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di esodi accostati alla movenza dell’anca nella sua accuratezza e labbra schiuse in simulacri incerti al disinganno
Post n°60 pubblicato il 16 Giugno 2011 da imagomentis
come una mano a conca sul capezzolo di una femmina gocciata al suono recalcitrante di una combinazione fatta aderire al bordo di un frammento vagliato senza comparazione questo mio dire in guglia di tracotanza toglie e conserva nelle fessure di un intervallo riarso da un fato semicieco i percorsi dell’eros adagiato sopra mucchi frusciati dal riecheggiamento
e in un indugio fatto cerchio dal mare un uomo può rivolgere lo sguardo ad una femmina dal corpo ancora denso che beffeggia sopra le righe l’esistere contrabbandiere che si sgrana nel quotidiano di ripetizione dentro un contesto scarmigliato con una mente abusata dall’indifferenza al suo sillabare l’intervallo della figurazione di un amplesso arrendevole
gli argini in amore del corso d'acqua sbalzato nella memoria nomade si brutalizzano alla grazia del flusso mosso in contesa del disincanto agile al tocco modellato dai polpastrelli che scricchiolano al delta delle cosce viste di spalle ad arco sulla creta di un giorno appena uscito dal bagliore di un gesto alluso che s’incava nella mitezza indolente delle transumanze
e si spezzetta l’assenza acuminata come un vulcano che non sminuzza getti azzardati di magma incandescenti ma solitario implode al rostro cupo della sfrontatezza incustodita al guizzo di un vocabolo messo d'accordo dal lessico ceduto in margini smussati per gli aggettivi zeppi di obliquità come le fronde brusche sotto lo sguardo assuefatto in controluce oscena
e immaginarsela a picco sopra un giaciglio biancastro a raccontare i vuoti dati in pegno a lenire con bocca mani e vulva l’arroganza in conchiglia di una spaziatura interminabile con il pensiero in fuga nelle sue cavità o nella presa indolente dei polpastrelli complici di sintonie cadenzate da un respiro e da un gesto poggiato sulla nuca che non combaciano
per la qual cosa ho notizia di vie più brevi dell’apparenza imprecisa e di un richiamo prolungato sull’iride vischiosa da un rimando di cosa amalgamata al suono carezzevole di una voglia arginata dalla foggia imperfetta del profilarsi oggetto del sedurre in contumacia sconcia di soggetto nel diversivo enfatico che va dal primo albore al crepuscolo
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Inviato da: StregaM0rgause
il 31/07/2013 alle 07:33
Inviato da: StregaM0rgause
il 02/07/2013 alle 07:56
Inviato da: o3radovicka
il 01/07/2013 alle 21:32
Inviato da: manuela
il 26/04/2013 alle 12:15
Inviato da: StregaM0rgause
il 23/03/2013 alle 07:33