Il DromeDARIOIl mio è un grido nel deserto. Un allontanamento dalla ragione, che si sprigiona nella vastità del silenzio. Qui non trovo nè ricchezza nè acqua, ma spazi infiniti per dare forma e dimensione ai miei pensieri coi miei video, i miei audio, la mia follia. ilpoetastro |
Post n°63 pubblicato il 27 Ottobre 2017 da ilpoetastro
Sogno la donna perfetta, quella che si avvicina e mi parla con gli occhi, che ammorbidisce il mio sguardo con un sorriso e fa del mio corpo il suo rifugio. Sogno la donna perfetta, che mi cerca quando mi perdo e che ritorna anche se mi allontano. Che tace coi miei silenzi, ride, piange, si sveste senza preoccuparsi di come si vede e di ciò che vedo io, perché i sogni si vivono ad occhi chiusi. La donna perfetta sogna questo piccolo uomo che in ogni istante l’amerà in ogni sua imperfezione. Butterà il suo grande cuore tra le mie braccia perché sa che potrò sostenerlo. Il sogno perfetto è solo nostro, moriamo e rinasciamo ogni giorno insieme, tra soffici sorrisi e vellutate lenzuola che profumano di noi. Aggrovigliati e colmi di passione in un letto che aspetta solo il nostro abbandono con quel delirio che sopravvive alla realtà. E’ il sogno perfetto.
Dario Todino, ilpoetastro |
Post n°62 pubblicato il 20 Marzo 2017 da ilpoetastro
Siamo anime ribelli. Non ci va bene niente forse perché niente va bene. Siamo molecole impazzite che creano disordine, energia, calore e passione. perché non siamo anime mansuete. Quel giorno andremo dove vorremo perché siamo spiriti ribelli e non ci saranno né porte e né confini, ci sarà solo un grande spazio aperto dove tutto potrà succedere, a noi, anime ribelli.
Dario Todino (già ilpoetastro) |
Post n°61 pubblicato il 01 Dicembre 2016 da ilpoetastro
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Post n°60 pubblicato il 11 Luglio 2016 da ilpoetastro
Nel mio giardino c’è spazio solo per una rosa, come nel mio petto c’è posto solo per un cuore. Però ho anche un cielo pieno di stelle, due occhi verso l’orizzonte ed un solo sguardo pieno d’amore che si addormenta e sogna nell’estasi dell’abbandono. Ride mentre giace su petali vellutati nel ricordo leggiadro di quella rosa.
Dario ilpoetastro, 8 Luglio 2016
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Post n°59 pubblicato il 03 Aprile 2016 da ilpoetastro
L’anima bionica Siamo cellule e non cellulari, plasma e non lcd. Dario ilpoetastro, 31 Marzo 2016 |
Post n°58 pubblicato il 07 Marzo 2016 da ilpoetastro
Dipartire, scomparire, rendere l'anima. e svolazzerò leggiadro con le anime perdute o ritrovate. Non ho scelto di venire al mondo e non voglio scegliere di andarmene, però se potessi decidere in cosa reincarnarmi, Distruggerei ogni cosa malsana del mondo, ogni essere iracondo e polverizzerei ogni cattivo pensiero, ogni malevolo presagio. Trasformerei ogni pulviscolo in un piccolo seme profumato con due ali d’angelo e lo farei poi cadere dove la terra è buona terra, fertile e ricca di cose preziose, lontano dagli occhi dei coltivatori d’odio. Propagherei le emozioni racchiuse in una vita , piena d’amore e passione, preoccupandomi di donare a chi ne ha più bisogno e le vedrei sbocciare in ogni germoglio. Sarei io stesso quel seme, frutto della mia stessa follia: sostanza nutritiva, radici, fiori, foglie e colori tutta l’essenza della vita da qualche parte lì fuori. Ecco cosa farei se dovessi reincarnarmi; per adesso l’inceneritore lo studio da vicino, con minuzia e pazienza. Cercherò di farmelo amico, imparerò tutti i suoi segreti, magari un giorno prenderò il suo posto oppure sarò suo cliente … Sarò tutto o forse niente! Dario ilpoetastro, 1 Marzo 2016 |
Post n°57 pubblicato il 11 Gennaio 2016 da ilpoetastro
Strappiamo i calendari, riponiamo le vecchie agende, Dario ilpoetastro, 1 Gennaio 2015/16 |
Post n°56 pubblicato il 18 Ottobre 2015 da ilpoetastro
Quei pomeriggi d’estate attraversavo il campo di granturco che delimitava i terreni adiacenti dei contadini, percorrevo un centinaio di metri, ingoiavo pannocchie, fango, sudore, sale e pillole di felicità, in quei frangenti. Morivo nel silenzio cupo della boscaglia per poi risorgere in quella pianura lussureggiante. Arrivavo fin dove la città si perdeva per incontrare un grande muro, in quel punto che conoscevo soltanto io. A ridosso di un grande platano era crollato un pezzo di quella maestosa recinzione e si era creata una piccola finestra di mattoni da dove potevo guardare dall’altra parte. In punta di piedi mi affacciavo fin quando il mio occhio poteva osservare, cercavo