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Una tragedia molto italiana

Post n°28 pubblicato il 16 Luglio 2007 da il_viaggiatore_pa

C' è uno strano fenomeno che si verifica nell'informazione italiana: le cose, anche senza che esista un apparente colegamento tra loro, succedono a grapppoli. Un pitbull azzanna un bambino, di colpo tutti i pitbull italiani impazziscono e per una o due settimane attaccano chiunque capiti loro a tiro. Poi, senza che nessuno abbia fatto niente, gli attacchi smettono, le bestiacce tornano calme, si ricomincia a parlare di altro. E' stato così anche per i blocchi di ghiaccio caduti dal cielo, le statue piangenti della madonna e per molte altre cose che adesso non mi vengono in mente.

E' stato così per De Lorenzo: dal nulla, senza che se ne sentisse la mancanza, spuntarono servizi sul suo precario stato di salute (forse aggravatosi utilizzando la sanità pubblica da lui così' saggiamente amministrata in qualità di ministro). E' così per la fame nel mondo, ogni tanto ti cominciano a sommergere di bambini scheletrici e mamme piangenti da qualche remoto angolo del pianeta. Queste però non sono notizie casuali, solitamente servono a preparare la gente alla scarcerazione del primo o a una qualche missione umanitaria per aiutare i secondi. Di solito si tratta di soldati americani e inglesi più qualche altro sottopanza. E' del tutto casuale, naturalmente, che i morti di fame dei TG si trovino in aree petrolifere. La cosa che fa piacere è che poi i loro problemi si risolvono: così come sono apparsi nei TG, allo stesso modo svaniscono. Non hanno più fame o non serve più mostrarli?.

Alcuni argomenti sono ricorrenti, la discussione si rianima ogni tanto ma senza alcun senso per la gente comune. Sono quelle cose che mi danno vere e proprie crisi di rigetto, come le notizie su Alitalia: spengo la TV appena esce una notizia in proposito, è del tutto inutile cercare di capire.

Niente però è così simbolico dell'Italia come lo sterminato elenco delle "tragedie" più varie che si verificano sulle strade, e che dà periodicamente luogo a "allarmi" e "emergenze". E' in questo pentolone di mancati controlli, inciviltà di chi guida, superficialità e buonismo nell'applicazione di pene già lievi per conto loro che il nostro Paese è fedelmente rappresentato. Non ne posso veramente più (e infatti cambio canale: a che serve tormentarsi?) di sentire di gente che ammazza inermi passanti dopo tre ritiri di patente o dopo essere stato già trovato ubriaco al volante. O di ragazzi che si spiaccicano su qualche muretto all'alba con macchine che avrei paura a guidare anche io in pieno giorno (e senza aver sniffato/bevuto/fumato/calato...).

La polizia fa pochi controlli. Dopo che lo ha scoperto anche il ministro Amato, lo sanno proprio tutti che in Spagna, Inghilterra, Germania, Francia si fanno trenta o quaranta volte i controlli con etilometro che si fanno in Italia. In Germania ci sono meno ubriachi al volante che in Italia: pensando a quanto bevono i tedeschi è un dato quasi assurdo. "Le forze dell'ordine devono svolgere compiti più importanti", dicono. Magari manganellare a sangue ragazzi in una scuola fabbricando prove per giustificarsi, chissà. La gente è superficiale, non si rende conto di quello che fa. Io frequanto poco/per nulla locali e discoteche, ma basta pensare alle condizioni di chi si mette al volante dopo un pranzo di matrimonio (tanto sono cose che succedono sempre agli altri...). La giustizia è troppo mite, vengono applicate blandamente anche quelle misere leggi che ci sono: "non volevano uccidere". Io uno che si mette al volante ubriaco lo considero come uno che si mette a sparare a caso con una pistola: certo, non voleva uccidere quella persona, ma sapeva di mettere a repentaglio la vita di tutti quelli che avrebbe trovato sulla sua strada. Se ammazza qualcuno per me è omicidio volontario.

Una ragazza di sedici anni non può morire travolta da uno che poi si mette a fumare tranquillamente una sigaretta, non può, non può. Ma no, siamo italiani, può benissimo: non è la prima e non sarà l'ultima. Non facciamo gli ipocriti, però, prendiamocela con noi stessi, non con Dio, con il destino, con la fatalità... In fondo siamo tutti un po' assassini.

Ciao a tutti!

 
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