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Il cigno solitario
Post n°206 pubblicato il 03 Novembre 2022 da straluna03
In un'oasi incontaminata vivevano, felici, e in armonia, un gruppo di animali che avevano trovato nella loro comunità equilibrio, solidarietà e anche amicizia. quanto sprezzante ed isolato dagli altri. Non si sa se la sua fosse protervia o stupidità. perché mai deve essere necessario fare gruppo, solidarizzare con gli altri forzatamente? C'è chi trova la propria dimensione nella solitudine e nell'isolamento, chi ama isolarsi per meditare e trovare risposte anche esistenziali. in fondo, è solo un'oca elegante e, forse, da questa ha ereditato anche le limitate capacità intellettive. alternavano le stagioni e gli anni. perché anche questo è l'equilibrio della natura. ed ignorato da tutti, anche perché, nel corso degli anni, chi aveva provato ad avvicinarlo aveva dovuto fare i conti col suo becco e le sue zampe. Stanchi di risse gli animali avevano così imparato a dimenticarsi della sua esistenza. della sua specie: forse se ci fossero stati altri cigni, forse se avesse trovato una compagna, forse se avesse avuto una discendenza, forse... in tal modo ci sono esseri che sprecano la propria vita senza slanci, ma anche senza colpe, perché la ruota del destino gira sempre come le pare e non è mai equa nel distribuire fortuna e felicità. a volte in silenzio, altre urlando il proprio dolore, ma a chi importa? In fondo il mondo è più grande di una singola esistenza e va avanti ugualmente. ed ognuna di esse è, quindi, il mondo. Gli anni, dunque, passavano, quanti non importa, e il cigno era sempre lì, come un soprammobile a cui tutti si abituano e nessuno si affeziona, lontano dalle risa, dai giochi, dalla felicità. d'improvviso il cigno cominciò a danzare con una leggiadria e una grazia mai viste e tutti lo guardavano ammirati e si commuovevano a tanta bellezza. che arrivava, solo che nessuno lo capiva perché nessuno andava oltre le apparenze. piumaggio e cominciò un canto dolcissimo e triste che commosse tutti di nuovo. perché non ha mai cantato prima?". di morte e che quello non era una musica d'amore, ma di morte, che erano i lamenti e il dolore di chi sente la vita sfuggire e la nera signora entrargli nelle carni con un dolore indescrivibile se non con quello che a tutti appariva solo una forma di arte straordinaria. una palpebra chiusa per la prima e ultima volta sgorgò una lacrima. Allora tutti piansero: non per il cigno morto, ma per il proprio egoismo, perché mai più avrebbero visto e udito tanta grazia e tanta bellezza. per ricoprire con un sudario la morte, perché la morte fa paura e va nascosta, e perché la bellezza degrada e coprendo il cigno nessuno avrebbe visto tale degrado e tutti avrebbero conservato come ultima immagine di lui quella danza aggraziata e quel canto melodioso. per il cigno e ad uno ad uno tutti gli animali piansero, piansero per lui per giorni e giorni, così che nell'oasi si formò uno stagno ed allora vennero altri cigni il stormo. col passar del tempo, qualcuno di loro moriva ed in punto di morte emetteva quel lamento che a tutti pareva una musica e tutti godevano della bellezza assoluta e qualcuno moriva perché altri potessero trarre vantaggio dalla sua morte, perché così vanno le cose nel mondo, anche in un'oasi felice. |
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