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I DIRIGENTI DI VENTURA OVVERO STORIA DELL'AVVOCATO GIOVANNI PASCONE

Post n°4 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da progetti.editoriali
 

 

di Claudio Oberlechner

 

Ma chi è veramente il dott. Giovanni Pascone, ex Direttore Generale del Comune di Pomezia ed ora Dirigente dell’avvocatura in aspettativa per motivi di studio? Chi è questo superconsulente improvvisamente balzato agli onori della cronaca giudiziaria inciampato dalle nostre parti? Come mai, passata l’euforia della notizia di giornata data dai mass-media, sulle sue vicende sembra essere calato un cono d’ombra protettivo ?

 

L’arrivo di Pascone a Pomezia nasce per meriti familiari. Genero del Cimadonna Consigliere ardeatino collegato a un certo Puggioni che ne ha sponsorizzato la nomina a De Fusco. Tutto perfetto se non fosse che lo stesso Puggioni, formalmente, è all’opposizione del Sindaco Tuttologo. Le anime semplici faticano a capire per quale ragione Enrichetto nomini quale Direttore Generale un uomo indicato da un suo avversario politico ! Tornano alla memoria quei vecchi rumors paesani che davano a De Fusco Enrico una maggiore affidabilità rispetto ad un Massimiliano Cruciani (suo avversario), forse giudicato troppo legato all’ex-sindaco Stefano Zappalà, che hanno poi fatto affluire i voti di AN nel centro-sinistra. Ma non solo l’incarico di Direttore Generale perché il nostro sindaco decide finalmente di intervenire nella vita dell’Aser ed a febbraio 2007 lo nomina Presidente della società dei Tributi con un appannaggio aggiuntivo agli emolumenti di D.G. di € 76.000 : niente male per essere Presidente di una scatola vuota ! A questa carica ha dovuto poi  rinunciare per le aspre polemiche sollevate dalla piazza sul ruolo di controllore/controllato e retrocedendo al ruolo di consigliere. La prova del nove sull’analisi fatta è data dal comportamento del Cruciani, indignato per l’affronto elettorale subito, uscito dalla PDL ed entrato nella destra pura e dura poi, in vista del banchetto urbanistico, prontamente rientrato in Forza Italia. Tutto questo con buona pace per i puri del centro-sinistra che continuano a guardare inorriditi e silenti lo scempio di una coalizione De Fusco allargata!

 

Dai soldati di ventura ai dirigenti di ventura

 

Beh, dopo aver disegnato uno scenario credibile dell’inciucio in atto nella politica pometina, ampiamente confermata dagli ultimi Consigli sull’Urbanistica, cerchiamo di capire il personaggio PASCONE Giovanni. Come gli antichi soldati di ventura erano al soldo di conti & baroni, ora ed in chiave moderna, sono diventati dirigenti di ventura ed al posto delle armi sgoggiano codici e codicilli.

 

Attraverso una rapida escursione su internet abbiamo cercato i percorsi professionali virtuosi, non certamente casuali, che lo hanno portato ad una quantità impressionante di incarichi itineranti nella Pubblica Amministrazione che ne hanno esaltato qualità e pregi fino al tragico epilogo pometino. Cambi vertiginosi di incarichi, sempre in ruoli chiave e sempre rispondenti a logiche politiche, ne fanno un prototipo di DIRIGENTE DI VENTURA e lui stesso se ne fa titolo di merito esaltando la sua accentuata trasversalità a destra, al centro ed a sinistra. Non sapeva il meschino che Pomezia premia e perdona soltanto i suoi figli diletti che hanno scelto la via della politica e massacra tutti i professionisti che ardiscon di sfiorarla.

