Creato da annette2006 il 19/02/2007
di tutto un pò,politica,costumi,usi e ipocrisie che la casta poilitica ci propina,voglio con i volenterosi parlarne, perchè la politica è nostra, non di una setta d'imbroglioni,ma è nostra dei cittadini, bisogna riprendere ciò che è nostro e non di pochi furbi ,noi siamo la politica, noi cittadini
 

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d'alema e fassino e gli altri

Post n°123 pubblicato il 23 Luglio 2007 da annette2006

d'alema e fassino e gli altri se hanno sbagliato paghino e basta, e se questo non avverrò sarò l'inizio della fine della politica in toto, non si può dare addosso al cavaliere se poi la sinistra non è corretta,allora?Politici nuovi e nuovi partiti,sara peggio dell'era caxi?



Ecco le telefonate di Consorte e Fiorani
con i parlamentari



MILANO — Nel chiedere al Parlamento l'autorizzazione all'uso processuale di 68 telefonate tra sei parlamentari non indagati (tranne il forzista Grillo) e alcuni (Consorte, Fiorani, Ricucci) degli indagati intercettati nelle scalate bancarie del 2005, il gip Clementina Forleo ieri ha allegato ampi stralci delle trascrizioni operate dal suo perito.
Ecco ad esempio la telefonata tra Consorte e D'Alema del 14 luglio, ore 9.46: sullo stato dell'Opa su Bnl, su taluni problemi di «comunicazione », e sull'interesse del contropattista Bnl Vito Bonsignore.
D'Alema: Parlo con l'uomo del momento.
Consorte: Eh, l'uomo del momento! Lo sfigato del momento...( ride).
D: A che punto siete?
C: E' tutto chiuso.
D: E' venuto a trovarmi Vito Bonsignore... che dà... un consiglio.
C: Sì. Se rimanere dentro o vendere tutto.
D: No, voleva dirmi... voleva sapere se io gli chiedevo di fare quello che tu gli hai chiesto di fare, oppure no...( ridacchia).
C: ( ride).
D: Che voleva alcune altre cose, diciamo.
C: Ecco, immaginavo. Non era disinteressato.
D: A latere su un tavolo politico. Ti volevo informare che io ho... regolato da parte mia. Lui mi ha detto che lui resta, ha detto che resta... E' disposto a concordare con voi un anno, due anni, il tempo che vi serve».
C: In effetti ho detto: "Guardi, decida come ritiene meglio, se lei vuole uscire noi onoreremo gli impegni come facciamo con gli altri, se lei rimane ci fa piacere".
D: Eh, Gianni, andiamo al sodo, se vi serve resta.
C: Sì, sì, sì, sì. E basta.
D: Poi... noi non ci siamo parlati, eh?
C: No, assolutamente. Lunedì... lunedì lanciamo l'Opa. Abbiamo finito.
D: Io poi ti devo dire una cosa... ah... se tu trovi un secondo... direttamente.
C: Oggi è impossibile, sto in giro per il mondo. Tu domenica sei Roma? O mi devi parlare prima?
D: Beh, volevo dirti... delle prudenze che devi avere. Forse...
C: Uhm.
D: Forse ti è arrivata la voce, diciamo.
C: Uhm.
D: Devi farti un elenco...(ride) delle prudenze che devi avere.
C: Che devo... che devo avere. Uhm.
D: Sì. Delle comunicazioni.
«Fammi un favore»
Subito dopo, alle 10.33, Consorte chiama il senatore ds dalemiano Latorre e riprende con lui il discorso del «consiglio » di "prudenza" di D'Alema.
Consorte: Ascolta, mi devi fare un favore. Io ho parlato con Massimo, no? Ascolta, il problema è questo, lui mi ha detto: "Sai Gianni, ti volevo vedere per tre/quattro consigli...".
Latorre: Ah.
C: Immagino che ha fatto un po' di incontri, di sondaggi, eccetera. Io però sono murato, non riesco a muovermi in questi due/tre giorni. Allora mi faresti un gran favore, ti fai spiegare a te...
L: Uhm.
C: ...se c'è qualcosa di importante che mi deve dire. Dopodiché tu mi chiami sul telefonino... Io ti dò un... un... oppure tu mi dai un numero di telefono fisso e dopo io ti chiamo con un fisso e mi dici le cose.
L: Uhm, d'accordo. Mo' parlo io con Massimo.
Il 17 luglio, per il gip, alle 21.57 Consorte «nuovamente reitera il reato di insider trading parlando anche con Fassino del superamento della soglia del 50%, indicando anche i nomi dei sodali che lo hanno affiancato nell'operazione, in particolare delle tre banche che hanno acquistato per loro conto dagli immobiliaristi».
