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Post N° 107
Gli propongo di coinvolgerci, altrettanto appassionatamente, con gli enigmi sulla morte di Stalin (e sul suo proposito di far morire 4.000.000 di ebrei russi, non concretizzato per prematuro avvelenamento, come il piccolo Padre paventava), sul massacro postbellico nel c.d. Triangolo rosso emiliano (recensendo il libro di Pansa “Il sangue dei vinti”), su Porzus, sull'eroico attentato di via Rasella, sulle foibe e sui progetti titini condivisi, sui lager sovietici ed i milioni di Solgenitsin (crepati), sui kulaki, sulla morte di Trotzki, sulla vita di Kim il Sung e di Pol Pot, sulla sorte di 60.000.000 di neonate cinesi soppresse sotto il sol dell'avvenir perchè femmine, sulle “cosiddette” Brigate rosse (gli assassini sono tutti fuori delle carceri tranne.... quelli uccel di bosco), sul finanziamento del P.C.I. (anche ai tempi di Berlinguer? Mistero avvolto da un enigma!) da parte dell'Unione Sovietica (quando c'era la guerra fredda e l'Italia stava nella Nato), ecc.
E, incredibilmente, inaspettatamente, sorprendentemente, i cinesi vinsero, massacrando negli anni seguenti 1.000.000 di tibetani inermi.
Eroi comunisti, osannati dai comunisti italiani (tanti allora sventolavano il libretto rosso: erano i coglioni italioti dell’Uomo più alto del mondo, Mao Zedong, la cui testa stava a Pechino).
Individui e masse.
Termini come centri sociali (rectius asociali), collettivi (ricordo, tra i tanti, quello di Via dei Volsci a Roma), mi fanno pensare ai termitai, alla verminazione, alle fungaie, dove domina l’istinto, non certo l’intelligenza.
Il nome degli appartenenti a tali coacervi brulicanti ed indistinti è legione, come per i demoni.
La parola masse mi fa pensare a greggi di pecore belanti al cenno del pastore, sotto il controllo dei cani.
Io non voglio essere né pecora, né cane e né pastore, in forza dell’ideologia marxista dell’obnubilamento e della massificazione, ma solo un individuo, me stesso.
Ho seguito tempo fa, su Rai3, una trasmissione dedicata al c.d. “Migliore”, cioé Palmiro Togliatti, alias Ercole Ercoli.
Si parlava, tra l’altro, di una lettera del collaboratore di Stalin, in cui il brav’uomo, riferendosi alle migliaia di prigionieri di guerra italiani, internati nei lager sovietici, in buona sostanza scriveva che, essendo aggressori, potevano tranquillamente essere fatti morire (si è ampiamente discusso se il termine usato fosse “assassinati” o altro sinonimo, accreditando un’espressione meno cruda; ma io ritengo plausibile, dato il soggetto, la parola più cruda), e ciò, in spregio del trattato di Helsinki ed altro, anche per “dare una lezione” esemplare ai nemici dell’URSS e della Rivoluzione Comunista.
Si riconosceva anche, bontà loro, da eminenti comunisti presenti (cultori del cultore di Stalin), che Palmiro, durante i 16 anni che trascorse in Russia, condivise, plaudì tutte le purghe, tutti i massacri di Stalin non solo di russi, ma anche di comunisti di tutte le nazioni del mondo, compresi centinaia d’italiani (che erano andati esuli nel Paradiso sovietico a sostenere il sol dell’avvenir), e, vieppiù, di migliaia di prigionieri di guerra italiani (dell’Armir).
Affermavano, udite udite, che Palmiro fu cinico, ma che non avrebbe potuto fare altrimenti, a meno di farsi purgare.
L’eroe Palmiro, cui hanno intitolato centinaia di strade e piazze in Italia (come a Pisacane, Amatore Sciesa, Toti, Sauro, Battisti, Matteotti, Salvo D’Acquisto, ecc.), dovendo scegliere tra ripudiare ed esecrare, rimettendoci la pelle, la ferocia staliniana rivolta non solo verso i “nemici”, ma verso gli stessi figli della rivoluzione (atroce cannibalismo marxista: Mao Zedong, Pol Pot, Kim il Sung ed altri sono stati, forse, da meno? E i 100.000.000 di morti causati dal marxismo-leninismo nel mondo?), e mentire, tradire, calpestare la propria coscienza, i propri ideali (se li aveva mai avuti), coraggiosamente scelse di vivere, sul sangue degli altri, non purgandosi mai e tenendosi la stitichezza per 16 anni!