 

Il presupposto legislativo “ lo spoils system ”

 

All’alba delle grandi riforme istituzionali partite dal Sistema delle Autonomie (142 e 241 del 1990) e successivamente con le grandi inchieste del Pool di Milano sulla corruzione pubblica (anno 1992), sull’onda quindi di inchieste, scandali e corruzioni sfrenate, si è radicata l’esigenza della politica di tranquillizzare l’opinione pubblica e i cittadini dividendo la “mano lesta e malandrina della politica” dalla gestione della cosa pubblica. Cosi una legge del 1993 definiva il ruolo della politica limitandolo alle strategie di fondo ed alla programmazione dell’attività per indirizzi lasciando all’apparato amministrativo la loro realizzazione. Alla politica, ovviamente, erano anche riservati i controlli sulla macchina amminstrativa ed al dirigente venivano assegnati gli obiettivi da realizzare. Cosi nacquero molteplici strumenti gestionali come il PEG (Piano Esecutivo di Gestione), le determine dirigenziali correlate alle delibere, l’Audit interno, i Nuclei di Valutazione dell’operato dei dirigenti e cosi via. Tutto perfetto tranne che per un piccolo neo perché, legittimamente, il Sindaco obiettava che assumendo impegni verso i cittadini doveva poter contare su uomini di sua fiducia allocati in posizioni chiave. Detto fatto. Nacque lo Spoils System all’italiana e il team personale del primo cittadino.

 

Da allora i favorevoli allo spoils system affermano che serve perché consente di allineare l’azione amministrativa alle preferenze democratiche e potenzialmente di attrarre talenti o manager di successo del settore privato. I detrattori affermano che lo spoils system non serve perché diventa uno strumento per sottomettere la struttura amministrativa alle volontà strettamente partitiche, rischia di condurre al clientelismo e mina l’imparzialità dell’amministrazione.

 

Alla luce dei fatti ricorrenti e impietosi di cronache giudiziarie che riempiono i giornali è evidente che, in Italia, hanno ragione i detrattori mentre ombre sinistre ed inquietanti coprono la selvaggia ammucchiata delle grandi riforme di cui tanto si parla a Roma. Riforme o spartizione? Questo è il problema!

Un percorso professionale esemplare ragionato

 

Giovanni Pascone è nato a Napoli 43 anni fa, è divorziato ed ha due figli; ha ben quattro lauree: giurisprudenza, economia e commercio, scienze politiche e filosofia. Più la specializzazione in diritto e scienze dell’amministrazione. Ha fatto tantissime cose: Magistrato ordinario, del T.A.R., della Corte dei Conti e Consigliere parlamentare. Ha lavorato alla Banca d’Italia, al Ministero dell’Interno e ottenuto per charme e preparazione tantissimi incarichi. Capoufficio legislativo ai Lavori Pubblici per diversi governi partecipando alla stesura della legge sui lavori pubblici con la collaterale Presidenza della commissione del regolamento della legge n. 109. Poi consigliere giuridico di tutti i governi di destra e di sinistra : con D’Alema, con Amato, con Dini, con Berlusconi, con Ciampi; Direttore generale dell’acquedotto pugliese e altri diversi incarichi in quota DS in Bagnoli Futura di Napoli.

 

Un po’ come il prezzemolo stava ovunque ci fosse bisogno di un interfaccia con la politica interpretando appieno e maestria quel ruolo di congiunzione tra politica ed apparato pubblico che con dolcezza veniva calibrato nella giusta direzione. Poi arrivò Pomezia che pensò bene di portarlo al centro dell’attenzione pubblica e giudiziaria !!!

 

Ed ora, in sintesi, percorriamo le ultime tappe di una luminosa carriera di DIRIGENTE DI VENTURA brutalmente arrestatasi sul macigno pometino. A Pomezia qualsiasi tecnico, buono o cattivo che sia, viene bruciato in nome di un decoro pubblico formale per salvaguardare l’inciucio continuo e trasversale negli anni.

