troppe, le certezze che dovremmo abbandonare, per intraprendere la strada verso il Divino....ma il Divino, non è forse, da sempre dentro di noi? 

 
 
 
« Precedenti
 
 
 

INFO


Un blog di: AlessioFerrazzoli
Data di creazione: 25/11/2007
 

TORRE MAGDALA, RENNES-LE-CHâTEAU

 
 

CHIESA DELLA MADDALENA, RENNES-LE-CHâTEAU

 

CHIESA DELLA MADDALENA, RENNES-LE-CHâTEAU.

Il demonio Asmodeo, sostiene l'acqua Santa
 

LABIRINTO, CATTEDRALE DI CHARTRES

 
 

SAN GALGANO, SIENA

L'abbazia di San Galgano, dalle marcate caratteristiche architettoniche gotico-cistercensi, fu costruita a partire dal 1218 e poco lontano dalla Rotonda. L'edificio è imponente e testimonia, così, la diffusione ed il grande seguito del culto di san Galgano. L'abbazia raggiunse, nel XIV secolo, una grande potenza, anche grazie alle immunità ed ai privilegi concessi da vari imperatori, tra i quali Federico II, ed alle munifiche donazioni ricevute; a ciò si aggiunse l'esenzione dalla decima da parte di papa Innocenzo III. La ricchezza raggiunta nel Cinquecento fu tale da scatenare una contesa tra la Repubblica di Siena ed il Papato, che portò nel 1506 ad un interdetto del papa Giulio II contro Siena, che resistette ordinando ai sacerdoti la celebrazione regolare di tutte le funzioni liturgiche.

 

CATTEDRALE DI SANTIAGO

 

CHIOSTRO, CATTEDRALE DI SANTIAGO DE COMPOSTELA

 

ABBAZIA DI CASAMARI

 

L' Abbazia di Casamari è uno dei più importanti monasteri italiani di architettura gotica cistercense. Fu costruita nel 1203 e consacrata nel 1217. Si trova nel territorio del comune di Veroli, in provincia di Frosinone.

 

CORO DELL'ABBAZIA DI CASAMARI

 
 

BASILICA DI COLLEMAGGIO, L'AQUILA.

 

INTERNO DELLA BASILICA DI COLLEMAGGIO,(AQ)

 

PIETRA DEI COSTRUTTORI, COLLEMAGGIO, (AQ)

 

SAN PIETRO AD ORATORIUM, CAPESTRANO, (AQ)

La chiesa di San Pietro ad Oratorium, si trova nel territorio di Capestrano, a sinistra del fiume Tirino, nella valle Tritana, fu fondata da Desiderio, ultimo re dei Longobardi verso la fine del 756 d. C. Il re Desiderio, donò all'abate di allora, Attone, molti beni e possedimenti perchè vi edificasse anche un monastero da dare ai monaci. La chiesa che oggi vediamo, è un rifacimento del 1100 come si legge dall'iscrizione sul portale. Nell' VIII secolo fu uno dei principali monasteri di tutto l'Abruzzo e godeva di particolari privilegi, rinconfermati successivamente anche da Carlo Magno nel 775 e da re Pipino, Ludovico, Lotario I e II. Pochi monasteri, furono così celebri, Papi, imperatori, re, cardinali, granduchi e in specialmodo i Medici di Firenze, lo resero celebre con la loro protezione e questo condizionò profondamente la vita delle popolazioni della valle Tritana.

 

SATOR, SAN PIETRO AD ORATORIUM, CAPESTRANO (AQ)

 

ARCHEOLOGIA E MISTERI

EGITTO 2007

 

ULTIME VISITE AL BLOG

pinelliroberta64mazzchiaragiada816lactranslunasmastros_lsfede.ale2005cristi700antoninodicolaill.mocatsergintgigici20ospite100Ri.emersakingianeecosi
 

ULTIMI COMMENTI

Nadir certo che si possono fare ipotesi sul significato...
Inviato da: Ettore
il 02/10/2017 alle 02:47
 
P.S.: la traduzione da me prospetatta spiega anche perché...
Inviato da: Nadir
il 21/04/2017 alle 15:32
 
Salve, ROTAS non significa "le ruote" bensì...
Inviato da: Nadir
il 21/04/2017 alle 15:23
 
bello questo post. Buona giornata da Artecreo
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 10/09/2016 alle 11:12
 
Ciao mi chiamo luca e per lavoro cammino molto,un giorno...
Inviato da: luca
il 20/04/2016 alle 09:01
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963