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« SE TRIBUTI ITALIA FOSSE ...

I DIRIGENTI DI VENTURA OVVERO STORIA DELL'AVVOCATO GIOVANNI PASCONE

Post n°4 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da progetti.editoriali
 

 

di Claudio Oberlechner

 

Ma chi è veramente il dott. Giovanni Pascone, ex Direttore Generale del Comune di Pomezia ed ora Dirigente dell’avvocatura in aspettativa per motivi di studio? Chi è questo superconsulente improvvisamente balzato agli onori della cronaca giudiziaria inciampato dalle nostre parti? Come mai, passata l’euforia della notizia di giornata data dai mass-media, sulle sue vicende sembra essere calato un cono d’ombra protettivo ?

 

L’arrivo di Pascone a Pomezia nasce per meriti familiari. Genero del Cimadonna Consigliere ardeatino collegato a un certo Puggioni che ne ha sponsorizzato la nomina a De Fusco. Tutto perfetto se non fosse che lo stesso Puggioni, formalmente, è all’opposizione del Sindaco Tuttologo. Le anime semplici faticano a capire per quale ragione Enrichetto nomini quale Direttore Generale un uomo indicato da un suo avversario politico ! Tornano alla memoria quei vecchi rumors paesani che davano a De Fusco Enrico una maggiore affidabilità rispetto ad un Massimiliano Cruciani (suo avversario), forse giudicato troppo legato all’ex-sindaco Stefano Zappalà, che hanno poi fatto affluire i voti di AN nel centro-sinistra. Ma non solo l’incarico di Direttore Generale perché il nostro sindaco decide finalmente di intervenire nella vita dell’Aser ed a febbraio 2007 lo nomina Presidente della società dei Tributi con un appannaggio aggiuntivo agli emolumenti di D.G. di € 76.000 : niente male per essere Presidente di una scatola vuota ! A questa carica ha dovuto poi  rinunciare per le aspre polemiche sollevate dalla piazza sul ruolo di controllore/controllato e retrocedendo al ruolo di consigliere. La prova del nove sull’analisi fatta è data dal comportamento del Cruciani, indignato per l’affronto elettorale subito, uscito dalla PDL ed entrato nella destra pura e dura poi, in vista del banchetto urbanistico, prontamente rientrato in Forza Italia. Tutto questo con buona pace per i puri del centro-sinistra che continuano a guardare inorriditi e silenti lo scempio di una coalizione De Fusco allargata!

 

Dai soldati di ventura ai dirigenti di ventura

 

Beh, dopo aver disegnato uno scenario credibile dell’inciucio in atto nella politica pometina, ampiamente confermata dagli ultimi Consigli sull’Urbanistica, cerchiamo di capire il personaggio PASCONE Giovanni. Come gli antichi soldati di ventura erano al soldo di conti & baroni, ora ed in chiave moderna, sono diventati dirigenti di ventura ed al posto delle armi sgoggiano codici e codicilli.

 

Attraverso una rapida escursione su internet abbiamo cercato i percorsi professionali virtuosi, non certamente casuali, che lo hanno portato ad una quantità impressionante di incarichi itineranti nella Pubblica Amministrazione che ne hanno esaltato qualità e pregi fino al tragico epilogo pometino. Cambi vertiginosi di incarichi, sempre in ruoli chiave e sempre rispondenti a logiche politiche, ne fanno un prototipo di DIRIGENTE DI VENTURA e lui stesso se ne fa titolo di merito esaltando la sua accentuata trasversalità a destra, al centro ed a sinistra. Non sapeva il meschino che Pomezia premia e perdona soltanto i suoi figli diletti che hanno scelto la via della politica e massacra tutti i professionisti che ardiscon di sfiorarla.

 

Il presupposto legislativo “ lo spoils system ”

 

All’alba delle grandi riforme istituzionali partite dal Sistema delle Autonomie (142 e 241 del 1990) e successivamente con le grandi inchieste del Pool di Milano sulla corruzione pubblica (anno 1992), sull’onda quindi di inchieste, scandali e corruzioni sfrenate, si è radicata l’esigenza della politica di tranquillizzare l’opinione pubblica e i cittadini dividendo la “mano lesta e malandrina della politica” dalla gestione della cosa pubblica. Cosi una legge del 1993 definiva il ruolo della politica limitandolo alle strategie di fondo ed alla programmazione dell’attività per indirizzi lasciando all’apparato amministrativo la loro realizzazione. Alla politica, ovviamente, erano anche riservati i controlli sulla macchina amminstrativa ed al dirigente venivano assegnati gli obiettivi da realizzare. Cosi nacquero molteplici strumenti gestionali come il PEG (Piano Esecutivo di Gestione), le determine dirigenziali correlate alle delibere, l’Audit interno, i Nuclei di Valutazione dell’operato dei dirigenti e cosi via. Tutto perfetto tranne che per un piccolo neo perché, legittimamente, il Sindaco obiettava che assumendo impegni verso i cittadini doveva poter contare su uomini di sua fiducia allocati in posizioni chiave. Detto fatto. Nacque lo Spoils System all’italiana e il team personale del primo cittadino.

 

Da allora i favorevoli allo spoils system affermano che serve perché consente di allineare l’azione amministrativa alle preferenze democratiche e potenzialmente di attrarre talenti o manager di successo del settore privato. I detrattori affermano che lo spoils system non serve perché diventa uno strumento per sottomettere la struttura amministrativa alle volontà strettamente partitiche, rischia di condurre al clientelismo e mina l’imparzialità dell’amministrazione.

 

Alla luce dei fatti ricorrenti e impietosi di cronache giudiziarie che riempiono i giornali è evidente che, in Italia, hanno ragione i detrattori mentre ombre sinistre ed inquietanti coprono la selvaggia ammucchiata delle grandi riforme di cui tanto si parla a Roma. Riforme o spartizione? Questo è il problema!

Un percorso professionale esemplare ragionato

 

Giovanni Pascone è nato a Napoli 43 anni fa, è divorziato ed ha due figli; ha ben quattro lauree: giurisprudenza, economia e commercio, scienze politiche e filosofia. Più la specializzazione in diritto e scienze dell’amministrazione. Ha fatto tantissime cose: Magistrato ordinario, del T.A.R., della Corte dei Conti e Consigliere parlamentare. Ha lavorato alla Banca d’Italia, al Ministero dell’Interno e ottenuto per charme e preparazione tantissimi incarichi. Capoufficio legislativo ai Lavori Pubblici per diversi governi partecipando alla stesura della legge sui lavori pubblici con la collaterale Presidenza della commissione del regolamento della legge n. 109. Poi consigliere giuridico di tutti i governi di destra e di sinistra : con D’Alema, con Amato, con Dini, con Berlusconi, con Ciampi; Direttore generale dell’acquedotto pugliese e altri diversi incarichi in quota DS in Bagnoli Futura di Napoli.

 

Un po’ come il prezzemolo stava ovunque ci fosse bisogno di un interfaccia con la politica interpretando appieno e maestria quel ruolo di congiunzione tra politica ed apparato pubblico che con dolcezza veniva calibrato nella giusta direzione. Poi arrivò Pomezia che pensò bene di portarlo al centro dell’attenzione pubblica e giudiziaria !!!

 

Ed ora, in sintesi, percorriamo le ultime tappe di una luminosa carriera di DIRIGENTE DI VENTURA brutalmente arrestatasi sul macigno pometino. A Pomezia qualsiasi tecnico, buono o cattivo che sia, viene bruciato in nome di un decoro pubblico formale per salvaguardare l’inciucio continuo e trasversale negli anni.

 

 

 

 

 

 

 
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