 

 

 

 

 

 

 
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SE TRIBUTI ITALIA FOSSE CANCELLATA

Post n°3 pubblicato il 05 Gennaio 2010 da progetti.editoriali
 

Ormai tutte le parti in causa – Comuni & Privato – hanno fatto scelte definitive ed irreversibili. La Tributi Italia, apparentemente costretta all’angolo da comuni inferociti in cerca dei tributi perduti, nella realtà, ha giocato bene le sue pedine piazzondele strategicamente per dare scacco matto. Vediamo come e perché, al contrario, i comuni abbiano fatto scelte strategiche suicide, miopi e dannose per la collettività e le finanze comunali. Per queste ragioni, nel prosieguo, analizzerò i vari aspetti di una vicenda complessa, ma non troppo, secondo il punto di vista dei vari attori che animano la scena. Ed in particolare dal punto di vista del socio privato Tributi Italia, delle due miste ASER & Nettuno Servizi che giuridicamente hanno una loro autonomia patrimoniale con obbligazioni certe verso terzi (contribuenti, dipendenti prestati al privato, fornitori, fisco…..) e dei soci pubblici che sono i Comuni di Nettuno, Aprilia, Pomezia ed Ardea. In questo scenario semplificato emergono con grande chiarezza reponsabilità e diritti dei vari attori che sinteticamente riassumo in uno scenario semplificato e dal loro punto di vista :

 

TRIBUTI ITALIA

Era da due anni consapevole che le continue acquisizioni di società similari e di fusioni con altre avevano replicato quel meccanismo già in precedenza subito dal sistema bancario che riusciva ad incassare i soli versamenti spontanei dei contribuenti mentre sui contenziosi (accertamenti, atti esecutivi, manette alle macchine, pignoramenti immobiliari) incassava appena l’1%. Man mano le anticipazioni delle banche aumentavano fino ad arrivare ad uno stop che ha provocato poi quel terremoto di cui tutti i giornali parlano (lo denunciammo cinque anni fà parlando delle “fonti di finanziamento della Publiconsult”).

 

Preparandosi al peggio la società  ha pensato bene di cambiare pelle, attraverso advisors di livello (Bain & Company,  Livolsi & B. Partners, Studio Legale Chiomenti, PKF, Ernst & Young, Anacap ed alla fine il tocco di classe dell’avvocato di Berlusconi Ghedini) si è data una struttura istituzionale e tecnologicamente organizzata, certificando i propri bilanci, certificando accertamenti complessivi per 450 milioni di € con un aggio in suo favore di 150 milioni di €, adottando gli schemi organizzativi anti-corruzione di cui al D. Lgs. n. 231/01. Poi ha sanato i propri debiti tributari con un versamento cash di 13 milioni di €, ha cambiato management mettendo tutte faccette pulite con fedina immacolata, ha cambiato nome in Tributi Italia trasferendo la sede sociale a Roma, in Via Vittorio Veneto ed aumentando il capitale sociale a 15 milioni di € (novembre 2008), ecc….insomma  si è data un gran daffare come una mignotta arricchita si dà una ripulitina esteriore di grande effetto ma sempre mignotta nell’anima resta. Poi, trascinata nel Tribunale fallimentare di Roma dalle istanze delle società che avevano rilasciato fideiussioni ai comuni, il colpo definitivo della richiesta di ristrutturazione del debito (art. 182 bis L.F.). La cancellazione dall’Albo è nei fatti un atto dovuto, proprio in ragione della sua situazione pre-fallimentare, che può essere sospeso dal Tar o comunque rivisto se il giudice fallimentare approva la ristrutturazione del debito; 

 

COSA SUCCEDERA A TRIBUTI ITALIA ?