A questo puro eroe, campione di coraggio, onusto di virtù umane, esempio fulgido e glorioso per tanti suoi cultori (Longo, Secchia, Berlinguer, Pajetta, Cossutta, Bertinotti, Di liberto, Mussi, ecc.) ed epigoni, hanno dedicato strade e piazze innumerevoli.
All’Eletto che, con cinica coerenza, forte dell’esperienza maturata servendo Josip Dzugasvili (che aveva fatto massacrare milioni e milioni di civili, russi e non), approvò, avallò le stragi titine, le foibe, i massacri di Porzus e del primo dopoguerra.
Cancellate tutte le lapidi che portano quel nome e sostituitele con altrettante che rechino nomi degni, di veri Eroi italiani.
Il popolo partenopeo, sconsolato, canta "Munasterio 'e Santa Chiara, tiengo o core scuro scuro...pecché stasera penso a Napule comm'era, penso a Napule comm'é...mo' s'é fatte malamente stu paese, ma pecché?...".
L'Italia é il paese di Bengodi, dove le orecchie da somaro, anziché ai Lucignoli clandestini, spuntano solo agli italiani, i quali pagano le tasse per finanziare (anche) sanità e assistenza sociale ai primi.
Sorseggiando L'Espresso (fatto con caffé di qualità illymitatamente rossa) n. 26 del 5 luglio 2007. Come per la grappa, butto via la "testa" (il cazzeggio di Giorgio Bocca in spregio di Gianfri Fini ed altri leader del centrodestra "in prima fila a baciare l'anello dei cardinali"; i partigiani comunisti preti e suore li ammazzavano in Spagna durante la Repubblica come in Italia nel triangolo rosso emiliano) e la "coda" (lectio magistralis di EuGenio Scalfari su Thomas Mann a beneficio dei milioni di lettori in grado di intenderlo e di chiosarlo).
Una bella risata mi suscita Edmondo Berselli, il quale dà a bere che "secondo qualche sondaggio il futuro Partito democratico ha guadagnato in pochi istanti quasi dieci punti percentuali" (sic): tutto merito dell'IVA (Indice Veltroni Aggiunto). Altra risata mi provoca Bertinotti, il quale a Mosca, dove ha soggiornato, ospite della Duma, per due Bertigiorni e due Bertinotti, sulla Piazza Rossa ha detto: "Riprendetemi dove e come volete, ma per favore non con Lenin sullo sfondo": abyssus abyssum vocat, cioé l'abisso chiama l'abisso. La Lanzillotta ha messo sotto la lente d'ingrandimento il Molise ed il suo Governatore Michele Iorio per la nomina di un sottosegretario alla presidenza (Nelida Ancora). Il governo di Cento sottosegretari(o) ha da ridire.
Tralascio Claudio Rinaldi e Michele Serra (con la sua "parabola dell'ossobuco napoletano": puro cazzeggio estivo, canicolare, cioè da cani).
Finalmente il clou del settimanale "Giro di Walter" di Marco Damilano (DaMosca fino al 1989), il quale galvanizzato da Walter parla di "un Pd carnale" (pensa a Luxuria?) ed erompe: "Ora l'isola (che non c'era) c'é, Peter Pan é arrivato" (allora Berlusconi é il Capitan Uncino: ndr). Poi, battistianamente "Tu chiamalo se vuoi Emozione", talché dipana "Tutto Veltroni dalla A alla Zeta". A(frica) "nel walter-mondo...c'é l'Africa" con visite qua e là, tranne che nel Darfur, che per Walter non si trova in Africa. B(erlinguer) "era una persona perbene". Peccato che fosse prono a Togliatti, giannizzero di Stalin e notaio dei suoi misfatti (20 milioni di russi e non ammazzati). J(ovanotti) sarà il cantautore del Pd. Uno che canta: "Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa...". Ignora il tapino che i comunisti, in Spagna durante la Repubblica ed in Italia nel dopoguerra, come nell'Urss ed in Cina, le Madri Terese le ammazzavano, magari dopo averle stuprate. M(odello) Roma: "Veltronismo realizzato. Un consenso unanime che va dai no global (che spaccano vetrine, incendiano auto e gridano "dieci, cento mille Nassiriya") all'Opus Dei (!), da Nunzio D'Erme (quello del letame) ad Alberto Michelini (non il segretario del MSI). R(ai): Walter figlio del primo direttore tg e di Ivanka, una leggendaria funzionaria (sic) portò a casa Raitre e Tg3 per il Pci. Oggi stima Serena Dandini, Gianni Riotta, Fabio Fazio (quello dei 20 miliardi di lire di risarcimento da mamma Rai e di decine di migliaia di euro sempre da mamma Rai per "chetempocheFa(zio)", cioé, come per Drupi,"sempre sereno é", tanto pagano gli abbonati). Più l'eterno Giovanni Minoli", il genero di Bernabei. S(enza Patricio). Prova narrativa del sindaco-scrittore. Giudizi esaltanti (ed esaltati): "Un gioiello", "Una sinfonia per solisti e coro", "Un libro magico. Mi fa quasi paura". Walter ha scritto anche "La scoperta dell'alba" (mica la Parietti?). Prevedo i sequel "La scoperta del meriggio...della sera...della notte...del giorno dopo...". "Intellettuale organico", secondo Damiliano. Organico? Che vuol dire?