Consorte: Siamo proprio in dirittura d'arrivo, domani mattina.
Fassino: Domani mattina chiudete?
C: Sì sì, domani prima che apra la Borsa. Dovremo chiudere, dovremmo avere già in mano il 51,8%.
F: Oh, hai visto che attacco furibondo stanno facendo a me, eh? Giorno dopo giorno, guarda una cosa pazzesca.
C: Sì, infatti. Una roba indecente!
F: Oggi, oggi ho fatto una telefonata di fuoco a Montezemolo su questo, gli ho detto: "Adesso basta", gli ho detto "volete la guerra, l'avrete".
C: Noi domani usciremo che le azioni degli immobiliaristi le comprano tre banche mondiali. Che sono Numura, Deutsche Bank, e la Crédit Suisse.
F: Quindi non le comprate voi.
C: No. Le comprano quattro banche italiane, quattro cooperative (...) Loro comprano il 27,2% e si tengono le azioni. Io lancio l'Opa...
F: Uhm, uhm. E li prendi da loro.
C: No! Se mi arrivano le azioni dal mercato, loro rimangono alleati nostri.
F: Ah.
C: Industriali. Noi arriviamo al 51 e loro detengono il 36, quindi noi abbiamo il...
F: E tu comunque... Unipol il 51 ce l'ha.
C: (...) Una call... per cui io ho il diritto, in qualunque momento, di comprare tutte le loro azioni.
F: Ma straordinario!
C: Domani saranno esterrefatti. Oggi, quando ho detto ai nostri amici cooperatori quello che mi sono inventato, m'hanno fatto l'applauso.
F: Comunque la banca ce l'avremo saldamente in mano.
C: Saldamente in mano. Ma questo non se l'aspetta nessuno, perché... (...) E quindi domani, quando verrà fuori questo, non c'è nessuno che neanche ci si è avvicinato a pensare ( ridacchia)
una cosa del genere. Abbiamo messo fuori tutti gli immobiliaristi, Piero. (...) Soprattutto, noi dobbiamo avere il 51,8 in mano domani.
F: Domani. Perfetto. Perfetto.
C: E poi lo dichiariamo.
F: Va ben!
«Stiamo così, Nico'»
In precedenza, il 6 luglio 2005, il senatore ds Nicola Latorre aveva chiamato Consorte e discusso del ruolo di Caltagirone, nonché degli ostacoli che un parte del «salotto buono» sta frapponendo all'operazione accarezzata da Unipol su Bnl.
Consorte: Stiamo così, Nico', allora diciamo che domani è un giorno chiave. Perché l'ingegnere (Caltagirone, ndr) e i suoi accoliti si sono defilati. (...) Latorre: Ma che prendete, prendete il 26% di questi?
C: Il 27%.
L: Minchia!
C: E naturalmente 2 euro e 6 è... non è trattabile perché noi stamattina siamo stati in Isvap, in Banca d'Italia, dove bisogna dare una mano a Frasca (dirigente di Bankitalia sotto Fazio, ndr), Nico', perché lo stanno crocifiggendo per colpa di quel maiale del Governatore. Perché Frasca è un compagno, eh!
L: A chi?
C: A Frasca. Eh, un uomo distrutto, eh! Va beh. E comunque è una cosa che voglio parlare con te e con Massimo a parte (...) Questa è la situazione. Quindi io domani ho l'incontro con loro alle sei, alle otto ti chiamo e ti dico come va a finire.
L: Ma che deve fare una telefonata Massimo all'ingegnere (Caltagirone, ndr)?
C: Guarda io c'ho riflettuto, per quello t'ho chiamato. Mi devi dare tempo, Nicola, fino a domani pomeriggio alle tre e la motivazione è questa: se io con i miei interlocutori chiudo...
(...) Ti volevo sottolineare che il dottor Profumo non m'ha dato una mano, il dottor Passera me l'ha cacciato nel c... e il dottor Modiano mi ha mandato affanc...
L: (...) Eh, come vedi in questa storia gli immobi-liaristi non c'entrano un cazzo.
C: Hai ragione tu. Guarda sono dei poveretti. Io gli ho parlato ieri per la prima volta, è vero solo una cosa di quello che hanno raccontato sta gente, che con loro è impossibile avere rapporti di lavoro. Però, al di là di questo, sono dei poveretti. Qui dietro c'è una mafietta, Imi San Paolo, Unicredito, Banca Intesa e Capitalia, che ci sta letteralmente impedendo di fare l'operazione.
L: Ma non c'è dubbio.
C: Ce lo sta impedendo! Perché hanno detto siccome anche all'estero dicono: "Se l'Unipol fa 'st'operazione diventa il gruppo più importante in Italia".
L: Certo.