di scrutare ogni dettaglio di ciò che mi si presentava davanti: una grande casa bianca con qualche albero attorno, le pecore a pascolare ed un vecchio contadino chino sul suo tramonto. A quella finestra mi piaceva disegnare un contorno, una cornice personale ed immaginare il mio incanto! Allora quella casa bianca diventava un castello … … soldati a cavallo, damigelle, draghi da combattere, mostri da sconfiggere e uno specchio d’acqua su cui riflettere … Così svaniva la mia solitudine di quel tempo attraverso la magia buona della fantasia. Questo è quello che vedevo attraverso un foro di mattoni, avevo 13 anni. Quanti mondi poteva immaginare la mia mente a quell’età , quanto potere aveva la mia inventiva. Quasi ogni giorno era lì il mio appuntamento con la fantasia e lo spettacolo che mi si presentava davanti non era mai lo stesso! Mi facevo rapire dalla mia immaginazione, come gli anni che passavano veloci a tradimento e quella finestra diventava sempre più lontana e piccola …
Sono tornato qualche giorno fa a ridosso di quel platano, la mia finestra era ancora lì dove l’avevo lasciata molti anni prima, con lo stesso vecchio contorno di una fotografia che avevo scattato. Come pareva strano adesso il mio mondo in quei pochi centimetri di vista, era così discosto … Mi sono chinato per affondare ancora una volta il mio sguardo oltre la finestra di mattoni e sapete cosa ho visto? In quello specchio d’acqua ho visto il riflesso di un uomo stanco, malinconico e chino sul suo tramonto, che rivede tutta la sua giovinezza.
Tratto da: “I viaggi di un poetastro” Un ringraziamento va alla casa della contessa di Grugliasco per avermi regalato involontariamente un pezzo di immacolata e fantastica giovinezza!
Dario ilpoetastro, 11 ottobre 2015 |
Post n°55 pubblicato il 09 Ottobre 2015 da ilpoetastro
Quello che resta
I lunghi inverni, le telefonate mai arrivate e quelle finite troppo presto. I sorrisi che si accendono come lampadine, il tempo che mi consuma. L’alba, il tramonto, i forti temporali e la quiete del primo pomeriggio, i vagiti di una vita che nasce e poi muore con un sospiro, il fuoco dentro. La televisione accesa che mi guarda, il mondo affacciato ad una finestra, i mancati appuntamenti, le delusioni , i rimpianti, le corse a piedi i nudi e la nudità dei fiori, vestiti di soli colori. Il dono di uno amico che è egli stesso un dono, il rumore della città e quello del vento negli anfratti che fracassa il silenzio, lacrime che scorrono nei miei pensieri, cresciute con gli sguardi sulla dolenza. Il sole, le stelle i raggi cosmici e l’universo che si espande. Un albero, il mio giardino e le mie radici. Tutto ciò che vivo e racconto con passione mi appartiene, quello che resta è soltanto l’ombra di un pensiero scuro che si limita a seguirmi.
Dario ilpoetastro, 28 settembre 2015 |
Post n°54 pubblicato il 05 Ottobre 2015 da ilpoetastro
La mani nella mia città
Avrei voluto conoscere meglio la mia città, Grugliasco, quella di un tempo. Con la sua storia, i suoi monumenti, la casa cinematografica Photodrama, famosa in tutta Italia nei primi anni del novecento e poi la bealera, motore di sviluppo economico col suo sistema di approvvigionamento idrico a scopo di irrigazione e di forza motrice. In quel passato così lontano, ma ancora presente in qualche angolo della nostra città, avrei voluto viverci per affondare le mie mani nella terra, nelle antiche botteghe, nelle vie del centro, nei borghi rurali ed impastare un sogno; modellare una città a misura d’uomo, avida di profumi, sensazioni, grida di bambini che giocano nelle strade e campane che suonano a festa. Avrei voluto conoscere la mia città in quel frammento di tempo, ma non si può tornare indietro. La storia di Grugliasco, come per ogni altra città, è fatta di uomini, è costruita dagli uomini. Anche se nel mio piccolo faccio parte della storia di Grugliasco vedo passare il tempo con un po’ di amarezza, invecchio come la vecchia ruota idrica nel parco Porporati che ha contribuito allo sviluppo della città e che è ancora presente e volendo, funzionante. In proporzione, quanto ho contribuito e quanto potrò ancora donare alla mia città? Se fossi vissuto in quel tempo lontano forse adesso lo saprei, anzi lo sapreste voi …
Dario ilpoetastro, 2 Ottobre 2015. |
Inviato da: stufissimoassai
il 01/04/2019 alle 19:37
Inviato da: ilpoetastro
il 21/09/2017 alle 13:18
Inviato da: me_stessa_me
il 21/09/2017 alle 12:30
Inviato da: maddy
il 11/06/2017 alle 10:45
Inviato da: ilpoetastro
il 11/06/2017 alle 08:03