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Un blog creato da Palingenes il 06/11/2008

Il Cambiamento

cosa vuol dire cambiare? Quali sono le motivazioni che ci spingono a cambiare noi stessi o il mondo intero? Cambiamento è trasformazione, teconologia, amore, politica? Quali sono i tratti distintivi di chi voule cambiare se stessi, di chi ha un idea nuova, un sogno?

 
 

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L'Inizio

Post n°1 pubblicato il 06 Novembre 2008 da Palingenes
 

Apro per puro caso questo mio blog proprio oggi, il giorno in cui l'America ha scelto il suo 44° Presidente: Barack Obama.

Erano mesi che pensavo ad un soggetto, a qualcosa che mi appassionasse, in cui mi riconoscessi.

Beh, oggi 5 Novembre 2008 ho capito cos'è.

L'America ha mostrato nuovamente al mondo che si può cambiare, rinunciare alle certezze per inseguire un sogno, un ideale. Per la prima volta un nero rappresenterà la nazione più influente del mondo nel peggior momento possibile.

L'elezioni americane sono uno strano gioco, pieno di contraddizzioni ed ovvietà, stranezze e certezze.

Per la prima volta l'America (e il mondo ) ha "rischiato" di avere un presidente donna o un presidente nero....peccato che entrambi fossero dalla stessa parte e proprio nello stesso momento!

E così si è trovata a scegliere tra il classico eroe di guerra americano, soppravvissuto ad anni di prigionia in Vietnam e diventato strenuo oppositore degli sprechi (almeno questo dice lui...magari la Palin non è proprio un bell'esempio da portare, ma sono affari suoi) e un uomo che incarna seriamente l'American Dream.

Si può dire quel che si vuole su Obama, che è nero sì ma non proprio del ghetto (a meno di non considerare Harvard un'univeristà di infimo ordine), che non è preparato per essere presidente (davvero pensate che si possa esserlo???....semmai avrete un figlio capirete quanto certi "mestieri" si possano imparare solo day by day, training on the job come lo chiamano molti vostri superiori), che ha avuto la campagna più ricca in assoluto (anche se la media delle donazioni è poco superiore a 80$), ma alla fine che importa?

Kennedy era davvero così ben preparato? Perchè è questo che l'America e sotto sotto tutti noi sogniamo....

Ciò che dobbiamo guardare è che la scelta degli americani è stata il cambiamento, la volontà di rompere i soliti schemi proprio in un momento in cui tutti noi saremmo tentati a mantenere lo status quo.

Cambiare è l'unico modo in cui gli americani hanno reagito alla tremenda crisi che si è abbattuta su di loro (in primis) e sul resto del mondo: quanti italiani, europei hanno perso la casa per colpa di questo crack? Pochi se non nessuno, quanti americani? Tanti, tantissimi, troppi eppure hanno inseguito un uomo che alla fine ha detto loro: "Sarò sempre onesto con voi: vi ascolterò, anche se la penseremo diversamente".

"Sarò sempre onesto con voi: vi ascolterò, anche se la penseremo diversamente"....

E così mi guardo intorno, leggo, ascolto notizie....e quello che percepisco, che mi ferisce è vedere l'Italia rannicchiata in un angolo, sembra dispiaciuta di se stessa, stanca di tutto e di nulla, che si straccia le vesti ma non fa nulla, che urla strepita manifesta e poi rimane immobile ed incapace di cambiamento.

Rileggo l'editoriale del Corriere di Ernesto Galli della Loggia "L'Italia Immobile"..."È, il nostro, l'immobilismo di un Paese abbarbicato a ciò che ha vissuto perché non riesce a credere più nel proprio futuro, di un Paese che sotto la vernice di un'eterna propensione alla rissa in realtà fugge come la peste ogni rottura e conflitto veri, e desidera solo continuità. " ed ancora "da decenni dobbiamo riformare la scuola, la Rai, la sanità, le pensioni, la magistratura, la legge sulla cittadinanza, e siamo sempre lì a discutere come farlo. Da decenni dobbiamo costruire la Pedemontana, le prigioni che mancano, il sistema degli acquedotti che fa acqua, il ponte sullo Stretto, le metropolitane nelle città, la Salerno- Reggio Calabria, la Tav del corridoio 5, e non so più cos'altro. Ma non lo facciamo o lo facciamo con una lentezza esasperante. Nel tempo che gli altri cambiano il volto di una città, costruiscono una biblioteca gigantesca, un museo straordinario, noi sì e no mettiamo a punto un progetto di massima sul quale avviare discussioni senza fine"

Non è questa l'Italia che voglio, non è questo il mondo che voglio per me e i miei figli....voglio un mondo dove cambiare è innato, dove cambiare vuole dire innovare, dove cambiare vuol dire avere accesso alle scuole migliori indipendentemente dal colore, dai soldi, dove cambiare vuol dire meritocrazia, dove cambiare vuol dire alla fine sognare e realizzare.


PS:...articolo scritto ieri ma non sapevo dove aprire il blog!

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