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« Le elezioni a NapoliSia benedetto l'Italicum »

Ritorno al proporzionale

Post n°77 pubblicato il 11 Dicembre 2015 da single_sound
 
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Il titolo del post richiede alcune precisazioni.

Ritorno al proporzionale può essere inteso in due modi:

1) ritorno a una legge elettorale proporzionale;

2) ritorno a un modo di pensare proporzionale;

I due punti, all'evidenza, si intrecciano. Ma attualmente non sono del tutto collimanti. Ciò perché oggi, in fin dei conti, abbiamo una legge elettorale vigente di stampo proporzionale, ma non abbiamo un modo di pensare proporzionale. Anche qui è però necessario procedere a ulteriori precisazioni. La legge elettorale del 2005, c.d. porcellum, era di impianto proporzionale, con tre caratteristiche/varianti principali: a) nessun voto di preferenza; b) premio di maggioranza; c) soglie di sbarramento per l'accesso a Camera e Senato.

Dunque, la legge elettorale, seppure proporzionale, veniva fortemente distorta in senso maggioritaria dai meccanismi ora detti.

La Corte Costituzionale è intervenuta sui meccanismi a) e b) ma non sul meccanismo delle soglie di sbarramento che non era stato portato alla sua attenzione, ragion per cui, in presenza di elevate soglie di sbarramento, anche la legge elettorale vigente tende a trasformarsi in maggioritaria (naturalmente, il riferimento è alla legge in vigore quale risultante dall'intervento della Corte Costituzionale, considerato che il c.d. Italicum entrerà in vigore solo a partire dal 2016).

A questo punto, si impone un ritorno a una legge di stampo proporzionale puro, piuttosto che procedere con l'Italicum che altro non è che un'ulteriore distorsione in senso maggioritario di una legge a impianto proporzionale. Il che si ottiene, con ogni evidenza, cancellando le soglie di sbarramento introdotte dal Porcellum. Nel vecchio sistema, quello vigente fino al 1993, i partiti accedevano alla rappresentanza raccogliendo almeno l'1% dei voti. Si potrebbe dire che si tratta di una soglia troppo bassa. A mio parere no. Comunque sia, una legge elettorale proporzionale per non finire distorta in senso maggioritario non dovrebbe contenere una soglia di sbarramento superiore al 2% dei voti.

Tanti sono gli argomenti che militano in favore di un ripristino, finalmente, del sistema elettorale proporzionale, accompagnato da una cultura di tipo proporzionale.

Si potrebbe pensare ad esempio al fatto che la nostra Costituzione s'ispira al sistema proporzionale, anche se non contiene un richiamo esplicito a tale sistema (peraltro, sarebbe da ricordare che in suo volumetto recente Luciano Canfora ha rammentato la vicenda, già narrata da Calogero Salamone, della scomparsa dall'art. 75 della Costituzione della parola elettorale, per cui attualmente le leggi elettorali sono sottoponibili a referendum; il che vuol dire che, fosse stato vigente il testo originariamente formulato nella Commissione dei 75, il referendum del 1993 non avrebbe potuto essere tenuto; una prima lettura al riguardo può farsi al link di seguito: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/29/la-costituente-non-voto-articolo-antireferendum.html).

Si potrebbe, altresì, pensare al fatto che i piccoli partiti, quelli che si voleva spazzar via dal sistema politico, non sono stati spazzati via (venendone unicamente impedito l'accesso al Parlamento), ma che quantomeno a suo tempo questi costituivano un fattore indispensabile non solo di libertà, ma anche di immissione nel circuito parlamentare e governativo di personalità di elevato profilo culturale (si pensi, a titolo di esempio, a Giovanni Spadolini).

Ma ciò detto vengo a un fattore più contingente e immediato che basta e avanza di per sé per far rimpiangere il sistema elettorale proporzionale.

Vediamo dove siamo arrivati:

1) il centrosinistra continua la sua eterna, infinita, noiosa discussione sulle alleanze, da ultimo con l'appello dei sindaci di SEL;

2) il centrodestra, eroso dagli anni di governo e dalla crisi, è entrato a sua volta in crisi ed ora, come il centrosinistra, è dilaniato, in particolare in Forza Italia, dalla discussione sulle alleanze;

3) il M5S, fortuna sua, ha risolto il problema non volendosi alleare con nessuno. Volontà legittima, se non fosse che così facendo non può arrivare, con sistemi elettorali congegnati in questi modi, a governare se non con un premio di maggioranza come quello previsto dall'Italicum contro cui si è battuto.

Si vede chiaramente che la situazione si è incartata.

Come "scartarla"? Necessariamente col sistema proporzionale, che oltre a essere il più democratico di tutti è anche il più logico in un paese come l'Italia, che ha bisogno di rappresentanza e rappresentatività delle diversità che lo attraversano, senza costringerle ad alleanze innaturali e lasciando questo problema al momento più contingente della formazione di un Governo.

In questo contesto solo il sistema proporzionale consente di risolvere problemi immediati e di lungo periodo.

Torniamo allora al sistema proporzionale.

 
 
 
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