C: E ce lo vogliono impedire. Allora noi faremo di tutto, Nico', tutto e di più. E anche dentro la cooperazione, cioè chi varrà dovrà essere aiutata e chi dovrà essere pestata (...). Poi ci sono quelle teste di cazzo. Alla fine faremo la lista, Nico'. Questa cosa bisogna farla, perché questi stanno semplicemente lavorando, io vorrei che fosse chiaro, contro di noi come Ds, contro di noi come Unipol.
(...) Cambiano i rapporti di potere in questo Paese.
L: Ma che dubbio c'è?
C: Non capire questo vuol dire essere delle teste di cazzo in malafede!
L: Sì, sì.
C: Nico', ma per noi, per il nostro partito, per le cose che abbiamo sostenuto in 40 anni. Capito?
L: Certo.
C: Quindi io farò di tutto, Nico'. Però, sai, io... poi, purtroppo, ho a che fare con i Caltagirone che sono dei banditi. Dei banditi sono, eh!
L: Sì, sì. E va beh, è un traditore questo...
Alcune ore dopo, Latorre riparla con Consorte del ruolo di Abete e Della Valle, poi Latorre passa IL MANAGER
Giovanni Consorte, 59 anni. Secondo l'accusa, l'ex presidente e ad di Unipol avrebbe aderito al piano di Fiorani per scalare Antonveneta
D'Alema a Consorte, che colloca la scalata Unipol a Bnl nel contesto dell'anno preelettorale. E' la telefonata del «facci sognare» ironico di D'Alema.
«Sto qua con i banchieri» Latorre: Dove cacchio stai? A cena stai?
Consorte: No, sto qua con i nostri amici banchieri a vedere come cazzo facciamo a rimediare i soldi.
L: Te l'ho detto, firmo io le fideiussioni, non rompere....
C: Ma tu non sei credibile con i soldi, non c'hai una lira! Tu mi porti solo debiti.
L: No guarda, se c'è una cosa che non ti porto sono debiti. Non ti porto crediti, ma non ti porto debiti (...) Ma come è andata, come si sono comportati?
C: Loro si sono presentati bene, hanno spergiurato che loro neanche se glielo danno nel culo danno le azioni agli spagnoli. Gli hanno posto solo una condizione per contratto. Che Abete e Della Valle devono stare fuori dalla Bnl.
L: E va beh l'abbiamo posta pure noi questa condizione. (...) Se vuoi ti passo Massimo, eh! Te lo passo così vi salutate un attimo adesso e poi... senza fretta.
D'Alema: Pronto?
C: Massimo! (ride) D: Lei è quello di cui parlano tutti i giornali.
C: Guardi la mia più grande sfiga! Io volevo passare inosservato e non riesco a farcela.
D: Eh, inosservato, sì!
C: Massimo, ti giuro, il mestiere che faccio io, più si passa inosservati meglio è. Però, insomma... Niente, Massimo sto provando a farla, sto provando proprio a farla, con l'ingegnere abbiamo chiuso l'accordo questa sera.
D: Ah.
C: (...) Adesso mi manca un passaggio importante e fondamentale. Sto riunendo i cooperatori perché sono tutti gasati, entusiasti e moralmente contenti, gli ho detto: "Però dovete darmi dei soldi, non è che potete solo incoraggiarmi, perché il coraggio ce l'ho da solo", no?
D: Di quanto hai bisogno ancora?
C: Mah, non di tantissimo, di qualche centinaio di milione di euro.
D: E dopodiché fate da soli?
C: Sì, sì, facciamo da soli. Sì, sì. Ma questo è già deciso.
D: Tutto da soli.
C: Sì. Unipol, cinque banche, quattro popolari e una banca svizzera....
D: Ah, ah.
C: Lì poi andiamo avanti. Ah, no! C'è Hopa, anche Hopa che lo fa. E andiamo avanti, facciamo tutto noi. Avremo il 70% di Bnl. Secondo te, Massimo, ci possono rompere i coglioni a quel punto.
D: No, no, no.
C: Non credo proprio.
D: Sì, qualcuno storcerà il naso, diranno che tu sei amico di Gnutti e Fiorani, ma...
C: Ma possono dire quello che vogliono, ma non è vero che sono amico, ma è anche vero che faccio tutto da solo, non lo faccio con loro.
D: Va bene. Vai avanti vai!
C: Massimo, noi ce la mettiamo tutta.
D: Facci sognare! Vai!
C: No anche perché se la facciamo, abbiamo recuperato un pezzo di storia, Massimo. Perché la Bnl era nata come la banca per il mondo cooperativo, eh!
D: E si chiama Del Lavoro, quindi possiamo dimenticare?
C: Guarda, ti dico, è da fare uno sforzo mostruoso, ma... vale la pena a un anno delle elezioni. Vale la pena.
Va bene. Vai.
Grazie, Massimo. Ciao

21 luglio 2007
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