Creato da Hammy_the_squirrel il 19/03/2012

Il bigonzo

Raccolta INdifferenziata di pensieri

 

 

Favole adolescenziali metropolitane

Post n°15 pubblicato il 18 Dicembre 2013 da Hammy_the_squirrel

Stamattina ero in macchina per andare in ufficio e, ferma in fila ad un semaforo, ho incrociato per caso lo sguardo di un ragazzo nella macchina a fianco. Era davvero un bel ragazzo e lo sguardo era di quelli abbastanza eloquenti quanto innocenti...io ho pensato che fosse davvero un bel ragazzo e forse anche lui ha pensato lo stesso di me, ma è stata una frazione di secondo, il semaforo è tornato verde e ora a distanza di poche ore non saprei assolutamente riconoscere quel viso e quello sguardo...e per fortuna direi! Altrimenti ci si innamorerebbe ad ogni semaforo e sai com'è, a Roma ce ne sono parecchi.

Comunque questa cosa degli sguardi  mi ha fatto tornare in mente un episodio di qualche anno fa...diciamo almeno una decina. Frequentavo le superiori ed andavo a scuola a piedi ogni giorno..2 km circa tra andata e ritorno, ogni giorno, che ci fosse il sole o che piovesse, con qualunque temperatura, per 5 anni. A metà strada di solito incrociavo una compagna di classe e prendevamo il caffè insieme prima di arrivare e decidere cosa fare della nostra giornata.

L'unica cosa che mi dava la forza di tirarmi su dal letto era un ragazzo bellissimo che andava nella direzione opposta alla mia e che incrociavo sempre, ogni mattina. Frequentava l'istituto tecnico che sta a due passi dal mio palazzo e di lui sapevo...solo questo! Nè il nome, nè l'età, nulla...ma ogni mattina incrociavamo i nostri sguardi per un secondo che sembrava un'eternità.

Con il passare dei giorni avevo imparato a calcolare l'ora in cui sarebbe passato nel punto esatto dove passavo io, avevo capito che probabilmente abitava fuori città perchè veniva dalla stazione, avevo imparato a riconoscere i suoi amici e ricordo benissimo la prima volta in cui, vedendomi arrivare da lontano gli diedero una gomitata come a dire "eccola, è lei!". Ricordo il cuore in gola e l'imbarazzo di guardarsi..dei giorni c'era un mezzo sorriso o uno sguardo più intenso de solito e quel piccolo gesto, rituale mattutino solo nostro a me rendeva felice per il resto della giornata.

La cosa andò avanti almeno per un anno intero. Ricordo la paura di non incontrarlo più all'inizio dell'anno scolastico successivo...invece eccolo li, con la sua camminata inconfondibile e gli occhi neri. Quell'anno però, decisi che non ci si poteva più limitare agli sguardi, così una mattina presi il coraggio a due mani e lo fermai per chiedergli l'ora. Ricordo la sua faccia stupita e confusa, e ci salutammo con il nostro primo "Ciao". A quello ne seguirono molti altri, due al giorno per tutti i giorni dell'anno scolastico fino all'estate, quando ad una festa di fine anno lo trovai in mezzo alla pista. 

Lui si avvicinò e finalmente ci scambiammo le nostre prime parole ed un bacio che ancora ricordo quasi con commozione :)

Ora rileggendo quello che ho scritto sembra quasi una favola ed in realtà è così che la ricordo anche io. Probabilmente è stato tutto meno romantico di come è nei miei ricordi e non c'è stato nessun seguito ai baci di quella sera...ma forse è giusto così, non tutte le favole finiscono con "..e vissero tutti felici e contenti" ma lasciano dei teneri ricordi in cui fa sempre piacere rifugiarsi.

 
 
 

Senza rancore

Post n°14 pubblicato il 05 Dicembre 2013 da Hammy_the_squirrel

Cara Francesca,  

responsabilissima e diligentissima dipendente Atac che quella mattina di due mesi fa, tra decine di auto parcheggiate in modo alquanto bizzarro e la mia Karen, un po' sulle strisce gialle lo ammetto, ma quantomeno parcheggiata parallelamente al marciapiede e non in verticale sui pinidiRomachelavitanonlispezza, ma le macchine prima o poi si, hai deciso in un moto di generosità di multare solo me, ecco, a te cara Francesca, i miei più sentiti auguri di un Santo Natale.

Se gentilmente puoi farmi avere il tuo indirizzo, vorrei inviarti 84,00€ di varie pasticche antinfluenzali in pratici blister che potrai utilizzare durante le tue festività.Tutte. dal 20 dicembre al 7 gennaio.

Per i 2 punti della patente non ti porto rancore. So perdonare, io.

 
 
 

Amici a progetto

Post n°13 pubblicato il 26 Novembre 2013 da Hammy_the_squirrel
Foto di Hammy_the_squirrel

Se c'è una categoria di persone che proprio non sopporto, è quella delle amiche -bandiera. Quelle che sventolano rapporti in base a dove tira il vento. Un giorno sono li tutte ciccia-amore-tesò (mai fidarsi di chi ti chiama tesoro dopo 5 minuti di conoscenza) e il giorno dopo le trovi a cena con la vicina di posto conosciuta la mattina in metro. Per carità, anche io sono una persona socievole, però se c'è una cosa di cui vado fiera sono le mie amicizie, le stesse dai tempi in cui non mi depilavo nè sopracciglia nè inguine.