Abbiamo due sole ipotesi possibili :

Approvazione della ristrutturazione del debito

In questo caso i 135 comuni, i fornitori, le banche, i dipendenti (il fisco no perché è  già stato pagato) potranno ricevere parte del credito vantato (tra il 40 / 50 %) in sessanta comode mensilità. Rientrerà in bonis, verrà reiscritta all’Albo se non avesse già provveduto il Tar, e potrà tranquillamente attaccare i comuni per le procedure giudiziarie irrituali che hanno seguito danneggiandola, per gli arbitrati vinti, ecc ;

 

Non approvazione della ristrutturazione del debito

In questo caso i Comuni non avranno praticamente nulla perché la società possiede soltanto beni strumentali di scarso valore (computer, mobilia….) e nell’attivo saranno presenti alcuni arbitrati vinti (Nettuno, Aprilia) per i quali il curatore avrà l’obbligo e l’interesse di chiuderli chiedendone il pagamento ai due comuni in vantaggio della massa passiva. I crediti dei comuni (arbitrati, tasse) come quelli delle banche, dei fornitori, dei dipendenti……si inseriranno nel passivo fallimentare in base al privilegio. L’operazione della chiusura del passivo sarà lunga e faticosa perché i comuni non saranno in grado di presentare (per assenza di dati) insinuazioni convincenti. Nelle more il curatore dovrà cercare di rivendere ai comuni, come stato avanzamento lavori, i 450 milioni di accertamenti nella pancia di Tributi Italia….facile ipotizzare che andranno tutti in prescrizione.

 

Questo modo di vedere le cose ha condizionato poi anche la fuga dalle due miste da parte dei due sindaci con la correlata ed irragionevole scelta suicida che ebbi occasione di illustrare in un mio vecchio articolo titolato “ Salviamo il soldato Saggese……..e la politica” di cui riproduco la parte maggiormente saliente.

 

“Torniamo all’Aser ed alla Nettuno Servizi fornendo qualche ragguaglio tecnico/giuridico. Le due società, pur essendo simili, presentano percorsi e responsabilità diverse. Per la Nettuno Servizi, al giovin sindaco Chiavetta, la soluzione era offerta su un piatto d’argento derivando dalla semplice applicazione della legge quando un Comune, come quello di Nettuno, viene sciolto per criminalità organizzata. La Corte dei Conti Umbra, nel 2006, condannò un Consorzio che aveva costituito una società non rendendola poi operativa andando a realizzare una "società fittizia", ovvero una "scatola vuota", secondo il linguaggio in uso nell'imprenditoria privata. Rilevò che le carenze strutturali nell'organizzazione aziendale della società (tale società non aveva una sede propria) hanno comportato che essa, lungi dal porre in essere realmente una qualche attività di produzione diretta dei servizi che le venivano chiesti dal Consorzio, ha semplicemente "girato" le richieste stesse agli operatori esterni (nella stragrande maggioranza dei casi già fornitori diretti del Consorzio), ponendo in essere una attività che non può neanche definirsi di "produzione indiretta o di scambio", propria delle imprese commerciali, ossia delle imprese che attendono ad una attività di "intermediazione", ex art. 2195 cc ma che va definita di mera "interposizione fittizia" tra il Consorzio ed i suoi precedenti fornitori. Pertanto, il danno procurato alle casse del consorzio deve attribuirsi per la maggior parte al presidente e, in misura minore al vicepresidente, che hanno omesso ogni cura nell'assicurare il concreto soddisfacimento degli interessi pubblici perseguiti dal consorzio, agendo e persistendo nella piena consapevolezza di venir meno ai loro doveri istituzionali verso la pubblica amministrazione, nonché, in misura residuale, anche ai componenti del collegio dei revisori dei conti del consorzio, per aver omesso ogni controllo sull'andamento della partecipazione del consorzio nella società partecipata.

 

