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Le prediche noiose di Scalfari

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Quando avevo qualche anno di meno, la domenica aveva senz'altro i suoi aspetti sacri (non a caso direte voi...). Tra questi ricordo la Messa la mattina, il pranzo in famiglia (spesso coi nonni) e poi la partita di pomeriggio (quando ancora il campionato di calcio si giocava concentrato in un solo momento, mentre adesso le partite, a causa del c.d. calcio Sky, talvolta non si tengono più nemmeno di domenica).

Con l'arrivo all'età della ragione, si è aggiunto un quarto elemento, vale a dire l'editoriale domenicale di Eugenio Scalfari su Repubblica. All'epoca, lo dico sinceramente, questi editoriali erano leggibili, sviluppavano un percorso argomentativo logico e coerente, in definitiva erano gradevoli da leggere.

Viceversa, attualmente gli editoriali di Scalfari sono diventati noiosi, si dipanano su 3-4 argomenti diversi, spesso saltando dall'uno all'altro senza un apparente filo logico (eccezion fatta, forse, per quando parla del Papa, ma in quel caso neanche li leggo più; tra l'altro dovrebbe sorprendere che un intellettuale come Scalfari dialoghi con Papa Francesco e non l'abbia fatto invece con un intellettuale come Ratzinger, che pure alcune cose interessanti, sulla crisi attuale e la sua "genesi", le aveva dette; ma qui la contraddizione è più apparente che sostanziale). Se le prediche di Einaudi sul Corriere della Sera erano "inutili", quelle di Scalfari su Repubblica purtroppo non sono nemmeno "inutili", sono solo "illeggibili".

Vale però la pena mettere in rilievo un punto dell'editoriale di oggi di Scalfari. Saltando da un argomento all'altro come suo solito, il nostro a un certo punto scrive che i due presidenti emeriti, Ciampi e Napolitano, hanno scritto un appello, lui ovviamente d'accordo, volto a sollecitare una maggiore integrazione europea, pena il declino del continente sulla scena mondiale. Successivamente, Scalfari, parlando delle riforme di Renzi (costituzionale ed elettorale), riporta il pensiero del politologo francese Marc Lazar, secondo cui le riforme di Renzi tendono a sostituire la democrazia parlamentare con la democrazia "esecutiva" (grazie Lazar, noi italiani non ce n'eravamo accorti!).

Ora, senza voler entrare in una discussione su cos'è la democrazia e premesso che ogni tanto viene da domandarsi cosa faccia con precisione un politologo come Lazar, mi permetto di notare, sulla scia di alcuni autorevoli giuristi rimasti da tempo sfortunatamente inascoltati (ma neanche questo è un caso) come è proprio l'Europa, di cui a detta del nostro "profeta" domenicale ci sarebbe ancora tanto bisogno, a imporci questo modello di riforme ordinamentali che svalorizzano i parlamenti. Da un lato, attraverso lo stesso sistema ordinamentale europeo che esalta il ruolo della Commissione a scapito delle rappresentanze elettive (del resto, non è molto possibile formare degli imperi coi parlamenti, quando altri sono gli elementi indispensabili...). Dall'altro, tramite regole di politica economica che sono finalizzate a responsabilizzare i governi e a svuotare di margini di manovra i parlamenti (e d'altronde neanche questo è un caso, se solo pensiamo al fatto che i parlamenti nacquero sul terreno del contrasto ai sovrani in materia di politica fiscale...).

Quando si va in libreria, ci si imbatte nei libri di Scalfari che sono sistemati sugli scaffali della sezione dedicata alla filosofia. Spiace osservare come il nostro Scalfari sia talmente tanto filosofo da non accorgersi delle contraddizioni in cui incappa.

Igor Di Bernardini

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