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Italiani e sport

Post n°14 pubblicato il 21 Giugno 2007 da il_viaggiatore_pa

La ricerca Istat sulla pratica sportiva in Italia mi fa venire in mente un po' di cose. Atleticamente sono sempre stato piuttosto mediocre, ma praticare sport è una cosa che ho fatto da quando avevo 8 anni (basket, canottaggio, tiro con l'arco, karate, palestra), a parte una pausa di 3-4 anni per laurearmi (lavoravo già).

La prima cosa che mi salta agli occhi sono i 23 milioni di persone che non praticano alcuno sport. Ragazzi, fare sport non è un optional: il giusto grado di attività fisica è fondamentale per sviluppare bene il proprio corpo prima, e ritardare il più possibile gli effetti degli anni che passano poi. Leggo che la sedentarietà è in aumento tra gli 11 e i 14 anni: più tardi si inizia più sarà difficile riuscire a entrare in allenamento, a essere costanti nella pratica.

Già, entrare in allenamento, essere costanti: ho molti dubbi sulle conclusioni che si possono trarre dai numeri presentati. La ricerca  (ho dato un'occhiata sul sito dell'ISTAT) è basata sull'autopercezione, ed è quindi molto vago il significato di "praticare sport": dei 17 milioni di italiani che dichiarano di praticare sport, 1 terzo dice che non lo pratica con continuità. 16 milioni di italiani poi, dicono di non fare sport, ma fanno comunque attività fisica. In questa categoria sono comprese "passeggiate di 2 km", c'è bisogno di aggiungere altro?

Secondo me (e non solo) ha senso praticare sport solo se a tale pratica corrisponde un miglioramento dei livelli di efficienza del proprio fisico, cosa che non dedicando ad attività serie (non passeggiare ogni tanto 2 km, si allena molto di più mia moglie con lo shopping a via del Corso, e io con lei...) per almeno 6 o 7 ore a settimana è impossibile. A onor del vero sono da evitare però anche agonismi estremi: come mi diceva un ortopedico da me consultato per un infortunio, l'agonismo è il nemico del benessere nello sport. Diventa importante solo il risultato cui si sacrifica anche la salute.

L'unica cosa veramente positiva che viene fuori è lo spostamento dalla pratica del calcio verso attività di fitness in palestra, le quali sono atleticamente più complete e hanno una probabilità maggiore di essere praticate con regolarità, rendendo una scusa l'alibi del "...non ho tempo...". In palestra si va, ci si allena e si viene via docciati in un'ora e mezza, dalla mattina presto alla sera da lunedì almeno fino al sabato. Certo, la palestra corre il serio rischio di diventare un luogo di socializzazione più che di allenamento, e la moderna moda femminile di abbigliamento fitness non depone certo a favore di una seria e concentrata pratica sportiva. Da quando ci vado (svariati anni) non mi è mai capitato di vedere una ragazza allenarsi con qualche attrezzo senza che si formi un gruppetto di pseudo "tecnici" pronti a spiegarle il corretto esercizio: perché noi maschi (me compreso ovviamente) siamo sempre così patetici?

Ciao a tutti!

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Commenti al Post:
gioegian
gioegian il 25/06/07 alle 11:51 via WEB
E' il sacro spirito del maschio conquistatore che vien fuori nonostante tutto, anche involontariamente... Io lavoro in un centro sportivo, sono istruttrice di diverse discipline. Le tue riflessioni sono vere e condivisibili e ormai la palestra è diventata veramente un luogo di incontri e chiacchiere. Ti dirò di più: se i maschi perdono tempo a fare gli "esperti" con le donzelle, le donzelle a loro volta amano passare il tempo a spettegolare sedute su qualche attrezzo, aspettando che arrivi qualche "marpione" a dar loro la conferma di essere prede appetibili...
 
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