L’esempio calza a pennello nei casi di Nettuno Servizi ed Aser perché con il DPR del 28/11/2005 il Comune di Nettuno veniva sciolto e circa tre pagine del decreto parlano delle scelleratezze compiute nella Nettuno Servizi definita “scatola vuota” con tutte le caratteristiche illustrate in precedenza e con l’aggravante di essere stata la copertura della Tributi Italia attraverso amministratori compiacenti. Quando un Comune è sciolto per criminalità organizzata la Commissione nominata ha un potere extra ordinem che nei fatti non ha esercitato, stessa cosa il giovin sindaco (Consiglio di Stato 7335/05). L’unica spiegazione logica è che nella realtà le due miste a prevalente capitale pubblico erano incontro di mediazione tra politica e privato sull’utilizzo delle tasse pagate dai cittadini. E’ la sola spiegazione logica del perché i due comuni tengano accuratamente fuori della tenzone le miste, preferendo appellarsi ai mancati versamenti del minimo garantito e non puntando a sanare anomalie funzionali scientificamente studiate a monte riappropriandosi di una vera gestione dei tributi. Questo sbaglio, voluto, di strategia giudiziaria replica errori del passato come raccontano le illuminanti sentenze del CdS per Aprilia (n. 2461/05) dove si dice all’amministrazione Meddi di aver sbagliato procedura dovendo seguire quella del Giudice Ordinario essendo in rapporto disciplinato dal diritto societario, poi quella su Pizzo Calabro ove, in un convegno ANUTEL nel 2003, dissi ad un collega assessore di Pizzo di non risolvere il rapporto unilateralmente e di ricorrere al diritto societario : non lo fece ed il Comune fu condannato a risarcire la società privata cacciata (CdS n. 687/04). Domanda : perché tutte le amministrazioni comunali degli ultimi dieci anni (Aprilia, Pomezia, Nettuno) preferiscono fare sceneggiate e non applicare leggi semplici riportando alla legalità società fantasma e poi cacciare il privato se ci sono gli estremi? Alla fin fine che i quattrini finivano nelle casse del privato e non certo in quelle comunali è cosa antica e risaputa e coinvolge le amministrazioni di tutti i colori politici di Aprilia, Pomezia e Nettuno degli ultimi dieci anni e, diciamola tutta, perché quei quattrini sono stati il volano finanziario del sodalizio “Saggese & Politica”. “

 
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Nettuno Interessi troppi privati della giunta Chiavetta