Dissonante é Arturo Parisi: " Limiti (di Walter) legati alla categoria della leggerezza....Uno non può essere troppo comunicativo e troppo profondo": Arturo é troppo comunicattivo!
Ma ecco il Bestiario di Giampaolo Pansa, titolato "La favola del Perdente di successo", come dire Il Walter (già Valter) di successo. Gipi non ha peli sulla lingua: "un piacione che ama piacere, un favolatore che illude la gente, un conciliatore degli inconciliabili". Indi ripercorre il cursus honorum di Walter (già Valter), ricordando che "anche lui é tra gli inquilini delle case offerte ai vip dagli enti previdenziali" (Affittopoli). Più recentemente, il 26 luglio 2005, aggiungo io, Walter (già Valter) ha incontrato (anche lui) Consorte. Riporta Gipi, ed io trascrivo fedelmente, il ritratto al curaro di Walter che Mancuso affidò a Francesco Merlo (allora) del "Corriere" (ora, becco rosso, rifluito a "la Repubblica", alla sinistra del Padre Mauro): "Veltroni é un elencatore di luoghi comuni, parla di cose che non sa, cita libri che non legge, é un anglista che non conosce l'inglese, un buonista senza bontà, un americano senza America, un professionista senza professione".
1 palestinese oggi, 2 palestinesi domani, 3 palestinesi posdomani (a Ramallah, Gaza –dove sono tutti molto ingazati con gli israeliani-, Jenin e dintorni) fanno dimenticare le migliaia di cristiani massacrati ogni anno nel mondo dai musulmani.
Non solo, ma fanno obliare anche i 2.000.000 di neri, cristiani ed animisti, massacrati sino ad oggi in Sudan(il massacro continua nel Darfur).
Non solo, ma fanno trascurare 1.500.000 di armeni, cristiani, sterminati nel 1915 (solo 92 anni fa, non 500 o 600 anni fa) dai turchi, musulmani.
Tutti (tout le monde, direbbe Sarkozy) piangono 1 palestinese, 2 palestinesi, 3 palestinesi…; ma nessuno piange 1.500.000 armeni, nessuno dei cristiani. Il Papa Woitila chiese perdono ai musulmani per le crociate di 800 anni fa ed andò a pregare in moschea, e, quando nel 2001 si è recò in “pellegrinaggio” in Armenia, non ha parlò di “genocidio” per non offendere (sic!) i turchi (notoriamente così sensibili e delicati, poverini, non solo quando massacrarono più di mezzo popolo armeno, ma anche prima, quando massacravano ed impalavano i greci e gli altri cristiani del mediterraneo, quando straripavano fin sotto le mura di Vienna, desolando le coste e gli entroterra cristiani per lunghi secoli – “Mamma, li turchi!”-, mentre più recentemente hanno massacrato, impunemente, i curdi).
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Inviato da: dinilu
il 26/10/2012 alle 00:15
Inviato da: dinilu
il 29/01/2011 alle 15:10
Inviato da: candydo
il 11/08/2010 alle 15:40
Inviato da: atakatun
il 11/07/2010 alle 17:34
Inviato da: dinilu
il 11/07/2010 alle 16:53