Creato da OnMySkin il 23/05/2006
Gè --- Come il ritmo di un contrabbasso, voi non vi fate vedere nè vi ponete in prima fila, ma quando mancate, qualcosa nel mondo manca e allora tutti si accorgono della vostra importanza. Quando è il momento del vostro assolo, sapete scandire le note con forza e grinta e nel silenzio riuscite a catturare tutta l'attenzione.
 

 

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Post n°198 pubblicato il 25 Gennaio 2007 da OnMySkin
Adieu tristesse
Bonjour tristesse
Tu es inscrite dans les lignes du plafond
Tu es inscrite dans les yeux que j'aime
Tu n'es pas tout a fait la misère
Car les lèvresles plus pauvres te dénoncent
Par un sourire
Bonjour tristesse
Amour des corps aimables
Puissance de l'amour
Dont l'amabilité surgit
Comme un mostre sans corps
Tete désappointée
Tristesse beau visage

Hai visto che piove, guarda come viene giù tu che dicevi che non
pioveva più che ormai non ti saresti mai più innamorata e
adesso guardati sei tutta bagnata e piove madonna come piove sulla tua
testa e l'aria si rinfresca e pioverà fin quando la terra non
sarà di nuovo piena e prima o poi si rasserena piove senti come
piove madonna come piove senti come viene giù senti le gocce che
battono sul tetto senti il rumore girandoti nel letto rinascerà
sta già nascendo ora senti che piove e il grano si migliora e tu
diventi grande e ti fai forte e quelle foglie che ti sembravan morte
ripopolano i rami un'altra volta questa è la primavera sulla
porta e piove madonna come piove e poi tornerà il sole a farci
festa senti com'è che piove sulla tua testa tu che credevi che
oramai le tue piantine si eran seccate e non sarebbero cresciute
più hai aspettato un po' ma senti come piove sulla tua testa
senti come viene giù non eri tu che ormai ti eri rassegnata e
che dicevi che non ti saresti più innamorata la terra a volte va
innaffiata con il pianto ma poi vedrai la pioggia tornerà piove,
senti come piove madonna come piove senti come viene giù!

eh si.. PIOVE!!
 
 
 
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Donna Cuncè.. a cchiù bell!

 

..lacrime

In un discorso vi sono le parole
nel pianto vi sono le lacrime
I suoni emessi dalla tua bocca
si disperdono nell'aria
Le lacrime restano solo sulle tue guancie
Nel silenzio del tuo pianto
le grida della tua voce
Le bacerei.. quelle lacrime!
..come disidratato d'Amore


 
 

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Uno,
si entra all'improvviso
si sfoggia un bel sorriso
e' solo col buon viso che si puo' giocare
 due,
la scelta del prodotto
qualcosa che sia ghiotto
gustoso, conveniente ma ridotto
 terzo,
si studia l'etichetta,
si stacca la linguetta,
possibilmente fatto in tutta fretta
 quarto,
si fa un respiro forte,
si passa fra le porte,
solamente allora potrai dire...
 ...funziona,
non suona
e allora
ancora!
 

il Mio Tempo

L'ozio è rivoluzionario



E’ Ferragosto. Quale miglior regalo di un libro? E di un libro che insegna l’arte dell’ozio?
Il libro è: “L’ozio come stile di vita” di Tom Hodgkinson. Cito dalla prefazione: “Oziare significa essere liberi, e non soltanto di scegliere fra McDonald’s e Burger King o fra Volvo e Saab. Significa essere liberi di vivere la vita che vogliamo fare, liberi da capi, salari, pendolarismo, consumo, debiti. Oziare significa divertimento, piacere e gioia. C’è una rivoluzione che sta fermentando, e la cosa grandiosa è che per prendervi parte non dovete fare assolutamente nulla.”
Chi vive solo per lavorare quindi è un miserabile, chi ozia un rivoluzionario.
Paul Lafargue, genero di Karl Marx scriveva nel suo libro: “Il diritto all’ozio”: “Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni in cui domina la società capitalistica. E’ una follia che porta con sé miserie individuali e sociali che da due secoli stanno torturando la triste umanità. Questa follia è l’amore del lavoro, la passione esiziale del lavoro, spinta sino all’esaurimento delle forze vitali dell’individuo e della sua progenie”.
Il lavoro nobilita il capitalista, il manager, il finanziere e immiserisce il lavoratore dipendente, il precario, il cococo che assomiglia sempre più a una bestia in gabbia. Una bestia che deve sviluppare enormi quantità di lavoro per rimanere in vita.
Prendete la vostra ora di noia quotidiana, senza fare nulla, guardando fuori dalla finestra o il soffitto. E’ la vostra ora d’aria, quella che viene concessa anche ai carcerati. Insegnatela ai vostri figli, spiegategli che non far niente, non avere nessuno che ti dica cosa devi fare è importante. L’ozio è il padre e la madre di tutte le idee migliori. Andrebbe insegnato a scuola, come ora di meditazione. Siamo dentro a un meccanismo che ci impedisce di pensare, un tapis roulant dalla culla alla tomba.
Fermi! Fatelo adesso: non fate nulla.

 
 
 

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