Post n°2 pubblicato il 04 Gennaio 2010 da progetti.editoriali
 

Se la giunta Marzoli è stata sciolta per infiltrazione mafiosa, pur se ne sappiamo ancora poco delle attività criminali che hanno determinato lo scioglimento, con molta probabilità il Prefetto dovrebbe correre in soccorso a questo disgraziato Comune, questa volta a pieno titolo, perchè la mafia è anche quella politica ,quella che utilizza la Cosa Pubblica per fini personali o per voto di scambio, terribile se la merce di scambio viene pagata in cubatura.  L'ultimo consiglio comunale del 2009 ha mostrato il vero volto di un sindaco più spregiudicato dei suoi ex colleghi di centro destra, andando ad infliggere un nuovo colpo mortale all'economia del paese per prediligere forme clientelari. Grida vendetta la scandalosa Variante di Piano, la più corposa della storia di Nettuno, destinata a far lievitare sempre di più i costi degli appartamenti e bloccando di fatto l'espansione edificatoria per la povera gente che vede vanificata per le nuove generazioni, ogni possibilità di poter costruire sul pezzetto di terra di proprietà. Edilizia privilegiata e blocco di un piano regolatore che ormai ha 25 anni e su cui una giunta sana avrebbe dovuto lavorare.  Alessio Chiavetta mostra segnali preoccupanti di presa del potere perchè l'orgia di fine anno non risparmia i regali ad personam tra cui l'apertura della Farmacia Comunale. Altro scandaloso esempio di inciucio o meglio di cambiali che erano in scadenza visto che il giovanotto, raccomandato dal regionale Mancini, che gli aveva concesso un posticino in segreteria prima che la destra lo mandasse al governo del paese, qualche contentino doveva darlo anche ai romani, in piena campagna elettorale. E così la Farmacia pubblica viene svenduta all'80% per una gestione che non richiedeva l'intervento di un premio Nobel, nè una percentuale ad un consigliere comunale che batteva i pugni per la sua fetta di torta. Vedremo quale sarà la percentuale che verrà assegnata al prode consigliere. A batter cassa,  anche con toni violenti, la poliedrica Anna Ferrazzano che ha strillato e non poco per la sistemazione nell'organico comunale della figlia. Si dice abbia alzato le mani sul segretario comunale poi scappato per paura. Una barretta di Kinder, una leccata di Nutella dal barattolo gigante poggiato sulla scrivania e Chiavetta accontenta anche lei, mentre Valente, uno dei pochi pentiti del PDL, l'abusivo del Porto su licenza comunale, plaude in pieno consiglio a questo giovanotto che ha saputo cogliere il peggio dallo sfacelo di questo Municipio. E così l'uomo della Camera Iperbalica da sei piani, la più grande camera iperbalica del mondo, con annessi villini fronte mare, si dimostra il degno compare di merenda di Chiavetta che con un solo colpo riesce a tenere spaccato il centro destra. Ora c’è solo da attendere che Carlo Conte dimostri la sua coerenza politica e rediga una denuncia alla Procura della Repubblica, perché gli interessi privati che si stanno consolidando sono pericolosissimi rispetto a quel segnale che l’allora Prefetto mandò quando propose la chiusura del Comune per infiltrazioni mafiose. Ebbene, gli stessi argomenti che furono oggetto di chiusura di questo Comune oggi vengono portati avanti dalla giunta Chiavetta. Ed allora c’è da interrogarsi, c’è da chiedersi se è stata una grande speculazione politica, oppure se anche il centro sinistra è funzionale a quel sistema. Chiavetta deve pagare uno scotto altissimo, è di fatto ostaggio di una candidatura soffiata a Vettori per un pugno di voti alle primarie,mentre è di per se vergognoso che il suo vice, Andolfi, quello che rese dichiarazioni spontanee ai Commissari del pool antimafia, denunciando il forte radicamento con la criminalità organizzata, oggi ignora che questa giunta è afflitta dallo stesso identico male, se quello era il male. Mariano Leli ed il consigliere Turano non ci stanno al sacco di Nettuno e nel corso dell’ultima assise fanno evidenti riferimenti alla continuità, la stessa che portò il Comune allo scioglimento. Duri i toni di Leli che trova il plauso anche di quella sinistra più sana che un tempo vedeva come riferimento Carlo Conte. Appare infatti strano,anzi incredibile che lo stesso centro sinistra che aveva denunciato una collusione mafiosa su precise vicende edificatorie della giunta Marzoli,oggi le fa sue sostenendo che da accertamenti eseguiti, quelle concessioni di cui parleremo in un altro capitolo, erano legittime. 

 
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Nettuno Assunzioni clientelari

Post n°1 pubblicato il 04 Gennaio 2010 da progetti.editoriali
 

Le prodezze di questo centro sinistra, di Chiavetta ed anche della CGIL non finiscono di stupire ed è fin troppo evidente che la nostra intuizione che sotto sotto ci fosse un vergognoso accordo con i genovesi,oggi appare sempre più probabile. Gianluca Faraone, dirigente quando ne ha voglia per contratto con Stalin, non se la prenda, perchè tutto sommato noi apprezziamo sempre l'intelligenza dello statega e Gianluca è un fine stretega. Faraone dicevamo, continua la sua mirabile azione riparatoria e dopo aver avviato l'ufficio tributi comunale con un sub-appalto del personale alla Poseidon, ovvero una partecipata del Comune al 100% procede a sistemare l'intera famiglia,la stessa che determinò la fortunata scalata di quattrini ai Saggese.

Il personale della Poseidon viene scelto, sempre sfogliando il solito manuale Cencelli, attraverso un metodo che dovrebbe far scattare la Procura della Repubblica, perchè il dirigente dell'area finanziaria chiama all'ufficio tributi di Nettuno le due sorelle Graziosi, ovvero le fondatrici storiche degli uffici della Publiconsult che nel tempo divennero, una la moglie di Giancluna Faraone e l'altra cognata, sposa dall'altro dirigente della Publiconsult, poi San Giorgio, poi Tributi Italia, Ippoliti.Entrambe sono state le responsabili  della Aser. Insomma,una vita da campioni con stipendi da favola, carte di credito, macchine aziendali che facevano parte di un SRL di noleggio, nata ad ad hoc, dello zio di Saggese che le acquistava con i soldi dei contribuenti perchè pagava i leasing affittando le stesse alla Publiconsult. Naturalmente dopo che i contribuenti finivano di pagare i leasing, la proprietà restava allo zio Saggese. Un parco macchine fiammanti (si dice ce ne fossero 80 tutte nuove e di lusso) alcune si aprivano e si mettevano in moto con le impronte digitali di Saggese.