Altra categoria sono quelle che le incontri e "oddioooo tesorooo dobbiamo assolutamente stare a cena insieme una di queste..è troooppo tempo che non ci vediamo!" ti tartassano per giorni e quando finalmente ti decidi a prenderci un aperitivo sono irragiungibili da li ai prossimi 3 mesi. Quelle che se le inviti per una serata, rimpatriata, compleanno o qualsiasi altra occasione, sono ovviamente entusiaste, tutte gridolini e saltelli, salvo poi sparire senza dare conferma neanche della partecipazione. O quelle che prima di rispondere devono aspettare se arriva una proposta più interessante.

Ecco, io ringraziando Dio ho imparato a scegliermi le amicizie intorno ai 17-18 anni, quando ho capito che il mio tempo libero era poco e prezioso e valeva la pena passarlo con chi davvero lo meritava. Con chi magari non sento per giorni ma poi il tempo per una telefonata ci scappa sempre. Con chi si interessa davvero se sto bene o se sto male e non esiste la frase "scusa ma non ho avuto tempo". Con chi chiama anche solo un secondo mentre sta facendo la pipì solo per dire "ho letto il messaggio ti richiamo quando esco dall'ufficio" e poi richiama davvero. Io lo faccio perchè sono cosi, ho scelto pochi amici ma a loro ho dato e do tutto il bene e l'impegno che meritano. Perchè c'erano quando ne avevo bisogno e c'ero io per loro quando mi hanno cercato. E se non c'ero, ho sempre chiesto scusa e ho cercato di rimediare.

Non sono di certo una che se la tira, ma preferisco cento volte stare sola in casa un sabato sera piuttosto che uscire con chi non ho nulla da condividere.

I miei amici non si ritengono fortunati se passo una serata con loro ma possono essere sicuri che se ci sono, è perchè voglio essere esattamente li.

 
 
 

MOMENTI CHE..

Post n°12 pubblicato il 25 Novembre 2013 da Hammy_the_squirrel
Foto di Hammy_the_squirrel

E così è arrivato il momento...quello a cui ho pensato negli ultimi 5 anni, quello che ho immaginato nei minimi dettagli nelle notti in cui mi rigiravo nel letto insonne... stufa di stare lontano da casa, dagli affetti, dalle piccole cose che mi mancavano della mia vita, della mia città, stufa della frustrazione e dell'insoddisfazione. Di quella sensazione in cui sai che hai dato tutta te stessa, hai messo tutto quello che potevi e che avevi in un progetto e non è bastato.

E' giunto il momento in cui andrò dal mio capo e gli dirò "me ne vado!"..tanti saluti e grazie! E lo so che la notizia non sarà accolta da grida di giubilo, non tanto per la perdita di una persona ormai affidabile e professionalmente formata, quanto per la fatica di una sostituzione. Ma tant'è, ormai ci siamo, se non sarà oggi sarà nei prossimi giorni e questa sensazione è pazzesca. Forse perchè la paura del salto nel buio nella nuova attività è tanta ma per la prima volta in vita mia so che è il momento giusto per prendere questa decisione.

Guardando indietro mi rendo conto di aver fatto un percorso in cui le uniche persone che devo ringraziare sono la mia famiglia e me stessa. 

Perchè trasferirsi in una città sconosciuta, iniziare un lavoro nuovo, non avere amici, appoggi, nessuno e riuscire comunque a cavarsela, nonostante le mille difficoltà, i momenti di sconforto, le notti passate a piangere, le crisi sul mollare tutto, ho pensato più e più volte di non farcela...e invece no, sono ancora qui, e ora questa decisione posso prenderla con coscienza, con motivazioni valide e soprattutto sapendo di poter contare sull'appoggio di una persona speciale, senza la quale probabilmente questo non sarebbe mai potuto accadere.

Quindi fatemi un in bocca al lupo, a nome di tutti quelli che non si rassegnano e, come me, almeno ci provano! ;)

 

 
 
 

NOISE

Post n°11 pubblicato il 20 Novembre 2013 da Hammy_the_squirrel

Poi succedono cose come l'alluvione in Sardegna. Ma come, in sardegna?!? Ma non c'è sempre il sole li?! Luoghi comuni difficili da sfatare, anche nelle menti che crediamo più evolute e critiche. Ed è talmente inaspettata che ti viene da pensare a quante cose possono succedere da un momento all'altro, anche nei luoghi più impensati, quelli che non diresti mai "vabbè c'era da aspettarselo!" e così è un attimo e il cervello inizia subito ad affollarsi di pensieri su quanto la nostra esistenza sia aleatoria e su quanto tempo perdiamo dietro cose inutili, su quanto dovremmo concentrarci di più sui nostri bisogni, desideri, aspirazioni...soliti discorsi, solite promesse fatte a se stessi, fatte al vento. Passano i giorni e cosa si fa per cambiare? Niente. Perchè poi la paura del cambiamento è più forte...o forse perchè il cambiamento, a volte, non dipende solo da noi e molto spesso chi ci è vicino non si rende conto di quanto poco tempo abbiamo a disposizione...o forse certi pensieri non si realizzano nello stesso momento per tutti.

Discorsi confusi. Comunque io ho deciso.

 
 
 
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