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Animali e padroni

Post n°7 pubblicato il 06 Giugno 2007 da il_viaggiatore_pa

Una sentenza della Corte di Cassazione afferma che verso gli animali domestici (un cane, nel caso in questione) occorre prestare la stessa attenzione che si usa (si dovrebbe usare) verso un minore. Non capisco perché il TG2, nel dare la notizia, parli poi di future roventi polemiche. A me personalmente sembra una cosa talmente ovvia che considero quasi offensivo il fatto che sia necessario ribadirla addirittura in una sede giudiziaria, ma naturalmente saranno proprio quelli a cui questa sentenza è rivolta a fregarsene.

Qualche giorno fa, girando per le vie di Ostia con mia moglie, ho assistito a una scena raccapricciante: un padrone (una signora) aveva lasciato la macchina parcheggiata in curva, in doppia fila, con i finestrini chiusi, sotto il sole e con il suo cane chiuso dentro. Dal momento che l'auto boloccava la circolazione il carro attrezzi doveva rimuoverla e la povera bestiola chiusa dentro era sconvolta (vi lascio immaginare l'espressione che aveva). Ci siamo fermati in tanti a parlare con i Vigili per capire cosa si potesse fare e per fortuna la padrona del cane nel frattempo (tre quarti d'ora...) è tornata. La macchina è stata rimossa ma la tizia è subito andata a riprenderla liberando così il cane (che se potesse farebbe bene a cambiare padrone).

Certo anche questo è niente rispetto al fatto di riuscire ad abbandonare un cane per strada. Il fatto che tanti, di noi esseri umani, siano capaci di compiere un atto simile mi aiuta molto a capire quello che succede nel mondo.

In vita mia, fino a oggi, ho avuto solo un gatto. Si cchiamava Terremoto perché lo trovammo abbandonato appena nato un giorno in cui a Roma si sentì una lieve scossa sismica. Ho fatto di tutto per non affezionarmi a lui, naturalmente senza riuscirci: non volevo soffrire quando fosse morto (è successo un paio di anni fa). Credo mi odiasse, perché mentre mia moglie e mia suocera se lo spupazzavano sempre, a me, l'uomo di casa (soprattutto quando a voi donne fa comodo) toccavano l'antipulci, le medicine e le periodiche visite dal veterinario. Quando mi vedeva arrivare lo sapeva che finiva così, ma non mi ha MAI graffiato. Lui non lo sa (o forse dove si trova adesso sì) ma mi sono battuto strenuamente per evitargli la castrazione tanto voluta dalle "amorevoli" donne di casa (mi sono dovuto arrendere solo quando gli è stato diagnosticato l'AIDS dei gatti). A dispetto del nome era buonissimo. Mi ricordo che spesso lo portavo dal veterinario senza gabbia, tenendolo in braccio. Il veterinario stesso si stupiva di quanto fosse docile. Le padrone di altri animali in fila per la visita venivano sempre a carezzarlo per quanto era dolce (faceva subito le fusa). Ho pensato che se dovessi tornare single dovrei assolutamente avere un animale così: è da rimorchio sicuro (forse è anche per questo che lo portavo sempre io dal veterinario). Non so come, ma rimase ferito gravemente a un occhio e dovette essere operato per toglierlo (me lo ricordo attaccato a una flebo il giorno dopo l'operazione, era tenerissimo). Facevamo un gioco, insieme, lui si appostava dietro un muretto e io gli tiravo una palla da tennis che artigliava con le unghie. Dopo l'operazione continuavamo a farlo, peccato che l'occhio che gli mancasse fosse proprio dalla parte dove si sporgeva per osservarmi quando lanciavo la pallina: non sapevo se ridere o piangere, era uno spettacolo (tra l'altro, da orbo rimorchiava ancora di più).

Pensare che c'è chi abbandona o maltratta gli animali non mi fa arrabbiare, mi fa sentire depresso: in mezzo a chi vivo?

Ciao a tutti!

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