Per non sapere nè leggere e nè scrivere, Gianluca completa l'opera ed assume alla Poseidon il figlio di un dipendente comunale, tale Catanziani di stazza alla Aser e tanto  per far capire che questi sono di sinistra e stanno dalla parte dei lavoratori gli assumono anche la  moglie dipendente alla Nettuno Servizi. E giusto per non farsi mancare nulla e per dare anche il contentino alla CGIL che in questi mesi ha dato una grande mano ai Saggese, anche la rappresentante sindacale della Nettuno Servizi finisce tra le preferite di Gianluca Faraone, mettendolo come si suol dire in quel posto ai colleghi che per mesi hanno creduto che quei sindacalisti lavorassero per una causa comune. Poveri illusi. Della CGIL abbiamo davvero poco da dire, i compagni funzionano così, un pò come le sette. Ma qualche parolina dobbiamo spenderla sul metodo clientelare con presupposti di reato, visto che la Poseidon,essendo una partecipata per l'intero capitale sociale del Comune, ha l'obbligo di adottare criteri trasparenti di assunzione. E' indiscutibile che la sua natura giuridica le consente una diversa autonomia, ma poichè soggetta al controllo pubblico, se appare lampante l'interesse privato del dirigente, avallato dal sindaco che resta il responsabile istituzionale della Poseidon, la questione deve inevitabilmente finire sotto le lenti di ingrandimento della Magistratura al di là dei proclami  bacchettoni e tronfalistici dell'Italia dei Valori che affigge manifesti contro il mostro chiavarese,sullo scioglimento falso della Nettuno Servizi. Tutto questo serve solo a  dare una facciata fasulla di buon governo. E' bene dire ai cittadini che non è vero che la Nettuno Servizi è stata sciolta, anzi invitiamo il sindaco a farlo se ha gli attributi, ed oltre agli interessi di bottega vediamo se è capace di avviare la procedura di scioglimento, che tale non è,perchè la Nettuno Servizi, caso mai il sindaco riesca a riconquistarne il controllo, deve andare in liquidazione. E lì ci sarà da ridere, perchè sarà interessante vedere come procederà il liquidatore sulle partite aperte, sui mancati introiti, sulla fasulla identità di quella scatola vuota che prima di essere liquidata deve recuperare tutto il maltolto.

Ma questa è una storia diversa, perchè caso mai gli Italiani dei Valore e di Di Pietro non lo sapessero, siamo qui ad informarli che quando il sindaco Chiavetta dovrà approvare il suo bilancio consuntivo, per legge,dovrà accludere i bilanci della Nettuno Servizi e della Tributi Italia, essendo loro quelli che incassavano abusivamente e quindi gli agenti contabili di fatto. Ed è bene dirla tutta: il bilancio del 2008 della Nettuno Servizi non è mai stato approvato. Detto in soldoni, il Comune di Nettuno non è in grado di poter approvare il consuntivo e se lo facesse in modo illegale tutti se ne assumerebbero pesanti responsabilità. Allora non raccontiamo frottole. Non solo la Nettuno Servizi non è stata sciolta, ma questo sbrodolarsi addosso è sintomo di una ingenuità o di una malafede che fa paura se dobbiamo guardare al futuro di questo paese.

Poi se vogliamo parlare del rapporto dell'Italia dei Valori e Saggese, basta solo chiedercelo e tornare indietro di qualche anno, magari scomodare i questori della Camera.

 
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