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« in italia c'è integralismoEcco i veri risultati de... »

parlamento dei sordi,ciechi,e muti,non la vogliono capire

Post n°56 pubblicato il 12 Marzo 2009 da annettafuriosa

parlamento dei sordi,ciechi,e muti,non la vogliono capire
 

 

i 

che in tempi di crisi i lro compensi sono da strozzini, la politica con la chiesa, stima al ribasso e di tanto ci fottono 10,000.miliardi di euro all'anno, poi si atteggiano a salvatori di patria e chiesa, ma gesù li manderebbe all'inferno immediato, per prima il papa, e i nostri padri della repubblica si rivoltano di stomaco e di tomba, a me ultimamente fanno soltanto schifo, sono celeri a fermare l'inchiesta de magistris, dove finalmente potevi vedere la lobby politica che non è di destrasinistracentro, ma bensì intera,che si spartisce il malloppo di miliardi di soldi comunitari, dando ai cittadini del sud il braccio a manico,puoi vedere il loro blatterare con la giustizia , e l'immigrato, e bla bla, poi la verità non fanno niente, io abito in un paese dove la lega ha il 70% dei voti, altro che giustizia a me m'hanno solamente maltrattato, non tutelata perchè sono una poveraccia, dunque sfatiamo la lega che difende, chi?I soliti, ossia i portatori di evasioni fiscali, anche extracomunitari,il resto sono palle.

Anche per la giustizia sono loro i veri responsabili dello sfascio, sono loro che hanno depenalizzato per potere campare impuniti, loro,il parlamento, che io lo vedo come associazione a delinquere con finalità massoniche, oggi con le leggi sulle intercettazioni e l'imbavagliamento alla stampa, io ho cessato di credere che l'italia sia una repubblica, è una dittatura parlamentare, dove in mille con nipoti, mogli ,figli e varie parentele ed amici, e servizievoli stronzi si spartisco il potere e ricchezze, lasciando noi a quasi mendicare, fanno solo schifo, dobbiamo avere il coraggio di dirlo, gridarlo, mandarli a casa.

Speriamo che di pietro tenga, ma chissà

p

 

E l'ex direttore del Tg5: «Ha ragione, è ora di abbandonare l'economia dello spreco»
C'è la crisi, l'eleganza vada nell'armadio
Botta e risposta tra Gad Lerner e Carlo Rossella: atroce quella tua sciarpa come ornamento barocco

Carlo Rossella come appare nella foto che ha ispirato la presa di posizione di Gad Lerner
MILANO - Tema: «L'eleganza del maschio al tempo della Grande Depressione». Svolgimento: ma come si permette Carlo Rossella, in un periodo come questo, con le famiglie alle prese con gli effetti della crisi e con il costante aumento dei senza lavoro, di farsi ritrarre a tutta pagina, su Prima Comunicazione, in un superelegante completo blu a tinta unita, su camicia bianca a quarotti viola, cravatta dello stesso colore e, a corollare il tutto, un morbido sciarpone bianco a pois che fa tanto vezzo stiloso? Le parole usate non sono proprio queste ma il look un po' dandy dell'ex direttore del Tg1 (e del tg5) è stato il pretesto per un altro ex direttore del primo tg italiano, Gad Lerner, oggi conduttore de «L'infedele» su La7, per lanciare dalle pagine di Vanity Fair un invito alla sobrietà dell'apparenza.

TIRATA D'ORECCHIE VIA SMS - Sono amici di lungo corso, Lerner e Rossella, così il primo non si è fatto troppi scrupoli prima di azzardare la tirata d'orecchie al collega: ha impugnato il cellulare e ha digitato un sms che rischia già di diventare un nuovo manifesto del politically correct in salsa modaiola: «Carlo, è atroce quella foto, va oltre il limite. Bisognerà ripensare lo stile maschile al tempo della crisi». Lerner punta il dito proprio contro la sciarpa a pois, «annodata come ornamento barocco sui quadretti e le tinte unite sottostanti», identificandola come il paradigma del contrasto tra l'ostentazione del lusso e un sistema Italia che, come il resto del mondo, non naviga in buone acque. «Sarà bene fare un passo indietro di compostezza - scrive Lerner su Vanity Fair -, se non nei materiali, almeno nella postura e negli addobbi. Confido che la moda al tempo della Grande Depressione non imponga un ritorno alle divise militaresche, ma non mi accontenterei di un banale ritorno alla sobrietà. Direi piuttosto che il passaggio storico contempla anche per questi nuovi nobili medicei il commiato dalle porpore e dai damaschi tipicamente rinascimentali nella speranza (tutt'altro che scontata) di riuscire ad incamminarci nella contemporaneità».

«MA GAD HA RAGIONE» - E Rossella? Lo stesso Lerner spiega di aver ricevuto immediatamente una telefonata in risposta e di avergli spiegato che quello scatto non è attualissimo, che fu scattato in tempi in cui non si viveva l'attuale emergenza economica, e che la sciarpa, in ogni caso, è il regalo «di un amico caro e potente», e non un accessorio glam volutamente esibito davanti all'obbiettivo del fotografo. E dice che nella chiacchierata si sarebbero intesi su quello che oggi non va («l'inflazione del cachemire a buon mercato» che ha spinto verso la ricerca di tessuti sempre più esclusivi, dai «proibitivi scialli di chatouche in grado di scivolare attraverso una fede nuziale» ai «cappotti di vicuna andina»). Oggi, dalle colonne del Giornale, Rossella conferma tutto e rilancia: «Devo complimentarmi con Gad, quello che ha scritto è giusto. Questo deve essere l'anno della sobrietà». Il giornalista che dell'eleganza (propria) ha fatto una bandiera non ha alcun dubbio in proposito: «I tempi sono cambiati. E' il momento di abbandonare l'economia dello spreco: meno cachemire e più lana, meno pantaloni di sartoria e più jeans, via il doppiopetto in grisaglia in favore del blazer». E lui sì adeguerà? Sì, stando alle risposte date nell'intervista al quotidiano di Mario Giordano: «Quest'estate comprerò poco. Continuerò ad usare i miei pullover Ballantyne blu e i mocassini Tod'S. Mi serve solo qualche camicia nuova di lino. E poi quando andrò a Miami farò shopping nei trift, i negozi dell'usato».

 
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